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Claudio Marcozzi / Ciro Stajano – Tramutati Territori
Due artisti, due linguaggi e due calligrafie per relazionarsi con il paesaggio, spesso stravolto dall’intervento umano.
Comunicato stampa
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Dal 22 novembre fino all'11 gennaio 2015 il Centro Studi Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado ospita la mostra "Tramutati Territori" di Claudio Marcozzi (fotografia) e Ciro Stajano (pittura). Un tema caro a Paolo Volponi, a cui è intitolato il Premio Letterario giunto alla XIa edizione e nel cui programma la mostra è inserita.
La pittura di Ciro Stajano e la fotografia di Claudio Marcozzi si incontrano per condividere una meditazione sul paesaggio, tema centrale della nostra cultura, che ha radici profonde nel tardo Medioevo.Quello italiano è stato nei secoli un territorio prevalentemente agricolo,morfologicamente segnato dalle geometrie della centuriazione romana prima e dei poderi mezzadrili poi. Uno spazio naturale, un contesto esistenziale tramutatosi lentamente nel tempo per rispondere alle esigenze alimentari,economiche ed estetiche delle generazioni che vi si sono avvicendate. Nella contemporaneità, contrassegnata da un’accelerazione storica senza precedenti, contesti rurali e paesaggi urbani hanno subito sconvolgimenti profondi e sconsiderati per soddisfare gli interessi di pochi, ai danni di tutti: cementificazione, deforestamento, inquinamento, incuria per la memoria storica e per il patrimonio naturale minano la nostra salute, uccidono la nostra cultura, in una dimensione legata solo all’attimo presente, senza rispetto per il passato e senso di responsabilità nei confronti delle generazioni future.
La natura violentata reagisce impetuosamente con eventi catastrofici come frane, alluvioni, in una prova di forza che ci vede inesorabilmente sconfitti. La politica, che dovrebbe garantire i cittadini, l’ambiente, la cultura attraverso un’azione di tutela, troppo spesso abdica a questo ruolo o è addirittura connivente con le lobby economiche responsabili di tali disastri.
Se il concetto di paesaggio si origina nell’arte ed è stato nei secoli fonte di ispirazione per letteratura e pittura, è in questo contesto che Stajano e Marcozzi ci invitano ad una riflessione sul piano etico ed estetico. Entrambi gli autori si esprimono in chiave eminentemente simbolica e attraverso una sperimentazione sulla materia: la “transmutazione” nei dipintidi Ciro Stajano si traduce nell’abbandono della sponda figurativa, matrice dominante della sua produzione artistica, per giungere, nell’elaborazione della dialettica tra luce e colore, ad esiti geometrici che rasentano l’informale, senza mai rinunciare ad una modularità, una euritmia di matrice classica. L’impasto cromatico rimane vibrante, sensuale, evoca la materia in trasformazione, i cicli vitali, la sostanza di cui siamo fatti noi e la terra che abitiamo.
Le fotografie di Claudio Marcozzi rendono l’idea della trasformazione ambientale attraverso l’elaborazione di scatti dell’autore sul paesaggio marchigiano: la “violazione” fisica del territorio e dell’immagine interiore si traduce in delicati processi di combustione delle stampe, in inedite interpretazioni digitali che scompongono la forma in un fluire di dati luministici e cromatici, con accenni evidentemente pittorici.
La pittura di Ciro Stajano e la fotografia di Claudio Marcozzi si incontrano per condividere una meditazione sul paesaggio, tema centrale della nostra cultura, che ha radici profonde nel tardo Medioevo.Quello italiano è stato nei secoli un territorio prevalentemente agricolo,morfologicamente segnato dalle geometrie della centuriazione romana prima e dei poderi mezzadrili poi. Uno spazio naturale, un contesto esistenziale tramutatosi lentamente nel tempo per rispondere alle esigenze alimentari,economiche ed estetiche delle generazioni che vi si sono avvicendate. Nella contemporaneità, contrassegnata da un’accelerazione storica senza precedenti, contesti rurali e paesaggi urbani hanno subito sconvolgimenti profondi e sconsiderati per soddisfare gli interessi di pochi, ai danni di tutti: cementificazione, deforestamento, inquinamento, incuria per la memoria storica e per il patrimonio naturale minano la nostra salute, uccidono la nostra cultura, in una dimensione legata solo all’attimo presente, senza rispetto per il passato e senso di responsabilità nei confronti delle generazioni future.
La natura violentata reagisce impetuosamente con eventi catastrofici come frane, alluvioni, in una prova di forza che ci vede inesorabilmente sconfitti. La politica, che dovrebbe garantire i cittadini, l’ambiente, la cultura attraverso un’azione di tutela, troppo spesso abdica a questo ruolo o è addirittura connivente con le lobby economiche responsabili di tali disastri.
Se il concetto di paesaggio si origina nell’arte ed è stato nei secoli fonte di ispirazione per letteratura e pittura, è in questo contesto che Stajano e Marcozzi ci invitano ad una riflessione sul piano etico ed estetico. Entrambi gli autori si esprimono in chiave eminentemente simbolica e attraverso una sperimentazione sulla materia: la “transmutazione” nei dipintidi Ciro Stajano si traduce nell’abbandono della sponda figurativa, matrice dominante della sua produzione artistica, per giungere, nell’elaborazione della dialettica tra luce e colore, ad esiti geometrici che rasentano l’informale, senza mai rinunciare ad una modularità, una euritmia di matrice classica. L’impasto cromatico rimane vibrante, sensuale, evoca la materia in trasformazione, i cicli vitali, la sostanza di cui siamo fatti noi e la terra che abitiamo.
Le fotografie di Claudio Marcozzi rendono l’idea della trasformazione ambientale attraverso l’elaborazione di scatti dell’autore sul paesaggio marchigiano: la “violazione” fisica del territorio e dell’immagine interiore si traduce in delicati processi di combustione delle stampe, in inedite interpretazioni digitali che scompongono la forma in un fluire di dati luministici e cromatici, con accenni evidentemente pittorici.
22
novembre 2014
Claudio Marcozzi / Ciro Stajano – Tramutati Territori
Dal 22 novembre 2014 all'undici gennaio 2015
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO CASA LICINI – CENTRO STUDI OSVALDO LICINI
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
Sabato e domenica, 17,00 - 19,30
Vernissage
22 Novembre 2014, ore 18,00
Autore
Curatore