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Cibi e sapori del mondo antico
Nelle varie sezioni sono illustrate, oltre alle abitudini alimentari degli antichi – i cibi, i condimenti e le bevande, con particolare riguardo ai metodi usati per la conservazione e cottura -, anche gli usi conviviali
Comunicato stampa
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Rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 15 gennaio 2006 la mostra “CIBI E SAPORI NEL MONDO ANTICO”, curata dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana ed inaugurata lo scorso 17 marzo al Museo Archeologico nazionale (via della Colonna, 38 – Firenze).
Ormai da alcuni anni la Direzione Generale per i Beni Archeologici invita tutte le Soprintendenze ad organizzare una mostra intorno ad un tema di comune interesse e quest'anno la scelta è caduta sull'Alimentazione.
L’esposizione allestita nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze segue un percorso cronologico molto ampio, dall’Egitto faraonico alla Grecia, dal mondo etrusco a quello romano.
Questo ambizioso progetto costituisce un’occasione per proporre al pubblico una selezione di opere molto ampia, per la quasi totalità appartenenti alle Collezioni del museo fiorentino.
Nelle varie sezioni si illustrano, oltre alle abitudini alimentari degli antichi - i cibi, i condimenti e le bevande, con particolare riguardo ai metodi usati per la loro conservazione e cottura – anche gli usi conviviali, con rappresentazioni e citazioni sul banchetto ed il simposio, ed infine le problematiche relative alla produzione, al commercio e alla distribuzione degli alimenti più diffusi.
La Mostra si articola in tre grandi sezioni. La prima è dedicata all'Egitto, con figurazioni, statuette e resti alimentari, la seconda riguarda il mondo greco, l’Etruria e Roma, la terza infine i commerci e la distribuzione dei prodotti.
Il cuore della Mostra è naturalmente costituito dall’Etruria; sono esposte raffigurazioni di banchetto, dalla più antica rappresentata sul coperchio del cinerario di Montescudaio, databile al VII sec. a.C, alle lastre in terracotta da Murlo, dall’urna del Bottarone ad una numerosa serie di urne ellenistiche volterrane e chiusine.
I materiali esposti illustrano inoltre la varietà e la ricchezza dei servizi da mensa, degli oggetti di arredo e degli utensili da fuoco impiegati dalle aristocrazie etrusche nei banchetti cerimoniali.
Si segnalano: i materiali dal Circolo del Tritone di Vetulonia, il vasellame di bronzo dalla Tomba delle Olive di Cerveteri, i grandi contenitori per derrate alimentari ed i bracieri di impasto rosso di produzione ceretana, un servizio da banchetto da Orvieto,servizi da mensa di bucchero, di ceramica etrusco-corinzia ed infine di vernice nera.
Un approfondimento è rivolto a due prodotti di grande importanza sulle mense degli antichi e tipici della Toscana di ieri e di oggi: il vino e l’olio. In particolare il vino e la viticoltura, intesi come produzione, tecnologia, costume, territorio, rappresentano una componente fondamentale della nostra storia e della nostra civiltà.
L'ultima sezione è dedicata ai commerci ed alla distribuzione: oltre ad una esemplificazione di anfore e contenitori da trasporto di varie epoche e produzioni, sono esposti alcuni materiali provenienti dagli scavi delle navi di Pisa, compresa una serie di anfore che conservano residui di vino, di frutta, di olive.
Le sale del Museo Archeologico dedicate all'esposizione ospitano inoltre “Segni fra passato e presente”, una rassegna di opere del Maestro Luca Alinari che, prendendo spunto dagli oggetti antichi e dai temi illustrati, è riuscito a creare uno scambio intenso e vivace fra passato e presente.
Un’altra importante presenza ospite è quella di Aboca Museum che, proponendosi di avvicinare il pubblico alla cultura delle piante medicinali, mette in evidenza, accanto alle qualità alimentari della tradizione culinaria, le proprietà curative e di prevenzione.
La mostra ha trovato la convinta adesione collaborativa di importanti partner economici, quali l’istituto di credito CARIPRATO, l’associazione culturale Arte-mide, il Consorzio del Farro della Garfagnana ed il Consorzio del Marchio Storico del Chianti Classico ed è proprio il presidente di quest’ultimo a sintetizzare per tutti il senso di questa partecipazione.
“L’idea di legare il Chianti classico alle istituzioni e alle manifestazioni culturali della città di Firenze è in qualche modo un rientro a casa – afferma Giovanni Ricasoli-Firidolfi, presidente del Consorzio del Marchio Storico – Chianti Classico – e della Fondazione per la tutela del Territorio del Chianti Classico -. E’ una scelta di carattere strategico, con la quale vogliamo ancora una volta sottolineare il profondo legame che unisce il Gallo Nero a questa città ed al suo territorio.
Per secoli il Chianti è stata la campagna di Firenze e questa città ha da sempre costituito il suo retroterra culturale ed economico. Anzi, sul piano storico si può senz’altro affermare che i paesaggio e l’organizzazione sociale del Chianti sono stata un’invenzione fiorentina, un prodotto della sua cultura più innovativa ed evoluta.
Ma quello tra vino e cultura è un legame che in realtà esiste già da anni – continua il presidente Ricasoli – e proprio per questo il Consorzio ha costituito una Fondazione che ha il preciso scopo di tutelare il territorio del Chianti e valorizzare il suo patrimonio culturale e che possiede a Radda in Chianti un grande convento nel quale sarà allestita, nei prossimi anni, una galleria d’arte che ospiterà capolavori della pittura rinascimentale.
Il tema di questa mostra è quanto di più confacente al nostro prodotto: “Cibi e sapori nel mondo antico”, un viaggio emozionale ed emozionante in mondi ed in culture che hanno dato vita alla produzione o consolidato l’utilizzo del vino e dell’olio per uso domestico ed i cui manufatti ne sono la prova tangibile. Un viaggio – conclude Ricasoli – in cui potremo riscoprire tracce della nostra identità culturale. Un’identità che costituisce una risorsa di grande valore, imprescindibile in un contesto internazionale dominato da produzioni sempre più standardizzate ed impersonali”.
La mostra avrà nei prossimi mesi anche delle esplicazioni legate al territorio.
Sono in programma, difatti, varie manifestazioni nei Comuni della Provincia di Firenze e nella città di Arezzo.
E proprio la città della Chimera, gioiello etrusco ospitato al Museo Archeologico nazionale ma rinvenuto nel suolo aretino, inaugurerà nel prossimo mese una mostra al proprio Museo Archeologico e dal 14 maggio al 28 agosto la Fondazione Ivan Bruschi ospiterà alla Casa Museo Bruschi, invece, una suggestiva esposizione legata alle tavole d’epoca, in collaborazione con BancaEtruria.
Da segnalare, infine, i prestigiosi patrocini di cui gode l’esposizione: quello della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze, della Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico a cui si unisce quello della FAO che, proprio quest’anno per il sessantesimo anniversario della sua fondazione prevede particolari iniziative che avranno la splendida cornice proprio del Museo Archeologico di Firenze.
Ormai da alcuni anni la Direzione Generale per i Beni Archeologici invita tutte le Soprintendenze ad organizzare una mostra intorno ad un tema di comune interesse e quest'anno la scelta è caduta sull'Alimentazione.
L’esposizione allestita nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze segue un percorso cronologico molto ampio, dall’Egitto faraonico alla Grecia, dal mondo etrusco a quello romano.
Questo ambizioso progetto costituisce un’occasione per proporre al pubblico una selezione di opere molto ampia, per la quasi totalità appartenenti alle Collezioni del museo fiorentino.
Nelle varie sezioni si illustrano, oltre alle abitudini alimentari degli antichi - i cibi, i condimenti e le bevande, con particolare riguardo ai metodi usati per la loro conservazione e cottura – anche gli usi conviviali, con rappresentazioni e citazioni sul banchetto ed il simposio, ed infine le problematiche relative alla produzione, al commercio e alla distribuzione degli alimenti più diffusi.
La Mostra si articola in tre grandi sezioni. La prima è dedicata all'Egitto, con figurazioni, statuette e resti alimentari, la seconda riguarda il mondo greco, l’Etruria e Roma, la terza infine i commerci e la distribuzione dei prodotti.
Il cuore della Mostra è naturalmente costituito dall’Etruria; sono esposte raffigurazioni di banchetto, dalla più antica rappresentata sul coperchio del cinerario di Montescudaio, databile al VII sec. a.C, alle lastre in terracotta da Murlo, dall’urna del Bottarone ad una numerosa serie di urne ellenistiche volterrane e chiusine.
I materiali esposti illustrano inoltre la varietà e la ricchezza dei servizi da mensa, degli oggetti di arredo e degli utensili da fuoco impiegati dalle aristocrazie etrusche nei banchetti cerimoniali.
Si segnalano: i materiali dal Circolo del Tritone di Vetulonia, il vasellame di bronzo dalla Tomba delle Olive di Cerveteri, i grandi contenitori per derrate alimentari ed i bracieri di impasto rosso di produzione ceretana, un servizio da banchetto da Orvieto,servizi da mensa di bucchero, di ceramica etrusco-corinzia ed infine di vernice nera.
Un approfondimento è rivolto a due prodotti di grande importanza sulle mense degli antichi e tipici della Toscana di ieri e di oggi: il vino e l’olio. In particolare il vino e la viticoltura, intesi come produzione, tecnologia, costume, territorio, rappresentano una componente fondamentale della nostra storia e della nostra civiltà.
L'ultima sezione è dedicata ai commerci ed alla distribuzione: oltre ad una esemplificazione di anfore e contenitori da trasporto di varie epoche e produzioni, sono esposti alcuni materiali provenienti dagli scavi delle navi di Pisa, compresa una serie di anfore che conservano residui di vino, di frutta, di olive.
Le sale del Museo Archeologico dedicate all'esposizione ospitano inoltre “Segni fra passato e presente”, una rassegna di opere del Maestro Luca Alinari che, prendendo spunto dagli oggetti antichi e dai temi illustrati, è riuscito a creare uno scambio intenso e vivace fra passato e presente.
Un’altra importante presenza ospite è quella di Aboca Museum che, proponendosi di avvicinare il pubblico alla cultura delle piante medicinali, mette in evidenza, accanto alle qualità alimentari della tradizione culinaria, le proprietà curative e di prevenzione.
La mostra ha trovato la convinta adesione collaborativa di importanti partner economici, quali l’istituto di credito CARIPRATO, l’associazione culturale Arte-mide, il Consorzio del Farro della Garfagnana ed il Consorzio del Marchio Storico del Chianti Classico ed è proprio il presidente di quest’ultimo a sintetizzare per tutti il senso di questa partecipazione.
“L’idea di legare il Chianti classico alle istituzioni e alle manifestazioni culturali della città di Firenze è in qualche modo un rientro a casa – afferma Giovanni Ricasoli-Firidolfi, presidente del Consorzio del Marchio Storico – Chianti Classico – e della Fondazione per la tutela del Territorio del Chianti Classico -. E’ una scelta di carattere strategico, con la quale vogliamo ancora una volta sottolineare il profondo legame che unisce il Gallo Nero a questa città ed al suo territorio.
Per secoli il Chianti è stata la campagna di Firenze e questa città ha da sempre costituito il suo retroterra culturale ed economico. Anzi, sul piano storico si può senz’altro affermare che i paesaggio e l’organizzazione sociale del Chianti sono stata un’invenzione fiorentina, un prodotto della sua cultura più innovativa ed evoluta.
Ma quello tra vino e cultura è un legame che in realtà esiste già da anni – continua il presidente Ricasoli – e proprio per questo il Consorzio ha costituito una Fondazione che ha il preciso scopo di tutelare il territorio del Chianti e valorizzare il suo patrimonio culturale e che possiede a Radda in Chianti un grande convento nel quale sarà allestita, nei prossimi anni, una galleria d’arte che ospiterà capolavori della pittura rinascimentale.
Il tema di questa mostra è quanto di più confacente al nostro prodotto: “Cibi e sapori nel mondo antico”, un viaggio emozionale ed emozionante in mondi ed in culture che hanno dato vita alla produzione o consolidato l’utilizzo del vino e dell’olio per uso domestico ed i cui manufatti ne sono la prova tangibile. Un viaggio – conclude Ricasoli – in cui potremo riscoprire tracce della nostra identità culturale. Un’identità che costituisce una risorsa di grande valore, imprescindibile in un contesto internazionale dominato da produzioni sempre più standardizzate ed impersonali”.
La mostra avrà nei prossimi mesi anche delle esplicazioni legate al territorio.
Sono in programma, difatti, varie manifestazioni nei Comuni della Provincia di Firenze e nella città di Arezzo.
E proprio la città della Chimera, gioiello etrusco ospitato al Museo Archeologico nazionale ma rinvenuto nel suolo aretino, inaugurerà nel prossimo mese una mostra al proprio Museo Archeologico e dal 14 maggio al 28 agosto la Fondazione Ivan Bruschi ospiterà alla Casa Museo Bruschi, invece, una suggestiva esposizione legata alle tavole d’epoca, in collaborazione con BancaEtruria.
Da segnalare, infine, i prestigiosi patrocini di cui gode l’esposizione: quello della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze, della Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico a cui si unisce quello della FAO che, proprio quest’anno per il sessantesimo anniversario della sua fondazione prevede particolari iniziative che avranno la splendida cornice proprio del Museo Archeologico di Firenze.
17
marzo 2005
Cibi e sapori del mondo antico
Dal 17 marzo 2005 al primo maggio 2006
archeologia
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Firenze, Piazza Della Santissima Annunziata, 9b, (Firenze)
Firenze, Piazza Della Santissima Annunziata, 9b, (Firenze)
Biglietti
€ 4 intero; € 2 ridotto (18-24 anni); gratuito (fino a 18 anni e oltre i 65)
Orario di apertura
14-19 (lunedì); 8.30 – 19 (martedì e giovedì); 8.30 -14 (mercoledì, venerdì, sabato e domenica)
Vernissage
17 Marzo 2005, ore 16.30
Sito web
www.cibiesapori.it
Curatore