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Cinzia Fiorese – Il paesaggio visto da vicino
Tele ed incisioni nella villa palladiana per un’immersione totale nel mondo naturale. Un autentico approccio alla visione del mondo che, per avere senso, parte dal basso, dalla contemplazione del particolare. “Noi siamo lo specchio del paesaggio che ci avvolge”.
Comunicato stampa
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“Il paesaggio visto da vicino” opere di Cinzia Fiorese in villa Thiene, Quinto vicentino
A cura di Francesca Rizzo
Magnolie
“Che l’occhio goda e l’anima si svegli”.
È il sottile invito che traspare dalle opere di Cinzia Fiorese.
Quella dell’artista è la proposta di un’immersione totale nel mondo naturale, vegetale e animale. Un autentico approccio alla visione del mondo che, per avere senso, può venire solo dal basso, dalla contemplazione del particolare. Una parte considerevole dell’esposizione è dedicata alle ultime ricerche espressive di Fiorese e ad alcune opere create appositamente per il luogo. Si tratta di uno studio attento sull’eleganza della magnolia, sugli effetti riflettenti delle larghe foglie e sulla loro perfetta geometria. Alla ricerca strutturale si affianca quella cromatica così che le pareti della villa cinquecentesca, che accolgono i lavori, sembrano trasformarsi in un giardino che abbraccia l’osservatore e lo conduce ad ascoltare la continua danza dei secoli in cui la natura ha lasciato fiorire la presenza umana. Scorrendo con lo sguardo i dipinti in mostra si ha come la percezione di sentire una melodia: i verdi profondi delle magnolie sembrano cantare dimostrando un forte impulso verso la smaterializzazione intrisa di spiritualità. La musica si esprime attraverso la forma e il colore, attraverso una tavolozza che si arricchisce di sfumature e tonalità per lo più fredde e brillanti. Come suggeriva lo stesso Kandinsky il verde dona equilibrio essendo creato da due forze opposte, l’una verticale, acuta come il giallo e l’altra bassa come il blu. Il verde, colore orizzontale, è benefico per chi si sente stanco. Ma non è statico in quanto porta in sé lo slancio giallo dell’azione e la riflessività del blu. Così come il lavoro della natura è febbrile e pur calmo. “L’albero – diceva Munari - è l’esplosione lentissima di un seme”.
Le sperimentazioni sulle tonalità del verde e sul loro impatto visivo ci riportano alla memoria le esperienze picassiane a La Rue des Bois, ai margini della foresta di Halatte, dove gli intrecci di fogliame si trasformano sulle tele in un incastro di volumi, resi con una semplificazione lineare e cromatica, vicini per sensibilità al primitivismo del Doganiere Rousseau.“Quando una forma è realizzata, è là a vivere la sua propria vita” sosteneva Picasso.
Non c’è improvvisazione in Fiorese. La forma delle foglie di magnolia è il risultato di un’attenta ricerca armonica di equilibri che ha condotto l’artista alla scoperta delle linee essenziali e pure, ripetute modularmente come in un mandala. E non è un caso che la magnolia compaia spesso al centro dei mandala orientali come albero sorgente di luce nella mistica della natura. “Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto” (Tagore). Nell’arte occidentale essa è simbolo di magnificenza ma anche di purezza e di pudore per i suoi candidi fiori, tanto che nel Settecento si sviluppò una ricca importazione di esemplari, come dimostrano oggi i secolari monumenti vegetali nei giardini delle ville venete. All’ansia, tutta europea, di accumulare ed appesantire anche le tele, Fiorese risponde con una pulizia di tratti meditati. Il colore non è mai aggressivo o combattivo. Nello studio della struttura fondamentale, l’artista offre un linguaggio che parte dal figurativo e sfiora l’astrazione. Gli alberi sembrano uscire dai bordi della tela e accogliere la vita, in primis lo sguardo; non vogliono essere indagati frontalmente ma dialogare con l’esterno, rendere partecipe, stimolare, calmare. L’esperienza dell’osservazione diventa estatica nello scoprire che la luce scivola sulle superfici, ne altera l’apparenza fisica, trasfigura le forme. Ne risulta una nuova proposta di guardare il mondo, molto più attenta e profonda, che va al di là degli opachi concetti e di qualche etichetta generica. Si tratta di un’educazione basata sull’esperienza e sulla contemplazione.
Cinzia Fiorese ci offre infine una profonda meditazione sul tema dell’appartenenza: noi siamo riflessi nel mondo che ci avvolge. Un luogo non è solo uno sfondo immobile ma è un personaggio vitale che raccoglie ed esalta i sentimenti di chi lo guarda. Sentirsi parte di un paesaggio, di una storia, ci fa risalire al significato più autentico del vivere. Come scriveva Comisso l’uomo vive di paesaggio: esso “è la fonte del mio sangue. Penetra per i miei occhi e mi incrementa di forza. Forse la ragione dei miei viaggi per il mondo non è stata altro che una ricerca di paesaggi. L'uomo si forma e cresce in rapporto al paesaggio: è uno specchio del paesaggio”.
Incisioni
Un’altra sezione della mostra presenta lo studio di Cinzia Fiorese sul mondo degli insetti realizzati in puntasecca su plexiglas. Si tratta di una delle tecniche d’incisione “in cavo” e consiste nell'incidere la matrice creando un solco che possa ospitare l'inchiostro che successivamente si depositerà mediante la pressione, con torchio o a mano, sul foglio di carta. Le basi su cui sono disposti gli insetti sono invece realizzate con l’antichissima tecnica della xilografia (dal greco xilos, legno). Questa incisione “in rilievo” consiste nel realizzare una matrice in altorilievo, come in un timbro. Le parti in rilievo vengono poi inchiostrate e stampate sulla carta mediante pressione. Un lento procedimento che riflette una sensibile indagine del microcosmo ignorato, a volte dimenticato, degli insetti di cui viene esaltata, ancora una volta, la struttura essenziale. Ogni singolo segno è la sintesi di tante esperienze. La capacità di Cinzia è di mantenere la spontaneità del segno attraverso un metodo lungo e laborioso com’è quello dell’incisione. In queste opere il colore viene evocato dalle infinite possibilità tonali del bianco e del nero. S’intrecciano linee sicure, pure, eleganti che profumano d’oriente. La civiltà cinese è, infatti, un ricettacolo di mezzi toni e sfumature, di spazi vuoti che non vanno subito colmati ma goduti come sono. Le forme si rivestono di un vuoto dinamico, pieno di possibilità in procinto di realizzarsi. In tempi di pesante accelerazione e di epocali mutamenti, Fiorese si propone con un'arte silenziosa ridotta all'essenzialità.
Mai come oggi si corre ad aggrapparsi alla forza della Bellezza che urla per imporci di rendere sempre più valida e costante la salvaguardia di questo suo spazio, delle sue specie, vegetali e animali, compresa quella umana, la più incontrollabile. Per vivere, finalmente, l’arte di sentirsi parte di un grande mondo.
L’artista - cinziafiorese.wordpress.com
Cinzia Fiorese, dopo aver conseguito il diploma di stilista di moda e aver ottenuto la borsa di studio per l'Università inglese di Cardiff, si è diplomata in pittura e perfezionata in incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia; nel 2006-07 ha frequentato i corsi internazionali per l'incisione artistica a Urbino. Espone con esiti lusinghieri dal 2001 in Italia e all'estero e nel 2008 ha partecipato alla Biennale dell'Incisione Contemporanea promossa dal Museo Civico e dall'Assessorato alla Cultura di Bassano collocandosi nel gruppo dei segnalati particolari "per la novità delle proposte". Note sono le sue mostre personali presso la Galleria 70 di Milano.
Gli eventi legati alla mostra saranno:
- sabato 3 maggio, ore 18,00 inaugurazione con la presenza delle autorità, la presentazione artistica della curatrice dott.ssa Francesca Rizzo ed interventi teatrali a cura del gruppo Biblioinvoce.
- 9 maggio, ore 20,45 “Il paesaggio nella pittura del museo di Bassano” a cura della direttrice dott.ssa Giuliana Ericani. Introduce Francesca Rizzo.
- sabato 17 maggio, ore 16,30, OSSERVANDO LA NATURA: Storie e laboratori creativi legati al mondo vegetale a cura della Cooperativa Terrabase. Per famiglie.
A cura di Francesca Rizzo
Magnolie
“Che l’occhio goda e l’anima si svegli”.
È il sottile invito che traspare dalle opere di Cinzia Fiorese.
Quella dell’artista è la proposta di un’immersione totale nel mondo naturale, vegetale e animale. Un autentico approccio alla visione del mondo che, per avere senso, può venire solo dal basso, dalla contemplazione del particolare. Una parte considerevole dell’esposizione è dedicata alle ultime ricerche espressive di Fiorese e ad alcune opere create appositamente per il luogo. Si tratta di uno studio attento sull’eleganza della magnolia, sugli effetti riflettenti delle larghe foglie e sulla loro perfetta geometria. Alla ricerca strutturale si affianca quella cromatica così che le pareti della villa cinquecentesca, che accolgono i lavori, sembrano trasformarsi in un giardino che abbraccia l’osservatore e lo conduce ad ascoltare la continua danza dei secoli in cui la natura ha lasciato fiorire la presenza umana. Scorrendo con lo sguardo i dipinti in mostra si ha come la percezione di sentire una melodia: i verdi profondi delle magnolie sembrano cantare dimostrando un forte impulso verso la smaterializzazione intrisa di spiritualità. La musica si esprime attraverso la forma e il colore, attraverso una tavolozza che si arricchisce di sfumature e tonalità per lo più fredde e brillanti. Come suggeriva lo stesso Kandinsky il verde dona equilibrio essendo creato da due forze opposte, l’una verticale, acuta come il giallo e l’altra bassa come il blu. Il verde, colore orizzontale, è benefico per chi si sente stanco. Ma non è statico in quanto porta in sé lo slancio giallo dell’azione e la riflessività del blu. Così come il lavoro della natura è febbrile e pur calmo. “L’albero – diceva Munari - è l’esplosione lentissima di un seme”.
Le sperimentazioni sulle tonalità del verde e sul loro impatto visivo ci riportano alla memoria le esperienze picassiane a La Rue des Bois, ai margini della foresta di Halatte, dove gli intrecci di fogliame si trasformano sulle tele in un incastro di volumi, resi con una semplificazione lineare e cromatica, vicini per sensibilità al primitivismo del Doganiere Rousseau.“Quando una forma è realizzata, è là a vivere la sua propria vita” sosteneva Picasso.
Non c’è improvvisazione in Fiorese. La forma delle foglie di magnolia è il risultato di un’attenta ricerca armonica di equilibri che ha condotto l’artista alla scoperta delle linee essenziali e pure, ripetute modularmente come in un mandala. E non è un caso che la magnolia compaia spesso al centro dei mandala orientali come albero sorgente di luce nella mistica della natura. “Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto” (Tagore). Nell’arte occidentale essa è simbolo di magnificenza ma anche di purezza e di pudore per i suoi candidi fiori, tanto che nel Settecento si sviluppò una ricca importazione di esemplari, come dimostrano oggi i secolari monumenti vegetali nei giardini delle ville venete. All’ansia, tutta europea, di accumulare ed appesantire anche le tele, Fiorese risponde con una pulizia di tratti meditati. Il colore non è mai aggressivo o combattivo. Nello studio della struttura fondamentale, l’artista offre un linguaggio che parte dal figurativo e sfiora l’astrazione. Gli alberi sembrano uscire dai bordi della tela e accogliere la vita, in primis lo sguardo; non vogliono essere indagati frontalmente ma dialogare con l’esterno, rendere partecipe, stimolare, calmare. L’esperienza dell’osservazione diventa estatica nello scoprire che la luce scivola sulle superfici, ne altera l’apparenza fisica, trasfigura le forme. Ne risulta una nuova proposta di guardare il mondo, molto più attenta e profonda, che va al di là degli opachi concetti e di qualche etichetta generica. Si tratta di un’educazione basata sull’esperienza e sulla contemplazione.
Cinzia Fiorese ci offre infine una profonda meditazione sul tema dell’appartenenza: noi siamo riflessi nel mondo che ci avvolge. Un luogo non è solo uno sfondo immobile ma è un personaggio vitale che raccoglie ed esalta i sentimenti di chi lo guarda. Sentirsi parte di un paesaggio, di una storia, ci fa risalire al significato più autentico del vivere. Come scriveva Comisso l’uomo vive di paesaggio: esso “è la fonte del mio sangue. Penetra per i miei occhi e mi incrementa di forza. Forse la ragione dei miei viaggi per il mondo non è stata altro che una ricerca di paesaggi. L'uomo si forma e cresce in rapporto al paesaggio: è uno specchio del paesaggio”.
Incisioni
Un’altra sezione della mostra presenta lo studio di Cinzia Fiorese sul mondo degli insetti realizzati in puntasecca su plexiglas. Si tratta di una delle tecniche d’incisione “in cavo” e consiste nell'incidere la matrice creando un solco che possa ospitare l'inchiostro che successivamente si depositerà mediante la pressione, con torchio o a mano, sul foglio di carta. Le basi su cui sono disposti gli insetti sono invece realizzate con l’antichissima tecnica della xilografia (dal greco xilos, legno). Questa incisione “in rilievo” consiste nel realizzare una matrice in altorilievo, come in un timbro. Le parti in rilievo vengono poi inchiostrate e stampate sulla carta mediante pressione. Un lento procedimento che riflette una sensibile indagine del microcosmo ignorato, a volte dimenticato, degli insetti di cui viene esaltata, ancora una volta, la struttura essenziale. Ogni singolo segno è la sintesi di tante esperienze. La capacità di Cinzia è di mantenere la spontaneità del segno attraverso un metodo lungo e laborioso com’è quello dell’incisione. In queste opere il colore viene evocato dalle infinite possibilità tonali del bianco e del nero. S’intrecciano linee sicure, pure, eleganti che profumano d’oriente. La civiltà cinese è, infatti, un ricettacolo di mezzi toni e sfumature, di spazi vuoti che non vanno subito colmati ma goduti come sono. Le forme si rivestono di un vuoto dinamico, pieno di possibilità in procinto di realizzarsi. In tempi di pesante accelerazione e di epocali mutamenti, Fiorese si propone con un'arte silenziosa ridotta all'essenzialità.
Mai come oggi si corre ad aggrapparsi alla forza della Bellezza che urla per imporci di rendere sempre più valida e costante la salvaguardia di questo suo spazio, delle sue specie, vegetali e animali, compresa quella umana, la più incontrollabile. Per vivere, finalmente, l’arte di sentirsi parte di un grande mondo.
L’artista - cinziafiorese.wordpress.com
Cinzia Fiorese, dopo aver conseguito il diploma di stilista di moda e aver ottenuto la borsa di studio per l'Università inglese di Cardiff, si è diplomata in pittura e perfezionata in incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia; nel 2006-07 ha frequentato i corsi internazionali per l'incisione artistica a Urbino. Espone con esiti lusinghieri dal 2001 in Italia e all'estero e nel 2008 ha partecipato alla Biennale dell'Incisione Contemporanea promossa dal Museo Civico e dall'Assessorato alla Cultura di Bassano collocandosi nel gruppo dei segnalati particolari "per la novità delle proposte". Note sono le sue mostre personali presso la Galleria 70 di Milano.
Gli eventi legati alla mostra saranno:
- sabato 3 maggio, ore 18,00 inaugurazione con la presenza delle autorità, la presentazione artistica della curatrice dott.ssa Francesca Rizzo ed interventi teatrali a cura del gruppo Biblioinvoce.
- 9 maggio, ore 20,45 “Il paesaggio nella pittura del museo di Bassano” a cura della direttrice dott.ssa Giuliana Ericani. Introduce Francesca Rizzo.
- sabato 17 maggio, ore 16,30, OSSERVANDO LA NATURA: Storie e laboratori creativi legati al mondo vegetale a cura della Cooperativa Terrabase. Per famiglie.
03
maggio 2014
Cinzia Fiorese – Il paesaggio visto da vicino
Dal 03 al 24 maggio 2014
arte contemporanea
Location
Orario di apertura
dal lunedì a venerdì ore 9,30-12.45
sabato e domenica 16-19
Vernissage
3 Maggio 2014, ore 18,00
Autore
Curatore