Il tema della mostra è un motivo costante dell’iter pittorico, che Clara Brasca periodicamente riprende e sviluppa in sequenze di opere dal vario contenuto espressivo, in occasione di vari appuntamenti espositivi. Un viaggio artistico nel quale la contemporaneità è considerata come simultanea al passato e la storia come un eterno presente, da elaborare e da cui attingere in totale libertà.

Gli autori e le opere del passato sono un patrimonio storico di linguaggi codificati, disponibili per nuove interpretazioni ma in questo caso non possiamo parlare di citazioni, omaggi o d’apres… perché non si tratta di rifare un capolavoro alla propria “maniera” come già facevano De Chirico, Picasso e molti altri, ma si tratta di una appropriazione attraverso il proprio vissuto, la cultura odierna, le proprie emozioni per modificarlo e reinterpretarlo alla luce del presente.

In un’epoca in cui tutto è già stato detto, scritto, dipinto e i margini d’azione per il nuovo, soprattutto in pittura sono minimi, diventano secondo il pensiero di Clara Brasca possibili solo muovendosi liberamente nella Storia, raccogliendo e ricomponendo i frammenti del sapere di questa cultura e rielaborandoli.

Le tele esposte raffigurano figure femminili che si muovono e abitano gli spazi astratti di Mondrian, Malevic, Fontana e la ricerca cromatica è ridotta a volte al semplice bianco e nero, per concentrarsi maggiormente sulla dimensione spaziale.

Abitare il quadrato, Spazio pittorico, Poststorico, sono alcuni titoli che danno una ragione della ricerca di questa artista milanese.
Disvelamento è un quadro bianco nel quale è raffigurata l’insondabile oscurità di un taglio di Fontana,dal quale immaginavamo l’accesso ad un’altra dimensione, si affaccia inaspettatamente una Venere neoclassica, che (dopo tanti anni di oblio), ritorna titubante nella speranza di venire nuovamente accolta e considerata il centro e il motore dell’arte.