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Claudio Morganti – Studio n°5 per Woyzeck
Da circa un paio d’anni Claudio Morganti – artista tra i più geniali della scena contemporanea – sta conducendo studi intorno a Woyzeck di Büchner. Fabbrica Europa ospita Studio n°5 per Woyzeck, il quinto capitolo per la drammaturgia di Rita Frongia, nel quale vengono prese in considerazione due scene: Woyzeck/Capitano (scena della barba) e Woyzeck/Marie (scena degli orecchini), attraverso le quali si cerca di verificare la “question” pantomima (Mejerhold) e “l’affaire” realismo. In una piccola stanza scarsamente illuminata il risultato è una sorta di ballo aritmico di stampo verista con battute.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FABBRICA EUROPA 2009. XVI edizione
Europa < > Mediterraneo < > Americhe _ Firenze 5-23 maggio 2009 _Stazione Leopolda e altri spazi
MERCOLEDì 20 e giovedì 21 maggio - Fabbrica Europa ’09
Mercoledì e giovedì sono due serate ricchi di appuntamenti per Fabbrica Europa: il Prof. Vallauri tiene 2 incontri all’Istituto Francese (ore 17); François Kahn presenta alla Leopolda in prima assoluta un lavoro tratto da Whitman (ore 19); Claudio Morganti propone, sempre in prima assoluta, uno dei suoi studi su Woyzeck (ore 20); Maria Donata d’Urso è in scena, in prima nazionale, alle ore 21; Farm in the Cave mercoledì presenta l’ultima replica di Sclavi / The song of an emigrant alle ore 21.30. La Lydian Sound Orchestra sale sul palco per una prima assoluta giovedì alle ore 22.
20/5 ore 17, Istituto Francese – ingresso libero – INCONTRO
Prof. LUIGI LOMBARDI VALLAURI: La cosa “Dio”
21/5 ore 17, Istituto Francese – ingresso libero – INCONTRO
Prof. LUIGI LOMBARDI VALLAURI: La cosa “Anima”
20/5 e 21/5 ore 18.30 – 20 e dalle ore 23 in poi (fino al 23/5), Stazione Leopolda – ingresso libero – INSTALLAZIONE
Atti Democratici, CARLOS MOTTA: La Buena Vida / The Good Life; JUAN ESTEBAN SANDOVAL: Isola
20/5 e 21/5 ore 19, Stazione Leopolda – ingresso 10 euro – TEATRO
FRANÇOIS KAHN: I dormienti – prima assoluta
20/5 e 21/5 ore 20 (fino al 23/5 h 20), Stazione Leopolda – ingresso 10 euro (prenotazione obbligatoria) – TEATRO
CLAUDIO MORGANTI: Studio n°5 per Woyzeck – prima assoluta
20/5 e 21/5 ore 21, Stazione Leopolda – ingresso 10 euro – DANZA
MARIA DONATA D’URSO: Mem-brain – prima nazionale
20/5 ore 21, Teatro Affratellamento – ingresso libero – INCONTRO
Il Tempo di Galileo
20/5 e 21/5 dalle ore 21 (fino al 23/5), Stazione Leopolda (Piazzale Esterno) – ingresso libero – VIDEOINSTALLAZIONE
KINKALERI: West _ Video 2003-2009 – prima assoluta
20/5 ore 21.30, Stazione Leopolda – ingresso 15/12 euro – TEATRO
FARM IN THE CAVE: Sclavi / The Song of an Emigrant – prima nazionale
21/5 ore 22, Stazione Leopolda – ingresso 12/10 euro – MUSICA
LYDIAN SOUND ORCHESTRA: Berlin, The Wall & Other Stories – prima assoluta
COMUNICATO STAMPA
Il Prof. Luigi Lombardi Vallauri è protagonista di due incontri dal titolo La cosa “Dio” (20 maggio ore 17) e La cosa “Anima” (21 maggio ore 17). Dio e Anima sono fantasmi potenti. Così potenti che occorre assiduo lavoro per sottrarsi alla loro seduzione. L’uomo religioso si abbandona alla fede in Dio e Anima, guidato da rivelazioni profetiche. Ma c’è una fede che non basta a se stessa, che vuole anche la comprensione intellettuale di ciò in cui crede. Non vuole che Dio e Anima possano essere una proiezione della fantasia, un bisogno del cuore, un’immensa illusione collettiva (Istituto Francese, mercoledì 20 e giovedì 21 maggio ore 17 – ingresso libero).
Presenza di rilievo è quella di François Kahn, quarant’anni di vita nel teatro, attore e regista francese la cui ricerca teatrale è segnata dall'incontro con il grande maestro del novecento Jerzy Grotowski. A Fabbrica Europa Kahn porta in scena I dormienti, costruito su varie poesie della raccolta Foglie d’Erba di Walt Whitman, in particolare sul poema Sleepers. Il poeta guarda donne e uomini che dormono, si corica accanto a essi e sogna “tutti i sogni degli altri sognatori”. La sua visione avanza in più direzioni: il viaggio di ognuno di essi che in sogno ritornano verso il loro paese e la loro infanzia; il viaggio degli amanti nel buio della notte che “tutti li pervade e li avviluppa”; il viaggio tra vita e morte nell’architettura perfetta del corpo umano (prima assoluta – mercoledì 20 e giovedì 21 maggio ore 19 – ingresso 10 euro).
Da circa un paio d’anni Claudio Morganti – artista tra i più geniali della scena contemporanea – sta conducendo studi intorno a Woyzeck di Büchner. Fabbrica Europa ospita Studio n°5 per Woyzeck, il quinto capitolo per la drammaturgia di Rita Frongia, nel quale vengono prese in considerazione due scene: Woyzeck/Capitano (scena della barba) e Woyzeck/Marie (scena degli orecchini), attraverso le quali si cerca di verificare la “question” pantomima (Mejerhold) e “l’affaire” realismo. In una piccola stanza scarsamente illuminata il risultato è una sorta di ballo aritmico di stampo verista con battute (prima assoluta –Stazione Leopolda, dal 20 al 23 maggio ore 20 – ingresso 10 euro, prenotazione obbligatoria).
Fabbrica Europa coproduce il nuovo lavoro di Maria Donata d’Urso Mem-brain, un’esplorazione, attraverso il movimento, delle molteplici caratteristiche del sistema delle membrane corporee, partendo dalla ricerca scientifica per giungere a uno sguardo poetico sul corpo. “Il mio interesse – afferma d’Urso – è: sviluppare i campi di ricerca sulle membrane per mettere in luce la continuità tra il nostro sistema nervoso e la nostra pelle; mutare il punto di vista abituale che considera la pelle come una periferia rispetto a un sistema centrale di controllo; esplorare nel movimento e nell’immobilità le molteplici caratteristiche del sistema delle membrane corporee e interagire con una struttura scenica la cui elasticità possa ricordare le tensioni organiche e il cui ambiente sonoro possa interrogare la membrana. Nell’ambito de La Francia si muove (prima nazionale – mercoledì 20 e giovedì 21 maggio ore 21 – ingresso 10 euro).
Il tempo di Galileo, incontro a cura della Società Ricreativa L’Affratellamento. Intervengono: Prof. Franco Cardini, docente di storia; Prof. Don Stefano Grossi, docente di filosofia della scienza. Introduce: Luigi Mannelli, presidente Circolo L’Affratellamento (Teatro Affratellamento, mercoledì 20 maggio ore 21 – ingresso libero).
La compagnia Farm in the Cave di Praga presenta l’ultima replica del pluripremiato spettacolo Sclavi / The Song of an Emigrant. La pièce, per la regia di Viliam Docolomansky, narra la storia, le nostalgie e le difficoltà di un migrante ed è basata sulla ricerca sul campo svolta nei villaggi della Slovacchia dell’Est. Trae spunto dagli antichi canti ruteni e slovacchi, dalle lettere degli emigrati slovacchi e dalla storia di Josef, protagonista del romanzo Hordubal di Karel Capek. La performance - tra teatro fisico, musica e canti - è carica di ritmo febbrile, le melodie dei canti polifonici popolari si incrociano con la cruda azione fisica (prima nazionale – mercoledì 20 maggio ore 21.30 – ingresso 15/12 euro).
Jazz ed Europa: Berlin, The Wall & Other Stories. Nell’anno del ventennale dalla caduta del Muro, la Lydian Sound Orchestra di Riccardo Brazzale e le fotografie di Pino Ninfa tributano un omaggio alla città di Berlino. Lungo il percorso di un articolato progetto multimediale, la musica dialoga con le immagini, con un proprio modo di intendere il rapporto tra tradizione e contemporaneità, anche grazie a un work in progress, a cui partecipano tutti i musicisti del gruppo seguendo la lezione del grande contrabbassista e compositore Charles Mingus. Come ha scritto Tim Stenhouse su Jazz Wise: “Riccardo Brazzale e Lydian Sound Orchestra rievocano perfettamente l’anarchia controllata della Mingus Big Band.” In collaborazione con Music Pool (prima assoluta – giovedì 21 maggio ore 22 – ingresso 12/10 euro).
20 e 21 maggio ore 17, Firenze, Istituto Francese – INCONTRO
Prof. LUIGI LOMBARDI VALLAURI
La cosa “Dio” (20 maggio); La cosa “Anima” (21 maggio)
“Dio e Anima sono fantasmi potenti. Così potenti che occorre assiduo lavoro per sottrarsi alla loro seduzione. Essi dicono che l’universo ha il senso che gli darebbe una Persona infinita, rendendo il rapporto con questa Persona più importante del rapporto con la natura e con gli altri uomini. E trasformano l’evidenza del male e della morte in persuasione di giustizia e di immortalità. L’uomo religioso si abbandona alla fede in Dio e Anima guidato da rivelazioni profetiche. Ma c’è una fede che non basta a se stessa, che vuole anche la comprensione intellettuale di ciò in cui crede. Non vuole che Dio e Anima possano essere una proiezione della fantasia, un bisogno del cuore, un’immensa illusione collettiva. Nascono così, dalla fede, la teo-filosofia e la psico-filosofia, che investono con i controllabili poteri della ragione le due supersostanze immateriali. Le conferenze, dedicate una a Dio, l’altra ad Anima, tenteranno una risposta alle due superdomande, approdando a una lucida oscurità intellettiva e a una proposta di mistica per adulti realizzanti.” (Luigi Lombardi Vallauri)
* ingresso libero
20 e 21 maggio ore 19, Stazione Leopolda – TEATRO - prima assoluta
FRANÇOIS KAHN: I dormienti
da Leaves of Grass di Walt Whitman
Adattamento e traduzione: François Kahn - Consulenza letteraria: Elena Sternai Saraceno - Con: Murielle Béchame, François Kahn
Creazione delle luci: Alberto Burnichon - Regia: François Kahn - Coproduzione: ODRADEK THEATRE/ARCAT
“Ecco quello che devi fare: ama la terra e il sole e gli animali, disprezza le ricchezze, fa la carità a chiunque la chieda, difendi gli stupidi e i matti, dedica agli altri il tuo guadagno e il tuo lavoro, odia i tiranni, non discutere su Dio, sii paziente e indulgente con la gente, non toglierti il cappello davanti a nulla di noto o ignoto, a individui o a gruppi di persone, mescolati liberamente con le persone incolte ma piene di energia e con i giovani e con le madri di famiglia, leggi queste “foglie” all’aria aperta, in ogni stagione di ogni anno della tua vita, riesamina tutto quello che ti è stato detto a scuola o in chiesa o da qualunque libro, ripudia tutto ciò che insulta la tua anima, e proprio la tua carne sarà una grande poesia e avrà la più grande fluidità non solo nelle parole ma nelle linee silenziose delle labbra e del viso e delle ciglia e in ogni movenza e giuntura del tuo corpo….” (Walt Whitman)
I dormienti è un’azione teatrale costruita su varie poesie della raccolta Foglie d’Erba di Walt Whitman, in particolare, sul poema Sleepers. Il poeta guarda donne e uomini che dormono, si corica accanto a ognuno di essi, evoca la varietà infinita dei dormienti e sogna “tutti i sogni degli altri sognatori”. La visione del poeta avanza in più direzioni: il viaggio dei dormienti che in sogno ritornano verso il loro paese e la loro infanzia; il viaggio degli amanti nel buio della notte che “tutti li pervade e li avviluppa”; il viaggio tra vita e morte nell’architettura perfetta del corpo umano. Questa visione si conclude con il ritorno dei sognatori al loro corpo, risanato dal sonno, e con il loro risveglio. Per evocare il sonno e i sogni basta l'oscurità dove la luce sola struttura lo spazio. Qualche raro oggetto e grandi fogli di carta permettono di dare forma alle azioni, di rendere visibile l'ordine e il disordine delle parole e dei segni, di giocare con le pieghe e i fruscii della materia. In questo scenario si manifesta la presenza di Anima e Animus, doppia incarnazione del poeta. Da quando l’ho scoperto, all’inizio degli anni ’70, Walt Whitman mi ha toccato profondamente e ho riconosciuto in lui il soffio dei tempi che allora avvertivo: la stessa aspirazione alla schiettezza, la stessa volontà di disfarsi di ogni pregiudizio e accettare se stessi e, di conseguenza, di accettare gli altri, la stessa ricerca di una verità che fosse contemporaneamente materiale e immateriale, fuori da ogni dogma religioso o politico. Ho immediatamente amato il flusso musicale delle sue parole, l’ottimismo della sua formidabile vitalità venata di malinconia, il suo gusto immoderato per il vagabondaggio. Durante il mio lungo soggiorno in Polonia al Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski, leggendo Allen Ginsberg, Jack Kerouac e Gary Snyder, ho scoperto fino a che punto Whitman fosse stato alla radice di tutto quel movimento poetico che ha nutrito una parte essenziale delle mie convinzioni più profonde. C’era una sorta di risonanza fra l’odissea dei poeti americani della beat generation e l’affascinante avventura grotowskiana. Oggi che la fantasia e l’eleganza irriverente dei beatniks, le loro intuizioni poetiche, ecologiche e mistiche sembrano essere inghiottite dalle tenebre della guerra, della paura degli altri, del ripiegamento su di sé e dell’arroganza, mi sembra urgente ridare respiro a questa corrente creativa. È necessario ritornare alla sorgente, riprendere contatto con le radici di questo movimento poetico e far vivere sulla scena le parole di Walt Whitman evocando i corpi perfetti dei dormienti, l'oscurità della notte, il canto dell'usignolo e il profumo dei lillà. (F. Kahn)
* ingresso 10 euro
20 e 21 maggio ore 21, Stazione Leopolda – DANZA - prima nazionale
MARIA DONATA D’URSO: Mem-brain
Nell’ambito di La Francia si muove
Ideazione e coreografia: Maria Donata d’Urso - Composizione, musica elettronica live: Kim Cascone
Scenografia: Frédéric Casanova - Luci: Maryse Gautier - Regia tecnica: Erik Houillet - Produzione: Disorienta
Coproduzione: Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis, Fabbrica Europa
Con il sostegno di: Centre Nationale de la Danse, La Ménagerie de Verre dans le cadre des Studiolab, Fondazione Pontedera Teatro, Fondazione Teatro V. Emanuele di Noto - Si ringrazia l’Istituto Francese di Firenze
La pelle, membrana, interfaccia _ La pelle e le superfici del corpo nella rappresentazione sono le tematiche principali della mia ricerca. Nel “trittico della pelle” questo punto di vista poetico sul corpo prende la forma di tre soli attraversati da una declinazione di questi temi. La terminologia che utilizzo – “interfaccia” – per definire la complessa e intensa funzione della pelle sottintende una natura più artificiale che vivente. Ciò nonostante i due ambiti, il vivente e l’artificiale, non sono più separati da un confine rigido ma piuttosto da una relazione d’ispirazione reciproca che mi ha sempre meravigliato. Questa apparente contraddizione mi ha portata a investigare le problematiche che riguardano il corpo in scena e nella vita quotidiana. Vedere come gli artisti utilizzano la pelle materialmente e metaforicamente, confrontarmi con le “bio art” e le biotecnologie mi hanno aperto una dinamica di ricerca sulla presenza del lavoro corporeo e sulla sua scrittura.
Questi interrogativi meritano quindi di essere integrati a un lavoro di creazione basato sul rispetto e sull’ascolto del lavoro corporeo, ma anche attraverso ricerche legate più concretamente all’osservazione del mondo del vivente.
Mem-brain _ Per mettere in evidenza la continuità tra la pelle e il sistema nervoso centrale bisognerebbe considerare la pelle come un “cervello dispiegato”. In effetti cervello e pelle derivano dallo stesso foglietto embrionario, l’ectoderma. Non soltanto ogni porzione di pelle è strettamente legata al sistema nervoso centrale, ma il suo stesso funzionamento di risposta agli stimoli esterni e interni, di trasmissione di informazioni e emozioni, di metabolismo, di traccia, di memoria, ne fa una rete sofisticatissima e affascinante.
Un’astrazione che si origina nell’organico _ Il mio interesse è quello di sviluppare i campi di ricerca sulle membrane per mettere in luce la continuità tra il nostro sistema nervoso e la nostra pelle. Mutare il punto di vista abituale che considera la pelle come una periferia rispetto a un sistema centrale di controllo non soltanto aprendomi alla ricerca scientifica, ma anche nella continuità di un’astrazione che si origina tra pensiero e struttura del vivente. Esplorare nel movimento e nell’immobilità le molteplici caratteristiche del sistema delle membrane corporee e interagire con una struttura scenica la cui elasticità possa ricordare le tensioni organiche e il cui ambiente sonoro possa interrogare la membrana. (Maria Donata d’Urso)
* ingresso 10 euro
Europa < > Mediterraneo < > Americhe _ Firenze 5-23 maggio 2009 _Stazione Leopolda e altri spazi
MERCOLEDì 20 e giovedì 21 maggio - Fabbrica Europa ’09
Mercoledì e giovedì sono due serate ricchi di appuntamenti per Fabbrica Europa: il Prof. Vallauri tiene 2 incontri all’Istituto Francese (ore 17); François Kahn presenta alla Leopolda in prima assoluta un lavoro tratto da Whitman (ore 19); Claudio Morganti propone, sempre in prima assoluta, uno dei suoi studi su Woyzeck (ore 20); Maria Donata d’Urso è in scena, in prima nazionale, alle ore 21; Farm in the Cave mercoledì presenta l’ultima replica di Sclavi / The song of an emigrant alle ore 21.30. La Lydian Sound Orchestra sale sul palco per una prima assoluta giovedì alle ore 22.
20/5 ore 17, Istituto Francese – ingresso libero – INCONTRO
Prof. LUIGI LOMBARDI VALLAURI: La cosa “Dio”
21/5 ore 17, Istituto Francese – ingresso libero – INCONTRO
Prof. LUIGI LOMBARDI VALLAURI: La cosa “Anima”
20/5 e 21/5 ore 18.30 – 20 e dalle ore 23 in poi (fino al 23/5), Stazione Leopolda – ingresso libero – INSTALLAZIONE
Atti Democratici, CARLOS MOTTA: La Buena Vida / The Good Life; JUAN ESTEBAN SANDOVAL: Isola
20/5 e 21/5 ore 19, Stazione Leopolda – ingresso 10 euro – TEATRO
FRANÇOIS KAHN: I dormienti – prima assoluta
20/5 e 21/5 ore 20 (fino al 23/5 h 20), Stazione Leopolda – ingresso 10 euro (prenotazione obbligatoria) – TEATRO
CLAUDIO MORGANTI: Studio n°5 per Woyzeck – prima assoluta
20/5 e 21/5 ore 21, Stazione Leopolda – ingresso 10 euro – DANZA
MARIA DONATA D’URSO: Mem-brain – prima nazionale
20/5 ore 21, Teatro Affratellamento – ingresso libero – INCONTRO
Il Tempo di Galileo
20/5 e 21/5 dalle ore 21 (fino al 23/5), Stazione Leopolda (Piazzale Esterno) – ingresso libero – VIDEOINSTALLAZIONE
KINKALERI: West _ Video 2003-2009 – prima assoluta
20/5 ore 21.30, Stazione Leopolda – ingresso 15/12 euro – TEATRO
FARM IN THE CAVE: Sclavi / The Song of an Emigrant – prima nazionale
21/5 ore 22, Stazione Leopolda – ingresso 12/10 euro – MUSICA
LYDIAN SOUND ORCHESTRA: Berlin, The Wall & Other Stories – prima assoluta
COMUNICATO STAMPA
Il Prof. Luigi Lombardi Vallauri è protagonista di due incontri dal titolo La cosa “Dio” (20 maggio ore 17) e La cosa “Anima” (21 maggio ore 17). Dio e Anima sono fantasmi potenti. Così potenti che occorre assiduo lavoro per sottrarsi alla loro seduzione. L’uomo religioso si abbandona alla fede in Dio e Anima, guidato da rivelazioni profetiche. Ma c’è una fede che non basta a se stessa, che vuole anche la comprensione intellettuale di ciò in cui crede. Non vuole che Dio e Anima possano essere una proiezione della fantasia, un bisogno del cuore, un’immensa illusione collettiva (Istituto Francese, mercoledì 20 e giovedì 21 maggio ore 17 – ingresso libero).
Presenza di rilievo è quella di François Kahn, quarant’anni di vita nel teatro, attore e regista francese la cui ricerca teatrale è segnata dall'incontro con il grande maestro del novecento Jerzy Grotowski. A Fabbrica Europa Kahn porta in scena I dormienti, costruito su varie poesie della raccolta Foglie d’Erba di Walt Whitman, in particolare sul poema Sleepers. Il poeta guarda donne e uomini che dormono, si corica accanto a essi e sogna “tutti i sogni degli altri sognatori”. La sua visione avanza in più direzioni: il viaggio di ognuno di essi che in sogno ritornano verso il loro paese e la loro infanzia; il viaggio degli amanti nel buio della notte che “tutti li pervade e li avviluppa”; il viaggio tra vita e morte nell’architettura perfetta del corpo umano (prima assoluta – mercoledì 20 e giovedì 21 maggio ore 19 – ingresso 10 euro).
Da circa un paio d’anni Claudio Morganti – artista tra i più geniali della scena contemporanea – sta conducendo studi intorno a Woyzeck di Büchner. Fabbrica Europa ospita Studio n°5 per Woyzeck, il quinto capitolo per la drammaturgia di Rita Frongia, nel quale vengono prese in considerazione due scene: Woyzeck/Capitano (scena della barba) e Woyzeck/Marie (scena degli orecchini), attraverso le quali si cerca di verificare la “question” pantomima (Mejerhold) e “l’affaire” realismo. In una piccola stanza scarsamente illuminata il risultato è una sorta di ballo aritmico di stampo verista con battute (prima assoluta –Stazione Leopolda, dal 20 al 23 maggio ore 20 – ingresso 10 euro, prenotazione obbligatoria).
Fabbrica Europa coproduce il nuovo lavoro di Maria Donata d’Urso Mem-brain, un’esplorazione, attraverso il movimento, delle molteplici caratteristiche del sistema delle membrane corporee, partendo dalla ricerca scientifica per giungere a uno sguardo poetico sul corpo. “Il mio interesse – afferma d’Urso – è: sviluppare i campi di ricerca sulle membrane per mettere in luce la continuità tra il nostro sistema nervoso e la nostra pelle; mutare il punto di vista abituale che considera la pelle come una periferia rispetto a un sistema centrale di controllo; esplorare nel movimento e nell’immobilità le molteplici caratteristiche del sistema delle membrane corporee e interagire con una struttura scenica la cui elasticità possa ricordare le tensioni organiche e il cui ambiente sonoro possa interrogare la membrana. Nell’ambito de La Francia si muove (prima nazionale – mercoledì 20 e giovedì 21 maggio ore 21 – ingresso 10 euro).
Il tempo di Galileo, incontro a cura della Società Ricreativa L’Affratellamento. Intervengono: Prof. Franco Cardini, docente di storia; Prof. Don Stefano Grossi, docente di filosofia della scienza. Introduce: Luigi Mannelli, presidente Circolo L’Affratellamento (Teatro Affratellamento, mercoledì 20 maggio ore 21 – ingresso libero).
La compagnia Farm in the Cave di Praga presenta l’ultima replica del pluripremiato spettacolo Sclavi / The Song of an Emigrant. La pièce, per la regia di Viliam Docolomansky, narra la storia, le nostalgie e le difficoltà di un migrante ed è basata sulla ricerca sul campo svolta nei villaggi della Slovacchia dell’Est. Trae spunto dagli antichi canti ruteni e slovacchi, dalle lettere degli emigrati slovacchi e dalla storia di Josef, protagonista del romanzo Hordubal di Karel Capek. La performance - tra teatro fisico, musica e canti - è carica di ritmo febbrile, le melodie dei canti polifonici popolari si incrociano con la cruda azione fisica (prima nazionale – mercoledì 20 maggio ore 21.30 – ingresso 15/12 euro).
Jazz ed Europa: Berlin, The Wall & Other Stories. Nell’anno del ventennale dalla caduta del Muro, la Lydian Sound Orchestra di Riccardo Brazzale e le fotografie di Pino Ninfa tributano un omaggio alla città di Berlino. Lungo il percorso di un articolato progetto multimediale, la musica dialoga con le immagini, con un proprio modo di intendere il rapporto tra tradizione e contemporaneità, anche grazie a un work in progress, a cui partecipano tutti i musicisti del gruppo seguendo la lezione del grande contrabbassista e compositore Charles Mingus. Come ha scritto Tim Stenhouse su Jazz Wise: “Riccardo Brazzale e Lydian Sound Orchestra rievocano perfettamente l’anarchia controllata della Mingus Big Band.” In collaborazione con Music Pool (prima assoluta – giovedì 21 maggio ore 22 – ingresso 12/10 euro).
20 e 21 maggio ore 17, Firenze, Istituto Francese – INCONTRO
Prof. LUIGI LOMBARDI VALLAURI
La cosa “Dio” (20 maggio); La cosa “Anima” (21 maggio)
“Dio e Anima sono fantasmi potenti. Così potenti che occorre assiduo lavoro per sottrarsi alla loro seduzione. Essi dicono che l’universo ha il senso che gli darebbe una Persona infinita, rendendo il rapporto con questa Persona più importante del rapporto con la natura e con gli altri uomini. E trasformano l’evidenza del male e della morte in persuasione di giustizia e di immortalità. L’uomo religioso si abbandona alla fede in Dio e Anima guidato da rivelazioni profetiche. Ma c’è una fede che non basta a se stessa, che vuole anche la comprensione intellettuale di ciò in cui crede. Non vuole che Dio e Anima possano essere una proiezione della fantasia, un bisogno del cuore, un’immensa illusione collettiva. Nascono così, dalla fede, la teo-filosofia e la psico-filosofia, che investono con i controllabili poteri della ragione le due supersostanze immateriali. Le conferenze, dedicate una a Dio, l’altra ad Anima, tenteranno una risposta alle due superdomande, approdando a una lucida oscurità intellettiva e a una proposta di mistica per adulti realizzanti.” (Luigi Lombardi Vallauri)
* ingresso libero
20 e 21 maggio ore 19, Stazione Leopolda – TEATRO - prima assoluta
FRANÇOIS KAHN: I dormienti
da Leaves of Grass di Walt Whitman
Adattamento e traduzione: François Kahn - Consulenza letteraria: Elena Sternai Saraceno - Con: Murielle Béchame, François Kahn
Creazione delle luci: Alberto Burnichon - Regia: François Kahn - Coproduzione: ODRADEK THEATRE/ARCAT
“Ecco quello che devi fare: ama la terra e il sole e gli animali, disprezza le ricchezze, fa la carità a chiunque la chieda, difendi gli stupidi e i matti, dedica agli altri il tuo guadagno e il tuo lavoro, odia i tiranni, non discutere su Dio, sii paziente e indulgente con la gente, non toglierti il cappello davanti a nulla di noto o ignoto, a individui o a gruppi di persone, mescolati liberamente con le persone incolte ma piene di energia e con i giovani e con le madri di famiglia, leggi queste “foglie” all’aria aperta, in ogni stagione di ogni anno della tua vita, riesamina tutto quello che ti è stato detto a scuola o in chiesa o da qualunque libro, ripudia tutto ciò che insulta la tua anima, e proprio la tua carne sarà una grande poesia e avrà la più grande fluidità non solo nelle parole ma nelle linee silenziose delle labbra e del viso e delle ciglia e in ogni movenza e giuntura del tuo corpo….” (Walt Whitman)
I dormienti è un’azione teatrale costruita su varie poesie della raccolta Foglie d’Erba di Walt Whitman, in particolare, sul poema Sleepers. Il poeta guarda donne e uomini che dormono, si corica accanto a ognuno di essi, evoca la varietà infinita dei dormienti e sogna “tutti i sogni degli altri sognatori”. La visione del poeta avanza in più direzioni: il viaggio dei dormienti che in sogno ritornano verso il loro paese e la loro infanzia; il viaggio degli amanti nel buio della notte che “tutti li pervade e li avviluppa”; il viaggio tra vita e morte nell’architettura perfetta del corpo umano. Questa visione si conclude con il ritorno dei sognatori al loro corpo, risanato dal sonno, e con il loro risveglio. Per evocare il sonno e i sogni basta l'oscurità dove la luce sola struttura lo spazio. Qualche raro oggetto e grandi fogli di carta permettono di dare forma alle azioni, di rendere visibile l'ordine e il disordine delle parole e dei segni, di giocare con le pieghe e i fruscii della materia. In questo scenario si manifesta la presenza di Anima e Animus, doppia incarnazione del poeta. Da quando l’ho scoperto, all’inizio degli anni ’70, Walt Whitman mi ha toccato profondamente e ho riconosciuto in lui il soffio dei tempi che allora avvertivo: la stessa aspirazione alla schiettezza, la stessa volontà di disfarsi di ogni pregiudizio e accettare se stessi e, di conseguenza, di accettare gli altri, la stessa ricerca di una verità che fosse contemporaneamente materiale e immateriale, fuori da ogni dogma religioso o politico. Ho immediatamente amato il flusso musicale delle sue parole, l’ottimismo della sua formidabile vitalità venata di malinconia, il suo gusto immoderato per il vagabondaggio. Durante il mio lungo soggiorno in Polonia al Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski, leggendo Allen Ginsberg, Jack Kerouac e Gary Snyder, ho scoperto fino a che punto Whitman fosse stato alla radice di tutto quel movimento poetico che ha nutrito una parte essenziale delle mie convinzioni più profonde. C’era una sorta di risonanza fra l’odissea dei poeti americani della beat generation e l’affascinante avventura grotowskiana. Oggi che la fantasia e l’eleganza irriverente dei beatniks, le loro intuizioni poetiche, ecologiche e mistiche sembrano essere inghiottite dalle tenebre della guerra, della paura degli altri, del ripiegamento su di sé e dell’arroganza, mi sembra urgente ridare respiro a questa corrente creativa. È necessario ritornare alla sorgente, riprendere contatto con le radici di questo movimento poetico e far vivere sulla scena le parole di Walt Whitman evocando i corpi perfetti dei dormienti, l'oscurità della notte, il canto dell'usignolo e il profumo dei lillà. (F. Kahn)
* ingresso 10 euro
20 e 21 maggio ore 21, Stazione Leopolda – DANZA - prima nazionale
MARIA DONATA D’URSO: Mem-brain
Nell’ambito di La Francia si muove
Ideazione e coreografia: Maria Donata d’Urso - Composizione, musica elettronica live: Kim Cascone
Scenografia: Frédéric Casanova - Luci: Maryse Gautier - Regia tecnica: Erik Houillet - Produzione: Disorienta
Coproduzione: Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis, Fabbrica Europa
Con il sostegno di: Centre Nationale de la Danse, La Ménagerie de Verre dans le cadre des Studiolab, Fondazione Pontedera Teatro, Fondazione Teatro V. Emanuele di Noto - Si ringrazia l’Istituto Francese di Firenze
La pelle, membrana, interfaccia _ La pelle e le superfici del corpo nella rappresentazione sono le tematiche principali della mia ricerca. Nel “trittico della pelle” questo punto di vista poetico sul corpo prende la forma di tre soli attraversati da una declinazione di questi temi. La terminologia che utilizzo – “interfaccia” – per definire la complessa e intensa funzione della pelle sottintende una natura più artificiale che vivente. Ciò nonostante i due ambiti, il vivente e l’artificiale, non sono più separati da un confine rigido ma piuttosto da una relazione d’ispirazione reciproca che mi ha sempre meravigliato. Questa apparente contraddizione mi ha portata a investigare le problematiche che riguardano il corpo in scena e nella vita quotidiana. Vedere come gli artisti utilizzano la pelle materialmente e metaforicamente, confrontarmi con le “bio art” e le biotecnologie mi hanno aperto una dinamica di ricerca sulla presenza del lavoro corporeo e sulla sua scrittura.
Questi interrogativi meritano quindi di essere integrati a un lavoro di creazione basato sul rispetto e sull’ascolto del lavoro corporeo, ma anche attraverso ricerche legate più concretamente all’osservazione del mondo del vivente.
Mem-brain _ Per mettere in evidenza la continuità tra la pelle e il sistema nervoso centrale bisognerebbe considerare la pelle come un “cervello dispiegato”. In effetti cervello e pelle derivano dallo stesso foglietto embrionario, l’ectoderma. Non soltanto ogni porzione di pelle è strettamente legata al sistema nervoso centrale, ma il suo stesso funzionamento di risposta agli stimoli esterni e interni, di trasmissione di informazioni e emozioni, di metabolismo, di traccia, di memoria, ne fa una rete sofisticatissima e affascinante.
Un’astrazione che si origina nell’organico _ Il mio interesse è quello di sviluppare i campi di ricerca sulle membrane per mettere in luce la continuità tra il nostro sistema nervoso e la nostra pelle. Mutare il punto di vista abituale che considera la pelle come una periferia rispetto a un sistema centrale di controllo non soltanto aprendomi alla ricerca scientifica, ma anche nella continuità di un’astrazione che si origina tra pensiero e struttura del vivente. Esplorare nel movimento e nell’immobilità le molteplici caratteristiche del sistema delle membrane corporee e interagire con una struttura scenica la cui elasticità possa ricordare le tensioni organiche e il cui ambiente sonoro possa interrogare la membrana. (Maria Donata d’Urso)
* ingresso 10 euro
20
maggio 2009
Claudio Morganti – Studio n°5 per Woyzeck
Dal 20 al 23 maggio 2009
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
STAZIONE LEOPOLDA
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)
Biglietti
10 euro, prenotazione obbligatoria
Vernissage
20 Maggio 2009, ore 20 prima assoluta
Sito web
www.fabbricaeuropa.net
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