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Claudio Andreoli – Stay hungry, Stay foolish
In galleria ci saranno 12 opere riprodotte ognuna per 100 volte, alcune sono piccole e semplici affiancate da un unico ritratto di Jobs, il primo realizzato in assoluto da Andreoli
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un grido, forse un allarme. Si presenta così la personale di Claudio Andreoli a cura di Sarah Palermo, che sarà aperta
dal 27 novembre alle ore 19 al 3 dicembre 2012, presso la Interazioni Art Gallery di Piazza Mattei, 14 a Roma.
Stay foolish, stay hungry, un omaggio alla conclusione del discorso di Steve Jobs ai laureandi dell’Università di Stanford,
ma anche a noi. L’apertura dell’esposizione non sarà la classica inaugurazione a cui tutti siamo abituati a partecipare,
ma un’esortazione a non desistere, un rimprovero contro chi si arrende, contro l’arte che non è fatta solo di artisti nel
senso più comune ed attuale del termine, ma di studiosi attenti, di ricercatori e di tutti coloro che lavorano. Dietro ogni
azione d’arte c’è l’Esercizio, lo Studio, l’Intento ed è con questi cardini che si inizia a comprendere il principio primo di
Claudio Andreoli.
Una forte spinta lo ha condotto ad offrire sé stesso in qualità di non artista, ma pittore, scultore, fotografo, designer,
architetto, grafico, video artista, scrittore, incisore, vignettista, numismatico, stampatore, street artist ed installatore. Un
numero infinito di ruoli per una gran quantità di opere offerte al suo pubblico ad un prezzo “politico” volto a rifiutare ogni
tipo di selezione.
In galleria ci saranno 12 opere riprodotte ognuna per 100 volte, alcune sono piccole e semplici affiancate da un unico
ritratto di Jobs, il primo realizzato in assoluto da Andreoli.
L’azione anche se ripetuta, è un atto di fede, perché l’idea si reitera, ma il gesto istantaneo di una ricerca grafica,
estetica e poetica, una volta violento ed in un secondo tempo più riflessivo, si rinnova senza privarsi di quell’essenza
originale, teorizzata da Walter Benjamin, padre del concetto di “aura”, la luce diffusa immaginaria che circonda i Santi e
ed avvolge le rarità, che perde valore nel momento di riproduzione tecnica dell’opera.
Le 100 proposte di Andreoli giocano sul tema della “Riproduzione Riservata ©". La ripetizione dell’opera genera
meccanismi che pongono il pubblico davanti alla questione della produzione industriale. Cinque sono i colori leitmotiv
dell’esposizione, che si presenteranno in diversi formati proposti dall’artista, come forte richiamo alla grande ricerca
cromatica svolta da Steve Jobs durante la progettazione dei più noti beni di consumo entrati a far parte della nostra vita
quotidiana come Ipod, Ipad e Iphone.
Il passato novecentesco avrà un respiro ampio negli spazi della galleria, probabilmente una tendenza nostalgica
dell’artista che non lo considera come un ordine lineare, bensì come un’esperienza originaria tra un ieri ed un oggi con
nuovi registri stilistici. Andreoli porta con sé il tema di denuncia del materialismo come realtà filosofica di trasformazione
imperitura. Il progetto si sviluppa attraverso la valutazione dei vari processi di produzione e di materiale necessario.
L’aspetto pratico della realizzazione avviene in un secondo momento mediante il ciclo di lavorazione, l’attività si svolge
in sequenza e non simultaneamente, ciò comporta una durata relativamente dilatata nel tempo, che conferisce all’opera
quell’impercettibile variazione che la rende unica.
L’opera che Andreoli presenta è una collezione privata composta essenzialmente da un gruppo di pezzi. Il collezionista
si farà possessore di una testa, un acrilico, un bassorilievo, un altorilievo, una grafica, una foto, un carboncino, una
matita, un olio esclusivamente senza supporto, una moneta, una stampa ad inchiostro, una vignetta umoristica, uno
scritto e un video che si ripetono tutti indistintamente ed ossessivamente per 100 volte.
È stata una fatica fisica ed intellettuale immane produrre oltre 1200 elementi per una “foolish” che indaga sul valore,
sulla percezione, sulla diffusione, sulla lettura, sulla fruizione dell’arte contemporanea e per una “hungry” che abbraccia
la ricerca. Una riflessione sul vetro, sullo schermo che ci separa dalla Gioconda. L’artista non si riferisce solo al vetro
blindato posto a 5 centimetri dalla tela storica, ma soprattutto ai monitor dei nostri Ipad che ci distaccano inesorabilmente
dall’arte. Il pensiero va anche alla protezione della vetrina delle gallerie d’arte. Al vetro invisibile, impalpabile, inscalfibile
delle quotazioni milionarie delle grandi opere. Ma soprattutto al vetro che piantato, inchiodato, inglobato nelle nostre
teste ci costringe a stare lontano dall’arte. Steve Jobs ci propone con successo un mondo dietro un vetro da 9,7 pollici,
Claudio Andreoli un mondo senza vetro. Un’arte da toccare, dove sporcarsi, che non ricerca il valore “culturale” nella
sopravvalutazione della stima economica. Quando non si vende un’opera è una sconfitta durissima per l’artista. In futuro
le cose cambiano, gli autori d’arte vengono reinterpretati, valorizzati, osannati. Ma la dura sconfitta rimane lì sul campo
per sempre.
Come tutte le piccole grandi esposizioni, anche questa serata concederà il suo corollario di eventi collaterali:
“Free art for children” – Temporary gallery
L’arte per i più piccini, in una microgalleria temporanea saranno esposti 100 lavori free. Perché solo un bambino può
vedere le cose come sono veramente, anche la Gioconda può essere percepita solo ed esattamente come “un disegno”.
“Effetti collaterali” – Opera unica collettiva di 100 artisti e non
Due elementi che si incontrano, la Gioconda e l’Ipad da cui Andreoli ne esce sconfitto, in una posizione marginale. Per
questo un quadro vergine di 190x140 cm sarà dipinto in galleria da 100 persone differenti, non artisti, persone. Duchamp
in quanto tale, con il suo potere magico ha trasformato una ruota di bicicletta in un’opera d’arte. Andreoli con questa
operazione intende trasformare 100 persone in 100 artisti che saranno sempre citati come autori, viaggeranno sempre
insieme all’opera che vivrà il rischio di finire nel nulla. Un’operazione che potrebbe portare tutti, un domani, chissà
dove, da un rigattiere, in una casa, in un museo. Non siamo noi a deciderlo. L’arte può aprire solo delle strade, non può
decidere o sapere chi le percorrerà.
“Fuori salone” – Molto altro
Alcuni oggetti della collezione privata di Andreoli che non appartengono a “Stay hungry, Stay foolish” saranno presentati
parallelamente all’esposizione.
ANDREOLI CLAUDIO
Architetto
Nato nel 1962 a Roma dove vive e lavora.
dal 27 novembre alle ore 19 al 3 dicembre 2012, presso la Interazioni Art Gallery di Piazza Mattei, 14 a Roma.
Stay foolish, stay hungry, un omaggio alla conclusione del discorso di Steve Jobs ai laureandi dell’Università di Stanford,
ma anche a noi. L’apertura dell’esposizione non sarà la classica inaugurazione a cui tutti siamo abituati a partecipare,
ma un’esortazione a non desistere, un rimprovero contro chi si arrende, contro l’arte che non è fatta solo di artisti nel
senso più comune ed attuale del termine, ma di studiosi attenti, di ricercatori e di tutti coloro che lavorano. Dietro ogni
azione d’arte c’è l’Esercizio, lo Studio, l’Intento ed è con questi cardini che si inizia a comprendere il principio primo di
Claudio Andreoli.
Una forte spinta lo ha condotto ad offrire sé stesso in qualità di non artista, ma pittore, scultore, fotografo, designer,
architetto, grafico, video artista, scrittore, incisore, vignettista, numismatico, stampatore, street artist ed installatore. Un
numero infinito di ruoli per una gran quantità di opere offerte al suo pubblico ad un prezzo “politico” volto a rifiutare ogni
tipo di selezione.
In galleria ci saranno 12 opere riprodotte ognuna per 100 volte, alcune sono piccole e semplici affiancate da un unico
ritratto di Jobs, il primo realizzato in assoluto da Andreoli.
L’azione anche se ripetuta, è un atto di fede, perché l’idea si reitera, ma il gesto istantaneo di una ricerca grafica,
estetica e poetica, una volta violento ed in un secondo tempo più riflessivo, si rinnova senza privarsi di quell’essenza
originale, teorizzata da Walter Benjamin, padre del concetto di “aura”, la luce diffusa immaginaria che circonda i Santi e
ed avvolge le rarità, che perde valore nel momento di riproduzione tecnica dell’opera.
Le 100 proposte di Andreoli giocano sul tema della “Riproduzione Riservata ©". La ripetizione dell’opera genera
meccanismi che pongono il pubblico davanti alla questione della produzione industriale. Cinque sono i colori leitmotiv
dell’esposizione, che si presenteranno in diversi formati proposti dall’artista, come forte richiamo alla grande ricerca
cromatica svolta da Steve Jobs durante la progettazione dei più noti beni di consumo entrati a far parte della nostra vita
quotidiana come Ipod, Ipad e Iphone.
Il passato novecentesco avrà un respiro ampio negli spazi della galleria, probabilmente una tendenza nostalgica
dell’artista che non lo considera come un ordine lineare, bensì come un’esperienza originaria tra un ieri ed un oggi con
nuovi registri stilistici. Andreoli porta con sé il tema di denuncia del materialismo come realtà filosofica di trasformazione
imperitura. Il progetto si sviluppa attraverso la valutazione dei vari processi di produzione e di materiale necessario.
L’aspetto pratico della realizzazione avviene in un secondo momento mediante il ciclo di lavorazione, l’attività si svolge
in sequenza e non simultaneamente, ciò comporta una durata relativamente dilatata nel tempo, che conferisce all’opera
quell’impercettibile variazione che la rende unica.
L’opera che Andreoli presenta è una collezione privata composta essenzialmente da un gruppo di pezzi. Il collezionista
si farà possessore di una testa, un acrilico, un bassorilievo, un altorilievo, una grafica, una foto, un carboncino, una
matita, un olio esclusivamente senza supporto, una moneta, una stampa ad inchiostro, una vignetta umoristica, uno
scritto e un video che si ripetono tutti indistintamente ed ossessivamente per 100 volte.
È stata una fatica fisica ed intellettuale immane produrre oltre 1200 elementi per una “foolish” che indaga sul valore,
sulla percezione, sulla diffusione, sulla lettura, sulla fruizione dell’arte contemporanea e per una “hungry” che abbraccia
la ricerca. Una riflessione sul vetro, sullo schermo che ci separa dalla Gioconda. L’artista non si riferisce solo al vetro
blindato posto a 5 centimetri dalla tela storica, ma soprattutto ai monitor dei nostri Ipad che ci distaccano inesorabilmente
dall’arte. Il pensiero va anche alla protezione della vetrina delle gallerie d’arte. Al vetro invisibile, impalpabile, inscalfibile
delle quotazioni milionarie delle grandi opere. Ma soprattutto al vetro che piantato, inchiodato, inglobato nelle nostre
teste ci costringe a stare lontano dall’arte. Steve Jobs ci propone con successo un mondo dietro un vetro da 9,7 pollici,
Claudio Andreoli un mondo senza vetro. Un’arte da toccare, dove sporcarsi, che non ricerca il valore “culturale” nella
sopravvalutazione della stima economica. Quando non si vende un’opera è una sconfitta durissima per l’artista. In futuro
le cose cambiano, gli autori d’arte vengono reinterpretati, valorizzati, osannati. Ma la dura sconfitta rimane lì sul campo
per sempre.
Come tutte le piccole grandi esposizioni, anche questa serata concederà il suo corollario di eventi collaterali:
“Free art for children” – Temporary gallery
L’arte per i più piccini, in una microgalleria temporanea saranno esposti 100 lavori free. Perché solo un bambino può
vedere le cose come sono veramente, anche la Gioconda può essere percepita solo ed esattamente come “un disegno”.
“Effetti collaterali” – Opera unica collettiva di 100 artisti e non
Due elementi che si incontrano, la Gioconda e l’Ipad da cui Andreoli ne esce sconfitto, in una posizione marginale. Per
questo un quadro vergine di 190x140 cm sarà dipinto in galleria da 100 persone differenti, non artisti, persone. Duchamp
in quanto tale, con il suo potere magico ha trasformato una ruota di bicicletta in un’opera d’arte. Andreoli con questa
operazione intende trasformare 100 persone in 100 artisti che saranno sempre citati come autori, viaggeranno sempre
insieme all’opera che vivrà il rischio di finire nel nulla. Un’operazione che potrebbe portare tutti, un domani, chissà
dove, da un rigattiere, in una casa, in un museo. Non siamo noi a deciderlo. L’arte può aprire solo delle strade, non può
decidere o sapere chi le percorrerà.
“Fuori salone” – Molto altro
Alcuni oggetti della collezione privata di Andreoli che non appartengono a “Stay hungry, Stay foolish” saranno presentati
parallelamente all’esposizione.
ANDREOLI CLAUDIO
Architetto
Nato nel 1962 a Roma dove vive e lavora.
27
novembre 2012
Claudio Andreoli – Stay hungry, Stay foolish
Dal 27 novembre al 03 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
INTERAZIONI ARTGALLERY
Roma, Piazza Mattei, 14, (Roma)
Roma, Piazza Mattei, 14, (Roma)
Orario di apertura
Lunedì 10.00-13.00, dal martedì al sabato 10-13/16-19
Vernissage
27 Novembre 2012, ore 19
Autore
Curatore