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Claudio Barontini – Portaits of celebrities
Dopo il successo della mostra alla “Factory Art Design” di Livorno, infatti, la personale “Portraits of celebrities” si sposta, ampliata (con circa 80 scatti esposti), nella città ligure in cui Barontini vive da anni. Si tratta di una serie di ritratti in bianco e nero che immortalano nobili, artisti, attori, stilisti…di fama anche internazionale, tutti rigorosamente in posa davanti all’obiettivo di Barontini.
Comunicato stampa
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La Spezia. Una galleria fotografica di personaggi celebri. Sarà questo la nuova mostra del fotografo Claudio Barontini, dal 18 febbraio in scena nella prestigiosa sede museale della Palazzina delle Arti "Lucio Roberto Rosaia" di La Spezia. Dopo il successo della mostra alla "Factory Art Design" di Livorno, infatti, la personale "Portraits of celebrities" si sposta, ampliata (con circa 80 scatti esposti), nella città ligure in cui Barontini vive da anni. Si tratta di una serie di ritratti in bianco e nero che immortalano nobili, artisti, attori, stilisti...di fama anche internazionale, tutti rigorosamente in posa davanti all'obiettivo di Barontini. C'è, per esempio, il ritratto del Principe Carlo d'Inghilterra, quello dello stilista John Richmond e della regina dello stile punk Vivienne Westwood, uno scatto all'irriverente cantante Liam Gallagher degli Oasis, foto agli scultori Fernando Botero e Pietro Cascella. E poi, tra gli italiani, sono stati immortalati I Pooh, Carlo Verdone, Vittorio Gassmann, Mario Monicelli e moltissime altre celebrità ancora...Oltre a riassumere l'ultimo ventennio attraverso le immagini di alcuni personaggi tra i più rappresentativi, la mostra dunque mette in luce il virtuosismo del fotografo che, mosso da un gusto sempre elegante e pulito, gioca con le luci e con le scale dei grigi, creando atmosfere intime in cui si muovono i personaggi, quasi a instaurare un dialogo diretto con l'osservatore. La mostra - realizzata con il patrocinio del Comune di Livorno e dell'Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia - resterà aperta fino al 10 Aprile. Per l'occasione è stato pubblicato un catalogo, edito da Bandecchi & Vivaldi di Pontedera, con due interessanti saggi di Marzia Ratti (direttore dell'Istituzione per i servizi culturali di La Spezia) e del critico Valerio P. Cremolini, oltre a un bel ricordo della scultrice svizzera Cordelia Von den Steinen, che racconta del rapporto lavorativo e d'amicizia tra Barontini e lo scultore Pietro Cascella.
BREVI CENNI CRITICI
«...Mai un'incertezza, mai un tradimento del personaggio ritratto, semmai l'aggiunta di un particolare o di un contesto che ne esaltano il fascino o il carattere.Al ritratto fotografico Claudio Barontini ha dedicato gran parte delle sue energie e lo si percepisce osservando la cura delle inquadrature e la raffinatezza del bianco/nero che ostinatamente non ha voluto abbandonare. Le immagini datano dagli anni Novanta ad oggi, ma a parte le informazioni che possiamo trarre dall'età dei personaggi, si direbbero tutte coeve, segno che il linguaggio di Barontini è così maturo da non soggiacere alle influenze del tempo. Anche il suo gusto di ritrattista appare delineato con chiarezza: abolisce dettagli superflui ed esige concentrazione, ma allo stesso tempo sa costruire un feeling emotivo col soggetto, sicuramente raggiunto dopo sequenze ripetute di scatti. Con alcuni il legame è più intenso, si va oltre la maestria professionale e si toccano corde più profonde, come nel volto di Pietro Cascella colto nell'intensità di una sua tipica espressione che poteva esser fissata soltanto dalla sensibilità di uno sguardo benevolo e amico».
Dott.ssa Marzia Ratti
Direttore Istituzione per i servizi culturali e museali
del Comune di La Spezia
«...Ebbene, se per classico si intende un connotato che fa l'opera d'arte resistente alle mode e intramontabile nel tempo, la ritrattistica di Barontini merita tale qualificazione, poiché le fotografie che la compongono perseguono quella inalterabile chiarezza formale, che si declina con l'esigenza di verità richiamata in precedenza. Più che singole considerazioni su una fotografia o l'altra, in quanto tutte meritano interesse estetico, è preferibile esprimere un giudizio d'insieme sullo speciale archivio del fotografo, sostanziato da una diffusa forza espressiva, ricavata dallo scrupoloso studio dei volti di sceltissimi soggetti. Il risultato finale offre la sensazione della naturalezza e lo sguardo, la posa, l'abito, l'ambiente, gli oggetti e i diversi dettagli si combinano in modo da rappresentare l'uno il valore aggiunto dell'altro. Siamo dinanzi a ritratti fisiognominici, in cui ai tratti fisici si intrecciano rimandi psicologici e la fotografia diventa, davvero, molto di più di una riproposizione generica. Barontini, infatti, come altri eccellenti colleghi, penetra magicamente nelle vite dei soggetti, cogliendone le sfaccettature più intime, raccolte nelle semplici angolature delle fotografie. Affermava, a proposito, Ugo Mulas, che "le fotografiesono una presa di coscienza e non una registrazione, una presa di coscienza come lo è qualsiasi autentica operazione conoscitiva", che sorge ed assume consistenza dal confronto fra l'artista e l'interlocutore, immerso nel particolare contesto suscitato dall'opera d'arte, quando fra di loro si incrociano sguardi, anche fuggevoli, che sottintendono pensieri condivisi. Per dirla con Cartier-Bresson "fotografare significa - davvero - porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore"... ».
Valerio P.Cremolini
Critico d'arte
BREVI CENNI CRITICI
«...Mai un'incertezza, mai un tradimento del personaggio ritratto, semmai l'aggiunta di un particolare o di un contesto che ne esaltano il fascino o il carattere.Al ritratto fotografico Claudio Barontini ha dedicato gran parte delle sue energie e lo si percepisce osservando la cura delle inquadrature e la raffinatezza del bianco/nero che ostinatamente non ha voluto abbandonare. Le immagini datano dagli anni Novanta ad oggi, ma a parte le informazioni che possiamo trarre dall'età dei personaggi, si direbbero tutte coeve, segno che il linguaggio di Barontini è così maturo da non soggiacere alle influenze del tempo. Anche il suo gusto di ritrattista appare delineato con chiarezza: abolisce dettagli superflui ed esige concentrazione, ma allo stesso tempo sa costruire un feeling emotivo col soggetto, sicuramente raggiunto dopo sequenze ripetute di scatti. Con alcuni il legame è più intenso, si va oltre la maestria professionale e si toccano corde più profonde, come nel volto di Pietro Cascella colto nell'intensità di una sua tipica espressione che poteva esser fissata soltanto dalla sensibilità di uno sguardo benevolo e amico».
Dott.ssa Marzia Ratti
Direttore Istituzione per i servizi culturali e museali
del Comune di La Spezia
«...Ebbene, se per classico si intende un connotato che fa l'opera d'arte resistente alle mode e intramontabile nel tempo, la ritrattistica di Barontini merita tale qualificazione, poiché le fotografie che la compongono perseguono quella inalterabile chiarezza formale, che si declina con l'esigenza di verità richiamata in precedenza. Più che singole considerazioni su una fotografia o l'altra, in quanto tutte meritano interesse estetico, è preferibile esprimere un giudizio d'insieme sullo speciale archivio del fotografo, sostanziato da una diffusa forza espressiva, ricavata dallo scrupoloso studio dei volti di sceltissimi soggetti. Il risultato finale offre la sensazione della naturalezza e lo sguardo, la posa, l'abito, l'ambiente, gli oggetti e i diversi dettagli si combinano in modo da rappresentare l'uno il valore aggiunto dell'altro. Siamo dinanzi a ritratti fisiognominici, in cui ai tratti fisici si intrecciano rimandi psicologici e la fotografia diventa, davvero, molto di più di una riproposizione generica. Barontini, infatti, come altri eccellenti colleghi, penetra magicamente nelle vite dei soggetti, cogliendone le sfaccettature più intime, raccolte nelle semplici angolature delle fotografie. Affermava, a proposito, Ugo Mulas, che "le fotografiesono una presa di coscienza e non una registrazione, una presa di coscienza come lo è qualsiasi autentica operazione conoscitiva", che sorge ed assume consistenza dal confronto fra l'artista e l'interlocutore, immerso nel particolare contesto suscitato dall'opera d'arte, quando fra di loro si incrociano sguardi, anche fuggevoli, che sottintendono pensieri condivisi. Per dirla con Cartier-Bresson "fotografare significa - davvero - porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore"... ».
Valerio P.Cremolini
Critico d'arte
18
febbraio 2011
Claudio Barontini – Portaits of celebrities
Dal 18 febbraio al 10 aprile 2011
fotografia
Location
PALAZZINA DELLE ARTI
La Spezia, Via Del Prione, 236, (La Spezia)
La Spezia, Via Del Prione, 236, (La Spezia)
Orario di apertura
dal venerdi alla domenica: 10-12/ 16-19; mercoledì e giovedi 16-19. Lunedì e martedi chiuso
Vernissage
18 Febbraio 2011, ore 18
Autore
Curatore