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Claude Jammet – Hortus conclusus
Esposti una quarantina di raffinati oli su tela dedicati al giardino segreto medievale, luogo misterioso e sacro, in cui la luce e l’ombra hanno la medesima importanza, e dove la presenza umana è affiancata ad un microcosmo in completa assonanza con la natura.
Comunicato stampa
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Claude Jammet, nata in Zimbabwe da genitori francesi, ha vissuto in Kenya, India, Giappone e Sudafrica: ha conosciuto culture molto diverse, caratterizzate dalle proprie tradizioni, dalle proprie filosofie, dal rapporto con la propria terra. Ne è nata una personalità artistica molto singolare, come visibile dalle opere esposte alla Galleria Davico.
La mostra si intitola “Hortus conclusus”, ed è costituita da una quarantina di oli su tela dedicati al giardino segreto medievale, luogo misterioso e sacro, in cui la luce e l’ombra hanno la medesima importanza, e dove la presenza umana è affiancata ad un microcosmo in completa assonanza con la natura.
Nelle sue opere bambini posano tra antiche scale e frammenti di un’archeologia semi-domestica; vecchie ortolane sollevano sguardi da dietro I cespugli fiorati che sono frutto del lavoro di una vita; adolescenti sottilmente ammalianti e quasi ieratiche si adagiano su tappeti di foglie cadute, sullo sbocciare della propria vita. Un delicato e invertebrato sottobosco accompagna -talvolta grazie ad una vera e propria mimesi, talaltra sfidando la timidezza- i frutti per il nostro nutrimento quali zucche e cavoli, o caratterizza i piccoli decori dello spazio in cui viviamo (acquari, vasi, gabbie esotiche).
“L'assoluta assenza di banalità è raggiunta dal sottile e abilissimo quid - ironico, divertente o conturbante -, che il fruitore è sempre sollecitato a cogliere. La portata evocativa di questi risultati pone a volte Claude Jammet in una sorta di “realismo magico” contemporaneo e modernissimo, colmo però di connotazioni antiche, arcaiche, senza tempo” (Daniele Sanguineti e Gianluca Zanelli, dal testo in catalogo).
Quella esposta alla Davico è la produzione più recente dell’artista francese, preceduta negli ultimi anni da riflessioni sui vapori degli hamam, sugli ambienti domestici di una quotidianità borghese ed elegante, sull’umana età dell’inquietudine (l’adolescenza).
Il magnetismo (accompagnato ad una punta di sacra temerarietà) che la natura suscita sulla Jammet è evidenziato inoltre dalla scelta cromatica della sua raffinata pittura: sono prediletti i colori della terra, quelli dell’autunno soprattutto, dai bruni ai verdi muschiati che virano fino all’ocra per lasciare un po’ di spazio, improvvisamente, al rosso vermiglio.
Sue opere si trovano in importanti collezioni in Sudafrica, Germania e Lichtenstein.
La mostra si intitola “Hortus conclusus”, ed è costituita da una quarantina di oli su tela dedicati al giardino segreto medievale, luogo misterioso e sacro, in cui la luce e l’ombra hanno la medesima importanza, e dove la presenza umana è affiancata ad un microcosmo in completa assonanza con la natura.
Nelle sue opere bambini posano tra antiche scale e frammenti di un’archeologia semi-domestica; vecchie ortolane sollevano sguardi da dietro I cespugli fiorati che sono frutto del lavoro di una vita; adolescenti sottilmente ammalianti e quasi ieratiche si adagiano su tappeti di foglie cadute, sullo sbocciare della propria vita. Un delicato e invertebrato sottobosco accompagna -talvolta grazie ad una vera e propria mimesi, talaltra sfidando la timidezza- i frutti per il nostro nutrimento quali zucche e cavoli, o caratterizza i piccoli decori dello spazio in cui viviamo (acquari, vasi, gabbie esotiche).
“L'assoluta assenza di banalità è raggiunta dal sottile e abilissimo quid - ironico, divertente o conturbante -, che il fruitore è sempre sollecitato a cogliere. La portata evocativa di questi risultati pone a volte Claude Jammet in una sorta di “realismo magico” contemporaneo e modernissimo, colmo però di connotazioni antiche, arcaiche, senza tempo” (Daniele Sanguineti e Gianluca Zanelli, dal testo in catalogo).
Quella esposta alla Davico è la produzione più recente dell’artista francese, preceduta negli ultimi anni da riflessioni sui vapori degli hamam, sugli ambienti domestici di una quotidianità borghese ed elegante, sull’umana età dell’inquietudine (l’adolescenza).
Il magnetismo (accompagnato ad una punta di sacra temerarietà) che la natura suscita sulla Jammet è evidenziato inoltre dalla scelta cromatica della sua raffinata pittura: sono prediletti i colori della terra, quelli dell’autunno soprattutto, dai bruni ai verdi muschiati che virano fino all’ocra per lasciare un po’ di spazio, improvvisamente, al rosso vermiglio.
Sue opere si trovano in importanti collezioni in Sudafrica, Germania e Lichtenstein.
22
ottobre 2009
Claude Jammet – Hortus conclusus
Dal 22 ottobre al 21 novembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA DAVICO
Torino, Galleria Subalpina, 30, (Torino)
Torino, Galleria Subalpina, 30, (Torino)
Orario di apertura
dalle 10.00 alle 12.30
Dalle 16.00 alle 19.30
Chiuso Lunedì e Festivi
Vernissage
22 Ottobre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore