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Chiara Dalmaviva – Ristretti orizzonti
8:15 settembre duemilatre. Sezione maschile e femminile, Millecento detenuti vengono trasferiti dal carcere “Le Nuove” al penitenziario delle Vallette.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si aprono le celle, i cancelli, il portone d’uscita.
Millecento detenuti lascian dietro di sé, come fuggendo da un terremoto, segni di mesi ed anni contati uno ad uno, il “luogo neutro di rinnovamento dell’individuo” si svuota e ne resta l’essenza, scarna, e crudele.
Lontano dallo sguardo, che si ferma davanti ai pesanti cancelli.
Un itinerario per immagini, passi lenti che attraversano corridoi, aprono porte, scendono e scendono sul particolare posandosi su scritte proibite, poster che un tempo han fatto evadere il pensiero, effetti personali abbandonati, segni di quotidianità ingabbiata.
Nel posto in cui, gli occhi, i gesti, i rituali di avvicinamento o allontanamento dicono più delle parole, condizionate o impedite come lo spazio in cui suonano.
Si sviluppa così questo mio racconto, attraverso l’essenza ed il silenzio di un luogo rumoroso e affollato come la prigione. Spazio dove la quiete può essere presagio di tempesta.
Tempi di posa lunghi per far parlare i muri. Linee dritte e rigide come sbarre. Orizzonti senza cielo. A tratti l’ironia di ritagli di vita esterna appesi alle pareti, immagini che sembrano ricordare il “fuori” che aspetta i reclusi.
Chiara Dalmaviva
Millecento detenuti lascian dietro di sé, come fuggendo da un terremoto, segni di mesi ed anni contati uno ad uno, il “luogo neutro di rinnovamento dell’individuo” si svuota e ne resta l’essenza, scarna, e crudele.
Lontano dallo sguardo, che si ferma davanti ai pesanti cancelli.
Un itinerario per immagini, passi lenti che attraversano corridoi, aprono porte, scendono e scendono sul particolare posandosi su scritte proibite, poster che un tempo han fatto evadere il pensiero, effetti personali abbandonati, segni di quotidianità ingabbiata.
Nel posto in cui, gli occhi, i gesti, i rituali di avvicinamento o allontanamento dicono più delle parole, condizionate o impedite come lo spazio in cui suonano.
Si sviluppa così questo mio racconto, attraverso l’essenza ed il silenzio di un luogo rumoroso e affollato come la prigione. Spazio dove la quiete può essere presagio di tempesta.
Tempi di posa lunghi per far parlare i muri. Linee dritte e rigide come sbarre. Orizzonti senza cielo. A tratti l’ironia di ritagli di vita esterna appesi alle pareti, immagini che sembrano ricordare il “fuori” che aspetta i reclusi.
Chiara Dalmaviva
24
novembre 2004
Chiara Dalmaviva – Ristretti orizzonti
Dal 24 novembre al 15 dicembre 2004
arte contemporanea
Location
AMANTES
Torino, Via Principe Amedeo, 38/A, (Torino)
Torino, Via Principe Amedeo, 38/A, (Torino)
Biglietti
libero in galleria, accesso al circolo con tessera ARCI
Orario di apertura
lunedì-sabato, 19.00/02.00
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