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Claudia Cardinale. Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta…
Alla Kasa dei Libri sbarca un mito di quelli che ancora oggi rappresentano un immaginario collettivo femminile conosciuto e condiviso da tutti. Un percorso che presenta materiale multimediale, manifesti, locandine, fotobuste, libri in edizioni originali da tutto il mondo spesso mai visto in Italia.
Comunicato stampa
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Kasa dei Libri in occasione di MovieWeek
presenta la mostra
Claudia Cardinale.
Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta…
A cura di Andrea Kerbaker
14 settembre - 12 ottobre 2018
Inaugurazione 13 settembre ore 18
Kasa dei Libri - Largo De Benedetti, 4 Milano
Alla Kasa dei Libri sbarca un mito. Uno vero, di quelli che ancora oggi rappresentano un immaginario collettivo femminile conosciuto e condiviso da tutti. A partire dal 14 settembre, infatti, in Largo De Benedetti inizia una mostra dedicata a Claudia Cardinale, una delle poche vere dive rimaste nel cinema italiano. Se ne è occupato in persona il padrone di Kasa, Andrea Kerbaker, felice di tornare a una delle sue passioni d’origine, il cinema, sul quale si era anche laureato in tempi non sospetti.
Ma perché proprio la Cardinale? E che c’entra l’indomabile Angelica del Gattopardo con il mondo dei libri? C’entra, c’entra, perché la carriera cinematografica della attrice di origine nordafricana (è nata a Tunisi nel 1938) si è incrociata in moltissime occasioni con la nostra narrativa maggiore, attraverso l’interpretazione di alcune delle più celebri figure femminili di quei libri. Oltre ad Angelica, infatti, la Cardinale è stata la ragazza di Bube, da Carlo Cassola, la Carla degli Indifferenti, da Moravia, Rosa Nicolosi, pericolosamente coinvolta nella sparizione del marito nel Giorno della civetta da Leonardo Sciascia, la Iduzza Ramundo della Storia di Elsa Morante o la Assuntina del Maledetto imbroglio, riduzione cinematografica del Pasticciaccio di Gadda. E ancora, ha interpretato Senilità, dal romanzo di Svevo, La pelle, da Malaparte, o l’Enrico IV dal dramma di Pirandello. Il tutto con la direzione di registi come Visconti o Fellini, (in 8½), Liliana Cavani, Marco Bellocchio,
Luigi Comencini, Mauro Bolognini o Pietro Germi, e incrociando variamente i principali scrittori dell’epoca, da Pasolini - che le dedica le parole del titolo della mostra - a Moravia, autore di un celebre libro-intervista su di lei.
È nata così la mostra Claudia Cardinale. Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta… che inaugura giovedì 13 settembre alle 18 e prosegue fino al 12 ottobre, con apertura tutti i pomeriggi, sabato e domenica inclusi. Un percorso che presenta materiale multimediale - musiche e spezzoni di film - e ovviamente cartaceo come manifesti, locandine, fotobuste, libri in edizioni originali, riviste italiane e internazionali, fotografie, sceneggiature straniere. Materiale che è stato reperito in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, e spesso in Italia non è mai stato esposto.
Attraverso questa varietà di oggetti, si testimonia ampiamente un periodo ricco della nostra cultura, quando cinema e letteratura convivevano e collaboravano strettamente: quasi trent’anni unici, che hanno visto registi e scrittori stretti da legami d’amicizia, in un’epoca che congiungeva Visconti e Testori per Rocco e i suoi fratelli del 1960, tratto dal Ponte della Ghisolfa, mentre Pasolini sceneggiava Il Bell’Antonio, da un romanzo di Vitaliano Brancati, o La ragazza con la valigia (1961) per Zurlini. E la Cardinale sempre tra loro.
Una delle testimonianze più curiose del legame tra letteratura e cinema è un libro intervista del 1963 firmato da Moravia, che inizia in questo modo: “Cara Claudia, io adesso le farò una intervista un po’ particolare.
Lei deve accettare di essere ridotta a oggetto. (…) Non voglio sapere le sue opinioni sulla politica, sull’amore, sull’arte, sulle donne, sugli uomini, sull’Italia…” Claudia Cardinale quindi domanda, “E che cosa mi distingue, allora?”, lo scrittore risponde: “Ciò che lei è come oggetto diverso da tutti gli altri, in termini di ciò che lei è come apparizione”.
In verità, la Claudia Cardinale che emerge da questa mostra è tutto, tranne che un oggetto. Come dice Pasolini nella primissima recensione a Un maledetto imbroglio nel dicembre del 1959, il mondo è “un posto dove sono tutti uomini, maschi. Però si parla sempre di donne”. E la donna al centro è Claudia Cardinale.
Dopo un ingresso gremito di libri sull’attrice dai suoi esordi a oggi e manifesti di alcuni film culto come la Pantera Rosa, la mostra si organizza in tre sale espositive: Sala Visconti, Sala Romanzi, e Sala Morante-Moravia, allestite da Matteo Ferrario e Salvatore Virgillito. In Sala Visconti trova posto ovviamente Il Gattopardo del ’63, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Palma d’oro a Cannes, rappresentato dalla locandina originale incistata nel pavimento della Kasa, e da una messe di riviste internazionali tra cui spicca la prestigiosissima Life, con la Cardinale in copertina. C’è poi Vaghe stelle dell’Orsa, titolo tratto dall'incipit delle Ricordanze, uno dei canti di Giacomo Leopardi, dove la Cardinale interpreta la sensuale Sandra – il film vince il Leone d’Oro a Venezia nel 1965. Ma al festival del cinema l’attrice e Visconti erano già stati in occasione della loro prima collaborazione, in Rocco e i suoi fratelli, del 1960. Infine uno degli ultimi film di Visconti, Gruppo di famiglia in un interno (’74) per cui la Cardinale, che interpreta un cameo, passa solo una giornata sul set e viene descritta dal macchinista Giorgio Treves con dovizia di particolari nel libro del film presente in mostra: “La Cardinale in un attillato vestito da sposa, color champagne chiaro, sembra la materializzazione della giovinezza felice e piena di slanci entusiastici”.
Per tutti gli anni Sessanta, la Cardinale mette a segno un successo dopo l’altro, scegliendo sempre i ruoli giusti e partecipando anche a film molto legati alla narrativa come Il giorno della civetta, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, con cui si apre la Sala Romanzi. Il problema della prostituzione a cavallo delle due guerre, che viene raccontato nella Viaccia, tratta da un libro di fine Ottocento con sceneggiatura firmata da Vasco Pratolini; oppure l’idea di identità e follia dell’Enrico IV di Pirandello, diretto da Bellocchio nel 1984, in cui la Cardinale interpreta l’ancora bellissima Matilde. E poi il legame con Carlo Cassola, testimoniato anche dalla copia originale dell’Espresso che ritrae attrice e scrittore insieme in occasione del premio Strega 1960 vinto dalla Ragazza di Bube. Nella Sala viene esposta anche la prima edizione del libro accanto alle edizioni successive, a raccontare il passaggio dalla prima immagine iconica della protagonista, da un quadro di Zandomeneghi alla Cardinale, che dal film in poi occuperà stabilmente la copertina del romanzo. Letteratura e cinema in quel periodo vivono una stagione particolare, ricca di scambi, contaminazioni, incontri, come quello tra l’attrice e Pier Paolo Pasolini, nato sul set di Un maledetto imbroglio (1959) tratto da Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, consolidato con La ragazza con la valigia e Il bell’Antonio, sceneggiati da Pasolini e dove Claudia Cardinale è protagonista assoluta. Anche di tutti questi film sono presenti abbondanti materiali d’epoca.
La terza sezione in mostra è dedicata ad Alberto Moravia ed Elsa Morante: nella sala omonima il pubblico ritroverà l’intervista dello scrittore già citata, così come la locandina originale e un disco a 45 giri con la colonna sonora del film I delfini, sceneggiato dallo stesso Moravia, con la Cardinale protagonista. Nella stessa sala i visitatori troveranno la prima edizione originale degli Gli indifferenti, pubblicata nel 1929, e Claudia Cardinale nelle vesti di Carla, a solo qualche anno di distanza dal primo incontro con lo scrittore (1964).
Passano più di due decenni, invece, prima della versione per la televisione della Storia, una dei ruoli più drammatici di Claudia Cardinale, diretta da Luigi Comencini che decide di sceneggiare nel 1986 il romanzo di Elsa Morante, pubblicato nel 1974. Di questo, in mostra, la prima edizione, che su desiderio dell’autrice venne venduta alla cifra molto contenuta di 2mila lire per renderla accessibile al pubblico più vasto. La trasposizione per la televisione di dieci anni dopo conferma l’idea di una narrativa italiana capace di raccontare la storia del nostro Paese anche attraverso il volto di un’attrice simbolo della cultura popolare.
Per tutta la durata della mostra la Kasa dei Libri organizzerà dei laboratori per le classi delle scuole superiori durante i quali i ragazzi lavoreranno su alcuni dei testi più celebri della letteratura italiana, già interpretati da Claudia Cardinale, e cercheranno di adattare dialoghi e tematiche all’attualità.
presenta la mostra
Claudia Cardinale.
Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta…
A cura di Andrea Kerbaker
14 settembre - 12 ottobre 2018
Inaugurazione 13 settembre ore 18
Kasa dei Libri - Largo De Benedetti, 4 Milano
Alla Kasa dei Libri sbarca un mito. Uno vero, di quelli che ancora oggi rappresentano un immaginario collettivo femminile conosciuto e condiviso da tutti. A partire dal 14 settembre, infatti, in Largo De Benedetti inizia una mostra dedicata a Claudia Cardinale, una delle poche vere dive rimaste nel cinema italiano. Se ne è occupato in persona il padrone di Kasa, Andrea Kerbaker, felice di tornare a una delle sue passioni d’origine, il cinema, sul quale si era anche laureato in tempi non sospetti.
Ma perché proprio la Cardinale? E che c’entra l’indomabile Angelica del Gattopardo con il mondo dei libri? C’entra, c’entra, perché la carriera cinematografica della attrice di origine nordafricana (è nata a Tunisi nel 1938) si è incrociata in moltissime occasioni con la nostra narrativa maggiore, attraverso l’interpretazione di alcune delle più celebri figure femminili di quei libri. Oltre ad Angelica, infatti, la Cardinale è stata la ragazza di Bube, da Carlo Cassola, la Carla degli Indifferenti, da Moravia, Rosa Nicolosi, pericolosamente coinvolta nella sparizione del marito nel Giorno della civetta da Leonardo Sciascia, la Iduzza Ramundo della Storia di Elsa Morante o la Assuntina del Maledetto imbroglio, riduzione cinematografica del Pasticciaccio di Gadda. E ancora, ha interpretato Senilità, dal romanzo di Svevo, La pelle, da Malaparte, o l’Enrico IV dal dramma di Pirandello. Il tutto con la direzione di registi come Visconti o Fellini, (in 8½), Liliana Cavani, Marco Bellocchio,
Luigi Comencini, Mauro Bolognini o Pietro Germi, e incrociando variamente i principali scrittori dell’epoca, da Pasolini - che le dedica le parole del titolo della mostra - a Moravia, autore di un celebre libro-intervista su di lei.
È nata così la mostra Claudia Cardinale. Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta… che inaugura giovedì 13 settembre alle 18 e prosegue fino al 12 ottobre, con apertura tutti i pomeriggi, sabato e domenica inclusi. Un percorso che presenta materiale multimediale - musiche e spezzoni di film - e ovviamente cartaceo come manifesti, locandine, fotobuste, libri in edizioni originali, riviste italiane e internazionali, fotografie, sceneggiature straniere. Materiale che è stato reperito in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, e spesso in Italia non è mai stato esposto.
Attraverso questa varietà di oggetti, si testimonia ampiamente un periodo ricco della nostra cultura, quando cinema e letteratura convivevano e collaboravano strettamente: quasi trent’anni unici, che hanno visto registi e scrittori stretti da legami d’amicizia, in un’epoca che congiungeva Visconti e Testori per Rocco e i suoi fratelli del 1960, tratto dal Ponte della Ghisolfa, mentre Pasolini sceneggiava Il Bell’Antonio, da un romanzo di Vitaliano Brancati, o La ragazza con la valigia (1961) per Zurlini. E la Cardinale sempre tra loro.
Una delle testimonianze più curiose del legame tra letteratura e cinema è un libro intervista del 1963 firmato da Moravia, che inizia in questo modo: “Cara Claudia, io adesso le farò una intervista un po’ particolare.
Lei deve accettare di essere ridotta a oggetto. (…) Non voglio sapere le sue opinioni sulla politica, sull’amore, sull’arte, sulle donne, sugli uomini, sull’Italia…” Claudia Cardinale quindi domanda, “E che cosa mi distingue, allora?”, lo scrittore risponde: “Ciò che lei è come oggetto diverso da tutti gli altri, in termini di ciò che lei è come apparizione”.
In verità, la Claudia Cardinale che emerge da questa mostra è tutto, tranne che un oggetto. Come dice Pasolini nella primissima recensione a Un maledetto imbroglio nel dicembre del 1959, il mondo è “un posto dove sono tutti uomini, maschi. Però si parla sempre di donne”. E la donna al centro è Claudia Cardinale.
Dopo un ingresso gremito di libri sull’attrice dai suoi esordi a oggi e manifesti di alcuni film culto come la Pantera Rosa, la mostra si organizza in tre sale espositive: Sala Visconti, Sala Romanzi, e Sala Morante-Moravia, allestite da Matteo Ferrario e Salvatore Virgillito. In Sala Visconti trova posto ovviamente Il Gattopardo del ’63, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Palma d’oro a Cannes, rappresentato dalla locandina originale incistata nel pavimento della Kasa, e da una messe di riviste internazionali tra cui spicca la prestigiosissima Life, con la Cardinale in copertina. C’è poi Vaghe stelle dell’Orsa, titolo tratto dall'incipit delle Ricordanze, uno dei canti di Giacomo Leopardi, dove la Cardinale interpreta la sensuale Sandra – il film vince il Leone d’Oro a Venezia nel 1965. Ma al festival del cinema l’attrice e Visconti erano già stati in occasione della loro prima collaborazione, in Rocco e i suoi fratelli, del 1960. Infine uno degli ultimi film di Visconti, Gruppo di famiglia in un interno (’74) per cui la Cardinale, che interpreta un cameo, passa solo una giornata sul set e viene descritta dal macchinista Giorgio Treves con dovizia di particolari nel libro del film presente in mostra: “La Cardinale in un attillato vestito da sposa, color champagne chiaro, sembra la materializzazione della giovinezza felice e piena di slanci entusiastici”.
Per tutti gli anni Sessanta, la Cardinale mette a segno un successo dopo l’altro, scegliendo sempre i ruoli giusti e partecipando anche a film molto legati alla narrativa come Il giorno della civetta, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, con cui si apre la Sala Romanzi. Il problema della prostituzione a cavallo delle due guerre, che viene raccontato nella Viaccia, tratta da un libro di fine Ottocento con sceneggiatura firmata da Vasco Pratolini; oppure l’idea di identità e follia dell’Enrico IV di Pirandello, diretto da Bellocchio nel 1984, in cui la Cardinale interpreta l’ancora bellissima Matilde. E poi il legame con Carlo Cassola, testimoniato anche dalla copia originale dell’Espresso che ritrae attrice e scrittore insieme in occasione del premio Strega 1960 vinto dalla Ragazza di Bube. Nella Sala viene esposta anche la prima edizione del libro accanto alle edizioni successive, a raccontare il passaggio dalla prima immagine iconica della protagonista, da un quadro di Zandomeneghi alla Cardinale, che dal film in poi occuperà stabilmente la copertina del romanzo. Letteratura e cinema in quel periodo vivono una stagione particolare, ricca di scambi, contaminazioni, incontri, come quello tra l’attrice e Pier Paolo Pasolini, nato sul set di Un maledetto imbroglio (1959) tratto da Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, consolidato con La ragazza con la valigia e Il bell’Antonio, sceneggiati da Pasolini e dove Claudia Cardinale è protagonista assoluta. Anche di tutti questi film sono presenti abbondanti materiali d’epoca.
La terza sezione in mostra è dedicata ad Alberto Moravia ed Elsa Morante: nella sala omonima il pubblico ritroverà l’intervista dello scrittore già citata, così come la locandina originale e un disco a 45 giri con la colonna sonora del film I delfini, sceneggiato dallo stesso Moravia, con la Cardinale protagonista. Nella stessa sala i visitatori troveranno la prima edizione originale degli Gli indifferenti, pubblicata nel 1929, e Claudia Cardinale nelle vesti di Carla, a solo qualche anno di distanza dal primo incontro con lo scrittore (1964).
Passano più di due decenni, invece, prima della versione per la televisione della Storia, una dei ruoli più drammatici di Claudia Cardinale, diretta da Luigi Comencini che decide di sceneggiare nel 1986 il romanzo di Elsa Morante, pubblicato nel 1974. Di questo, in mostra, la prima edizione, che su desiderio dell’autrice venne venduta alla cifra molto contenuta di 2mila lire per renderla accessibile al pubblico più vasto. La trasposizione per la televisione di dieci anni dopo conferma l’idea di una narrativa italiana capace di raccontare la storia del nostro Paese anche attraverso il volto di un’attrice simbolo della cultura popolare.
Per tutta la durata della mostra la Kasa dei Libri organizzerà dei laboratori per le classi delle scuole superiori durante i quali i ragazzi lavoreranno su alcuni dei testi più celebri della letteratura italiana, già interpretati da Claudia Cardinale, e cercheranno di adattare dialoghi e tematiche all’attualità.
13
settembre 2018
Claudia Cardinale. Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta…
Dal 13 settembre al 12 ottobre 2018
fotografia
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
KASA DEI LIBRI
Milano, Largo Aldo De Benedetti, 4, (Milano)
Milano, Largo Aldo De Benedetti, 4, (Milano)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 15 alle 19
Vernissage
13 Settembre 2018, ore 18
Autore
Curatore