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Claude Jammet
Figure immerse nelle atmosfere calde e rarefatte dei bagni turchi, nature morte (dalle più classiche “porcellane, ai dipinti di abiti e scarpe), ritratti di bambini che sembrano scandire lo scorrere inesorabile del tempo.
Comunicato stampa
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“La Realtà non mi disturba. Forse per questo dipingo in maniera realista. L’atmosfera della mia pittura spesso descritta dal pubblico come ‘cupa’ mi giunge dal dominio dell’immaginario. Esiste un lato invisibile in ogni cosa e in ognuno. E’ questo che mi spinge a dipingere…….Lungi dall’aver paura dell’incognito, lo abbraccio come facente parte della Realtà: il lato astratto della Realtà.” C. J.
L’artista vive e lavora tra la Francia e Chiavari. Nasce da una famiglia in cui il viaggio è condizione abituale. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza (ha iniziato a dipingere giovanissima) sono vissuti in diversi continenti e questo avrà una importanza fondamentale per la sua formazione artistica. Trasferitasi in India con la famiglia viene affascinata dalla ricchezza delle decorazioni di quel Paese che si caratterizza anche per il rispetto delle differenti espressioni artistiche, dalla più umile forma di artigianato alle grandi opere monumentali. Cinque anni dopo è in Giappone: là dove l’India aveva rappresentato l’esuberanza figurativa, l’arte nipponica le rivela il valore della sintesi e delle forme spogliate dal superfluo. A 19 Anni inizia, in Sud Africa, la sua carriera di pittrice professionista. Le prime opere sono paesaggi, case, manufatti in abbandono. In quel Paese c’è un forte embargo culturale contro il regime e gli intellettuali e gli artisti locali non hanno modo di accedere alle esperienze artistiche che si elaborano all’estero. La prima serie di ritratti sono quelli degli attori con i quali Claude mette in scena alcune pièces: figure prive di identità etnica, come se l’isolamento culturale facesse riemergere, fondendole, tutte le influenze che l’artista ha accumulato negli anni. E’ in questo periodo che iniziano le esposizioni nelle gallerie più importanti del Sud Africa e che sue opere entrano in importanti collezioni pubbliche e private. Prima del rientro in Europa vive dipingendo per tre anni in isolamento nel deserto del Karoo dove ha modo di entrare in simbiosi con la natura circostante e con i pochi esseri umani con i quali viene in contatto.
La mostra che si inaugura il 31 gennaio è una rassegna dei suoi temi più recenti. Figure immerse nelle atmosfere calde e rarefatte dei bagni turchi, nature morte (dalle più classiche “porcellane, ai dipinti di abiti e scarpe), ritratti di bambini che sembrano scandire lo scorrere inesorabile del tempo.
L’artista vive e lavora tra la Francia e Chiavari. Nasce da una famiglia in cui il viaggio è condizione abituale. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza (ha iniziato a dipingere giovanissima) sono vissuti in diversi continenti e questo avrà una importanza fondamentale per la sua formazione artistica. Trasferitasi in India con la famiglia viene affascinata dalla ricchezza delle decorazioni di quel Paese che si caratterizza anche per il rispetto delle differenti espressioni artistiche, dalla più umile forma di artigianato alle grandi opere monumentali. Cinque anni dopo è in Giappone: là dove l’India aveva rappresentato l’esuberanza figurativa, l’arte nipponica le rivela il valore della sintesi e delle forme spogliate dal superfluo. A 19 Anni inizia, in Sud Africa, la sua carriera di pittrice professionista. Le prime opere sono paesaggi, case, manufatti in abbandono. In quel Paese c’è un forte embargo culturale contro il regime e gli intellettuali e gli artisti locali non hanno modo di accedere alle esperienze artistiche che si elaborano all’estero. La prima serie di ritratti sono quelli degli attori con i quali Claude mette in scena alcune pièces: figure prive di identità etnica, come se l’isolamento culturale facesse riemergere, fondendole, tutte le influenze che l’artista ha accumulato negli anni. E’ in questo periodo che iniziano le esposizioni nelle gallerie più importanti del Sud Africa e che sue opere entrano in importanti collezioni pubbliche e private. Prima del rientro in Europa vive dipingendo per tre anni in isolamento nel deserto del Karoo dove ha modo di entrare in simbiosi con la natura circostante e con i pochi esseri umani con i quali viene in contatto.
La mostra che si inaugura il 31 gennaio è una rassegna dei suoi temi più recenti. Figure immerse nelle atmosfere calde e rarefatte dei bagni turchi, nature morte (dalle più classiche “porcellane, ai dipinti di abiti e scarpe), ritratti di bambini che sembrano scandire lo scorrere inesorabile del tempo.
31
gennaio 2004
Claude Jammet
Dal 31 gennaio al 22 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA CRISTINA BUSI
Chiavari, Via Martiri Della Liberazione, 195, (Genova)
Chiavari, Via Martiri Della Liberazione, 195, (Genova)
Orario di apertura
10/12 – 16/19,30 Chiuso l’intera giornata del lunedì e la mattina del martedì
Vernissage
31 Gennaio 2004, ore 17