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Claudio Cermaria – Oltre la materia della scultura
Con le opere di Claudio Cermaria, lo spazio espositivo accoglierà trenta sculture di un prestigioso maestro virgiliano scomparso cinque anni fa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 13 aprile, a Gazoldo degli Ippoliti, alle ore 17:00, sarà inaugurata una nuova interessante
rassegna progettata da Gianfranco Ferlisi. Con le opere di Claudio Cermaria, lo spazio espositivo
accoglierà trenta sculture di un prestigioso maestro virgiliano scomparso cinque anni fa, nel 2014. La
rassegna, dedicata al suo lungo percorso artistico, cerca di fare il punto su tutto quanto l’autore aveva
cercato di dire e di creare. La speciale sequenza di opere individuate sintetizza perfettamente i lunghi
anni di lavoro di scultore, di intellettuale e di insegnante. Si parla perciò di scultura per cercare di
mettere a fuoco una figura di riferimento nel contesto dell’Alto Mantovano e dell’intero territorio
virgiliano.
Per comprenderne appieno la personalità di Cermaria vale ricordare le sue due vocazioni esistenziali,
quella di docente, che praticò fino al 2004 presso l’Istituto d’arte di Guidizzolo e poi quella di artista. In
qualche modo, al curatore, è sembrato che il docente potesse spiegare al meglio l’artista e che questo ruolo
potesse quindi meglio consegnarci l’itinerario della sua opera di appassionato e vitale maestro della
scultura. Era proprio questa fusione di professore e artista il motivo per cui l’aula di scultura della
scuola d’Arte di Guidizzolo, quando insegnava, traboccava di entusiasmo. Di fronte ad un approccio
antiaccademico, dinamico, interdisciplinare ed aperto, questo padano artista della pietra, mite,
introverso e sensibile, accoglieva con paziente saggezza, ma anche con l’autorevolezza della passione,
l’impeto giovanile degli studenti che si catapultavano nella sua classe per cimentarsi in nuove e
sconosciute esperienze. Il laboratorio di plastica diventava così un luogo di crescita etica e
comportamentale, di creatività e di emulazione, un fulcro magico della formazione della mente e della
mano. Ed era qui che il docente si mostrava anche come artista, quello che con la scultura muoveva
verso la derealizzazione del mondo, verso una trasfigurazione plastica che lo portava a costruire
dinamiche non euclidee, andamenti ondosi, che si pietrificavano in strutture marmoree, dove ritrovare il
turbinio della vita e delle trasformazioni, o la liquida mobilità del mare. Il marmo di Carrara, l’agata
alabastrina, il porfido, il marmo bardiglio, il rosso di Verona, il legno, la pietra d’Assisi, il serpentino, il
bronzo: tutte le materie potevano mutarsi in trame ondeggianti che, a tratti, sembravano riprodurre i
resti usurati e perforati delle conchiglie di mare che si trovano su una spiaggia. Il microcosmo e il
macrocosmo si riflettevano così l’un l’altro, parlando come i segni cabalistici in grado, con il poco, di
significare il tutto: un piccolo pezzo di conchiglia antica pareva talvolta sciogliersi in un’onda grazie alle
capacità di meraviglia dell’arte, che può alludere, con una immagine evocativa, a tutte le acque
dell’universo abitato.
Il sindaco Nicola Leoni, rammenta a tutti le morbidezze del suo chiaroscuro “che facevano emergere
dalla pietra un elemento plastico astratto ed essenziale, carico di quella vitalità che caratterizza gli artisti
autentici: quella energia viva che ritroviamo in tutte le opere in mostra”. E appunto le opere in mostra
abbracciano, in una seppur rapida panoramica, l’intero percorso dell’artista, dagli anni giovanili sino a
quelli più tardi, che ne hanno consacrato definitivamente quel suo misuratissimo mestiere in cui
scorriamo la sintesi fra la solidità delle masse e la duttilità dell'idea creativa.
La rassegna si avvale di un prezioso catalogo edito, per l’occasione, dalla casa editrice il Rio.
Nota Biografica
Claudio Cermaria nasce nel 1942 a Cattolica (RN), città di mare che segnò con forza la sua infanzia e
l’adolescenza. Con non poche difficoltà, in quanto i genitori avevano programmato per lui un avvenire
da bancario, riuscì a frequentare l’Istituto d’Arte di Modena, dove si diplomò Maestro ceramista.
Frequentando la scuola modenese conobbe due amici coi quali rimase unito tutta la vita, lo scultore
Paolo Sighinolfi e lo scenografo e pittore Enrico Manelli.
Proseguì gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sotto la guida di Maestri del calibro di
Umberto Mastroianni e Luigi Degasperi.
Terminati gli studi, per motivi affettivi, si trasferì nella provincia di Mantova, dove trascorse buona
parte della sua esistenza, lavorando come docente di Plastica ed Educazione visiva presso l’Istituto
d’Arte di Guidizzolo, che in quegli anni, tra la fine dei ’70 ed i primi ’80, vantava un corpo docente di
assoluto rilievo, tra i quali si facevano notare sicuramente i pittori Edoardo Bassoli, Claudio Cargiolli e
Ida Valentina Tampellini.
Tra gli anni ’70 e ’90 partecipò a svariate mostre collettive e personali, oltre a manifestazioni di carattere
internazionale, quale il Simposio di Scultura di Carrara del 1986.
Muore a Mantova nel 2014 dopo una malattia che l’aveva allontanato dal lavoro scultoreo per oltre un
anno e mezzo.
Città di Gazoldo degli Ippoliti
Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano
Via Marconi, 126 46040 Gazoldo degli Ippoliti (MN)
info e contatti:
Tel: 0376/657141-int. 6
Fax: 0376/657488
E-mail: segreteria@comune.gazoldo.mn.it
Orari di apertura:
Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00
Sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e
Giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:00:
Sabato, Domenica e festivi infrasettimanali: dalle ore 15:00 alle ore 18:00
La mostra non sarà visitabile nei seguenti giorni festivi: 21, 22 aprile e primo maggio.
Per scuole e gruppi di almeno 10 persone è possibile concordare visite su appuntamento (0376 -657141-int. 6) -
ingresso gratuito.
rassegna progettata da Gianfranco Ferlisi. Con le opere di Claudio Cermaria, lo spazio espositivo
accoglierà trenta sculture di un prestigioso maestro virgiliano scomparso cinque anni fa, nel 2014. La
rassegna, dedicata al suo lungo percorso artistico, cerca di fare il punto su tutto quanto l’autore aveva
cercato di dire e di creare. La speciale sequenza di opere individuate sintetizza perfettamente i lunghi
anni di lavoro di scultore, di intellettuale e di insegnante. Si parla perciò di scultura per cercare di
mettere a fuoco una figura di riferimento nel contesto dell’Alto Mantovano e dell’intero territorio
virgiliano.
Per comprenderne appieno la personalità di Cermaria vale ricordare le sue due vocazioni esistenziali,
quella di docente, che praticò fino al 2004 presso l’Istituto d’arte di Guidizzolo e poi quella di artista. In
qualche modo, al curatore, è sembrato che il docente potesse spiegare al meglio l’artista e che questo ruolo
potesse quindi meglio consegnarci l’itinerario della sua opera di appassionato e vitale maestro della
scultura. Era proprio questa fusione di professore e artista il motivo per cui l’aula di scultura della
scuola d’Arte di Guidizzolo, quando insegnava, traboccava di entusiasmo. Di fronte ad un approccio
antiaccademico, dinamico, interdisciplinare ed aperto, questo padano artista della pietra, mite,
introverso e sensibile, accoglieva con paziente saggezza, ma anche con l’autorevolezza della passione,
l’impeto giovanile degli studenti che si catapultavano nella sua classe per cimentarsi in nuove e
sconosciute esperienze. Il laboratorio di plastica diventava così un luogo di crescita etica e
comportamentale, di creatività e di emulazione, un fulcro magico della formazione della mente e della
mano. Ed era qui che il docente si mostrava anche come artista, quello che con la scultura muoveva
verso la derealizzazione del mondo, verso una trasfigurazione plastica che lo portava a costruire
dinamiche non euclidee, andamenti ondosi, che si pietrificavano in strutture marmoree, dove ritrovare il
turbinio della vita e delle trasformazioni, o la liquida mobilità del mare. Il marmo di Carrara, l’agata
alabastrina, il porfido, il marmo bardiglio, il rosso di Verona, il legno, la pietra d’Assisi, il serpentino, il
bronzo: tutte le materie potevano mutarsi in trame ondeggianti che, a tratti, sembravano riprodurre i
resti usurati e perforati delle conchiglie di mare che si trovano su una spiaggia. Il microcosmo e il
macrocosmo si riflettevano così l’un l’altro, parlando come i segni cabalistici in grado, con il poco, di
significare il tutto: un piccolo pezzo di conchiglia antica pareva talvolta sciogliersi in un’onda grazie alle
capacità di meraviglia dell’arte, che può alludere, con una immagine evocativa, a tutte le acque
dell’universo abitato.
Il sindaco Nicola Leoni, rammenta a tutti le morbidezze del suo chiaroscuro “che facevano emergere
dalla pietra un elemento plastico astratto ed essenziale, carico di quella vitalità che caratterizza gli artisti
autentici: quella energia viva che ritroviamo in tutte le opere in mostra”. E appunto le opere in mostra
abbracciano, in una seppur rapida panoramica, l’intero percorso dell’artista, dagli anni giovanili sino a
quelli più tardi, che ne hanno consacrato definitivamente quel suo misuratissimo mestiere in cui
scorriamo la sintesi fra la solidità delle masse e la duttilità dell'idea creativa.
La rassegna si avvale di un prezioso catalogo edito, per l’occasione, dalla casa editrice il Rio.
Nota Biografica
Claudio Cermaria nasce nel 1942 a Cattolica (RN), città di mare che segnò con forza la sua infanzia e
l’adolescenza. Con non poche difficoltà, in quanto i genitori avevano programmato per lui un avvenire
da bancario, riuscì a frequentare l’Istituto d’Arte di Modena, dove si diplomò Maestro ceramista.
Frequentando la scuola modenese conobbe due amici coi quali rimase unito tutta la vita, lo scultore
Paolo Sighinolfi e lo scenografo e pittore Enrico Manelli.
Proseguì gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sotto la guida di Maestri del calibro di
Umberto Mastroianni e Luigi Degasperi.
Terminati gli studi, per motivi affettivi, si trasferì nella provincia di Mantova, dove trascorse buona
parte della sua esistenza, lavorando come docente di Plastica ed Educazione visiva presso l’Istituto
d’Arte di Guidizzolo, che in quegli anni, tra la fine dei ’70 ed i primi ’80, vantava un corpo docente di
assoluto rilievo, tra i quali si facevano notare sicuramente i pittori Edoardo Bassoli, Claudio Cargiolli e
Ida Valentina Tampellini.
Tra gli anni ’70 e ’90 partecipò a svariate mostre collettive e personali, oltre a manifestazioni di carattere
internazionale, quale il Simposio di Scultura di Carrara del 1986.
Muore a Mantova nel 2014 dopo una malattia che l’aveva allontanato dal lavoro scultoreo per oltre un
anno e mezzo.
Città di Gazoldo degli Ippoliti
Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano
Via Marconi, 126 46040 Gazoldo degli Ippoliti (MN)
info e contatti:
Tel: 0376/657141-int. 6
Fax: 0376/657488
E-mail: segreteria@comune.gazoldo.mn.it
Orari di apertura:
Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00
Sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e
Giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:00:
Sabato, Domenica e festivi infrasettimanali: dalle ore 15:00 alle ore 18:00
La mostra non sarà visitabile nei seguenti giorni festivi: 21, 22 aprile e primo maggio.
Per scuole e gruppi di almeno 10 persone è possibile concordare visite su appuntamento (0376 -657141-int. 6) -
ingresso gratuito.
13
aprile 2019
Claudio Cermaria – Oltre la materia della scultura
Dal 13 aprile al 26 maggio 2019
arte contemporanea
Location
MAM – MUSEO D’ARTE MODERNA DELL’ALTO MANTOVANO
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Orario di apertura
Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00
Sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e
Giovedì pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 17:00:
Sabato, Domenica e festivi infrasettimanali: dalle ore 15:00 alle ore 18:00
La mostra non sarà visitabile nei seguenti giorni festivi: 21, 22 aprile e primo maggio
Vernissage
13 Aprile 2019, h 17
Autore
Curatore