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Claudio Mastracci- La via della seta Uzbekistan e Tajikistan
Gli scatti di Claudio Mastracci attraversano città e riserve naturali, ma non dimenticano mai l’importanza che l’essere umano ha nel contesto in cui vive, in quando creatore di tradizioni.
Comunicato stampa
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Dall’antica Cina si srotola una lunga via, che attraversa praterie, deserti, laghi e ripide montagne, per trovare riposo nelle placide acque del mar Mediterraneo. Esiste da tempi remoti, ma fu chiamata solo nell’Ottocento con il nome di via della seta, rotta commerciale che favorí lo sviluppo di molte civiltà. Tra i numerosi paesi che attraversa ce ne sono due, forse sconosciuti ai molti, ma noti all’occhio attento di Claudio Mastracci, l’Uzbekistan e il Tagikistan. Due microcosmi, nella sconfinata Asia, che l’artista ci descrive come cellule di bellezza, ricche di cultura e di storia.
Gli scatti di Claudio Mastracci attraversano città e riserve naturali, ma non dimenticano mai l’importanza che l’essere umano ha nel contesto in cui vive, in quando creatore di tradizioni. Le sue fotografie ci mostrano come, per affascinare un viaggiatore, sia necessario che un popolo riesca a implementare se stesso nel rispetto del luogo in cui sceglie di essere ospitato, salvaguardandone le meraviglie. Non sono opere faticosamente e artificiosamente lavorate, ma momenti di disarmante sincera visione di paesi lontani, in cui l’artista è rimasto colpito dalla generosità e la disposizione degli abitanti a essere immortalati. I colori, l’abbondanza dei fiori che accompagnano per chilometri la vista dei visitatori, le forme e la luce concorrono a celebrare momenti di vita quotidiana, di storia e suscitano nello spettatore il desiderio di rintracciarvi anche il proprio vissuto. In fin dei conti una donna asiatica che sorride non è poi tanto diversa da una donna europea o americana, una tessitrice al teleaio è molto simile a qualsiasi donna del mondo intenta a lavorare e tre bambini sull’arco della porta sono pur sempre tre bambini. Quello che sottilmente nel reportage di Claudio Mastracci può essere raccontato, è che per quanto le culture, i luoghi e gli edifici, siano diversi, le emozioni delle persone che li ospitano sono uguali ovunque andiamo. Sono quelle ad accompagnarci da un luogo all’altro e a farci sentire, anche quando molto lontani, il sapore di casa.
Gli scatti di Claudio Mastracci attraversano città e riserve naturali, ma non dimenticano mai l’importanza che l’essere umano ha nel contesto in cui vive, in quando creatore di tradizioni. Le sue fotografie ci mostrano come, per affascinare un viaggiatore, sia necessario che un popolo riesca a implementare se stesso nel rispetto del luogo in cui sceglie di essere ospitato, salvaguardandone le meraviglie. Non sono opere faticosamente e artificiosamente lavorate, ma momenti di disarmante sincera visione di paesi lontani, in cui l’artista è rimasto colpito dalla generosità e la disposizione degli abitanti a essere immortalati. I colori, l’abbondanza dei fiori che accompagnano per chilometri la vista dei visitatori, le forme e la luce concorrono a celebrare momenti di vita quotidiana, di storia e suscitano nello spettatore il desiderio di rintracciarvi anche il proprio vissuto. In fin dei conti una donna asiatica che sorride non è poi tanto diversa da una donna europea o americana, una tessitrice al teleaio è molto simile a qualsiasi donna del mondo intenta a lavorare e tre bambini sull’arco della porta sono pur sempre tre bambini. Quello che sottilmente nel reportage di Claudio Mastracci può essere raccontato, è che per quanto le culture, i luoghi e gli edifici, siano diversi, le emozioni delle persone che li ospitano sono uguali ovunque andiamo. Sono quelle ad accompagnarci da un luogo all’altro e a farci sentire, anche quando molto lontani, il sapore di casa.
16
ottobre 2020
Claudio Mastracci- La via della seta Uzbekistan e Tajikistan
Dal 16 al 23 ottobre 2020
arte contemporanea
Location
IKIGAI ART GALLERY
Roma, Via Sirte, 39, (Roma)
Roma, Via Sirte, 39, (Roma)
Orario di apertura
da martedí a sabato ore 10.00-13 e 15.00 -19.00
Vernissage
16 Ottobre 2020, 18.30
Autore
Curatore