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Clara Luiselli – Spazio fra sospensioni
Negli spazi espositivi della Basilica di Bergamo, Clara Luiselli installa più opere strettamente correlate una all’altra, in dialogo con l’idea della sospensione, nel tempo e nello spazio, con vari medium complementari. Cerca di innescare lo spostamento momentaneo di pesi, fisici e mentali, un equilibrio temporaneo, l’alleggerimento di sensi di colpa, oltre la gravità della coscienza.
Comunicato stampa
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Spazio fra sospensioni
Non agendo, non esiste niente che non si faccia. […]
Pratica il non-Agire, bada a non fare niente, assapora senza sapore;
considera il piccolo come grande, il poco come molto.
(Lao-tzu, “Tao tê Ching”, XLVIII e LXIII)
Negli spazi espositivi della Basilica di Bergamo, Clara Luiselli installa più opere strettamente correlate una all’altra, in dialogo con l’idea della sospensione, nel tempo e nello spazio, con vari medium complementari. Cerca di innescare lo spostamento momentaneo di pesi, fisici e mentali, un equilibrio temporaneo, l’alleggerimento di sensi di colpa, oltre la gravità della coscienza. Tutto è pensato come all’interno di un processo transitorio, tra uno spazio e un altro, dove lo spazio è inteso sia nell’accezione di vuoto tra qualcosa e qualcos’altro sia nella disposizione di presenze allestite in una dimensione architettonica. Zavorre (2012) è un’installazione monumentale, in dialogo con la struttura circolare dell’argano antico, con l’idea e la memoria del suo movimento, in una corrispondenza di rimandi evocativi tra tempo presente e passato. Lavorare con la sostanza dei pesi e delle zavorre lascia trasparire il grande desiderio di potere approdare alle terre della leggerezza, accettando di stare fuori luogo e fuori tempo. Stare in sospensione per frazioni di tempo o per periodi lunghi, lasciando scorrere il flusso del pensiero e contemporaneamente lasciare spazio alla non-azione, in equilibrio tra pragmatismo occidentale e filosofia taoista. Dove il Non-agire non è passività, bensì uno stato consapevole che ogni cosa è in perpetua mutazione, che il mondo diviene in termini dinamici e che l’inazione è necessaria per non contrastare lo sviluppo spontaneo della vita. Nel principio del Wu-wei palpita la scelta di non attuare nulla che possa in qualche modo contravvenire alla natura delle cose. Con questa prospettiva, l’artista pensa che la scelta di stare in “elevazione gravante” possa facilitare uno spontaneo processo evolutivo. In funzione anche di attivare una sottrazione di peso, attraverso una sospensione come desiderio: “Zavorre è un esperimento. La prova provata che la somma di peso più peso è uguale a leggerezza. Quindi per sentire la leggerezza bisogna essere pesanti e almeno in due? Forse prima bisogna essere pesanti, perché la leggerezza non è inconsistenza?”.
Luiselli crea macchine sospensorie della coscienza, per chi vorrebbe dirigersi verso l’alto, tendendo l’ascolto sulla “voce del vuoto sotto di noi che ci attira” (M. Kundera), per sentire la paura di cadere, la vertigine, l’emozione del brivido sublime, il richiamo ebbro verso la debolezza di lasciarsi andare, oltre i vincoli del peso, che sono altresì necessari.
Il percorso immaginato da Luiselli segue la mobilità del pensiero. Lascia presagire la possibilità di un’elevazione, il segreto della leggerezza, ritrovati orizzonti, per guardare la realtà con gli occhi di qualcun altro e trovarvi riflessa la propria. Proprio come la rondine che svolge le sue narrazioni per il principe felice di Oscar Wilde, nel racconto di sempre nuove visioni, per chi non può più vedere, se non nell’immaginazione, la profondità di campo di un paesaggio ritrovato.
Mauro Zanchi
Non agendo, non esiste niente che non si faccia. […]
Pratica il non-Agire, bada a non fare niente, assapora senza sapore;
considera il piccolo come grande, il poco come molto.
(Lao-tzu, “Tao tê Ching”, XLVIII e LXIII)
Negli spazi espositivi della Basilica di Bergamo, Clara Luiselli installa più opere strettamente correlate una all’altra, in dialogo con l’idea della sospensione, nel tempo e nello spazio, con vari medium complementari. Cerca di innescare lo spostamento momentaneo di pesi, fisici e mentali, un equilibrio temporaneo, l’alleggerimento di sensi di colpa, oltre la gravità della coscienza. Tutto è pensato come all’interno di un processo transitorio, tra uno spazio e un altro, dove lo spazio è inteso sia nell’accezione di vuoto tra qualcosa e qualcos’altro sia nella disposizione di presenze allestite in una dimensione architettonica. Zavorre (2012) è un’installazione monumentale, in dialogo con la struttura circolare dell’argano antico, con l’idea e la memoria del suo movimento, in una corrispondenza di rimandi evocativi tra tempo presente e passato. Lavorare con la sostanza dei pesi e delle zavorre lascia trasparire il grande desiderio di potere approdare alle terre della leggerezza, accettando di stare fuori luogo e fuori tempo. Stare in sospensione per frazioni di tempo o per periodi lunghi, lasciando scorrere il flusso del pensiero e contemporaneamente lasciare spazio alla non-azione, in equilibrio tra pragmatismo occidentale e filosofia taoista. Dove il Non-agire non è passività, bensì uno stato consapevole che ogni cosa è in perpetua mutazione, che il mondo diviene in termini dinamici e che l’inazione è necessaria per non contrastare lo sviluppo spontaneo della vita. Nel principio del Wu-wei palpita la scelta di non attuare nulla che possa in qualche modo contravvenire alla natura delle cose. Con questa prospettiva, l’artista pensa che la scelta di stare in “elevazione gravante” possa facilitare uno spontaneo processo evolutivo. In funzione anche di attivare una sottrazione di peso, attraverso una sospensione come desiderio: “Zavorre è un esperimento. La prova provata che la somma di peso più peso è uguale a leggerezza. Quindi per sentire la leggerezza bisogna essere pesanti e almeno in due? Forse prima bisogna essere pesanti, perché la leggerezza non è inconsistenza?”.
Luiselli crea macchine sospensorie della coscienza, per chi vorrebbe dirigersi verso l’alto, tendendo l’ascolto sulla “voce del vuoto sotto di noi che ci attira” (M. Kundera), per sentire la paura di cadere, la vertigine, l’emozione del brivido sublime, il richiamo ebbro verso la debolezza di lasciarsi andare, oltre i vincoli del peso, che sono altresì necessari.
Il percorso immaginato da Luiselli segue la mobilità del pensiero. Lascia presagire la possibilità di un’elevazione, il segreto della leggerezza, ritrovati orizzonti, per guardare la realtà con gli occhi di qualcun altro e trovarvi riflessa la propria. Proprio come la rondine che svolge le sue narrazioni per il principe felice di Oscar Wilde, nel racconto di sempre nuove visioni, per chi non può più vedere, se non nell’immaginazione, la profondità di campo di un paesaggio ritrovato.
Mauro Zanchi
01
dicembre 2012
Clara Luiselli – Spazio fra sospensioni
Dal primo al 21 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
BASILICA SANTA MARIA MAGGIORE
Bergamo, Piazza Duomo, (Bergamo)
Bergamo, Piazza Duomo, (Bergamo)
Orario di apertura
Domenica: 15-18
Da Lunedì a Domenica visite su prenotazione: tel. 035.223327
Autore
Curatore