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Chiara Spagnoli – Laboratorio di idee
Dal ready made di Duchamp affermatosi nel primo dopo guerra, la tendenza a decontestualizzare gli oggetti estrapolati dalla realtà quotidiana per ricomporli poi in opere d’arte, si è andata affermando nell’arte contemporanea. Intorno alla metà del secolo scorso la pop art americana prendendo le distanze da quelle correnti concettuali ed intellettuali che si andavano diffondendo in Europa, riutilizzava immagini pubblicitarie e rifiuti della civiltà dei consumi per comunicare i suoi messaggi alla massa.
Comunicato stampa
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Dal ready made di Duchamp affermatosi nel primo dopo guerra, la tendenza a decontestualizzare gli oggetti estrapolati dalla realtà quotidiana per ricomporli poi in opere d’arte, si è andata affermando nell’arte contemporanea. Intorno alla metà del secolo scorso la pop art americana prendendo le distanze da quelle correnti concettuali ed intellettuali che si andavano diffondendo in Europa, riutilizzava immagini pubblicitarie e rifiuti della civiltà dei consumi per comunicare i suoi messaggi alla massa.
L’uso dei materiali poveri come la plastica, il ferro, gli stracci, il legno, la terra fu ripreso ancora nell’arte povera in Italia verso gli anni ’60.
Attraverso questo lungo e faticoso cammino che ha visto emergere nell’arte contemporanea, tra scalpore e fiumi di critica, protagonisti ed interpreti geniali come Andy Warhol, si sono formate quel gusto e quella coscienza che oggigiorno fanno apprezzare allo spettatore l’opera d’arte per le sue qualità creative e non solo per la ricercatezza dei suoi materiali.
I collage, i patchwork della giovane artista milanese Chiara Spagnoli, composti da cuscini, forchette, carte da gioco, french fries, ferri di bicicletta, trolley, biscotti e altri materiali rendono merito ad una delle facoltà maggiori del genere umano che è appunto l’inventiva. Secondo quella stessa filosofia di Bruno Munari, la Spagnoli è incuriosita dall’esperienze dell’uomo e dalla natura che ri-racconta attraverso l’arte. Le patatine fritte o una vecchia valigia diventano non solo oggetto di ricerca artistica ma anche espedienti narrativi che permettono all’artista - come allo spettatore - di cercare vecchie storie o di inventarne delle nuove. Ma nonostante l’età e l’ancora breve carriera, la Spagnoli dimostra nel suo lavoro di avere acuto spirito critico.
Ed è grazie a questa vena ironica e senso dell’humour che il suo lavoro ha spessore e diversi livelli di lettura, come nell’opera Déjeuner sur l’herbe ispirata a Manet.
La figura della donna nuda tra gli uomini vestiti che aveva reso nota l’opera di Manet nel mondo è scomparsa, così come lo sono anche i personaggi maschili lasciando solo cuscini, fiori, forchette, gli oggetti appunto del pic-nic più famoso dell’arte. Quest’assenza pone un quesito allo spettatore al quale l’artista risponde:
al giorno d’oggi il corpo umano è sfruttato da tutti i mezzi di comunicazione e quello che rimane, sottintende l’artista, sono solo “le cose” che il corpo stesso adopera.
Nell’universo creativo della Spagnoli ci sono continui riferimenti alla natura come foglie, terra, fiori. L’artista è attratta dalle forme presenti in natura e dal loro valore simbolico, e le utilizza per lanciare moniti, messaggi come per la palma che da simbolo di trionfo si è trasformata in icona turistica di località di villeggiatura esotica.
La natura per la Spagnoli è anche fonte infinita di Bellezza dalla quale attingere i propri modelli costruttivi. Le venature delle foglie diventano composizioni geometriche sul supporto materico e i variopinti petali vellutati dei fiori suggeriscono sulla tela altrettante diverse tonalità.
Nell’arte della Spagnoli etica ed estetica sono in equilibrio tra loro.
Ed è questa caratteristica che rende le opere della giovane artista milanese, amabili.
L’estetica per Chiara è un immenso laboratorio d’idee in trasformazione, nel quale l’artista si perde con consapevolezza ritrovando le proprie sensazioni ed emozioni.
Roberta Semeraro
L’uso dei materiali poveri come la plastica, il ferro, gli stracci, il legno, la terra fu ripreso ancora nell’arte povera in Italia verso gli anni ’60.
Attraverso questo lungo e faticoso cammino che ha visto emergere nell’arte contemporanea, tra scalpore e fiumi di critica, protagonisti ed interpreti geniali come Andy Warhol, si sono formate quel gusto e quella coscienza che oggigiorno fanno apprezzare allo spettatore l’opera d’arte per le sue qualità creative e non solo per la ricercatezza dei suoi materiali.
I collage, i patchwork della giovane artista milanese Chiara Spagnoli, composti da cuscini, forchette, carte da gioco, french fries, ferri di bicicletta, trolley, biscotti e altri materiali rendono merito ad una delle facoltà maggiori del genere umano che è appunto l’inventiva. Secondo quella stessa filosofia di Bruno Munari, la Spagnoli è incuriosita dall’esperienze dell’uomo e dalla natura che ri-racconta attraverso l’arte. Le patatine fritte o una vecchia valigia diventano non solo oggetto di ricerca artistica ma anche espedienti narrativi che permettono all’artista - come allo spettatore - di cercare vecchie storie o di inventarne delle nuove. Ma nonostante l’età e l’ancora breve carriera, la Spagnoli dimostra nel suo lavoro di avere acuto spirito critico.
Ed è grazie a questa vena ironica e senso dell’humour che il suo lavoro ha spessore e diversi livelli di lettura, come nell’opera Déjeuner sur l’herbe ispirata a Manet.
La figura della donna nuda tra gli uomini vestiti che aveva reso nota l’opera di Manet nel mondo è scomparsa, così come lo sono anche i personaggi maschili lasciando solo cuscini, fiori, forchette, gli oggetti appunto del pic-nic più famoso dell’arte. Quest’assenza pone un quesito allo spettatore al quale l’artista risponde:
al giorno d’oggi il corpo umano è sfruttato da tutti i mezzi di comunicazione e quello che rimane, sottintende l’artista, sono solo “le cose” che il corpo stesso adopera.
Nell’universo creativo della Spagnoli ci sono continui riferimenti alla natura come foglie, terra, fiori. L’artista è attratta dalle forme presenti in natura e dal loro valore simbolico, e le utilizza per lanciare moniti, messaggi come per la palma che da simbolo di trionfo si è trasformata in icona turistica di località di villeggiatura esotica.
La natura per la Spagnoli è anche fonte infinita di Bellezza dalla quale attingere i propri modelli costruttivi. Le venature delle foglie diventano composizioni geometriche sul supporto materico e i variopinti petali vellutati dei fiori suggeriscono sulla tela altrettante diverse tonalità.
Nell’arte della Spagnoli etica ed estetica sono in equilibrio tra loro.
Ed è questa caratteristica che rende le opere della giovane artista milanese, amabili.
L’estetica per Chiara è un immenso laboratorio d’idee in trasformazione, nel quale l’artista si perde con consapevolezza ritrovando le proprie sensazioni ed emozioni.
Roberta Semeraro
04
febbraio 2012
Chiara Spagnoli – Laboratorio di idee
Dal 04 al 29 febbraio 2012
arte contemporanea
Location
PALAZZO ZENOBIO – COLLEGIO ARMENO
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
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