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Claudio Testaverde – La memoria dell’acqua
Claudio Testaverde è psicoanalista post junghiano, è, soprattutto, un creativo, un curioso redattore e rielaboratore del grande respiro consapevole del sistema natura
Comunicato stampa
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Ciascuno può capire soltanto ciò che riesce a vedere
(principio sufi)
La neve possiede cinque caratteristiche principali.
È bianca.
Congela la natura e la protegge.
Si trasforma continuamente.
È sdrucciolevole.
Si muta in acqua.
( Maxence Fermine – Neve - Bompiani, pag. 21)
Koan è una parola giapponese che viene dal cinese 公案 (pinyin: gong'an; Wade-Giles: kung-an) e significa "precetto pubblico". In senso generale è un esempio che vuole essere di guida per la vita.
Claudio Testaverde è psicoanalista post junghiano, è, soprattutto, un creativo, un curioso redattore e rielaboratore del grande respiro consapevole del sistema natura. È scrittore di koan: ha già pubblicato un libro dal quale gli scatti in mostra sono stati scelti con l’intenzione di rinvenire un principio vibrazionale: l’acqua. Un happening in libreria vuole essere l’apripista per stabilire un trait d’union tra testo fotografico (la cui apparente casualità nell’eremitaggio fra boschi, neve, nembi, silenzi marini, è il segno di una prassi ben precisa) e riflessione epistemologica su un “eretico” sapere psicoanalitico. “Il mio percorso interiore, esistenziale, psicologico, spirituale è un paradigma di per sé” – dice l’autore -. E ancora: “ Lo sguardo che possiamo dare alla totalità delle entità senzienti , non può essere tecnicista, o “artistico” in senso vago, ma deve saper cogliere la mutabilità delle forme; l’opera di ogni uomo dovrà integrare – oltre i condizionamenti – le energie vitali a partire da quelle naturali e intellettive. L’accesso all’arte non è per pochi ma per tutti.” Un atto ecologico, dunque, che disgelando l’Io della natura ne limita terapeuticamente il nostro, favorendo una resa catartica degli stati del Sé. Guardarsi percorrendo il crinale di immagini archetipiche, “prime” nel senso della non rielaborazione artificiosa, se non per il mezzo fotografico e la scelta dei surfaces sensibles : 200 Asa per la pellicola - che sgrana l’immagine, colta spesse volte al crepuscolo - e stampa su carta colore lucida - che comporta ovvie varianti di riproduzione -. L’acqua ha una memoria – afferma l’omeopatia – la sua mutevolezza, la docilità che è potenza e pazienza, ci rammenta di non abbellire niente; di non parlare; di guardare; di scrivere; di ritirarsi dal mondo per meglio sbalordirsene.
tania giuga
“La poesia non è un mestiere. È un passatempo. Le poesie sono acqua che scorre. Come questo fiume”
Yuko tuffò lo sguardo nell’acqua silenziosa e lesta.
Poi si voltò verso il padre e disse:
“E’ esattamente quello che voglio fare. Imparare
a guardare il tempo che scorre”
( Maxence Fermine – Neve - Bompiani, pag. 13)
(principio sufi)
La neve possiede cinque caratteristiche principali.
È bianca.
Congela la natura e la protegge.
Si trasforma continuamente.
È sdrucciolevole.
Si muta in acqua.
( Maxence Fermine – Neve - Bompiani, pag. 21)
Koan è una parola giapponese che viene dal cinese 公案 (pinyin: gong'an; Wade-Giles: kung-an) e significa "precetto pubblico". In senso generale è un esempio che vuole essere di guida per la vita.
Claudio Testaverde è psicoanalista post junghiano, è, soprattutto, un creativo, un curioso redattore e rielaboratore del grande respiro consapevole del sistema natura. È scrittore di koan: ha già pubblicato un libro dal quale gli scatti in mostra sono stati scelti con l’intenzione di rinvenire un principio vibrazionale: l’acqua. Un happening in libreria vuole essere l’apripista per stabilire un trait d’union tra testo fotografico (la cui apparente casualità nell’eremitaggio fra boschi, neve, nembi, silenzi marini, è il segno di una prassi ben precisa) e riflessione epistemologica su un “eretico” sapere psicoanalitico. “Il mio percorso interiore, esistenziale, psicologico, spirituale è un paradigma di per sé” – dice l’autore -. E ancora: “ Lo sguardo che possiamo dare alla totalità delle entità senzienti , non può essere tecnicista, o “artistico” in senso vago, ma deve saper cogliere la mutabilità delle forme; l’opera di ogni uomo dovrà integrare – oltre i condizionamenti – le energie vitali a partire da quelle naturali e intellettive. L’accesso all’arte non è per pochi ma per tutti.” Un atto ecologico, dunque, che disgelando l’Io della natura ne limita terapeuticamente il nostro, favorendo una resa catartica degli stati del Sé. Guardarsi percorrendo il crinale di immagini archetipiche, “prime” nel senso della non rielaborazione artificiosa, se non per il mezzo fotografico e la scelta dei surfaces sensibles : 200 Asa per la pellicola - che sgrana l’immagine, colta spesse volte al crepuscolo - e stampa su carta colore lucida - che comporta ovvie varianti di riproduzione -. L’acqua ha una memoria – afferma l’omeopatia – la sua mutevolezza, la docilità che è potenza e pazienza, ci rammenta di non abbellire niente; di non parlare; di guardare; di scrivere; di ritirarsi dal mondo per meglio sbalordirsene.
tania giuga
“La poesia non è un mestiere. È un passatempo. Le poesie sono acqua che scorre. Come questo fiume”
Yuko tuffò lo sguardo nell’acqua silenziosa e lesta.
Poi si voltò verso il padre e disse:
“E’ esattamente quello che voglio fare. Imparare
a guardare il tempo che scorre”
( Maxence Fermine – Neve - Bompiani, pag. 13)
23
settembre 2006
Claudio Testaverde – La memoria dell’acqua
Dal 23 settembre al 07 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
LIBRERIA MAIEUTICA
Catania, Via Sant'elena, 15, (Catania)
Catania, Via Sant'elena, 15, (Catania)
Orario di apertura
estivi 8.30-13.00 e 16.30-20.30; invernali 8.30-13e 16.00-20.00
Vernissage
23 Settembre 2006, ore 19.30
Autore
Curatore