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Coazione a ripetere. Plusvalore e resto
La presente collettiva è il nuovo progetto di Amy-d Arte Spazio. Al centro dell’attenzione il tema dell’ossessione e quello della coazione a ripetere, declinati dalle diverse sensibilità dei cinque artisti. La collettiva fa parte di econom_Art, il progetto artistico che sta alla base di Amy-d.
Comunicato stampa
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La collettiva esplora una delle modalità più complesse di creare Arte: quella della coazione a ripetere, imprescindibile dall’imprinting e dal vissuto personale dell’artista. I concetti di “plusvalore” e “resto” delle opere determinano “l’equazione personale” dell’artista.
Nella coazione a ripetere la dinamica del desiderio è guidata dalla logica della mancanza, che si manifesta negativamente col sintomo sul registro del reale, mentre sul registro immaginario e artistico in senso positivo.
La scoperta del registro simbolico, come afferma Lacan, segue leggi di tipo strutturale simili a quelle poste in evidenza da F. de Saussure per la linguistica e da C. Lévi-Strauss per l’antropologia. La performance di Isobel Blank, ad apertura mostra, rappresenta la ripetizione ossessiva dei gesti quotidiani.
Il primato simbolico consente di impostare con rigore matematico lo studio dell’arte come linguaggio; in tal modo la logica della mancanza o dell’incompletezza si trasforma nella logica delle catene simboliche. All’inizio della catena c’è, secondo la Santinelli, “l’aspirante-vincitore-mago”, sosia e gemello con un buco da colmare, perché proprio non ce la fa a sopportare l’assenza di quel qualcosa o di quel qualcuno. Nell’arte di Lorena Pedemonte Tarodo il segno strutturato come un alfabeto della memoria si duplica in infinite alterazioni che si clonano, diversamente rispetto a se stesse, creando un’identità nell’uguaglianza differente.
Così la ripetizione si carica di quell’universo di significazioni. Non si assiste ad una programmaticità, ma, nell’inconsapevolezza cosciente, un segno le lascia chiamare un altro, un altro ancora e così via. Il lavoro che si compone risulta essere quasi una lotta emotivamente incontrollabile, una tensione dicotomica tra opposti reciproci. Gli scatti/ lampo di Fasoli rimandano a uno iato… varco… fuga alla ricerca di un equilibrio nella imprevedibilità.
Per Maurizio Galimberti la ripetizione è Polaroid, perché significa “istantaneità” e “istinto”. La fotografia è il mezzo per avere il controllo e la sicurezza. Attraverso il ritmo, il movimento e il dinamismo Galimberti “scansiona” matematicamente il soggetto e arriva al lirismo dell’opera. La sua è una scomposizione lenta e ritmica da vivisezione.
Per Vincent De Hoe il concetto di coazione è riconducibile al “perturbante” come perpetuo ritorno dell’eguale per indicare l’identificazione del sosia, fino al punto di un “raddoppiamento” dell’Io, di una permuta dell’Io. Ciò che è perturbante è perfino demoniaco.
Il concetto di coazione a ripetere rinvia soprattutto all’archetipo, al modello istintuale preesistente, ossia il pattern of behaviour. In arte la ripetizione non è mai mera copia e sempre si crea “Resto”. È il Resto (differenza nell’uguaglianza ripetitiva) il “Plusvalore” economico del lavoro artistico. Il Resto per l’artista è la cosa, das Ding per Lacan, è l’altro all’interno del medesimo… nella vertigine dell’illimitato.
Questa collettiva rientra nel progetto econom_Art, il cui prossimo tema sarà “arte puttana e committenza”.
Collaborazioni:
Testo critico Alessandro Trabucco
Press Vittorio Schieroni
Relazioni esterne Nila Shabnam Bonetti
Tecnico video Giovanni Freri
Kubo Effetti Speciali di Daniele Franzi
Allestimenti Bonsai Piccin
Senzatempo di F. Rossi
Casting Nicola F. Torcoli
Nella coazione a ripetere la dinamica del desiderio è guidata dalla logica della mancanza, che si manifesta negativamente col sintomo sul registro del reale, mentre sul registro immaginario e artistico in senso positivo.
La scoperta del registro simbolico, come afferma Lacan, segue leggi di tipo strutturale simili a quelle poste in evidenza da F. de Saussure per la linguistica e da C. Lévi-Strauss per l’antropologia. La performance di Isobel Blank, ad apertura mostra, rappresenta la ripetizione ossessiva dei gesti quotidiani.
Il primato simbolico consente di impostare con rigore matematico lo studio dell’arte come linguaggio; in tal modo la logica della mancanza o dell’incompletezza si trasforma nella logica delle catene simboliche. All’inizio della catena c’è, secondo la Santinelli, “l’aspirante-vincitore-mago”, sosia e gemello con un buco da colmare, perché proprio non ce la fa a sopportare l’assenza di quel qualcosa o di quel qualcuno. Nell’arte di Lorena Pedemonte Tarodo il segno strutturato come un alfabeto della memoria si duplica in infinite alterazioni che si clonano, diversamente rispetto a se stesse, creando un’identità nell’uguaglianza differente.
Così la ripetizione si carica di quell’universo di significazioni. Non si assiste ad una programmaticità, ma, nell’inconsapevolezza cosciente, un segno le lascia chiamare un altro, un altro ancora e così via. Il lavoro che si compone risulta essere quasi una lotta emotivamente incontrollabile, una tensione dicotomica tra opposti reciproci. Gli scatti/ lampo di Fasoli rimandano a uno iato… varco… fuga alla ricerca di un equilibrio nella imprevedibilità.
Per Maurizio Galimberti la ripetizione è Polaroid, perché significa “istantaneità” e “istinto”. La fotografia è il mezzo per avere il controllo e la sicurezza. Attraverso il ritmo, il movimento e il dinamismo Galimberti “scansiona” matematicamente il soggetto e arriva al lirismo dell’opera. La sua è una scomposizione lenta e ritmica da vivisezione.
Per Vincent De Hoe il concetto di coazione è riconducibile al “perturbante” come perpetuo ritorno dell’eguale per indicare l’identificazione del sosia, fino al punto di un “raddoppiamento” dell’Io, di una permuta dell’Io. Ciò che è perturbante è perfino demoniaco.
Il concetto di coazione a ripetere rinvia soprattutto all’archetipo, al modello istintuale preesistente, ossia il pattern of behaviour. In arte la ripetizione non è mai mera copia e sempre si crea “Resto”. È il Resto (differenza nell’uguaglianza ripetitiva) il “Plusvalore” economico del lavoro artistico. Il Resto per l’artista è la cosa, das Ding per Lacan, è l’altro all’interno del medesimo… nella vertigine dell’illimitato.
Questa collettiva rientra nel progetto econom_Art, il cui prossimo tema sarà “arte puttana e committenza”.
Collaborazioni:
Testo critico Alessandro Trabucco
Press Vittorio Schieroni
Relazioni esterne Nila Shabnam Bonetti
Tecnico video Giovanni Freri
Kubo Effetti Speciali di Daniele Franzi
Allestimenti Bonsai Piccin
Senzatempo di F. Rossi
Casting Nicola F. Torcoli
26
maggio 2011
Coazione a ripetere. Plusvalore e resto
Dal 26 maggio al 19 giugno 2011
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
Location
AMY D
Milano, Via Lovanio, 6, (Milano)
Milano, Via Lovanio, 6, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 9-12 e 14:30-19; sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
26 Maggio 2011, ore 18:30
Autore
Curatore