L’artista, di origini friulane, da anni vive e lavora a Londra, dopo un percorso di studi concluso con il conseguimento della laurea in scienze politiche e sociali e successivi diplomi nel settore artistico, tra i quali ricordiamo il diploma di specializzazione post laurea in belle arti conseguito al Chelsea College of Art and Design (2003-2004) ed il corso di educazione per l’insegnamento del Kensington & Chelsea College (2004-2005). Inoltre può vantare un’attività di insegnamento in qualità di assistente in progetti artistici in ambito scolastico di base, coordinati dallo studio Voltaire di Londra (2005-2006). In ambito artistico Chiara Perini ha partecipato anche a svariate mostre sia personali che di gruppo, come It’s Time to Play, nel 2003 alla sede londinese dell’Istituto Italiano di Cultura e ManinFesto - Pittura e Disegno in Friuli Venezia Giulia nel 2007.
Per quanto riguarda la mostra che si inaugura a Fiumicello è opportuna una breve presentazione in quanto importante e delicato il tema che essa tratta: il mondo dell’infanzia al femminile. Angeli, fatine, principesse evocano l’immaginario di un soggetto femminile stereotipato e atemporale, tanto lontano dal mondo reale e terreno, quanto vicino al mondo incantato delle fiabe, al magico, al divino. L’ideale a cui tendere, proposto alle bambine, spazia dalla bellezza eterea degli angeli tesi ad aggraziarsi il divino fino a quella più materiale delle principesse atte a conquistarsi il tanto sognato principe azzurro. La costruzione dell’identità femminile, lontana dall’essere frutto della biologia, va dunque ricercata nella trasmissione sociale di valori e credenze, imprescindibili dallo squilibrio di potere che ancora caratterizza le regole che guidano i rapporti tra i generi e che vedono troppo spesso la donna passiva, costretta ad affidarsi a bellezza ed incanto per trovare il proprio ruolo nella nostra società. L’attualità dunque dei motivi ispiratori dei bei lavori di Chiara Perini costituisce un motivo ulteriore per visitare la mostra, che si inserisce nelle iniziative del Cerido, centro di ricerca e documentazione sull’arte contemporanea