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Clegg & Guttmann – Temi ed elementi di un nuovo studiolo napoletano
terza mostra personale con un nuovo progetto appositamente concepito per la galleria
Comunicato stampa
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Con un rinnovato omaggio alla cultura del nostro paese, dopo l’installazione “Falsa Prospettiva” nel febbraio 2001 presso la sede milanese della galleria e la personale del 1987 nella sede storica di Napoli, gli artisti israeliani Clegg & Guttmann inaugurano a Napoli la loro terza mostra personale con un nuovo progetto appositamente concepito per la galleria: “Temi ed elementi di un nuovo studiolo napoletano”.
Nel primo Rinascimento, il palazzo aristocratico fu ridisegnato per creare una divisione fra l’ala privata e quella pubblica. Vicino all’entrata era situato un salotto pubblico accessibile ai visitatori, separato dalle stanze private che erano sistemate sul retro. Lo studiolo era lo spazio più privato di tutti; oltre ad essere usato come biblioteca, sala di lettura, sala di musica e gabinetto delle curiosità -conteneva collezioni di oggetti naturali, artificiali e cimeli vari - aveva una funzione più specifica: lo studiolo era concepito come una sorta di laboratorio cognitivo, un “ambiente totale” dedicato al miglioramento della memoria e dell’immaginazione. I differenti elementi dello studiolo – biblioteca, sala di musica, collezioni di oggetti e di opere d’arte – erano tutti subordinati a quell’obiettivo, cioè venivano considerati come strumenti per lo sviluppo cognitivo ed intellettuale. Si presumeva che fossero collegati l’un l’altro dalla teoria neoplatonica dell’animo umano che assegnava a ciascun elemento il suo ruolo specifico; ogni parte dello studiolo era dedicata a migliorare un aspetto delle capacità cognitive ed intellettuali della mente.
Questo progetto di Clegg & Guttmann ha lo scopo di rivalutare lo studiolo e di suggerire modi per trasformarlo in una forma contemporanea che combini una varietà di funzioni, per cui gli oggetti d’arte non sono trattati semplicemente come oggetti da collezione, ma come aspetti di un ambiente dedicato alla contemplazione cognitiva e filosofica. L’installazione di Clegg & Guttmann è stata concepita come discendente diretta dello studiolo rinascimentale. Essa vuole riportare al presente l’interesse originario per la memoria e l’immaginazione. Nel contesto contemporaneo la problematica è forse un po’ diversa: gli atteggiamenti nei confronti della memoria e dell’immaginazione hanno subito diverse trasformazioni, così come la teoria che mira a migliorarle. Tuttavia, l’idea di incorporare l’arte in una “stanza per pensare”, o ancora meglio, in una “stanza del pensiero”, sembra oggi attraente e suggestiva come lo fu nel primo Rinascimento; l’opera d’arte non dovrebbe essere trattata solo come un oggetto decorativo, ma come parte di un disegno globale che favorisce una vita di cultura e di contemplazione.
L’installazione contiene cinque ambienti separati, ciascuno organizzato come un esercizio cognitivo a sé stante che riguarda un aspetto del sistema del ricordare e dell’immaginare. I diversi esercizi coinvolgono operazioni analitiche e sintetiche, la scomposizione dell’esperienza nei suoi elementi e la costruzione di nuovi insiemi, combinando gli elementi in maniera differente. Essi riguardano la lettura, il disegno, la musica, ecc. Clegg & Guttmann immaginano il nuovo studiolo napoletano “come un ambiente dove si potrà riflettere sui diversi aspetti della vita della mente coltivata, per migliorarli ed estenderli oltre le loro attuali possibilità”.
Clegg & Guttmann, israeliani di nascita, americani di adozione, nati entrambi nel 1957 e già allievi di Joseph Kosuth, collaborano con la galleria Lia Rumma dal 1987.
Recentemente hanno presentato mostre personali e collettive nelle seguenti istituzioni: Deutsche Guggenheim, Berlino; Museum Morsbroich, Leverkusen (2007); Cornerhouse, Manchester; Kunstverein, Braunschweig; Secession, Vienna; Bozener Kapuzinergarten, Museion, Bolzano (2006); Denkmalprojekt im öffentlichen Raum, Rosa Luxemburg Platz, Berlino; Sigmund-Freud-Museum, Vienna; Akademie der Künste, Vienna; Palais de Tokyo, Parigi (2004); Deste Foundation Centre for Contemporary Art, Atene (2003).
Gli artisti saranno presenti all’inaugurazione.
----
Michael Clegg and Martin Guttmann come back to Naples with a new work related to Italian culture and art, commissioned especially for the gallery after the installation “Falsa Prospettiva” presented at the Milan gallery (February 2001) and the solo exhibition in Naples in 1987.
The title of this new project is Themes and elements of a new neapolitan “studiolo”.
In the early Renaissance, the aristocratic palace was redesigned to allow a division between the public and private wings. A public sitting room, accessible to visitors, was placed near the entrance, separated from a suite of private rooms located in the back. The “studiolo” was the most private of all spaces; apart from being used as a library, a reading room, a music room and a cabinet of curiosities - the site of collection of naturalia, artificialia, memorabilia - it had a more specific function - the studiolo was designed as a cognitive laboratory of sorts, a “total environment” dedicated to the improvement of the memory and imagination.
The different elements of the studiolo - library, music room, collections of objects and of artworks - were all subordinated to that objective, namely, they were treated as aids to cognitive and intellectual development. They were presumed to be related to each other by a neo-platonic theory of the human soul that assigned to each its own special role; each part of the studiolo was dedicated to improve an aspect of the cognitive and intellectual capacities of the mind.
The aim of the present project of Clegg & Guttmann is to reevaluate the studiolo and suggest ways of transforming it into a contemporary form that combines a variety of functions, where the art objects are not treated merely as collectibles but as aspects of an environment dedicated to cognitive and philosophical contemplation. The installation of Clegg & Guttmann was conceived as a direct descendent of the Renaissance studiolo. It is supposed to carry to the present the original preoccupation with memory and imagination. In the contemporary context the problematic can be somewhat different. The attitudes towards memory and imagination have undergone various transformations as was the educational theory that aims to improve them. But the idea of embedding art in a “room for thoughts” or, better still, “room of thought” seems as attractive and suggestive today as it was in the early Renaissance; the work of art should not be treated only as decorative object but as a part of a comprehensive design that promotes a life of learning and contemplation. The installation contains five separate environments, each organised as a separate cognitive exercise that concerns an aspect of the system of remembering and imagining. The different exercises involve both analytic and synthetic operations - the decomposition of experience to its elements and the construction of new wholes by combining the elements differently. They are concerned with reading, drawing, playing music, etc. Clegg and Guttmann imagine the new neapolitan studiolo “as an environment where the different aspects of the life of the educated mind will be reflected upon, improved and extended beyond their current possibilities”.
Michael Clegg and Martin Guttmann, Israelis by birth but Americans by adoption, were both born in 1957 and have been students of Joseph Kosuth. They collaborate with Lia Rumma gallery since 1987.
Various institutions have recently housed solo and group exhibitions of Clegg & Guttmann: Deutsche Guggenheim, Berlin; Museum Morsbroich, Leverkusen (2007); Cornerhouse, Manchester; Kunstverein, Braunschweig; Secession, Vienna; Bozener Kapuzinergarten, Museion, Bolzano (2006); Denkmalprojekt im öffentlichen Raum, Rosa Luxemburg Platz, Berlin; Sigmund-Freud-Museum, Vienna; Akademie der Künste, Vienna; Palais de Tokyo, Paris (2004); Deste Foundation Centre for Contemporary Art, Athens (2003).
The artists will be present at the gallery for the inauguration
Nel primo Rinascimento, il palazzo aristocratico fu ridisegnato per creare una divisione fra l’ala privata e quella pubblica. Vicino all’entrata era situato un salotto pubblico accessibile ai visitatori, separato dalle stanze private che erano sistemate sul retro. Lo studiolo era lo spazio più privato di tutti; oltre ad essere usato come biblioteca, sala di lettura, sala di musica e gabinetto delle curiosità -conteneva collezioni di oggetti naturali, artificiali e cimeli vari - aveva una funzione più specifica: lo studiolo era concepito come una sorta di laboratorio cognitivo, un “ambiente totale” dedicato al miglioramento della memoria e dell’immaginazione. I differenti elementi dello studiolo – biblioteca, sala di musica, collezioni di oggetti e di opere d’arte – erano tutti subordinati a quell’obiettivo, cioè venivano considerati come strumenti per lo sviluppo cognitivo ed intellettuale. Si presumeva che fossero collegati l’un l’altro dalla teoria neoplatonica dell’animo umano che assegnava a ciascun elemento il suo ruolo specifico; ogni parte dello studiolo era dedicata a migliorare un aspetto delle capacità cognitive ed intellettuali della mente.
Questo progetto di Clegg & Guttmann ha lo scopo di rivalutare lo studiolo e di suggerire modi per trasformarlo in una forma contemporanea che combini una varietà di funzioni, per cui gli oggetti d’arte non sono trattati semplicemente come oggetti da collezione, ma come aspetti di un ambiente dedicato alla contemplazione cognitiva e filosofica. L’installazione di Clegg & Guttmann è stata concepita come discendente diretta dello studiolo rinascimentale. Essa vuole riportare al presente l’interesse originario per la memoria e l’immaginazione. Nel contesto contemporaneo la problematica è forse un po’ diversa: gli atteggiamenti nei confronti della memoria e dell’immaginazione hanno subito diverse trasformazioni, così come la teoria che mira a migliorarle. Tuttavia, l’idea di incorporare l’arte in una “stanza per pensare”, o ancora meglio, in una “stanza del pensiero”, sembra oggi attraente e suggestiva come lo fu nel primo Rinascimento; l’opera d’arte non dovrebbe essere trattata solo come un oggetto decorativo, ma come parte di un disegno globale che favorisce una vita di cultura e di contemplazione.
L’installazione contiene cinque ambienti separati, ciascuno organizzato come un esercizio cognitivo a sé stante che riguarda un aspetto del sistema del ricordare e dell’immaginare. I diversi esercizi coinvolgono operazioni analitiche e sintetiche, la scomposizione dell’esperienza nei suoi elementi e la costruzione di nuovi insiemi, combinando gli elementi in maniera differente. Essi riguardano la lettura, il disegno, la musica, ecc. Clegg & Guttmann immaginano il nuovo studiolo napoletano “come un ambiente dove si potrà riflettere sui diversi aspetti della vita della mente coltivata, per migliorarli ed estenderli oltre le loro attuali possibilità”.
Clegg & Guttmann, israeliani di nascita, americani di adozione, nati entrambi nel 1957 e già allievi di Joseph Kosuth, collaborano con la galleria Lia Rumma dal 1987.
Recentemente hanno presentato mostre personali e collettive nelle seguenti istituzioni: Deutsche Guggenheim, Berlino; Museum Morsbroich, Leverkusen (2007); Cornerhouse, Manchester; Kunstverein, Braunschweig; Secession, Vienna; Bozener Kapuzinergarten, Museion, Bolzano (2006); Denkmalprojekt im öffentlichen Raum, Rosa Luxemburg Platz, Berlino; Sigmund-Freud-Museum, Vienna; Akademie der Künste, Vienna; Palais de Tokyo, Parigi (2004); Deste Foundation Centre for Contemporary Art, Atene (2003).
Gli artisti saranno presenti all’inaugurazione.
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Michael Clegg and Martin Guttmann come back to Naples with a new work related to Italian culture and art, commissioned especially for the gallery after the installation “Falsa Prospettiva” presented at the Milan gallery (February 2001) and the solo exhibition in Naples in 1987.
The title of this new project is Themes and elements of a new neapolitan “studiolo”.
In the early Renaissance, the aristocratic palace was redesigned to allow a division between the public and private wings. A public sitting room, accessible to visitors, was placed near the entrance, separated from a suite of private rooms located in the back. The “studiolo” was the most private of all spaces; apart from being used as a library, a reading room, a music room and a cabinet of curiosities - the site of collection of naturalia, artificialia, memorabilia - it had a more specific function - the studiolo was designed as a cognitive laboratory of sorts, a “total environment” dedicated to the improvement of the memory and imagination.
The different elements of the studiolo - library, music room, collections of objects and of artworks - were all subordinated to that objective, namely, they were treated as aids to cognitive and intellectual development. They were presumed to be related to each other by a neo-platonic theory of the human soul that assigned to each its own special role; each part of the studiolo was dedicated to improve an aspect of the cognitive and intellectual capacities of the mind.
The aim of the present project of Clegg & Guttmann is to reevaluate the studiolo and suggest ways of transforming it into a contemporary form that combines a variety of functions, where the art objects are not treated merely as collectibles but as aspects of an environment dedicated to cognitive and philosophical contemplation. The installation of Clegg & Guttmann was conceived as a direct descendent of the Renaissance studiolo. It is supposed to carry to the present the original preoccupation with memory and imagination. In the contemporary context the problematic can be somewhat different. The attitudes towards memory and imagination have undergone various transformations as was the educational theory that aims to improve them. But the idea of embedding art in a “room for thoughts” or, better still, “room of thought” seems as attractive and suggestive today as it was in the early Renaissance; the work of art should not be treated only as decorative object but as a part of a comprehensive design that promotes a life of learning and contemplation. The installation contains five separate environments, each organised as a separate cognitive exercise that concerns an aspect of the system of remembering and imagining. The different exercises involve both analytic and synthetic operations - the decomposition of experience to its elements and the construction of new wholes by combining the elements differently. They are concerned with reading, drawing, playing music, etc. Clegg and Guttmann imagine the new neapolitan studiolo “as an environment where the different aspects of the life of the educated mind will be reflected upon, improved and extended beyond their current possibilities”.
Michael Clegg and Martin Guttmann, Israelis by birth but Americans by adoption, were both born in 1957 and have been students of Joseph Kosuth. They collaborate with Lia Rumma gallery since 1987.
Various institutions have recently housed solo and group exhibitions of Clegg & Guttmann: Deutsche Guggenheim, Berlin; Museum Morsbroich, Leverkusen (2007); Cornerhouse, Manchester; Kunstverein, Braunschweig; Secession, Vienna; Bozener Kapuzinergarten, Museion, Bolzano (2006); Denkmalprojekt im öffentlichen Raum, Rosa Luxemburg Platz, Berlin; Sigmund-Freud-Museum, Vienna; Akademie der Künste, Vienna; Palais de Tokyo, Paris (2004); Deste Foundation Centre for Contemporary Art, Athens (2003).
The artists will be present at the gallery for the inauguration
18
novembre 2007
Clegg & Guttmann – Temi ed elementi di un nuovo studiolo napoletano
Dal 18 novembre 2007 al 16 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA LIA RUMMA
Napoli, Via Vannella Gaetani, 12, (Napoli)
Napoli, Via Vannella Gaetani, 12, (Napoli)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.30 – gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
18 Novembre 2007, ore 11.30
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