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Christian Boltanski
Una mostra dedicata alla dimensione temporale, al trascorrere del tempo e alla sua percezione.
Comunicato stampa
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Dopo i 7 artisti italiani alle prese con la trasformazione dei luoghi per il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano verrà il tempo di Christian Boltanski. L’artista francese (Parigi, 1944), oggi riconosciuto come uno dei più grandi artisti contemporanei, ritornerà in Italia con una mostra dedicata alla dimensione temporale, al trascorrere del tempo e alla sua percezione. L’evento in programma allo spazio espositivo milanese da fine marzo a fine giugno sarà curato da Jean-Hubert Martin.
Le opere che saranno presenti al PAC, tutte di precedente produzione (non mancherà però un lavoro site specific), sono state costruite per permettere al visitatore di entrare in contatto con la personale elaborazione estetica del concetto di tempo elaborata da Boltanski durante tutta la sua attività artistica: non sviluppo storico, ma fragile e instabile passaggio, fine inesorabile e scorrere decadente. Il linguaggio artistico di Boltanski è concettuale, come è concettuale l’arte funeraria di tutte le culture: un sistema di semplici segni e di suoni ripetitivi per dare forma all’inarrestabile flusso del tempo e quindi all’improrogabile appuntamento con la morte. Gli oggetti che Boltanski impiega nelle sue installazioni sono trattati come marionette, non sono usati per se stessi, per la loro forma o per ciò che rappresentano, ma piuttosto per la loro arcana capacità di evocare e richiamare alla mente avvenimenti passati, strappandoli così all’oblio, alla dimenticanza.
Opere che si focalizzano sull’ultimo grande dubbio dell’uomo, che sprofondano nella paura della fine, sempre minacciosa all’orizzonte. E’ la sensazione del passaggio, della precarietà effimera dell’ esistenza, è la domanda insoluta sul senso della nostra presenza.
Nella mostra milanese verranno quindi affrontati due principali temi fondamentali per tutto il genere umano:
-il trascorrere del tempo sarà percepibile con forza e crudezza in diversi modi, da un grande orologio dotato di una voce meccanica che ne segnalerà l’orario alle immagini fotografiche del volto di Boltanski nelle diverse tappe della sua vita, o ancora da un video che ci proporrà ad alta velocità consequenziale i fatti accaduti annualmente ogni 6 settembre, giorno di nascita dell’artista, con possibilità però di selezionarne uno da analizzare, da ricordare. I suoi lavori tendono essenzialmente ad evocare il passato, evidenziandone le tracce e l’azione sacralizzante;
-il tema della scomparsa, della morte verrà evocato non solo da fotografie, ma anche dall’inequivocabile e lapidaria parola “TOT” (“morto” in tedesco) scritta a parete con l’impiego di lampadine luminose.
Il tempo –che siano pochi giorni o una vita intera- avvalora l’intento di documentare la realtà quale essa sia, comune, quotidiana, ripetitiva, assumendo il sapore della Memoria.
Una mostra quindi di grande impatto, una sorta di memento mori dove la verità apparente delle cose fatta di istantaneità e transitorietà si ribalterà nel suo opposto complementare e immergerà i visitatori nell’implacabile fluire del tempo. Un trascorrere leggibile però solo attraverso la lente soggettiva del Ricordo.
In occasione della personale di Boltanski, la Sezione Didattica del PAC organizzerà, come di consueto, laboratori e attività per bambini e visite guidate per il pubblico. Tutte le iniziative saranno realizzate con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. Si terranno inoltre la rassegna PACinConcerto, con un programma di appuntamenti fra arte e musica contemporanea, e un ciclo di conferenze legate alle tematiche della mostra.
Le opere che saranno presenti al PAC, tutte di precedente produzione (non mancherà però un lavoro site specific), sono state costruite per permettere al visitatore di entrare in contatto con la personale elaborazione estetica del concetto di tempo elaborata da Boltanski durante tutta la sua attività artistica: non sviluppo storico, ma fragile e instabile passaggio, fine inesorabile e scorrere decadente. Il linguaggio artistico di Boltanski è concettuale, come è concettuale l’arte funeraria di tutte le culture: un sistema di semplici segni e di suoni ripetitivi per dare forma all’inarrestabile flusso del tempo e quindi all’improrogabile appuntamento con la morte. Gli oggetti che Boltanski impiega nelle sue installazioni sono trattati come marionette, non sono usati per se stessi, per la loro forma o per ciò che rappresentano, ma piuttosto per la loro arcana capacità di evocare e richiamare alla mente avvenimenti passati, strappandoli così all’oblio, alla dimenticanza.
Opere che si focalizzano sull’ultimo grande dubbio dell’uomo, che sprofondano nella paura della fine, sempre minacciosa all’orizzonte. E’ la sensazione del passaggio, della precarietà effimera dell’ esistenza, è la domanda insoluta sul senso della nostra presenza.
Nella mostra milanese verranno quindi affrontati due principali temi fondamentali per tutto il genere umano:
-il trascorrere del tempo sarà percepibile con forza e crudezza in diversi modi, da un grande orologio dotato di una voce meccanica che ne segnalerà l’orario alle immagini fotografiche del volto di Boltanski nelle diverse tappe della sua vita, o ancora da un video che ci proporrà ad alta velocità consequenziale i fatti accaduti annualmente ogni 6 settembre, giorno di nascita dell’artista, con possibilità però di selezionarne uno da analizzare, da ricordare. I suoi lavori tendono essenzialmente ad evocare il passato, evidenziandone le tracce e l’azione sacralizzante;
-il tema della scomparsa, della morte verrà evocato non solo da fotografie, ma anche dall’inequivocabile e lapidaria parola “TOT” (“morto” in tedesco) scritta a parete con l’impiego di lampadine luminose.
Il tempo –che siano pochi giorni o una vita intera- avvalora l’intento di documentare la realtà quale essa sia, comune, quotidiana, ripetitiva, assumendo il sapore della Memoria.
Una mostra quindi di grande impatto, una sorta di memento mori dove la verità apparente delle cose fatta di istantaneità e transitorietà si ribalterà nel suo opposto complementare e immergerà i visitatori nell’implacabile fluire del tempo. Un trascorrere leggibile però solo attraverso la lente soggettiva del Ricordo.
In occasione della personale di Boltanski, la Sezione Didattica del PAC organizzerà, come di consueto, laboratori e attività per bambini e visite guidate per il pubblico. Tutte le iniziative saranno realizzate con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. Si terranno inoltre la rassegna PACinConcerto, con un programma di appuntamenti fra arte e musica contemporanea, e un ciclo di conferenze legate alle tematiche della mostra.
17
marzo 2005
Christian Boltanski
Dal 17 marzo al 19 giugno 2005
arte moderna e contemporanea
Location
PAC – PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Palestro, 14, (Milano)
Milano, Via Palestro, 14, (Milano)
Biglietti
€ 5,20 intero
€ 2,60 ridotti
€ 1,80 scuole in gruppo
bambini fino 8 anni gratuito
da 8 a 14 ridotto
Orario di apertura
9.30–17.30 da martedì a sabato. Giovedì fino alle 21. Domenica fino alle 19.30. Chiuso il lunedì
Vernissage
17 Marzo 2005, ore 18,30
Editore
CHARTA
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore
Curatore