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Christopher Woodcock
Le fotografie di Christopher Woodcock sembrano grandi quadri, paesaggi moderni e classici allo stesso tempo rappresentano paesaggi urbani e naturali. Nella mostra saranno esposti dodici lavori di grande formato a colori
Comunicato stampa
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Immagini di città, come viste da fuori, palazzi, grattacieli, che si stagliano in una successione di quinte teatrali, edifici in costruzione che lasciano intravedere la struttura d'acciaio, lo scheletro, finestre a centinaia, illuminate, scrutate da uno sguardo straniero come di chi ama passeggiare, solitario e romantico, e guardare da fuori dentro le case, negli uffici. Quello che colpisce in queste opere emozionanti per atmosfera, sensibilità, racconto, è la gamma dei colori, pittorica, dei contrasti di luce e ombra, i salti dal giorno alla notte, dalla chiarezze dei cieli, a barlume di luci artificiali.
Ma sopratutto è il taglio, l'orizzonte, il punto di vista, strategicamente inconsueto: né dal basso, né dall'alto, è uno sguardo sospeso, che fa sparire ma non del tutto il corpo, a vantaggio dell'occhio e della sensibilità che coglie tutto, i minimi dettagli come per la prima o l'ultima volta. Sono allora souvenir, oltre che belvederi, ricordi o città ammirate al momento dello sbarco, delle fondamenta.
Il lavoro di Christopher Woodcock si colloca nella tradizione moderna del paesaggismo e della fotografia di paesaggio che sceglie come soggetto la città. Città degli uomini, verticale, città della vita, racchiusa negli edifici, guardati come scrigni, città in costruzione, quindi città del lavoro. L'ambiente urbano viene dall'artista confrontato alle grandi distese del paesaggio americano, alle foreste primordiali, fitte di alberi, che s'innalzano. Quello che colpisce nel suo lavoro è la capacità di aprire l'occhio sulla vastità, quella per intendersi cantata da Withman, sulla magnificenza stupefacente della natura, cieli, nubi, luci, colori, forme, e sulla grandezza della città, sull'orizzonte urbano, che ha una sua bellezza sublime. A questa capacità, che è poi un sentimento, un modo di guardare ancora fuori di sé, e perdersi, corrisponde un occhio fisso, paziente, che ammira cogliendo con precisione e nitidezza ogni particolare, ogni sfumatura, la diversa gamma dei colori, la pelle delle cose, i contrasti, i vuoti e i pieni, le forme vicine e quelle lontane: in una parola la vita, che brulica, nascosta e silente della città costruita e della natura creata.
Christopher Woodcock è nato a San Francisco nel 1975 dove vive e lavora. Ha studiato arte e fotografia al San Francisco Art Institute.
Ma sopratutto è il taglio, l'orizzonte, il punto di vista, strategicamente inconsueto: né dal basso, né dall'alto, è uno sguardo sospeso, che fa sparire ma non del tutto il corpo, a vantaggio dell'occhio e della sensibilità che coglie tutto, i minimi dettagli come per la prima o l'ultima volta. Sono allora souvenir, oltre che belvederi, ricordi o città ammirate al momento dello sbarco, delle fondamenta.
Il lavoro di Christopher Woodcock si colloca nella tradizione moderna del paesaggismo e della fotografia di paesaggio che sceglie come soggetto la città. Città degli uomini, verticale, città della vita, racchiusa negli edifici, guardati come scrigni, città in costruzione, quindi città del lavoro. L'ambiente urbano viene dall'artista confrontato alle grandi distese del paesaggio americano, alle foreste primordiali, fitte di alberi, che s'innalzano. Quello che colpisce nel suo lavoro è la capacità di aprire l'occhio sulla vastità, quella per intendersi cantata da Withman, sulla magnificenza stupefacente della natura, cieli, nubi, luci, colori, forme, e sulla grandezza della città, sull'orizzonte urbano, che ha una sua bellezza sublime. A questa capacità, che è poi un sentimento, un modo di guardare ancora fuori di sé, e perdersi, corrisponde un occhio fisso, paziente, che ammira cogliendo con precisione e nitidezza ogni particolare, ogni sfumatura, la diversa gamma dei colori, la pelle delle cose, i contrasti, i vuoti e i pieni, le forme vicine e quelle lontane: in una parola la vita, che brulica, nascosta e silente della città costruita e della natura creata.
Christopher Woodcock è nato a San Francisco nel 1975 dove vive e lavora. Ha studiato arte e fotografia al San Francisco Art Institute.
12
maggio 2004
Christopher Woodcock
Dal 12 al 26 maggio 2004
fotografia
giovane arte
giovane arte
Location
CATERINA PAZZI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Roma, Lungotevere Dei Mellini, 7, (Roma)
Roma, Lungotevere Dei Mellini, 7, (Roma)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato 13,00 – 19,30
Vernissage
12 Maggio 2004, ore 18