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Claudia Carducci – Fisionomie dell’anima
Claudia Carducci dipinge perché la sua figura possa essere somma dei sensi e della mente.
Comunicato stampa
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RSC Bucintoro e Bucintoro Cultura nell'ambito del progetto Art&salE hanno il piacere di invitare la SV sabato 26 giugno alle ore 18.00 al vernissage "FISIONOMIE DELL'ANIMA" di Claudia Carducci, a cura del prof. Alberto D'Atanasio, presso i Magazzini del Sale, Dorsoduro 263 - Venezia. La mostra rimarrà aperta al pubblico da martedì 22 giugno a domenica 4 luglio 2010, dalle ore 10.00 alle 17.00.
C’è un tipo di pittura che riassume la raffigurazione e la rappresentazione; in genere è facile capire dove il pittore cerca di riportare con colori e forme ciò che è ricordo, memoria, storia.
Altra cosa è dover raffigurare ciò che per antonomasia non può aver figura: le sensazioni, i sentimenti, le emozioni.
Claudia Carducci dipinge perché la sua figura possa essere somma dei sensi e della mente.
E’ come se Apoleio fosse l’ispiratore del percorso artistico di questa giovane donna acerba come la sua pittura, acerbo come il suo intendere la vita, acerbo come ogni cosa e frutto che nasce da un fiore e dalla passione, dalla voluttà e forse, non a caso, la passione per Esiodo era figlia di Eros e di Psiche.
Per la Carducci il monocromo sono tonalità di grigio e di nero, è il colore dell’universo, dell’infinito, quasi che l’universo sia l’espressione di tutti gli aneliti dell’uomo, come se l’universo stesso, o, meglio, la volta stellata non fosse altro che un contenitore di speranze, di rabbie, di desideri. Il nero, per questa pittrice, è notte e tenebra, è superamento di contrarietà, è passaggio tra un’alba e l’altra, è il tempo che frena la sua inesorabile corsa e lascia che i sogni ci parlino dell’anima.
Per la Carducci il colore è luce che si identifica nell’oro. Le sue cromie, che dosa e bilancia sapientemente nella composizione di ogni opera, sono come tonalità musicali, nulla è lasciato al caso.
E così l’esperienza che fu di Klimt in Claudia Carducci si attualizza in un cromatismo che associa il tono musicale a quello del colore, quasi che ogni opera fosse una composizione musicale da ascoltare con i sensi dell’anima.
La donna che Claudia dipinge è il femminile che è tramite tra la razionalità e il mistero che in essa si svela.
Non è solo mera sensualità, banale nudità di una Afrodite fin troppo osservata: è il vero ponte tra la sfera terrestre e quella celeste e arcana: la donna madre e sposa dell’universo. Nei suoi dipinti c’è il divenire e la volontà di fare ricerca su tecnica e concetti. Nei suoi nudi, c’è la forza curiosa dell’adolescente, c’è la delusione di chi si trova ad essere al varco tra donna e ragazza, c’è la paura del tempo che segna la sua traccia sull’involucro che copre l’anima, c’è la tenacia di chi sa che ogni giorno ha una nuova alba e un nuovo tramonto ancora da esplorare.
A. D’Atanasio
Claudia Carducci vive e lavora a Foligno. Dopo essersi laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università della Tuscia di Viterbo, si specializza in pittura presso l’International Art School di Terni. Si dedica soprattutto a un genere di pittura dove prevale la figura umana con tagli determinanti e giochi essenziali di luce ed ombra.
Principali mostre, concorsi ed eventi:
19-31 Dicembre 2007: Personale di pittura presso il Nika Sound Lounge Bar di Spello (PG)
1-30 Giugno 2008: “Tra Micro e Macro” –Galleria Hesperia di Pomezia (RM)
19 Luglio – 24 Agosto 2008: Spazio Eventi Mondadori “Possesso Corpo & Ossessioni” – Piazza San Marco di Venezia
4-17 Agosto 2008: “Astri e Disastri…l’Arte corregge la natura” - Nocera Umbra (PG)
Dicembre 2008: 2° premio ex-equo – Sezione pittura del concorso “15 minuti con le Muse” bandito dal Comune di Foligno (PG)
8-15 Marzo 2009: Mostra Chiesa di S. Maria di Betlem, Foligno (PG)
24-27 Settembre 2009: “I Primi ai ‘primi…’” – Foligno (PG)
C’è un tipo di pittura che riassume la raffigurazione e la rappresentazione; in genere è facile capire dove il pittore cerca di riportare con colori e forme ciò che è ricordo, memoria, storia.
Altra cosa è dover raffigurare ciò che per antonomasia non può aver figura: le sensazioni, i sentimenti, le emozioni.
Claudia Carducci dipinge perché la sua figura possa essere somma dei sensi e della mente.
E’ come se Apoleio fosse l’ispiratore del percorso artistico di questa giovane donna acerba come la sua pittura, acerbo come il suo intendere la vita, acerbo come ogni cosa e frutto che nasce da un fiore e dalla passione, dalla voluttà e forse, non a caso, la passione per Esiodo era figlia di Eros e di Psiche.
Per la Carducci il monocromo sono tonalità di grigio e di nero, è il colore dell’universo, dell’infinito, quasi che l’universo sia l’espressione di tutti gli aneliti dell’uomo, come se l’universo stesso, o, meglio, la volta stellata non fosse altro che un contenitore di speranze, di rabbie, di desideri. Il nero, per questa pittrice, è notte e tenebra, è superamento di contrarietà, è passaggio tra un’alba e l’altra, è il tempo che frena la sua inesorabile corsa e lascia che i sogni ci parlino dell’anima.
Per la Carducci il colore è luce che si identifica nell’oro. Le sue cromie, che dosa e bilancia sapientemente nella composizione di ogni opera, sono come tonalità musicali, nulla è lasciato al caso.
E così l’esperienza che fu di Klimt in Claudia Carducci si attualizza in un cromatismo che associa il tono musicale a quello del colore, quasi che ogni opera fosse una composizione musicale da ascoltare con i sensi dell’anima.
La donna che Claudia dipinge è il femminile che è tramite tra la razionalità e il mistero che in essa si svela.
Non è solo mera sensualità, banale nudità di una Afrodite fin troppo osservata: è il vero ponte tra la sfera terrestre e quella celeste e arcana: la donna madre e sposa dell’universo. Nei suoi dipinti c’è il divenire e la volontà di fare ricerca su tecnica e concetti. Nei suoi nudi, c’è la forza curiosa dell’adolescente, c’è la delusione di chi si trova ad essere al varco tra donna e ragazza, c’è la paura del tempo che segna la sua traccia sull’involucro che copre l’anima, c’è la tenacia di chi sa che ogni giorno ha una nuova alba e un nuovo tramonto ancora da esplorare.
A. D’Atanasio
Claudia Carducci vive e lavora a Foligno. Dopo essersi laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università della Tuscia di Viterbo, si specializza in pittura presso l’International Art School di Terni. Si dedica soprattutto a un genere di pittura dove prevale la figura umana con tagli determinanti e giochi essenziali di luce ed ombra.
Principali mostre, concorsi ed eventi:
19-31 Dicembre 2007: Personale di pittura presso il Nika Sound Lounge Bar di Spello (PG)
1-30 Giugno 2008: “Tra Micro e Macro” –Galleria Hesperia di Pomezia (RM)
19 Luglio – 24 Agosto 2008: Spazio Eventi Mondadori “Possesso Corpo & Ossessioni” – Piazza San Marco di Venezia
4-17 Agosto 2008: “Astri e Disastri…l’Arte corregge la natura” - Nocera Umbra (PG)
Dicembre 2008: 2° premio ex-equo – Sezione pittura del concorso “15 minuti con le Muse” bandito dal Comune di Foligno (PG)
8-15 Marzo 2009: Mostra Chiesa di S. Maria di Betlem, Foligno (PG)
24-27 Settembre 2009: “I Primi ai ‘primi…’” – Foligno (PG)
26
giugno 2010
Claudia Carducci – Fisionomie dell’anima
Dal 26 giugno al 04 luglio 2010
arte contemporanea
Location
MAGAZZINI DEL SALE – REALE SOCIETA’ CANOTTIERI BUCINTORO
Venezia, Dorsoduro, 263, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 263, (Venezia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 17:00, escluso il lunedì.
Vernissage
26 Giugno 2010, ore 18
Autore
Curatore