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Christel Hermann – Archetipica
40 opere pittoriche
Comunicato stampa
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Christel Hermann è nata nel 1951 a Neuwied in Germania ed è qui che vive e lavora.
Le opere pittoriche della Hermann sono paesaggi informali su tela oppure su resine grondanti di materia bianca, perché bianco è il colore del silenzio ed è proprio nel silenzio dell’osservazione che si scoprono dettagli ed elementi che appartengono alla sfera interione di questa artista, ma non solo; nelle trasparenze delle resine IS possono intravedere immagini sfuocate di genitori e parenti, capretti, ma anche nidi, perché è il nido l’origine, l’arché.
Scrive Beatrice Buscaroli :
…“Fortemente legata alla costruzione dell’opera, alla pittura vissuta frontalmente, alla tempesta e alle emozioni scaturite dal Romanticismo, si pone, al contrario, in una posizione di tutela della tradizione pittorica del suo Paese. Ma non interpreta questo ruolo con roboanti proclami, lo fa con naturalezza, seguendo la sua indole che la porta a costruire opere pittoriche ricche, vibranti, suggestive, nella stesura di una materia impegnativa, spesso nobilitata dall’impiego di gamme cromatiche morbide, perfino suadenti.
Si tratta di un’opera pittorica ad alto contenuto lirico, con rimandi continui, con suggestioni che giungono da lontano, dall’infanzia, dai ricordi del mondo, dalle sue implicazioni spesso irraccontabili che si risolvono in ampie colate dilavanti, in attraversamenti emozionali che vibrano di sensazioni, che tracimano sentimenti. Ma questi ricordi non scavano nel subconscio, non accendono implicazioni psicanalitiche, sembra quasi che la Pittura basti a se stessa, che la stesura dell’opera compia un movimento circolare autoaffermandosi nella sua compiutezza assoluta. In realtà le citazioni sommesse che affiorano dalla materia, siano altalene o scale sospese nel nulla, non sono che il complemento terreno di una narrazione che significa altro, che si pone al di sopra del racconto stesso per portarci altrove, per condurci ad una lettura che prescinde dal descritto e significa nel suo complesso. Il racconto è quindi la Pittura stessa, la Tradizione pittorica tedesca, il compimento dell’opera in senso assoluto.
Questa interpretazione del lavoro di Christel Hermann non deve stupire. In realtà
molti artisti, provenienti da esperienze anche molto differenti da quella della Hermann, hanno affrontato il rapporto totalizzante con l’opera. Si potrebbero citare i casi del grande Yves Klein, di Hermann Nitsch, dell’americana Pat Steir, della natura travolgente e assolutizzante di Per Kirkeby. Esperienze distantissime solo in apparenza, ma riconducibili alla medesima sensibilità.
Seguendo questa precisa, difficile direzione, Christel Hermann sta portando la sua maturità artistica verso una importante identità espressiva.”
Sono innumerevoli i progetti in spazi pubblici importantissimi e in gallerie private di questa artista, mentre significativa è questa sua prima personale a Bologna
Le opere pittoriche della Hermann sono paesaggi informali su tela oppure su resine grondanti di materia bianca, perché bianco è il colore del silenzio ed è proprio nel silenzio dell’osservazione che si scoprono dettagli ed elementi che appartengono alla sfera interione di questa artista, ma non solo; nelle trasparenze delle resine IS possono intravedere immagini sfuocate di genitori e parenti, capretti, ma anche nidi, perché è il nido l’origine, l’arché.
Scrive Beatrice Buscaroli :
…“Fortemente legata alla costruzione dell’opera, alla pittura vissuta frontalmente, alla tempesta e alle emozioni scaturite dal Romanticismo, si pone, al contrario, in una posizione di tutela della tradizione pittorica del suo Paese. Ma non interpreta questo ruolo con roboanti proclami, lo fa con naturalezza, seguendo la sua indole che la porta a costruire opere pittoriche ricche, vibranti, suggestive, nella stesura di una materia impegnativa, spesso nobilitata dall’impiego di gamme cromatiche morbide, perfino suadenti.
Si tratta di un’opera pittorica ad alto contenuto lirico, con rimandi continui, con suggestioni che giungono da lontano, dall’infanzia, dai ricordi del mondo, dalle sue implicazioni spesso irraccontabili che si risolvono in ampie colate dilavanti, in attraversamenti emozionali che vibrano di sensazioni, che tracimano sentimenti. Ma questi ricordi non scavano nel subconscio, non accendono implicazioni psicanalitiche, sembra quasi che la Pittura basti a se stessa, che la stesura dell’opera compia un movimento circolare autoaffermandosi nella sua compiutezza assoluta. In realtà le citazioni sommesse che affiorano dalla materia, siano altalene o scale sospese nel nulla, non sono che il complemento terreno di una narrazione che significa altro, che si pone al di sopra del racconto stesso per portarci altrove, per condurci ad una lettura che prescinde dal descritto e significa nel suo complesso. Il racconto è quindi la Pittura stessa, la Tradizione pittorica tedesca, il compimento dell’opera in senso assoluto.
Questa interpretazione del lavoro di Christel Hermann non deve stupire. In realtà
molti artisti, provenienti da esperienze anche molto differenti da quella della Hermann, hanno affrontato il rapporto totalizzante con l’opera. Si potrebbero citare i casi del grande Yves Klein, di Hermann Nitsch, dell’americana Pat Steir, della natura travolgente e assolutizzante di Per Kirkeby. Esperienze distantissime solo in apparenza, ma riconducibili alla medesima sensibilità.
Seguendo questa precisa, difficile direzione, Christel Hermann sta portando la sua maturità artistica verso una importante identità espressiva.”
Sono innumerevoli i progetti in spazi pubblici importantissimi e in gallerie private di questa artista, mentre significativa è questa sua prima personale a Bologna
24
settembre 2005
Christel Hermann – Archetipica
Dal 24 settembre al 17 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
ANGELA MEMOLA GRAFIQUE ART GALLERY
Bologna, Via Ferrarese, 57, (Bologna)
Bologna, Via Ferrarese, 57, (Bologna)
Vernissage
24 Settembre 2005, ore 17,30
Autore