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Francesco Bendini – Cingomma
Nella sua indagine il giovane artista comprende il corpo e le sue apparizioni e necessità, fino ad arrivare all’apparato fisiologico che espleta azioni quotidiane e banali, ma tuttavia necessarie alla sopravvivenza. Carmen Lorenzetti
Comunicato stampa
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Il percorso di Francesco Bendini sin dal triennio in scultura si focalizza sull’analisi del sé in quanto ricettacolo di memorie personali e collettive e indaga con un’attenzione da entomologo le palpitazioni della vita e della crescita con uno spiccato senso ironico.
Nella sua indagine il giovane artista comprende il corpo e le sue apparizioni e necessità, fino ad arrivare all’apparato fisiologico che espleta azioni quotidiane e banali, ma tuttavia necessarie alla sopravvivenza.
Per la mostra in galleria Francesco persegue con pervicacia questa linea, dimostrando con tutta la leggerezza possibile, quanto invece sia serio e coerente il proprio lavoro. Le bianche e scintillanti ceramiche sparse sul pavimento della galleria infatti sono il risultato di una lunga performance durante la quale Francesco ha masticato la terra morbida e fresca lasciando su di essa l’impronta dei propri denti, poi la terra marrone è stata ricoperta di uno smalto brillante che richiama il nitore scintillante dei denti. Le piccole sculture punteggiano lo spazio, descrivono traiettorie, recano la memoria del corpo che si riversa sul pavimento e lo possiede con la bocca, rovesciando la normale relazione stante della persona. Lo spettatore poi cammina all’interno di questa inversione di rapporti, trovandosi così tra una masticazione e l’altra dell’artista. Il suggerimento di una discesa verso la terra, di una degradazione, del rimando ai fluidi del corpo, riporta all’elogio del basso della fazione dissidente dei Surrealisti anni Trenta
Il richiamo alle esercitazioni spaziali nello studio e all’uso dell’impronta del proprio corpo di Bruce Nauman è evidente, ma qui quelle notazioni vengono riprese in una sorta di pervicace ossessione, tale da costruire una variegata fenomenologia del corpo, dei suoi attributi, delle sue necessità anche attraverso l’analisi di ciò di cui il corpo stesso necessita per la propria esistenza.
Infine un richiamo, vista la ricerca della galleria, è d’obbligo: l’ironia di Maurizio Mercuri che fa delle gigantografie della propria gomma da masticare che reca così l’impronta dei denti è in qualche modo ripresa da Francesco.
Siamo di fronte a delle “sculture involontarie”, fatte di niente eppure così evocative, proprie di quel periodo surrealista che oggi pare avere così nuova attenzione.
Carmen Lorenzetti
Nella sua indagine il giovane artista comprende il corpo e le sue apparizioni e necessità, fino ad arrivare all’apparato fisiologico che espleta azioni quotidiane e banali, ma tuttavia necessarie alla sopravvivenza.
Per la mostra in galleria Francesco persegue con pervicacia questa linea, dimostrando con tutta la leggerezza possibile, quanto invece sia serio e coerente il proprio lavoro. Le bianche e scintillanti ceramiche sparse sul pavimento della galleria infatti sono il risultato di una lunga performance durante la quale Francesco ha masticato la terra morbida e fresca lasciando su di essa l’impronta dei propri denti, poi la terra marrone è stata ricoperta di uno smalto brillante che richiama il nitore scintillante dei denti. Le piccole sculture punteggiano lo spazio, descrivono traiettorie, recano la memoria del corpo che si riversa sul pavimento e lo possiede con la bocca, rovesciando la normale relazione stante della persona. Lo spettatore poi cammina all’interno di questa inversione di rapporti, trovandosi così tra una masticazione e l’altra dell’artista. Il suggerimento di una discesa verso la terra, di una degradazione, del rimando ai fluidi del corpo, riporta all’elogio del basso della fazione dissidente dei Surrealisti anni Trenta
Il richiamo alle esercitazioni spaziali nello studio e all’uso dell’impronta del proprio corpo di Bruce Nauman è evidente, ma qui quelle notazioni vengono riprese in una sorta di pervicace ossessione, tale da costruire una variegata fenomenologia del corpo, dei suoi attributi, delle sue necessità anche attraverso l’analisi di ciò di cui il corpo stesso necessita per la propria esistenza.
Infine un richiamo, vista la ricerca della galleria, è d’obbligo: l’ironia di Maurizio Mercuri che fa delle gigantografie della propria gomma da masticare che reca così l’impronta dei denti è in qualche modo ripresa da Francesco.
Siamo di fronte a delle “sculture involontarie”, fatte di niente eppure così evocative, proprie di quel periodo surrealista che oggi pare avere così nuova attenzione.
Carmen Lorenzetti
23
giugno 2022
Francesco Bendini – Cingomma
Dal 23 giugno al 07 luglio 2022
arte contemporanea
Evento online
Link di partecipazione
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 10,30-12,30 e 15,30-18,30
Vernissage
23 Giugno 2022, dalle 15,00 alle 23,00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico