Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Christian Heilig / Esther Horn – Mean Shadow of a God
I due artisti sviluppano una ricerca indipendente, scultorea lui, pittorica lei. Trovano tuttavia nell’incontro la forme d’espressione più adatta a rappresentare quella tendenza di impianto concettuale che considera l’opera come un catalizzatore di relazioni, una situazione aperta che riceve il suo senso ultimo dalla partecipazione del pubblico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’11 dicembre 2009 inaugura alla galleria DAC la mostra Mean Shadow of a God, primo progetto espositivo in Italia di Christian Heilig (1971, Mannheim, D) ed Esther Horn (1965, Bensberg, D).
I due artisti sviluppano una ricerca indipendente, scultorea lui, pittorica lei. Trovano tuttavia nell’incontro la forme d’espressione più adatta a rappresentare quella tendenza di impianto concettuale che considera l’opera come un catalizzatore di relazioni, una situazione aperta che riceve il suo senso ultimo dalla partecipazione del pubblico. Gli artisti inventano e organizzano nuove realtà, spaziando da analisi precise a invenzioni surreali. Insieme, attraverso interventi installativi, danno vita a un metaspazio dove pittura e scultura si accostano. Lo spettatore ricompone l’immagine e il senso del tutto.
Con l’installazione che titola la mostra, gli artisti rielaborano la spazialità architettonica della galleria, un fondo di origini medioevali, giocando con il movimento del visitatore nello spazio e il relativo cambio di prospettiva. Colpiti dalle peculiarità delle sale espositive - muri in pietra, quasi totale assenza di aperture, soffitti bassi coperti da volte a botte - hanno ideato un progetto site specific che ruota attorno a concetti opposti: luce e ombra, pieno e vuoto, esterno e interno, bene e male.
Oltre all’installazione Mean Shadow of a God, in mostra saranno esposti alcuni lavori dei due artisti frutto delle singole posizioni indipendenti. Le tele di Esther Horn sono dipinti sprofondati nel paesaggio americano, spazi scenici resi con pochi dettagli e abitati da rari personaggi che si muovono sotto un cielo senza stelle. Fari di automobili e insegne al neon di stazioni di servizio rischiarano il buio di questi orizzonti perduti. Come film stills, rimandano a qualcosa che precede o che segue: la narrazione è dunque molto più ampia, tuttavia, si tratta di una vicenda incerta. La ricerca artistica di Horn si concentra sulla percezione e la rappresentazione dello spazio in cui si svolge la vita quotidiana dell’uomo in rapporto con la natura.
Christian Heilig utilizza i materiali più diversi per le sue installazioni scultoree, dal legno alla carta, dalla plastica comune ai rivestimenti sintetici usati nell’edilizia. La sua poetica è secca, estremamente sintetica. Le sue opere sono spesso spiazzanti; difficile capire se praticabili o meno. L’equilibrio sembra precario - anche le sculture di piccole dimensioni appaiono come sul punto di colassare da un momento all’altro. Si tratta di costruzioni che non abitano semplicemente lo spazio ma lo definiscono, lo delineano, lo modellano. Sono indagini ambientali concretizzate, bozzetti tridimensionali di un’accurata ricerca sull’identità e sulla struttura delle cose.
Gli artisti, che vivono e lavorano a Berlino, saranno presenti al vernissage.
I due artisti sviluppano una ricerca indipendente, scultorea lui, pittorica lei. Trovano tuttavia nell’incontro la forme d’espressione più adatta a rappresentare quella tendenza di impianto concettuale che considera l’opera come un catalizzatore di relazioni, una situazione aperta che riceve il suo senso ultimo dalla partecipazione del pubblico. Gli artisti inventano e organizzano nuove realtà, spaziando da analisi precise a invenzioni surreali. Insieme, attraverso interventi installativi, danno vita a un metaspazio dove pittura e scultura si accostano. Lo spettatore ricompone l’immagine e il senso del tutto.
Con l’installazione che titola la mostra, gli artisti rielaborano la spazialità architettonica della galleria, un fondo di origini medioevali, giocando con il movimento del visitatore nello spazio e il relativo cambio di prospettiva. Colpiti dalle peculiarità delle sale espositive - muri in pietra, quasi totale assenza di aperture, soffitti bassi coperti da volte a botte - hanno ideato un progetto site specific che ruota attorno a concetti opposti: luce e ombra, pieno e vuoto, esterno e interno, bene e male.
Oltre all’installazione Mean Shadow of a God, in mostra saranno esposti alcuni lavori dei due artisti frutto delle singole posizioni indipendenti. Le tele di Esther Horn sono dipinti sprofondati nel paesaggio americano, spazi scenici resi con pochi dettagli e abitati da rari personaggi che si muovono sotto un cielo senza stelle. Fari di automobili e insegne al neon di stazioni di servizio rischiarano il buio di questi orizzonti perduti. Come film stills, rimandano a qualcosa che precede o che segue: la narrazione è dunque molto più ampia, tuttavia, si tratta di una vicenda incerta. La ricerca artistica di Horn si concentra sulla percezione e la rappresentazione dello spazio in cui si svolge la vita quotidiana dell’uomo in rapporto con la natura.
Christian Heilig utilizza i materiali più diversi per le sue installazioni scultoree, dal legno alla carta, dalla plastica comune ai rivestimenti sintetici usati nell’edilizia. La sua poetica è secca, estremamente sintetica. Le sue opere sono spesso spiazzanti; difficile capire se praticabili o meno. L’equilibrio sembra precario - anche le sculture di piccole dimensioni appaiono come sul punto di colassare da un momento all’altro. Si tratta di costruzioni che non abitano semplicemente lo spazio ma lo definiscono, lo delineano, lo modellano. Sono indagini ambientali concretizzate, bozzetti tridimensionali di un’accurata ricerca sull’identità e sulla struttura delle cose.
Gli artisti, che vivono e lavorano a Berlino, saranno presenti al vernissage.
11
dicembre 2009
Christian Heilig / Esther Horn – Mean Shadow of a God
Dall'undici dicembre 2009 al 30 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
DAC – DE SIMONI ARTE CONTEMPORANEA
Genova, Piazzetta Barisone, 2r , (Genova)
Genova, Piazzetta Barisone, 2r , (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15.30-19.30 e su appuntamento
Vernissage
11 Dicembre 2009, ore 18-21
Autore
Curatore