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Chronos. Il tempo nell’arte dall’epoca barocca all’età contemporanea
La mostra è suddivisa in sette sezioni (diciannove stanze) che intendono indagare come gli artisti, dal passato a oggi, abbiano interpretato la nozione di tempo
Comunicato stampa
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La mostra è suddivisa in sette sezioni (diciannove stanze) che intendono indagare come gli artisti, dal passato a oggi, abbiano interpretato la nozione di tempo. La sensazione che percepirà lo spettatore avanzando di sala in sala sarà quella di trovarsi di fronte a nuclei tematici specifici che, come in una spirale, lo faranno viaggiare all’interno di una macchina spazio/temporale. Le differenti sale funzioneranno esattamente come clessidre il cui contenuto, grano dopo grano, scandirà visioni e simbologie legate ai differenti soggetti trattati.
Le opere non saranno installate in senso cronologico, ma tematico, divise in sezioni in cui i riferimenti e le assonanze dei vari soggetti funzioneranno come specchi in cui il passato viene reinterpretato dagli autori moderni e il contemporaneo si riflette e affonda le proprie radici referenziali nelle tele di autori classici.
1 Chronos
2 Vanitas
3 Strumenti
4 Narrazione
a I frammenti del passato
b Vita privata
c La memoria della storia
d Come in un sogno (sala video)
5 Le quattro stagioni
6 Le età
a Giovinezza e vecchiaia
b La pelle
c Autoritratti
7 Il tempo sospeso
Chronos
La prima sezione della mostra intende esemplificare attraverso quattro opere (una scultura, una miniatura e due dipinti) le peculiarità iconografiche della rappresentazione del dio Chronos, un uomo vecchio e alato che brandisce una falce e impugna una clessidra: la falce smembra e divide le ore del giorno, la clessidra simboleggia l'inesorabilità dello scorrere del tempo.
Frutto della fusione durante il medioevo di Cronos (padre di Zeus) e Chronos (il Tempo) egli simboleggia anche lo spirito saturnino degli artisti e degli alchimisti, come principio distruttore è simbolo della caducità delle cose e come divinità benefica è simbolo del trionfo della verità sulla calunnia e sulla menzogna.
Vanitas
“Vanitas” affianca opere legate al tema della fine della vita, una sorta di monito alla caducità delle cose e al fatto che tutto passa e muore, è questo un tema biblico tratto dal libro dell’Ecclesiaste sulla vanità e sulla transitorietà delle cose terrene. Tipici simboli della Vanitas sono il teschio, come memento mori, la clessidra e la candela che si consuma a indicare il passare del tempo; nella composizione possono inoltre comparire i simboli del potere (tiara e corona), del sapere (libri, strumenti scientifici), dei piaceri effimeri (fiori appassiti, frutti maturi), della leggerezza umana (bolle di sapone, farfalle).
Strumenti
“Strumenti” è una sorta di collezione di oggetti che sono serviti a calcolare in modo matematico il tempo, altri però scandiscono ore in modo arbitrario come a ricordarci che anche questa è soltanto un’invenzione dell’uomo. Alighiero Boetti scompone i numeri di un calendario per ricomporli nell’anno si appartenenza; Leo Zogmayer disegna un orologio la cui marca è la parola ”jetzt” (adesso); Gonzales-Torres avvicina due orologi perfettamente identici e li intitola in modo assolutamente romantico e omologo “Perfect Lovers”; Erwin Wurm compone un diario settimanale per poter ingrassare e passare dalla taglia 50 alla 54; Giulio Paolini ci fa fare uno scatto nel passato identificando lo spettatore in Lorenzo Lotto così come la Sibilla Cumana ci predice un futuro ancora da venire.
Narrazione
“Narrazione” è il tempo letterario, a cominciare dalla Bibbia, che ha sviluppato nelle chiese attraverso i grandi cicli di affreschi, il proprio racconto mistico, fino a Marcel Proust che invece ha fatto della propria vita personale il grande affresco di un’epoca. Gli artisti e le loro opere ci narrano lo scorrere del tempo, della vita, che sia quella di Cristo, o di personaggi anonimi di un film. O ancora l’esperienza personale di un artista tedesco, Joseph Beuys, che si fece rinchiudere per quaranta giorni in uno spazio chiuso in una galleria di Soho con l’unico essere vivente con cui riteneva di poter dialogare in America: il coyote. O Yumi Karasumaru che ci racconta del Giappone mitico o dilaniato dalla bomba nucleare in performance dal rituale codificato delle geishe nei secoli passati.
Le quattro stagioni
“Le quattro stagioni” presenta opere sul tema ciclico dei cambiamenti atmosferici e della natura. Di per sé opere ad alto contenuto fisico e naturale trasmettono un senso di quiete e gioia nello spettatore. Un tema che ha affascinato innumerevoli artisti dall’età classica romana ai contemporanei.
Le età
La sezione dedicata alle età, riassunte nell'enigma che la Sfinge presenta a Edipo, è la domanda con cui gli uomini si confrontano da sempre. Il contrasto impietoso tra il florido vigore fisico della giovinezza e la decadenza della vecchiaia, solo in parte bilanciato dalla più profonda saggezza e dall'esperienza, ha invitato alla riflessione sulla condizione umana gli artisti di ogni tempo.
“Autoritratti” è la nevrosi e la fissazione maniacale dell’uomo sulla propria immagine. Dürer cominciò ad autoritrarsi all’età di tredici anni e non smise per tutta la vita in almeno una dozzina fra disegni e tele. Così anche Rembrandt tra oli e incisioni ripropose la propria immagine oltre sessanta volte. Per non contare gli autoritratti di de Chirico o Roman Opalka che si fotografa ormai da oltre trent’anni sempre nella stessa posizione frontale e sul cui volto si legge, attraverso le rughe e le macchie della pelle, l’impietoso trascorrere del tempo.
Il tempo sospeso
Il tempo sospeso è il momento fissato sulla tela o dall’obiettivo che immortala per sempre il gesto saliente di un’impresa. Il taglio sulla tela di Lucio Fontana, l’estasi mistica di una santa, il miliziano spagnolo che, colpito a morte, abbandona il fucile nel suo ultimo gesto disperato nella fotografia di Robert Capa, le sculture in gesso di calchi di persone di George Segal, il salto della pozzanghera di Lartigue. Condensare e rappresentare il tempo in un secondo infinito in cui, come raggrumato, tutto viene contratto e liofilizzato, una sorta di Big Bang primordiale ove la nozione di tempo ritorna relativa e assoluta.
Le opere non saranno installate in senso cronologico, ma tematico, divise in sezioni in cui i riferimenti e le assonanze dei vari soggetti funzioneranno come specchi in cui il passato viene reinterpretato dagli autori moderni e il contemporaneo si riflette e affonda le proprie radici referenziali nelle tele di autori classici.
1 Chronos
2 Vanitas
3 Strumenti
4 Narrazione
a I frammenti del passato
b Vita privata
c La memoria della storia
d Come in un sogno (sala video)
5 Le quattro stagioni
6 Le età
a Giovinezza e vecchiaia
b La pelle
c Autoritratti
7 Il tempo sospeso
Chronos
La prima sezione della mostra intende esemplificare attraverso quattro opere (una scultura, una miniatura e due dipinti) le peculiarità iconografiche della rappresentazione del dio Chronos, un uomo vecchio e alato che brandisce una falce e impugna una clessidra: la falce smembra e divide le ore del giorno, la clessidra simboleggia l'inesorabilità dello scorrere del tempo.
Frutto della fusione durante il medioevo di Cronos (padre di Zeus) e Chronos (il Tempo) egli simboleggia anche lo spirito saturnino degli artisti e degli alchimisti, come principio distruttore è simbolo della caducità delle cose e come divinità benefica è simbolo del trionfo della verità sulla calunnia e sulla menzogna.
Vanitas
“Vanitas” affianca opere legate al tema della fine della vita, una sorta di monito alla caducità delle cose e al fatto che tutto passa e muore, è questo un tema biblico tratto dal libro dell’Ecclesiaste sulla vanità e sulla transitorietà delle cose terrene. Tipici simboli della Vanitas sono il teschio, come memento mori, la clessidra e la candela che si consuma a indicare il passare del tempo; nella composizione possono inoltre comparire i simboli del potere (tiara e corona), del sapere (libri, strumenti scientifici), dei piaceri effimeri (fiori appassiti, frutti maturi), della leggerezza umana (bolle di sapone, farfalle).
Strumenti
“Strumenti” è una sorta di collezione di oggetti che sono serviti a calcolare in modo matematico il tempo, altri però scandiscono ore in modo arbitrario come a ricordarci che anche questa è soltanto un’invenzione dell’uomo. Alighiero Boetti scompone i numeri di un calendario per ricomporli nell’anno si appartenenza; Leo Zogmayer disegna un orologio la cui marca è la parola ”jetzt” (adesso); Gonzales-Torres avvicina due orologi perfettamente identici e li intitola in modo assolutamente romantico e omologo “Perfect Lovers”; Erwin Wurm compone un diario settimanale per poter ingrassare e passare dalla taglia 50 alla 54; Giulio Paolini ci fa fare uno scatto nel passato identificando lo spettatore in Lorenzo Lotto così come la Sibilla Cumana ci predice un futuro ancora da venire.
Narrazione
“Narrazione” è il tempo letterario, a cominciare dalla Bibbia, che ha sviluppato nelle chiese attraverso i grandi cicli di affreschi, il proprio racconto mistico, fino a Marcel Proust che invece ha fatto della propria vita personale il grande affresco di un’epoca. Gli artisti e le loro opere ci narrano lo scorrere del tempo, della vita, che sia quella di Cristo, o di personaggi anonimi di un film. O ancora l’esperienza personale di un artista tedesco, Joseph Beuys, che si fece rinchiudere per quaranta giorni in uno spazio chiuso in una galleria di Soho con l’unico essere vivente con cui riteneva di poter dialogare in America: il coyote. O Yumi Karasumaru che ci racconta del Giappone mitico o dilaniato dalla bomba nucleare in performance dal rituale codificato delle geishe nei secoli passati.
Le quattro stagioni
“Le quattro stagioni” presenta opere sul tema ciclico dei cambiamenti atmosferici e della natura. Di per sé opere ad alto contenuto fisico e naturale trasmettono un senso di quiete e gioia nello spettatore. Un tema che ha affascinato innumerevoli artisti dall’età classica romana ai contemporanei.
Le età
La sezione dedicata alle età, riassunte nell'enigma che la Sfinge presenta a Edipo, è la domanda con cui gli uomini si confrontano da sempre. Il contrasto impietoso tra il florido vigore fisico della giovinezza e la decadenza della vecchiaia, solo in parte bilanciato dalla più profonda saggezza e dall'esperienza, ha invitato alla riflessione sulla condizione umana gli artisti di ogni tempo.
“Autoritratti” è la nevrosi e la fissazione maniacale dell’uomo sulla propria immagine. Dürer cominciò ad autoritrarsi all’età di tredici anni e non smise per tutta la vita in almeno una dozzina fra disegni e tele. Così anche Rembrandt tra oli e incisioni ripropose la propria immagine oltre sessanta volte. Per non contare gli autoritratti di de Chirico o Roman Opalka che si fotografa ormai da oltre trent’anni sempre nella stessa posizione frontale e sul cui volto si legge, attraverso le rughe e le macchie della pelle, l’impietoso trascorrere del tempo.
Il tempo sospeso
Il tempo sospeso è il momento fissato sulla tela o dall’obiettivo che immortala per sempre il gesto saliente di un’impresa. Il taglio sulla tela di Lucio Fontana, l’estasi mistica di una santa, il miliziano spagnolo che, colpito a morte, abbandona il fucile nel suo ultimo gesto disperato nella fotografia di Robert Capa, le sculture in gesso di calchi di persone di George Segal, il salto della pozzanghera di Lartigue. Condensare e rappresentare il tempo in un secondo infinito in cui, come raggrumato, tutto viene contratto e liofilizzato, una sorta di Big Bang primordiale ove la nozione di tempo ritorna relativa e assoluta.
28
maggio 2005
Chronos. Il tempo nell’arte dall’epoca barocca all’età contemporanea
Dal 28 maggio al 09 ottobre 2005
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
CESAC – CENTRO SPERIMENTALE PER LE ARTI CONTEMPORANEE – IL FILATOIO
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Orario di apertura
venerdì e sabato 15–19,30; domenica 10–19,30
Vernissage
28 Maggio 2005, ore 16
Curatore