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Clive Barker – Pop sculptures (1963 – 2004)
Composta da una ventina di opere dagli anni Sessanta ad oggi, la mostra permette di ripercorrere le tappe essenziali dell¹evoluzione di una delle figure più interessanti della scultura inglese contemporanea, un autore che è stato protagonista di primo piano della storica stagione della Pop inglese.
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 30 ottobre alle ore 18 alla Galleria Arte e Arte di Bologna la prima mostra monografica italiana dello scultore Clive Barker. Composta da una ventina di opere dagli anni Sessanta ad oggi, la mostra permette di ripercorrere le tappe essenziali dell¹evoluzione di una delle figure più interessanti della scultura inglese contemporanea, un autore che è stato protagonista di primo piano della storica stagione della Pop inglese, recentemente tornata alla ribalta attraverso mostre come ³Pop Art Uk² alla Galleria Civica di Modena e ³Art & The 60s This was Tomorrow² alla Tate Britain di Londra.
Nato a Luton nel 1940, Barker ha esposto le sue prime opere pop alla metà degli anni Sessanta: si trattava di oggetti realizzati industrialmente in acciaio cromato che riproducevano con estrema fedeltà oggetti come bottiglie di Coca Cola, stivali da cow boy, rasoi, trasformando la banalità del quotidiano in una fonte di ispirazione pressoché inesauribile.
Insieme a questi oggetti, Barker creò anche una serie di opere dedicate alla storia dell¹arte e ad alcuni artisti da lui particolarmente amati, come Van Gogh o Jim Dine, riproducendo, sempre con una tecnica industriale e con materiali come l¹acciaio o l¹ottone, autentiche tavolozze, tubetti di colore, o portando nelle tre dimensioni icone ormai entrate nell¹immaginario popolare come la celebre ³Sedia di Van Gogh².
Due sono gli elementi che caratterizzano queste opere in modo inconfondibile: la accuratezza della realizzazione (Barker in gioventù non ha frequentato scuole d¹arte ma ha lavorato in una grande fabbrica di automobili, dove è nata la sua passione per la cura del prodotto, tanto da indurlo a far realizzare le proprie opere da specialisti) e la loro natura di ³oggetti trovati², quasi una versione industriale delle ricerche di Marcel Duchamp.
Nel corso degli anni, Barker non ha mai modificato il suo approccio all¹arte, insieme ludico e rigoroso, attingendo i propri soggetti dalle figure della cultura di massa del proprio tempo, da Marylin al ³Darth Vader² di ³Guerre Stellari², da Topolino fino alla Venere di Milo, e anche dagli oggetti della vita di tutti i giorni, riuscendo a mantenere un difficile equilibrio tra la pura ricerca formale e un¹iconografia ai limiti del kitsch. In questo senso, la sua opera si può anche considerare come un precorrimento di quella di Jeff Koons, emersa negli Stati Uniti alla metà degli anni Ottanta e ancora oggi sulla cresta dell¹onda.
Dopo un periodo di relativo oblio, oggi Clive Barker è oggetto di nuova attenzione da parte del mercato e della critica, come testimonia anche la pubblicazione del catalogo ragionato della sua opera, edito da Skira nel 2002.
Le opere esposte in questa occasione sono tutte inedite per l¹Italia e saranno riprodotte in un catalogo contenente un saggio di Walter Guadagnini ed essenziali note bio-bibliografiche.
Nato a Luton nel 1940, Barker ha esposto le sue prime opere pop alla metà degli anni Sessanta: si trattava di oggetti realizzati industrialmente in acciaio cromato che riproducevano con estrema fedeltà oggetti come bottiglie di Coca Cola, stivali da cow boy, rasoi, trasformando la banalità del quotidiano in una fonte di ispirazione pressoché inesauribile.
Insieme a questi oggetti, Barker creò anche una serie di opere dedicate alla storia dell¹arte e ad alcuni artisti da lui particolarmente amati, come Van Gogh o Jim Dine, riproducendo, sempre con una tecnica industriale e con materiali come l¹acciaio o l¹ottone, autentiche tavolozze, tubetti di colore, o portando nelle tre dimensioni icone ormai entrate nell¹immaginario popolare come la celebre ³Sedia di Van Gogh².
Due sono gli elementi che caratterizzano queste opere in modo inconfondibile: la accuratezza della realizzazione (Barker in gioventù non ha frequentato scuole d¹arte ma ha lavorato in una grande fabbrica di automobili, dove è nata la sua passione per la cura del prodotto, tanto da indurlo a far realizzare le proprie opere da specialisti) e la loro natura di ³oggetti trovati², quasi una versione industriale delle ricerche di Marcel Duchamp.
Nel corso degli anni, Barker non ha mai modificato il suo approccio all¹arte, insieme ludico e rigoroso, attingendo i propri soggetti dalle figure della cultura di massa del proprio tempo, da Marylin al ³Darth Vader² di ³Guerre Stellari², da Topolino fino alla Venere di Milo, e anche dagli oggetti della vita di tutti i giorni, riuscendo a mantenere un difficile equilibrio tra la pura ricerca formale e un¹iconografia ai limiti del kitsch. In questo senso, la sua opera si può anche considerare come un precorrimento di quella di Jeff Koons, emersa negli Stati Uniti alla metà degli anni Ottanta e ancora oggi sulla cresta dell¹onda.
Dopo un periodo di relativo oblio, oggi Clive Barker è oggetto di nuova attenzione da parte del mercato e della critica, come testimonia anche la pubblicazione del catalogo ragionato della sua opera, edito da Skira nel 2002.
Le opere esposte in questa occasione sono tutte inedite per l¹Italia e saranno riprodotte in un catalogo contenente un saggio di Walter Guadagnini ed essenziali note bio-bibliografiche.
30
ottobre 2004
Clive Barker – Pop sculptures (1963 – 2004)
Dal 30 ottobre 2004 al 15 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
ARTE E ARTE
Bologna, Galleria Falcone E Borsellino, 1c, (Bologna)
Bologna, Galleria Falcone E Borsellino, 1c, (Bologna)
Orario di apertura
Mar. Mer. Ven. 15.30 19.30; sabato 10.30 12.30 / 16.00 20.00
Vernissage
30 Ottobre 2004, ore 18
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