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Chiara Silva – La multipla leggenda
C’è una sorta di intima trasparenza nella produzione recente di Chiara Silva, giovane artista italiana di vivace talento, che lascia leggere un percorso di equilibrio dinamico del creato, un ritmo di pure e semplici analogie di macchie e colori,allineato a una spettacolare crescita interiore.
Comunicato stampa
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In uno spazio ove alberga già il progetto “FRONTIERA”, a Firenze, è ospitata la mostra “La multipla leggenda”, di un’artista qual’è Chiara Silva che dal ritratto di forme naturali ha tratto sempre una felice poetica tessutale e filosofale. La mostra, ideata e curata dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, è una sorta di termometro della spettacolarità e della storicità dell’arte nuova, ma soprattutto si fa bussola in un mare di proposizioni della cultura e delle arti.
Scrive Carlo Franza nel testo: “C’è una sorta di intima trasparenza nella produzione recente di Chiara Silva, giovane artista italiana di vivace talento, che lascia leggere un dettato estetologico di portata eccezionale, un percorso di equilibrio dinamico del creato, un ritmo di pure e semplici analogie di macchie e colori, allineato a una spettacolare crescita interiore. La faccia di quest’arte ha una fisionomia generazionale emersa pennellata dopo pennellata, infinite pennellate, come infiniti sono questi paesaggi d’infinito deflagrati da sfrangiamenti di colore e una pluralità di superfici che si compongono in una immagine ricca di molte dimensioni, di visibili libertà dove tutto prende a palpitare, pulsare, oscillare. Paesaggi in cui lo spazio e il tempo sembrano condensarsi in una storia impercettibilmente stratificata attraverso ogni segno, ogni ruga. Il dato più vero di questa scelta estetologica, poetica, è che la giovane artista italiana si è riappropriata di un’arte carica di interiorità vera, lontana dalla concettualizzazione dell’arte, ponendosi fuori dalla distanza fra l’opera e chi guarda.
Oggi ci troviamo di fronte a opere essenziali e sintetiche, con movimenti relativamente risoluti e veloci, dove pensiero, forza interiore, intuizione e gesto diventano un tutt’uno. D’altronde questo tema d’infinito, questa grande cosmogonia altro non è che un amalgama del tutto, dove l’essenza delle cose è impercettibile al solo senso della vista. Sappiamo che nulla è permanente, tutto si modifica, evolve, cresce, si muove in un percorso infinito, in viaggio inteso come metafora della vita. Labirinto e infinito diventano tracce cariche e intense, dipinti come universi a sè, una parte del tutto. Nuvole, cieli, manifestazioni naturali, maree, vortici, esplosioni di materia, orizzonti, ecc. evidenziano tracce dinamiche, serrate, monocrome, colorate, dispensate da un centro propulsore.
La bellezza, oggi, di questa pittura di Chiara Silva è che ha finalmente raccolto ogni vibrazione dell’universo, perché ella ha cercato di rendere visibile l’architettura dell’universo, e racconta il viaggio verso le sorgenti dell’essere ; è pertanto un “fatto” e non un “fattoide”come direbbe Gillo Dorfles, e come ha d’altronde anche il collega significato nel suo “Fatti e fattoidi”, in quanto il pensiero estetico è come tradotto in una coscienza del fenomeno, in una verità, nel bagliore di un linguaggio che mira a evidenziare le energie che regolano ogni forma di vita.
La tensione più forte che si percepisce in questo nuovo capitolo pittorico di Chiara Silva è che, mentre molti artisti si sentono all’avanguardia sol perché irrigidiscono le loro posizioni cancellando ogni forma d’arte, ella si inclina verso una via mediana, la stessa che si fa portatrice di innovazione creativa, sulla scia di Tàpies, Fontana, Rothko. Gli spunti di ispirazione naturalistica vivono in un sistema di vasi comunicanti, e il colore stesso sotteso a un movimento infinito si fa palpitante cuore universale dentro il labirinto della vita. Il dialogo col naturale sfuma in questo territorio d’immensità, d’infinito, in questi ritmi delle macchie che sono come un elettrocardiogramma del respiro e del mondo che palpita. E sulla scorta di una sensibilità non comune e di una libertà non solo ideale, ma viva perché ancorata agli infiniti del mondo, Chiara Silva si è immessa in queste geografie di “solchi di antico mondo”, dove accanto al corpo della geografia e alla geografia del colore in queste infinite coordinate spaziali, fa ritrovare una poesia antica fatta di albe e scurissime notti. Ma dentro l’universo che è il segno della sua ricerca, i lavori sono spirali di primavera, di corrispondenze, di rinascita, di durata e di eternità. E tra impasti, morsure, rilievi, esuberanze, aneliti e colori, tensioni e armonie, tutto sfuma in questo orizzonte che apre all’infinito. Un infinito che è porta del cielo”.
Biografia dell’artista
Chiara Silva è nata a Bollate nel 1983, vive a Novate Milanese, lavora a Milano. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento. Numerose le sue presenze in rassegne d’arte nazionali dal 2004, ma la sua prima mostra personale è a Milano allo Studio di Arti Visive Comerio nel 2008, imposta dall’illustre Storico e Critico Prof. Carlo Franza che ne cura il catalogo e il testo dal titolo “Nel ritmo degli echi”. Ha vinto il Premio delle Arti Premio della Cultura XX edizione 2008. Ancora nel 2008, ha partecipato con una personale all’interno delle quattro mostre in programma per “Frontiera” un progetto artistico internazionale a cura del Prof. Carlo Franza presso il Plus Florence a Firenze e a Milano alle mostre “ Solstizio d’estate” e “Un Dialogo col cielo”, promosse dallo Studio di Arti Visive Comerio. Sempre a Milano ha partecipato alla mostra collettiva “Panorama Italiano” presso il Circolo della Stampa. Nel 2009 si tiene la seconda mostra personale dal titolo “Il Paradiso del mutamento” a Roma, presso il Centrale Ristotheatre . Nel 2009 è presente, ancora con un’installazione all’Università Statale di Milano; a “Solstizio d’inverno” e a “L’arte della pace e la pace nell’arte” dello Studio di Arti Visive Comerio. Ha partecipato, su invito del prof. Carlo Franza, alla rassegna d’Arte Contemporanea di Teglio (Sondrio) dal titolo “Nuovi Scenari” nel mese di luglio 2009; ed è presente a Firenze a Palazzo Borghese con la mostra personale “Solchi di antico mondo” tra l’autunno 2009 e la primavera 2010. Significative presenze sono programmate, grazie alla curatela dell’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, tra 2010 e 2011. Il suo nome già appare sulla stampa italiana come una delle giovani promesse artistiche più vivaci dell’oggi.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a “Il Giornale”di Indro Montanelli , oggi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 del quale è oggi Presidente di Giuria.
Scrive Carlo Franza nel testo: “C’è una sorta di intima trasparenza nella produzione recente di Chiara Silva, giovane artista italiana di vivace talento, che lascia leggere un dettato estetologico di portata eccezionale, un percorso di equilibrio dinamico del creato, un ritmo di pure e semplici analogie di macchie e colori, allineato a una spettacolare crescita interiore. La faccia di quest’arte ha una fisionomia generazionale emersa pennellata dopo pennellata, infinite pennellate, come infiniti sono questi paesaggi d’infinito deflagrati da sfrangiamenti di colore e una pluralità di superfici che si compongono in una immagine ricca di molte dimensioni, di visibili libertà dove tutto prende a palpitare, pulsare, oscillare. Paesaggi in cui lo spazio e il tempo sembrano condensarsi in una storia impercettibilmente stratificata attraverso ogni segno, ogni ruga. Il dato più vero di questa scelta estetologica, poetica, è che la giovane artista italiana si è riappropriata di un’arte carica di interiorità vera, lontana dalla concettualizzazione dell’arte, ponendosi fuori dalla distanza fra l’opera e chi guarda.
Oggi ci troviamo di fronte a opere essenziali e sintetiche, con movimenti relativamente risoluti e veloci, dove pensiero, forza interiore, intuizione e gesto diventano un tutt’uno. D’altronde questo tema d’infinito, questa grande cosmogonia altro non è che un amalgama del tutto, dove l’essenza delle cose è impercettibile al solo senso della vista. Sappiamo che nulla è permanente, tutto si modifica, evolve, cresce, si muove in un percorso infinito, in viaggio inteso come metafora della vita. Labirinto e infinito diventano tracce cariche e intense, dipinti come universi a sè, una parte del tutto. Nuvole, cieli, manifestazioni naturali, maree, vortici, esplosioni di materia, orizzonti, ecc. evidenziano tracce dinamiche, serrate, monocrome, colorate, dispensate da un centro propulsore.
La bellezza, oggi, di questa pittura di Chiara Silva è che ha finalmente raccolto ogni vibrazione dell’universo, perché ella ha cercato di rendere visibile l’architettura dell’universo, e racconta il viaggio verso le sorgenti dell’essere ; è pertanto un “fatto” e non un “fattoide”come direbbe Gillo Dorfles, e come ha d’altronde anche il collega significato nel suo “Fatti e fattoidi”, in quanto il pensiero estetico è come tradotto in una coscienza del fenomeno, in una verità, nel bagliore di un linguaggio che mira a evidenziare le energie che regolano ogni forma di vita.
La tensione più forte che si percepisce in questo nuovo capitolo pittorico di Chiara Silva è che, mentre molti artisti si sentono all’avanguardia sol perché irrigidiscono le loro posizioni cancellando ogni forma d’arte, ella si inclina verso una via mediana, la stessa che si fa portatrice di innovazione creativa, sulla scia di Tàpies, Fontana, Rothko. Gli spunti di ispirazione naturalistica vivono in un sistema di vasi comunicanti, e il colore stesso sotteso a un movimento infinito si fa palpitante cuore universale dentro il labirinto della vita. Il dialogo col naturale sfuma in questo territorio d’immensità, d’infinito, in questi ritmi delle macchie che sono come un elettrocardiogramma del respiro e del mondo che palpita. E sulla scorta di una sensibilità non comune e di una libertà non solo ideale, ma viva perché ancorata agli infiniti del mondo, Chiara Silva si è immessa in queste geografie di “solchi di antico mondo”, dove accanto al corpo della geografia e alla geografia del colore in queste infinite coordinate spaziali, fa ritrovare una poesia antica fatta di albe e scurissime notti. Ma dentro l’universo che è il segno della sua ricerca, i lavori sono spirali di primavera, di corrispondenze, di rinascita, di durata e di eternità. E tra impasti, morsure, rilievi, esuberanze, aneliti e colori, tensioni e armonie, tutto sfuma in questo orizzonte che apre all’infinito. Un infinito che è porta del cielo”.
Biografia dell’artista
Chiara Silva è nata a Bollate nel 1983, vive a Novate Milanese, lavora a Milano. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento. Numerose le sue presenze in rassegne d’arte nazionali dal 2004, ma la sua prima mostra personale è a Milano allo Studio di Arti Visive Comerio nel 2008, imposta dall’illustre Storico e Critico Prof. Carlo Franza che ne cura il catalogo e il testo dal titolo “Nel ritmo degli echi”. Ha vinto il Premio delle Arti Premio della Cultura XX edizione 2008. Ancora nel 2008, ha partecipato con una personale all’interno delle quattro mostre in programma per “Frontiera” un progetto artistico internazionale a cura del Prof. Carlo Franza presso il Plus Florence a Firenze e a Milano alle mostre “ Solstizio d’estate” e “Un Dialogo col cielo”, promosse dallo Studio di Arti Visive Comerio. Sempre a Milano ha partecipato alla mostra collettiva “Panorama Italiano” presso il Circolo della Stampa. Nel 2009 si tiene la seconda mostra personale dal titolo “Il Paradiso del mutamento” a Roma, presso il Centrale Ristotheatre . Nel 2009 è presente, ancora con un’installazione all’Università Statale di Milano; a “Solstizio d’inverno” e a “L’arte della pace e la pace nell’arte” dello Studio di Arti Visive Comerio. Ha partecipato, su invito del prof. Carlo Franza, alla rassegna d’Arte Contemporanea di Teglio (Sondrio) dal titolo “Nuovi Scenari” nel mese di luglio 2009; ed è presente a Firenze a Palazzo Borghese con la mostra personale “Solchi di antico mondo” tra l’autunno 2009 e la primavera 2010. Significative presenze sono programmate, grazie alla curatela dell’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, tra 2010 e 2011. Il suo nome già appare sulla stampa italiana come una delle giovani promesse artistiche più vivaci dell’oggi.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a “Il Giornale”di Indro Montanelli , oggi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 del quale è oggi Presidente di Giuria.
24
aprile 2010
Chiara Silva – La multipla leggenda
Dal 24 aprile al 12 novembre 2010
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a domenica su appuntamento
Vernissage
24 Aprile 2010, ore 18.00
Autore
Curatore