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Claudio Parmiggiani – Pinxit et celavit
La mostra comprende lavori che vanno dal 1970 ad oggi: da una delle primissime “delocazioni” ad opere appositamente realizzate per lo spazio della galleria.
Comunicato stampa
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La prima mostra di Claudio Parmiggiani a Roma si tenne nel 1975 alla Galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis, la più recente risale al 1983 alla Galleria di Mario Diacono. Ora, dopo oltre vent’anni di assenza dalla città, Claudio Parmiggiani presenta dieci opere alla Galleria dell’Oca in via della Mercede 12a , dal 17 marzo al 18 maggio,.
La mostra comprende lavori che vanno dal 1970 ad oggi: da una delle primissime “delocazioni” ad opere appositamente realizzate per lo spazio della galleria.
Claudio Parmiggiani (1943) è uno dei più significativi e segreti artisti italiani. In una intervista di Valentina Castellani (Torino, 1998) che gli chiedeva che posizione occupasse rispetto al movimento dell’“arte povera” o dell’arte concettuale, ai quali si è spesso tentato di associarlo, Claudio Parmiggiani rispondeva “ non ho mai pensato che per essere artista occorresse appartenere ad un gruppo, trovare una certezza attraverso l’omologazione del gruppo. Io non so nemmeno cosa significa arte “concettuale” o arte “povera”. Essere in gruppo non aggiunge nulla alla solitudine del proprio pensiero e, in ogni caso, penso che sia più importante cercare di appartenere a se stessi… occorre portare l’arte, almeno la propria, lontano dalla teatralità…, riportarla alla sua solitudine, al suo silenzio…”
“Pinxit et celavit” è il titolo della mostra alla Galleria dell’Oca. Questo titolo riafferma la disciplina al silenzio dell’autore e delle sue opere che si sottraggono al bisogno invadente di manifestarsi. Nelle quattro sale della galleria Claudio Parmiggiani ha disposto opere che sono assenze piuttosto che presenze, silenzi piuttosto che clamori. Tale condizione riguarda non soltanto le “delocazioni”, quelle opere che rappresentano il negativo o meglio l’ombra di una forma sottratta, bensì tutte le opere esposte nella mostra: dai calchi in gesso dipinti, che conducono alla memoria del tutto attraverso un frammento, all’opera che, nella prima sala, introduce la mostra -“Senza titolo” del 1977 - dove, sopra un ceppo, dietro un’incudine e un martello, è appoggiata la perfezione di una tela bianca.
Le delocazioni sono lavori che Claudio Parmiggiani realizza dal 1970. La prima, alla Galleria Civica di Modena, nasceva dall’osservazione di uno spazio dove le uniche presenze erano gli oggetti che l’autore aveva rimosso (de-locato) dalle pareti: un quadro, una scala. Operazioni quasi alchemiche dove la sparizione di una forma è ottenuta attraverso il fuoco, il fumo, la fuliggine e l’immagine è restituita quasi come forma fisica dell’ombra. L’oggetto è trasformato in luce e vive nella profondità plastica del nulla.
via della mercede 12/a 00187 Roma , ingresso scala principale, 3° piano
tel. 06 678 18 25 • cell. 348 731 80 86 • fax 06 692 942 38 • e-mail info@galleriadelloca.it • ww.galleriadelloca.it
In una delle sale della mostra alla Galleria dell’Oca, per esempio, dove solo pochi anni fa c’era la biblioteca di Giuliano Briganti, una grande opera ora raffigura la memoria di questa biblioteca: la fuliggine e il fumo sospinti dalla furia del fuoco sono andati a riempire di luce il vuoto di centinaia di libri dando una consistenza sinuosa al nulla. In un’ altra opera, nell’ultima sala, le tracce di luce di bellissime farfalle, memori di Dosso, sono sospese nel grigio immobile del fumo che si è depositato uniforme sulla tavola. Qualche frammento d’ala variopinta è trattenuta a testimonianza di un corpo dissolto.
Lo spirituale, categoria insieme del tutto e del nulla, si manifesta anche nell’opera “Pane” del 1998, dove cinquantadue pani, fusioni di ghisa pesanti come pietre, accatastati a terra in un angolo, sembrano in realtà leggeri come spirito, rivelano e celano il loro tutto e il loro nulla. Per Parmigiani, forse, tra pietra e spirito e tra tutto e nulla c’è un’identità evidente.
La mostra comprende lavori che vanno dal 1970 ad oggi: da una delle primissime “delocazioni” ad opere appositamente realizzate per lo spazio della galleria.
Claudio Parmiggiani (1943) è uno dei più significativi e segreti artisti italiani. In una intervista di Valentina Castellani (Torino, 1998) che gli chiedeva che posizione occupasse rispetto al movimento dell’“arte povera” o dell’arte concettuale, ai quali si è spesso tentato di associarlo, Claudio Parmiggiani rispondeva “ non ho mai pensato che per essere artista occorresse appartenere ad un gruppo, trovare una certezza attraverso l’omologazione del gruppo. Io non so nemmeno cosa significa arte “concettuale” o arte “povera”. Essere in gruppo non aggiunge nulla alla solitudine del proprio pensiero e, in ogni caso, penso che sia più importante cercare di appartenere a se stessi… occorre portare l’arte, almeno la propria, lontano dalla teatralità…, riportarla alla sua solitudine, al suo silenzio…”
“Pinxit et celavit” è il titolo della mostra alla Galleria dell’Oca. Questo titolo riafferma la disciplina al silenzio dell’autore e delle sue opere che si sottraggono al bisogno invadente di manifestarsi. Nelle quattro sale della galleria Claudio Parmiggiani ha disposto opere che sono assenze piuttosto che presenze, silenzi piuttosto che clamori. Tale condizione riguarda non soltanto le “delocazioni”, quelle opere che rappresentano il negativo o meglio l’ombra di una forma sottratta, bensì tutte le opere esposte nella mostra: dai calchi in gesso dipinti, che conducono alla memoria del tutto attraverso un frammento, all’opera che, nella prima sala, introduce la mostra -“Senza titolo” del 1977 - dove, sopra un ceppo, dietro un’incudine e un martello, è appoggiata la perfezione di una tela bianca.
Le delocazioni sono lavori che Claudio Parmiggiani realizza dal 1970. La prima, alla Galleria Civica di Modena, nasceva dall’osservazione di uno spazio dove le uniche presenze erano gli oggetti che l’autore aveva rimosso (de-locato) dalle pareti: un quadro, una scala. Operazioni quasi alchemiche dove la sparizione di una forma è ottenuta attraverso il fuoco, il fumo, la fuliggine e l’immagine è restituita quasi come forma fisica dell’ombra. L’oggetto è trasformato in luce e vive nella profondità plastica del nulla.
via della mercede 12/a 00187 Roma , ingresso scala principale, 3° piano
tel. 06 678 18 25 • cell. 348 731 80 86 • fax 06 692 942 38 • e-mail info@galleriadelloca.it • ww.galleriadelloca.it
In una delle sale della mostra alla Galleria dell’Oca, per esempio, dove solo pochi anni fa c’era la biblioteca di Giuliano Briganti, una grande opera ora raffigura la memoria di questa biblioteca: la fuliggine e il fumo sospinti dalla furia del fuoco sono andati a riempire di luce il vuoto di centinaia di libri dando una consistenza sinuosa al nulla. In un’ altra opera, nell’ultima sala, le tracce di luce di bellissime farfalle, memori di Dosso, sono sospese nel grigio immobile del fumo che si è depositato uniforme sulla tavola. Qualche frammento d’ala variopinta è trattenuta a testimonianza di un corpo dissolto.
Lo spirituale, categoria insieme del tutto e del nulla, si manifesta anche nell’opera “Pane” del 1998, dove cinquantadue pani, fusioni di ghisa pesanti come pietre, accatastati a terra in un angolo, sembrano in realtà leggeri come spirito, rivelano e celano il loro tutto e il loro nulla. Per Parmigiani, forse, tra pietra e spirito e tra tutto e nulla c’è un’identità evidente.
17
marzo 2005
Claudio Parmiggiani – Pinxit et celavit
Dal 17 marzo al 18 maggio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELL’OCA STUDIO
Roma, Via Della Mercede, 12/a, (Roma)
Roma, Via Della Mercede, 12/a, (Roma)
Orario di apertura
lunedì – venerdì 10–13 e 16:30–19:30. Sabato su appuntamento
Editore
GLI ORI
Autore
Curatore