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Claudio Spoletini – Fabbricato in Italia
In questo nuovo ciclo di opere, che ha come ironico titolo l’autarchico Fabbricato in Italia al posto del più “globale” Made in Italy, Spoletini inserisce i suoi noti giocattoli nel contesto dell’industrializzazione novecentesca
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il giorno 3 dicembre 2005 si inaugura presso la Galleria Romberg Arte Contemporanea di Latina la mostra personale di Claudio Spoletini intitolata Fabbricato in Italia
Nato a Roma, Claudio Spoletini lavora da diversi decenni tra pittura e fotografia. Il suo lavoro si presta senz’altro a una duplice lettura. Da una parte c’è l’aspetto ludico legato alla presenza di giocattoli di latta e metallo (vera e propria mania collezionistica dell’artista) che possono far pensare al mondo dell’infanzia. Immediatamente successivo è però il côté sociologico di questo lavoro: attraverso un elemento così semplice Spoletini va a indagare sui cambiamenti e sulle persistenze nella nostra società, tracciando un profilo stimolante del paesaggio italiano di oggi.
In questo nuovo ciclo di opere, che ha come ironico titolo l’autarchico Fabbricato in Italia al posto del più “globale” Made in Italy, Spoletini inserisce i suoi noti giocattoli nel contesto dell’industrializzazione novecentesca, quando ancora il nostro Paese era legato al modello della “grande Fabbrica” e il lavoro era concepito secondo il modello fordista. Sono scorci monocromi, seppiati o virati in un colore innaturale come nelle foto d’epoca, dove talora si riconoscono paesaggi industriali molto famosi come le fabbriche Fiat Mirafiori e Lingotto a Torino, mentre altri paesaggi risultano anonimi, rintracciabili in qualsiasi area del XX secolo.
Spoletini arriva a queste immagini dopo un meticoloso studio delle fonti iconografiche –soprattutto riviste di architettura, ma anche la pittura figurativa del Novecento a soggetto urbano (Carrà, Sironi, de Chirico) e la pubblicistica popolare di riviste illustrate come Grand Hotel. Da ieri si passa vertiginosamente a oggi. Finita l’epoca della grande industria, che già Debord prevedeva sostituita dallo sviluppo della “società dello spettacolo”, i quadri di Spoletini si pongono come malinconico e nostalgico memento di un tempo ormai estinto, non senza gravi ripercussioni sul tessuto sociale e sulla vita individuale.
Proprio per questo suo andare a fondo delle cose, il testo di Luca Beatrice che accompagna la mostra si intitola “Il valore sociologico della pittura”.
Nato a Roma, Claudio Spoletini lavora da diversi decenni tra pittura e fotografia. Il suo lavoro si presta senz’altro a una duplice lettura. Da una parte c’è l’aspetto ludico legato alla presenza di giocattoli di latta e metallo (vera e propria mania collezionistica dell’artista) che possono far pensare al mondo dell’infanzia. Immediatamente successivo è però il côté sociologico di questo lavoro: attraverso un elemento così semplice Spoletini va a indagare sui cambiamenti e sulle persistenze nella nostra società, tracciando un profilo stimolante del paesaggio italiano di oggi.
In questo nuovo ciclo di opere, che ha come ironico titolo l’autarchico Fabbricato in Italia al posto del più “globale” Made in Italy, Spoletini inserisce i suoi noti giocattoli nel contesto dell’industrializzazione novecentesca, quando ancora il nostro Paese era legato al modello della “grande Fabbrica” e il lavoro era concepito secondo il modello fordista. Sono scorci monocromi, seppiati o virati in un colore innaturale come nelle foto d’epoca, dove talora si riconoscono paesaggi industriali molto famosi come le fabbriche Fiat Mirafiori e Lingotto a Torino, mentre altri paesaggi risultano anonimi, rintracciabili in qualsiasi area del XX secolo.
Spoletini arriva a queste immagini dopo un meticoloso studio delle fonti iconografiche –soprattutto riviste di architettura, ma anche la pittura figurativa del Novecento a soggetto urbano (Carrà, Sironi, de Chirico) e la pubblicistica popolare di riviste illustrate come Grand Hotel. Da ieri si passa vertiginosamente a oggi. Finita l’epoca della grande industria, che già Debord prevedeva sostituita dallo sviluppo della “società dello spettacolo”, i quadri di Spoletini si pongono come malinconico e nostalgico memento di un tempo ormai estinto, non senza gravi ripercussioni sul tessuto sociale e sulla vita individuale.
Proprio per questo suo andare a fondo delle cose, il testo di Luca Beatrice che accompagna la mostra si intitola “Il valore sociologico della pittura”.
03
dicembre 2005
Claudio Spoletini – Fabbricato in Italia
Dal 03 dicembre 2005 al 31 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA [vecchia sede]
Latina, Via San Carlo Da Sezze, 18, (Latina)
Latina, Via San Carlo Da Sezze, 18, (Latina)
Orario di apertura
10-13 e 16-19.30
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 17
Autore
Curatore