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Claudio Costa
Precursore della corrente artistica definita “arte antropologica”, Claudio Costa è interprete di una poetica che si fonde intimamente con i “materiali dell’umano”; La forma nasconde, come in uno scrigno, un significato espressivo antropologico.
Comunicato stampa
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“…L’arte è un diapason della psiche che capta i segnali della specie, li fascia di ricordi, li accompagna coi fantasmi, li accoppia con la grazia…”
Claudio Costa (Tirana, 1942 – Genova, 1995)
Precursore della corrente artistica definita “arte antropologica”, Claudio Costa è interprete di una poetica che si fonde intimamente con i “materiali dell’umano”; La forma nasconde, come in uno scrigno, un significato espressivo antropologico.
Negli anni Settanta i viaggi in Nuova Zelanda ed Africa lo portarono ad avvicinarsi alle culture primitive, in un percorso di regressione non solo verso la propria infanzia ma anche, in un unico destino condiviso, verso l'infanzia del mondo. Nel 1975, con A. Carminati, creò il Museo di Antropologia Attiva di Monteghirfo. Un luogo dove recuperare, catalogare ed esporre gli oggetti ad esso appartenuti, svolgendo un lavoro di ricostruzione della memoria individuale e collettiva.
Negli anni Ottanta, in un percorso di allontanamento dalla psicanalisi tradizionale e dallo strutturalismo, tornò alla pittura, al primitivismo ed allo sciamanesimo di Beuys. Nel recupero di ciò che è “ manuale e vissuto ” si pone quel work in regress teorizzato dal 1976: un ritorno al mito, al simbolico, al sé più intimo ed autentico. Nel 1986 espose alla Biennale di Venezia nella sezione "Arte e Alchimia" curata da Arturo Schwarz.
L'opera di Costa è legata, in modo profondo, all'ex ospedale psichiatrico di Quarto dei Mille dove organizzò un laboratorio di arteterapia. All'ex O.P. di Quarto nacque il “Museo attivo delle Materie Forme Inconsapevoli”, ora Museo Claudio Costa (1992). L'attività di Claudio Costa testimonia quella ricerca della "non normalità" come fonte più pura e diretta di creatività e fondamentale elemento della sua poetica.
La mostra, presenta una ventina di opere (1970 - 1990). Il desiderio è di contribuire alla valorizzazione della ricerca e del pensiero di uno degli artisti più intriganti dell’arte italiana ed europea. Un artista fuori dagli schemi e non ancora sufficientemente studiato nè valorizzato da mercato e critica.
Manuela Composti
Claudio Costa (Tirana, 1942 – Genova, 1995)
Precursore della corrente artistica definita “arte antropologica”, Claudio Costa è interprete di una poetica che si fonde intimamente con i “materiali dell’umano”; La forma nasconde, come in uno scrigno, un significato espressivo antropologico.
Negli anni Settanta i viaggi in Nuova Zelanda ed Africa lo portarono ad avvicinarsi alle culture primitive, in un percorso di regressione non solo verso la propria infanzia ma anche, in un unico destino condiviso, verso l'infanzia del mondo. Nel 1975, con A. Carminati, creò il Museo di Antropologia Attiva di Monteghirfo. Un luogo dove recuperare, catalogare ed esporre gli oggetti ad esso appartenuti, svolgendo un lavoro di ricostruzione della memoria individuale e collettiva.
Negli anni Ottanta, in un percorso di allontanamento dalla psicanalisi tradizionale e dallo strutturalismo, tornò alla pittura, al primitivismo ed allo sciamanesimo di Beuys. Nel recupero di ciò che è “ manuale e vissuto ” si pone quel work in regress teorizzato dal 1976: un ritorno al mito, al simbolico, al sé più intimo ed autentico. Nel 1986 espose alla Biennale di Venezia nella sezione "Arte e Alchimia" curata da Arturo Schwarz.
L'opera di Costa è legata, in modo profondo, all'ex ospedale psichiatrico di Quarto dei Mille dove organizzò un laboratorio di arteterapia. All'ex O.P. di Quarto nacque il “Museo attivo delle Materie Forme Inconsapevoli”, ora Museo Claudio Costa (1992). L'attività di Claudio Costa testimonia quella ricerca della "non normalità" come fonte più pura e diretta di creatività e fondamentale elemento della sua poetica.
La mostra, presenta una ventina di opere (1970 - 1990). Il desiderio è di contribuire alla valorizzazione della ricerca e del pensiero di uno degli artisti più intriganti dell’arte italiana ed europea. Un artista fuori dagli schemi e non ancora sufficientemente studiato nè valorizzato da mercato e critica.
Manuela Composti
15
giugno 2017
Claudio Costa
Dal 15 giugno al 28 luglio 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA CA’ DI FRA’
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Orario di apertura
10-13 e 15-19
Vernissage
15 Giugno 2017, h 18-21
Autore