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Christian Leperino – Landschaft
Primo evento culturale nell’ambito del progetto di riqualificazione del site specific “Pedamentina San Martino”, a cura di Federica Coscino, Maria Savarese, Steffen Wagner, ovvero esposizioni di opere d’arte contemporanea pensate e realizzate in funzione di questo splendido contesto paesaggistico e naturale
Comunicato stampa
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L’associazione culturale La Luna nel Bicchiere è lieta di presentare Landschaft, prima scultura di grandi dimensioni di Christian Leperino, a cura di Federica Coscino e Maria Savarese. Primo evento culturale nell’ambito del progetto di riqualificazione del site specific “Pedamentina San Martino”, a cura di Federica Coscino, Maria Savarese, Steffen Wagner, ovvero esposizioni di opere d’arte contemporanea pensate e realizzate in funzione di questo splendido contesto paesaggistico e naturale.
L'interesse per il paesaggio di Christian Leperino è nato da un processo inverso rispetto a quello compiuto dai pittori napoletani dell'ottocento: la sua ricerca ha preso avvio dall'osservazione e dall'analisi delle persone, per poi allargarsi allo sfondo, ai contesti all'interno dei quali i soggetti dei suoi lavori si sono formati (e all'interno dei quali possono avere senso). E' dunque arrivato a quel paesaggio che i pittori napoletani avevano imparato a scoprire grazie agli "occhi non assuefatti" di quei visitatori che giungevano per la prima volta nella capitale partenopea. Leperino ha riscoperto i luoghi della città dopo essersene allontanato: dopo aver vissuto e studiato in Germania. Nel suo "ritorno al paesaggio" consueto Leperino lo ha, per così dire, riscoperto, ben cosciente, però, del fatto che il paesaggio della contemporaneità, in modo particolare quello delle grandi metropoli, delle periferie, è qualcosa di molto simile in tutto il mondo.
Vi sono, infatti, negli individui che vivono oggi nelle diverse città del mondo elementi comuni a tutti, ma vi sono anche profonde differenze, caratteristiche uniche e possibili solo in chi vive in determinati luoghi. Tanto gli elementi comuni che le differenze si riflettono nel, ed in fondo dipendono dal, paesaggio vissuto da ciascuno. Gli elementi comuni provengono dal vivere quotidiano all'interno delle periferie urbane, tutte simili nelle grandi città del mondo, tutte bene o male soggette agli stessi problemi. Le differenze, invece, dipendono ancora oggi dalle caratteristiche uniche dei luoghi, caratteristiche topografiche, naturali, visive, ecc., che da sempre hanno spinto gli abitanti a costruire la propria cultura in relazione ad esse.
Leperino è tornato al vero paesaggio di Napoli, quello mai cambiato, la rappresentazione della sua topografia, dei suoi elementi unici e caratteristici, e vi è tornato subito dopo il suo ciclo di lavori sulla periferia industriale partenopea che - in fondo - può essere il ritratto di qualsiasi periferia di grande città del mondo.
“Sono nato a Napoli, in una periferia piuttosto degradata, nella zona orientale, a Ponticelli. Il palazzo dove sono nato si trovava proprio nella zona industriale, a ridosso di un enorme cantiere, una grande fabbrica di legnami dismessa. (…)
Inizialmente io non avevo idea di che cosa fosse l’arte, si potrebbe dire che in un primo tempo ho vissuto in luoghi nei quali assorbivo degli stimoli, nel senso che vedevo un graffito sulla parete e non pensavo se fosse o meno arte, per me quello era la traccia di un’espressione, di una necessità di raccontare o di lasciare un segno in un territorio, e nient’altro. (…)
Io assorbivo tutto molto ingenuamente, spontaneamente, ma con molta intensità: assorbivo gli spazi, assorbivo l’immagine di quei copertoni, di quelle luci, di quei corpi che si muovevano nello spazio e solo dopo, studiando la storia delle avanguardie, con i primi happeninig, le performance, ricollegavo le cose e allora prendevo consapevolezza di quello che inizialmente già mi aveva tanto affascinato d’impatto, a pelle. Insomma ho avuto un approccio all’arte per via diretta, per esperienza, nel senso che, prima di sapere che delle cose potevano essere definite artistiche, io le ho vissute come persona, come individuo. All’epoca avevo soprattutto uno sguardo sensoriale: le cose che vedevo, le sensazioni che provavo mi toccavano in maniera così profonda che pian piano ho iniziato a fare anche delle valutazioni estetiche di quei territori, di quei luoghi, di quei volti trasfigurati, di quei corpi che deliravano. Solo in seguito è emersa la necessità di trasformare in segno e in racconto quelle emozioni visive” (Dall'intervista all'artista di Alessandro Riva, in "Dust", Paparo Edizioni, Napoli 2007). Da Rawe Off alle mostre successive – Polvere e Nirvana e Surfaces, del 2004 -, Leperino procede con coerenza sulla strada già tracciata, con il medesimo mix di linguaggi differenti che l’hanno visto esordire, ma sempre con un’attenzione fortissima per una pittura forte, gestuale, fatta di segni decisi, di graffi, di scarnificazioni della tela.
L’evento seguirà la presentazione del volume dal titolo: Dust, il primo libro monografico sul percorso artistico di Christian Leperino, edito da Paparo Edizioni - Collana Magma. Interverranno: Antonio Bassolino, Vitaliano Corbi, Julia Draganovic, Christian Leperino, Nicola Oddati, Alessandro Riva. Presso la sala Pan, Pan Palazzo delle Arti Napoli Via dei Mille, 60. Ore 18,30
L'interesse per il paesaggio di Christian Leperino è nato da un processo inverso rispetto a quello compiuto dai pittori napoletani dell'ottocento: la sua ricerca ha preso avvio dall'osservazione e dall'analisi delle persone, per poi allargarsi allo sfondo, ai contesti all'interno dei quali i soggetti dei suoi lavori si sono formati (e all'interno dei quali possono avere senso). E' dunque arrivato a quel paesaggio che i pittori napoletani avevano imparato a scoprire grazie agli "occhi non assuefatti" di quei visitatori che giungevano per la prima volta nella capitale partenopea. Leperino ha riscoperto i luoghi della città dopo essersene allontanato: dopo aver vissuto e studiato in Germania. Nel suo "ritorno al paesaggio" consueto Leperino lo ha, per così dire, riscoperto, ben cosciente, però, del fatto che il paesaggio della contemporaneità, in modo particolare quello delle grandi metropoli, delle periferie, è qualcosa di molto simile in tutto il mondo.
Vi sono, infatti, negli individui che vivono oggi nelle diverse città del mondo elementi comuni a tutti, ma vi sono anche profonde differenze, caratteristiche uniche e possibili solo in chi vive in determinati luoghi. Tanto gli elementi comuni che le differenze si riflettono nel, ed in fondo dipendono dal, paesaggio vissuto da ciascuno. Gli elementi comuni provengono dal vivere quotidiano all'interno delle periferie urbane, tutte simili nelle grandi città del mondo, tutte bene o male soggette agli stessi problemi. Le differenze, invece, dipendono ancora oggi dalle caratteristiche uniche dei luoghi, caratteristiche topografiche, naturali, visive, ecc., che da sempre hanno spinto gli abitanti a costruire la propria cultura in relazione ad esse.
Leperino è tornato al vero paesaggio di Napoli, quello mai cambiato, la rappresentazione della sua topografia, dei suoi elementi unici e caratteristici, e vi è tornato subito dopo il suo ciclo di lavori sulla periferia industriale partenopea che - in fondo - può essere il ritratto di qualsiasi periferia di grande città del mondo.
“Sono nato a Napoli, in una periferia piuttosto degradata, nella zona orientale, a Ponticelli. Il palazzo dove sono nato si trovava proprio nella zona industriale, a ridosso di un enorme cantiere, una grande fabbrica di legnami dismessa. (…)
Inizialmente io non avevo idea di che cosa fosse l’arte, si potrebbe dire che in un primo tempo ho vissuto in luoghi nei quali assorbivo degli stimoli, nel senso che vedevo un graffito sulla parete e non pensavo se fosse o meno arte, per me quello era la traccia di un’espressione, di una necessità di raccontare o di lasciare un segno in un territorio, e nient’altro. (…)
Io assorbivo tutto molto ingenuamente, spontaneamente, ma con molta intensità: assorbivo gli spazi, assorbivo l’immagine di quei copertoni, di quelle luci, di quei corpi che si muovevano nello spazio e solo dopo, studiando la storia delle avanguardie, con i primi happeninig, le performance, ricollegavo le cose e allora prendevo consapevolezza di quello che inizialmente già mi aveva tanto affascinato d’impatto, a pelle. Insomma ho avuto un approccio all’arte per via diretta, per esperienza, nel senso che, prima di sapere che delle cose potevano essere definite artistiche, io le ho vissute come persona, come individuo. All’epoca avevo soprattutto uno sguardo sensoriale: le cose che vedevo, le sensazioni che provavo mi toccavano in maniera così profonda che pian piano ho iniziato a fare anche delle valutazioni estetiche di quei territori, di quei luoghi, di quei volti trasfigurati, di quei corpi che deliravano. Solo in seguito è emersa la necessità di trasformare in segno e in racconto quelle emozioni visive” (Dall'intervista all'artista di Alessandro Riva, in "Dust", Paparo Edizioni, Napoli 2007). Da Rawe Off alle mostre successive – Polvere e Nirvana e Surfaces, del 2004 -, Leperino procede con coerenza sulla strada già tracciata, con il medesimo mix di linguaggi differenti che l’hanno visto esordire, ma sempre con un’attenzione fortissima per una pittura forte, gestuale, fatta di segni decisi, di graffi, di scarnificazioni della tela.
L’evento seguirà la presentazione del volume dal titolo: Dust, il primo libro monografico sul percorso artistico di Christian Leperino, edito da Paparo Edizioni - Collana Magma. Interverranno: Antonio Bassolino, Vitaliano Corbi, Julia Draganovic, Christian Leperino, Nicola Oddati, Alessandro Riva. Presso la sala Pan, Pan Palazzo delle Arti Napoli Via dei Mille, 60. Ore 18,30
31
maggio 2007
Christian Leperino – Landschaft
31 maggio 2007
arte contemporanea
Location
LALUNANELBICCHIERE
Napoli, Via Pedamentina San Martino, 29a, (Napoli)
Napoli, Via Pedamentina San Martino, 29a, (Napoli)
Vernissage
31 Maggio 2007, ore 20
Autore
Curatore