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Christian Schiefer – La frontiera della speranza 1939-1945. La guerra vista dal Ticino
Christian Schiefer (1896-1998), fotografo d’origine grigionese stabilitosi a Lugano nel 1920, ha sempre saputo unire, durante la sua ultracentenaria esistenza, la dimensione documentaristica del proprio lavoro ad un approccio personale caratterizzato da un’imperturbabile signorilità e da un amore profondo per la natura, il paesaggio e la vita quotidiana delle persone.
Comunicato stampa
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Christian Schiefer (1896-1998), fotografo d’origine grigionese stabilitosi a Lugano nel 1920, ha sempre saputo unire, durante la sua ultracentenaria esistenza, la dimensione documentaristica del proprio lavoro ad un approccio personale caratterizzato da un’imperturbabile signorilità e da un amore profondo per la natura, il paesaggio e la vita quotidiana delle persone. La sua indole gli permetteva di sentirsi a suo agio tra i pescatori del Lago di Lugano così come nei saloni dei grandi alberghi di Campione d’Italia o in quelli di Villa Favorita a Castagnola, la proprietà dei baroni von Thyssen per i quali curò le riproduzioni delle opere pubblicate nel primo catalogo della loro prestigiosa collezione d’arte.
A partire dagli anni Trenta, Schiefer inizia a collaborare regolarmente con giornali e riviste illustrate di tutta la Svizzera, fornendo per lo più immagini di avvenimenti sportivi, politici e turistici o ritratti di personalità famose di passaggio in Ticino. Alla fine d’aprile del 1945, in veste di inviato della «Schweizer Illustrierte» di Zurigo, assiste alle trattative di resa della Wehrmacht con Alleati e partigiani alla frontiera di Chiasso, prosegue per Como e realizza poi alcuni degli scatti più celebri della Liberazione di Milano e dell’esposizione a Piazzale Loreto dei cadaveri di Mussolini e di Claretta Petacci che saranno pubblicati dai giornali di tutto il mondo, molto spesso senza che il suo nome venga menzionato.
Le immagini più significative di questa pericolosa «missione» che segnò profondamente Schiefer sono presenti nell’ambito della mostra che presenta 102 fotografie (cifra simbolica, che fa riferimento alla veneranda età raggiunta dal fotografo) scattate dal fotoreporter svizzero durante la Seconda guerra mondiale, un periodo in cui i drammi e le privazioni non risparmiarono, seppur di riflesso e in misura molto minore rispetto agli stati belligeranti, neppure la neutrale Confederazione. Schiefer continua il suo lavoro abituale immortalando i fatti di ogni giorno e la gente comune, ma scatta anche molte fotografie quale reporter del Servizio Stampa e Radio dell’esercito. Documenta così, ad esempio, in maniera esaustiva l’arrivo delle migliaia di profughi provenienti dall’Italia che attraversarono la frontiera nell’autunno del 1943, subito dopo la caduta del fascismo, e le loro prime giornate sul suolo elvetico.
In questo periodo, Schiefer viene inoltre incaricato di scattare centinaia di ritratti a richiedenti l’asilo, molti dei quali di religione ebraica, che soggiornavano in alcuni alberghi e campi d’internamento di Lugano in attesa di conoscere il loro destino. Fototessere che dovevano servire per l’identificazione dei rifugiati attraverso l’apposito libretto rilasciato dalle autorità federali.
Nel 2003, il cineasta Villi Hermann ha realizzato un film intitolato Mussolini, Churchill e cartoline sulla vita del fotografo Christian Schiefer, che presenta vari momenti storici e le testimonianze di Enrica Collotti Pischel, Gaetano Afeltra, Ares Pedroli e Paolo Ravenna. Il commento dello scrittore Alberto Nessi è letto da Giuseppe Cederna.
Il film è stato presentato ai Festival di Locarno, Freistadt, Soletta, Salento e Trieste.
Durata del film (disponibile anche in videocassetta): 66 minuti (commento in italiano, stereo).
Produzione Imagofilm Lugano, coproduttore Televisione svizzera TSI
Per informazioni: e-mail: info@imagofilm.ch - sito web: www.imagofilm.ch
A partire dagli anni Trenta, Schiefer inizia a collaborare regolarmente con giornali e riviste illustrate di tutta la Svizzera, fornendo per lo più immagini di avvenimenti sportivi, politici e turistici o ritratti di personalità famose di passaggio in Ticino. Alla fine d’aprile del 1945, in veste di inviato della «Schweizer Illustrierte» di Zurigo, assiste alle trattative di resa della Wehrmacht con Alleati e partigiani alla frontiera di Chiasso, prosegue per Como e realizza poi alcuni degli scatti più celebri della Liberazione di Milano e dell’esposizione a Piazzale Loreto dei cadaveri di Mussolini e di Claretta Petacci che saranno pubblicati dai giornali di tutto il mondo, molto spesso senza che il suo nome venga menzionato.
Le immagini più significative di questa pericolosa «missione» che segnò profondamente Schiefer sono presenti nell’ambito della mostra che presenta 102 fotografie (cifra simbolica, che fa riferimento alla veneranda età raggiunta dal fotografo) scattate dal fotoreporter svizzero durante la Seconda guerra mondiale, un periodo in cui i drammi e le privazioni non risparmiarono, seppur di riflesso e in misura molto minore rispetto agli stati belligeranti, neppure la neutrale Confederazione. Schiefer continua il suo lavoro abituale immortalando i fatti di ogni giorno e la gente comune, ma scatta anche molte fotografie quale reporter del Servizio Stampa e Radio dell’esercito. Documenta così, ad esempio, in maniera esaustiva l’arrivo delle migliaia di profughi provenienti dall’Italia che attraversarono la frontiera nell’autunno del 1943, subito dopo la caduta del fascismo, e le loro prime giornate sul suolo elvetico.
In questo periodo, Schiefer viene inoltre incaricato di scattare centinaia di ritratti a richiedenti l’asilo, molti dei quali di religione ebraica, che soggiornavano in alcuni alberghi e campi d’internamento di Lugano in attesa di conoscere il loro destino. Fototessere che dovevano servire per l’identificazione dei rifugiati attraverso l’apposito libretto rilasciato dalle autorità federali.
Nel 2003, il cineasta Villi Hermann ha realizzato un film intitolato Mussolini, Churchill e cartoline sulla vita del fotografo Christian Schiefer, che presenta vari momenti storici e le testimonianze di Enrica Collotti Pischel, Gaetano Afeltra, Ares Pedroli e Paolo Ravenna. Il commento dello scrittore Alberto Nessi è letto da Giuseppe Cederna.
Il film è stato presentato ai Festival di Locarno, Freistadt, Soletta, Salento e Trieste.
Durata del film (disponibile anche in videocassetta): 66 minuti (commento in italiano, stereo).
Produzione Imagofilm Lugano, coproduttore Televisione svizzera TSI
Per informazioni: e-mail: info@imagofilm.ch - sito web: www.imagofilm.ch
29
gennaio 2005
Christian Schiefer – La frontiera della speranza 1939-1945. La guerra vista dal Ticino
Dal 29 gennaio al 28 febbraio 2005
fotografia
Location
ARCHIVIO DI STATO
Ferrara, Corso Della Giovecca, 146, (Ferrara)
Ferrara, Corso Della Giovecca, 146, (Ferrara)
Autore
Curatore