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CoBrA e l’Italia
La mostra mette in evidenza anche il collegamento fra la presenza di Jorn a Albisola, l’influsso delle sue sculture in ceramica in Belgio e il rilancio di CoBrA tentato da Christian Dotremont a Bruxelles dopo il 1954.
Comunicato stampa
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Il 3 novembre 2010 inaugura a Roma la mostra CoBrA e l’Italia, realizzata dalla Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna in collaborazione con l’Ambasciata del Belgio e l’Academia Belgica.
L’iniziativa coincide con il semestre di presidenza belga dell’Unione europea e trae spunto anche dalla vicinanza fra la Galleria nazionale d’arte moderna e le Accademie di Belgio, Olanda e Danimarca, i tre paesi dai quali provenivano gli artisti e i poeti che, nel 1948, avevano scelto come nome del loro gruppo l’acronimo formato dalle iniziali delle città di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam.
L’importanza di questo movimento - propugnatore di una totale libertà d’espressione all’insegna della creatività collettiva - per la storia dell’arte moderna in Europa è stata ampiamente riconosciuta, ma assai meno studiata, anche se non meno vitale, è la fase successiva allo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1951. Nello sviluppo di “CoBrA dopo CoBrA” svolse un ruolo importante la cittadina ligure di Albisola, famosa per la produzione della ceramica, dove già trascorreva l’estate Lucio Fontana e dove, nel 1954, si stabilì il danese Asger Jorn su impulso di Enrico Baj che, insieme con Sergio Dangelo, aveva presentato a Bruxelles nel 1952 il manifesto del “Movimento nucleare”.
L’attività di Jorn a Albisola e nei suoi laboratori (quello di Tullio Mazzotti detto Tulllio d’Albisola e poi quello San Giorgio dei fratelli Poggi) attirò ben presto nella località della Riviera di Ponente altri artisti che avevano fatto parte di CoBrA: Karel Appel e Corneille, coinvolti nei primi “Incontri internazionali della ceramica”, Serge Vandercam e Maurice Wyckaert, che aveva aderito anche al “Movimento per una Bauhaus immaginista” fondato da Jorn e Pinot Gallizio.
Contemporaneamente, molti ex CoBrA cominciarono a esporre in Italia sia nelle gallerie private, a partire da quelle di Carlo Cardazzo, sia alla Biennale di Venezia sia nelle rassegne di Palazzo Grassi promosse da Paolo Marinotti.
La mostra – su progetto scientifico di Denis Laoureux, professore all’Université Libre di Bruxelles, e con la curatela di Matilde Amaturo, direttrice del Museo Hendrik C. Andersen - mette in evidenza anche il collegamento fra la presenza di Jorn a Albisola, l’influsso delle sue sculture in ceramica in Belgio e il rilancio di CoBrA tentato da Christian Dotremont a Bruxelles dopo il 1954.
L’allestimento, progettato da Federico Lardera, sottolinea la poetica dell’arte “libera dagli stili” che accomuna CoBrA all’esperienza italiana del nuclearismo al di là “del senso, del buon senso e del significato” (P. Restany), e, al tempo stesso, il ruolo della ceramica policroma nel superamento della tradizionale distinzione tra pittura e scultura.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni. La prima si incentra sui lavori di Jorn, Appel e Corneille ad Albisola con particolare attenzione al confronto fra la produzione di Jorn e le opere di Arte Nucleare di Baj e Dangelo. La seconda sezione è focalizzata sull’esperienza italiana di Vandercam, Wyckaert, Alechinsky, Van Lint e Doucet. L’ultima analizza il rilancio dell’esperienza di CoBrA da parte di Dotremont dopo il 1954, presentando le opere a quattro mani e individuali di Dotremont e Vandercam e la ritrovata figuratività di Alechinsky.
La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e delle Loro Maestà il Re e la Regina dei Belgi.
Ha contribuito alla realizzazione:
Il catalogo in edizione bilingue inglese, edito da Electa e sotto la direzione scientifica di Denis Laoureux, ripercorre la storia del gruppo grazie ai contributi di Matilde Amaturo, Luciano Caprile, Michel Draguet, Ben Durant, Ursula Lehmann-Brockhaus, Carla Michelli e Simona Poggi.
L’iniziativa coincide con il semestre di presidenza belga dell’Unione europea e trae spunto anche dalla vicinanza fra la Galleria nazionale d’arte moderna e le Accademie di Belgio, Olanda e Danimarca, i tre paesi dai quali provenivano gli artisti e i poeti che, nel 1948, avevano scelto come nome del loro gruppo l’acronimo formato dalle iniziali delle città di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam.
L’importanza di questo movimento - propugnatore di una totale libertà d’espressione all’insegna della creatività collettiva - per la storia dell’arte moderna in Europa è stata ampiamente riconosciuta, ma assai meno studiata, anche se non meno vitale, è la fase successiva allo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1951. Nello sviluppo di “CoBrA dopo CoBrA” svolse un ruolo importante la cittadina ligure di Albisola, famosa per la produzione della ceramica, dove già trascorreva l’estate Lucio Fontana e dove, nel 1954, si stabilì il danese Asger Jorn su impulso di Enrico Baj che, insieme con Sergio Dangelo, aveva presentato a Bruxelles nel 1952 il manifesto del “Movimento nucleare”.
L’attività di Jorn a Albisola e nei suoi laboratori (quello di Tullio Mazzotti detto Tulllio d’Albisola e poi quello San Giorgio dei fratelli Poggi) attirò ben presto nella località della Riviera di Ponente altri artisti che avevano fatto parte di CoBrA: Karel Appel e Corneille, coinvolti nei primi “Incontri internazionali della ceramica”, Serge Vandercam e Maurice Wyckaert, che aveva aderito anche al “Movimento per una Bauhaus immaginista” fondato da Jorn e Pinot Gallizio.
Contemporaneamente, molti ex CoBrA cominciarono a esporre in Italia sia nelle gallerie private, a partire da quelle di Carlo Cardazzo, sia alla Biennale di Venezia sia nelle rassegne di Palazzo Grassi promosse da Paolo Marinotti.
La mostra – su progetto scientifico di Denis Laoureux, professore all’Université Libre di Bruxelles, e con la curatela di Matilde Amaturo, direttrice del Museo Hendrik C. Andersen - mette in evidenza anche il collegamento fra la presenza di Jorn a Albisola, l’influsso delle sue sculture in ceramica in Belgio e il rilancio di CoBrA tentato da Christian Dotremont a Bruxelles dopo il 1954.
L’allestimento, progettato da Federico Lardera, sottolinea la poetica dell’arte “libera dagli stili” che accomuna CoBrA all’esperienza italiana del nuclearismo al di là “del senso, del buon senso e del significato” (P. Restany), e, al tempo stesso, il ruolo della ceramica policroma nel superamento della tradizionale distinzione tra pittura e scultura.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni. La prima si incentra sui lavori di Jorn, Appel e Corneille ad Albisola con particolare attenzione al confronto fra la produzione di Jorn e le opere di Arte Nucleare di Baj e Dangelo. La seconda sezione è focalizzata sull’esperienza italiana di Vandercam, Wyckaert, Alechinsky, Van Lint e Doucet. L’ultima analizza il rilancio dell’esperienza di CoBrA da parte di Dotremont dopo il 1954, presentando le opere a quattro mani e individuali di Dotremont e Vandercam e la ritrovata figuratività di Alechinsky.
La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e delle Loro Maestà il Re e la Regina dei Belgi.
Ha contribuito alla realizzazione:
Il catalogo in edizione bilingue inglese, edito da Electa e sotto la direzione scientifica di Denis Laoureux, ripercorre la storia del gruppo grazie ai contributi di Matilde Amaturo, Luciano Caprile, Michel Draguet, Ben Durant, Ursula Lehmann-Brockhaus, Carla Michelli e Simona Poggi.
03
novembre 2010
CoBrA e l’Italia
Dal 03 novembre 2010 al 13 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
Biglietti
Intero 10 euro, ridotto 8 euro Ridotto per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni Gratuità per i cittadini UE sotto i 18 e over 65 anni Ai visitatori di Stati non facenti parte dell’UE si applicano
le disposizioni sull’ingresso gratuito a condizione di reciprocità
Orario di apertura
martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45) Chiusura il lunedì
Vernissage
3 Novembre 2010, ore 18
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Autore