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Christian Megert – Sul quadrato
A distanza di quasi cinquant’anni dalla sua ultima personale italiana (era il 1967, alla Galleria Vismara di Milano) MAAB Gallery presenta una scelta mostra di Christian Megert (Berna, 1936, trasferitosi dal 1973 a Düsseldorf), realizzata in collaborazione con l’artista.
Comunicato stampa
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A distanza di quasi cinquant’anni dalla sua ultima personale italiana (era il 1967, alla Galleria Vismara di Milano) MAAB Gallery presenta una scelta mostra di Christian Megert (Berna, 1936, trasferitosi dal 1973 a Düsseldorf ), realizzata in collaborazione con l’artista.
La mostra, sviluppata nelle due sedi milanesi di MAAB Gallery, costituisce un’ occasione per presentare, attraverso una accurata selezione di venti opere storiche e recenti, l'evoluzione del linguaggio artistico di Megert, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
La sua figura e la sua attività sono legate alla partecipazione attiva al Gruppo Zero, con cui viene in contatto già nel 1960, e con cui esporrà in importanti manifestazioni (sarà presente anche nella grande mostra itinerante del Guggenheim di N.Y. prevista a partire da ottobre 2014), ma la sua ricerca si sviluppa anche accanto e oltre Zero, che si scioglierà ufficialmente nel 1966. Ad esempio, il contributo di Megert a quella”galassia” delle neovanguardie anni Sessanta si concretizza anche in un’importante manifesto pubblicato nel 1961, in occasione della mostra allestita presso la galleria Köpcke di Copenhagen: in Ein neuer Raum (Un nuovo spazio, questo il titolo) Megert afferma di voler creare uno spazio senza limiti, immobile e, allo stesso tempo, in movimento. Così, la ricerca di nuovi spazi si concretizza con il ricorso allo specchio, che diviene elemento caratteristico delle opere e delle installazioni di Megert. Lo specchio viene messo in scena attraverso varie tecniche e modi formali – fino alla metà degli anni Sessanta si accompagna a luci e motori – mentre nei periodi successivi la “riflessione” (nei due significati etimologici di immagine riflessa dallo specchio e di pensiero creato da uno stimolo) è affidata più alla capacità concettuale dello spettatore, che alla sua sollecitazione attraverso cinetismi veri e propri.
Le venti opere esposte, scelte personalmente dall’artista per questa mostra italiana, restituiscono allo sguardo contemporaneo e alle nuove generazioni la raffinata estetica di Megert che, partendo da un’intuizione iniziale, si è coerentemente sviluppata lungo una linea di pensiero e di azione durata ben oltre cinque decenni: elementi minimi e minimali – tutte le opere in mostra hanno a che fare col quadrato, mentre un’altra linea si sviluppa sul cerchio -, apparentemente legati alla concretizzazione di forme astratte, interagiscono con la realtà del pubblico, dello sguardo, dell’ambiente, attraendone al proprio interno uno scorcio (spesso grazie alla presenza di elementi specchianti), stabilendo così quel legame necessario tra un ideale mondo platonico delle forme e la contingenza immediata della realtà quotidiana.
La mostra, sviluppata nelle due sedi milanesi di MAAB Gallery, costituisce un’ occasione per presentare, attraverso una accurata selezione di venti opere storiche e recenti, l'evoluzione del linguaggio artistico di Megert, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
La sua figura e la sua attività sono legate alla partecipazione attiva al Gruppo Zero, con cui viene in contatto già nel 1960, e con cui esporrà in importanti manifestazioni (sarà presente anche nella grande mostra itinerante del Guggenheim di N.Y. prevista a partire da ottobre 2014), ma la sua ricerca si sviluppa anche accanto e oltre Zero, che si scioglierà ufficialmente nel 1966. Ad esempio, il contributo di Megert a quella”galassia” delle neovanguardie anni Sessanta si concretizza anche in un’importante manifesto pubblicato nel 1961, in occasione della mostra allestita presso la galleria Köpcke di Copenhagen: in Ein neuer Raum (Un nuovo spazio, questo il titolo) Megert afferma di voler creare uno spazio senza limiti, immobile e, allo stesso tempo, in movimento. Così, la ricerca di nuovi spazi si concretizza con il ricorso allo specchio, che diviene elemento caratteristico delle opere e delle installazioni di Megert. Lo specchio viene messo in scena attraverso varie tecniche e modi formali – fino alla metà degli anni Sessanta si accompagna a luci e motori – mentre nei periodi successivi la “riflessione” (nei due significati etimologici di immagine riflessa dallo specchio e di pensiero creato da uno stimolo) è affidata più alla capacità concettuale dello spettatore, che alla sua sollecitazione attraverso cinetismi veri e propri.
Le venti opere esposte, scelte personalmente dall’artista per questa mostra italiana, restituiscono allo sguardo contemporaneo e alle nuove generazioni la raffinata estetica di Megert che, partendo da un’intuizione iniziale, si è coerentemente sviluppata lungo una linea di pensiero e di azione durata ben oltre cinque decenni: elementi minimi e minimali – tutte le opere in mostra hanno a che fare col quadrato, mentre un’altra linea si sviluppa sul cerchio -, apparentemente legati alla concretizzazione di forme astratte, interagiscono con la realtà del pubblico, dello sguardo, dell’ambiente, attraendone al proprio interno uno scorcio (spesso grazie alla presenza di elementi specchianti), stabilendo così quel legame necessario tra un ideale mondo platonico delle forme e la contingenza immediata della realtà quotidiana.
12
dicembre 2013
Christian Megert – Sul quadrato
Dal 12 dicembre 2013 al 14 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
MAAB GALLERY
Milano, Via Gorani, 8, (Milano)
Milano, Via Gorani, 8, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10.30-18
Sabato su appuntamento
Vernissage
12 Dicembre 2013, ore 18
Autore
Curatore