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Chiara Castagna – Soli/fiori
Negli ultimi lavori l’artista, pur non abbandonando la ricerca di una con-fusione formale, dà l’impressione di far sorgere le sue “nozze miracolose” dal fondo stesso del linguaggio.
Comunicato stampa
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Soli fiori
Negli ultimi lavori l’artista, pur non abbandonando la ricerca di una con-fusione formale, dà l’impressione di far sorgere le sue “nozze miracolose” dal fondo stesso del linguaggio. Non esibisce più in maniera teatrale, un’immagine ambigua e proliferante, ma fa in modo che sia la stessa “materia in movimento” a suscitare l’effetto di una palpitazione fisica ininterrotta. Fa cadere gocce di colla vinilica mista ad acrilico perlato o traccia matasse di filamenti bizzarri e capricciosi che invadono interamente le tele.
Quando Chiara si affida alle gocce, come nella serie degli alberi (Albero bianco, Albero d’oro, Albero doppio) trasmette l’idea di una grandinata di tocchi di pennello che si urtano, s’intrecciano, si sovrappongono, fino a dar vita a un’ipotesi di foglia (linguisticamente si direbbe a una sineddoche: cioè all’impiego della parte per il tutto, all’albero, appunto). E’ un lavoro lento, paziente, meticoloso, come quello di una merlettaia che riprende in continuazione il filo, riportandolo sul tamburo, fino a che il tamburo stesso non si riempie di un ritmo puntiforme sconosciuto e indistinto. Il suo è un universo di molecole di materia, di atomi di chiarore che non creano blocchi percettivi, ma che aprono le forme verso lo spazio. Basta un minimo cambiamento di luce perché si assista ad una abissale trasformazione visiva, ad un incessante disconoscimento del limite, ad una inattesa epifania dell’oltre. E lo stesso impiego del bianco (o dell’azzurro-vena o del rosa-pelle) ha proprio questo scopo: quello di allontanare ogni oscurità, ogni conoscenza preconcetta che ci porta a vedere solo perché sappiamo. Il suo bianco non esclude, non è luttuoso, ci puoi vedere attraverso, se non addirittura aldilà. E’ un tentativo di cogliere la luce oltre gli oggetti (i segni) che nella luce si mostrano. Non descrive cioè una realtà “illuminata”, ma mostra la luce stessa. Parlando dei “Covoni” di Monet, John Sallis ha scritto che essi non sono la rappresentazione delle cose come si mostrano, ma la ‘rilucenza’ attraverso la quale le cose possono essere viste”. E aggiungeva: “Nel momento in cui Monet sceglie di dipingere questa ‘rilucenza’, ciò che è stato dipinto scompare dietro la ‘rilucenza’ stessa”. E come chiamare quell’interazione tra la luce che cade sulla tela bianca di Chiara e la luce che promana dal suo interno, se non ‘rilucenza’? Noi crediamo che sia la luce a permetterci di vedere: immaginiamo di scorgere una immensità di tracce: Chiara ci insegna che di fatto vediamo la luce (o meglio, vediamo ciò che non c’è).
(estratto dal testo di) Luigi Meneghelli
La mostra "soli fiori" di Chiara Castagna è accompagnata dalla presentazione di un catalogo ragionato sul lavoro dell’artista con
gli scritti di Nadia Melotti e Luigi Meneghelli.
La mostra "soli fiori" di Chiara Castagna è patrocinata da:
Confindustria Verona Gruppo Giovani
Comune di San Martino Buon Albergo Assessorato alla Cultura
Banca Popolare di Verona - Gruppo Banco Popolare
Holiday Inn, Marcato Vini, Andrian Service Partner Volkswagen - Audi
Negli ultimi lavori l’artista, pur non abbandonando la ricerca di una con-fusione formale, dà l’impressione di far sorgere le sue “nozze miracolose” dal fondo stesso del linguaggio. Non esibisce più in maniera teatrale, un’immagine ambigua e proliferante, ma fa in modo che sia la stessa “materia in movimento” a suscitare l’effetto di una palpitazione fisica ininterrotta. Fa cadere gocce di colla vinilica mista ad acrilico perlato o traccia matasse di filamenti bizzarri e capricciosi che invadono interamente le tele.
Quando Chiara si affida alle gocce, come nella serie degli alberi (Albero bianco, Albero d’oro, Albero doppio) trasmette l’idea di una grandinata di tocchi di pennello che si urtano, s’intrecciano, si sovrappongono, fino a dar vita a un’ipotesi di foglia (linguisticamente si direbbe a una sineddoche: cioè all’impiego della parte per il tutto, all’albero, appunto). E’ un lavoro lento, paziente, meticoloso, come quello di una merlettaia che riprende in continuazione il filo, riportandolo sul tamburo, fino a che il tamburo stesso non si riempie di un ritmo puntiforme sconosciuto e indistinto. Il suo è un universo di molecole di materia, di atomi di chiarore che non creano blocchi percettivi, ma che aprono le forme verso lo spazio. Basta un minimo cambiamento di luce perché si assista ad una abissale trasformazione visiva, ad un incessante disconoscimento del limite, ad una inattesa epifania dell’oltre. E lo stesso impiego del bianco (o dell’azzurro-vena o del rosa-pelle) ha proprio questo scopo: quello di allontanare ogni oscurità, ogni conoscenza preconcetta che ci porta a vedere solo perché sappiamo. Il suo bianco non esclude, non è luttuoso, ci puoi vedere attraverso, se non addirittura aldilà. E’ un tentativo di cogliere la luce oltre gli oggetti (i segni) che nella luce si mostrano. Non descrive cioè una realtà “illuminata”, ma mostra la luce stessa. Parlando dei “Covoni” di Monet, John Sallis ha scritto che essi non sono la rappresentazione delle cose come si mostrano, ma la ‘rilucenza’ attraverso la quale le cose possono essere viste”. E aggiungeva: “Nel momento in cui Monet sceglie di dipingere questa ‘rilucenza’, ciò che è stato dipinto scompare dietro la ‘rilucenza’ stessa”. E come chiamare quell’interazione tra la luce che cade sulla tela bianca di Chiara e la luce che promana dal suo interno, se non ‘rilucenza’? Noi crediamo che sia la luce a permetterci di vedere: immaginiamo di scorgere una immensità di tracce: Chiara ci insegna che di fatto vediamo la luce (o meglio, vediamo ciò che non c’è).
(estratto dal testo di) Luigi Meneghelli
La mostra "soli fiori" di Chiara Castagna è accompagnata dalla presentazione di un catalogo ragionato sul lavoro dell’artista con
gli scritti di Nadia Melotti e Luigi Meneghelli.
La mostra "soli fiori" di Chiara Castagna è patrocinata da:
Confindustria Verona Gruppo Giovani
Comune di San Martino Buon Albergo Assessorato alla Cultura
Banca Popolare di Verona - Gruppo Banco Popolare
Holiday Inn, Marcato Vini, Andrian Service Partner Volkswagen - Audi
20
giugno 2009
Chiara Castagna – Soli/fiori
Dal 20 al 28 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ORATORIO AL DRAGO – TENUTA MUSELLA
San Martino Buon Albergo, Via Xx Settembre, 56, (Verona)
San Martino Buon Albergo, Via Xx Settembre, 56, (Verona)
Orario di apertura
gio. - ven. - sab. dalle 18.00 alle 20.00 sab. - dom. dalle 10.00 alle 12.00
Vernissage
20 Giugno 2009, ore 18
Sito web
www.art-emisia.it
Autore
Curatore