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Collateral
Gli artisti video del XXI secolo che amano il cinema e lo rielaborano, un libro molto particolare ‘di confine’, una sorta di film di film, per chi apprezza i nuovi linguaggi dell’arte e che i cinefili non potranno non avere
Comunicato stampa
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La mostra presenta i lavori di una quindicina di artisti internazionali emblematici - CORY ARCANGEL, PIERRE BISMUTH, CANDICE BREITZ, BRICE DELLSPERGER, CHARLES DE MEAUX, OMER FAST, THOMAS GALLER, LIAM GILLICK & PHILIPPE PARRENO, CHRISTOPH GIRARDET & MATTHIAS MÜLLER, PIERRE HUYGHE, RUNA ISLAM, MIKE KELLEY, DIMITRIS KOZARIS, MELIK OHANIAN, CAROLA SPADONI e CLEMENS VON WEDEMEYER - proponendo un percorso dove, a fianco di figure di riferimento e fondatrici, stanno opere di artisti di generazioni diverse, di aree e bacini di provenienza fra loro distanti e di formazioni differenti.
Chi è più legato alla tradizione del cinema cult, chi più a quella dell’arte video, chi a quella dell’intervento ambientale nello spazio, chi infine al cinema sperimentale.
COLLATERAL, che sarà aperta dal 1° febbraio al 15 marzo 2007, è la prima mostra italiana che sonda in modo esaustivo le molte corrispondenze possibili fra arte e cinema. Due forme d’arte che dialogano tra loro sino dagli inizi del Novecento e che, soprattutto nell’ultimo decennio, sono state fortemente legate. Solo negli ultimi anni però, grazie alle videoproiezioni, il video, finora apprezzato nel più ristretto mondo dell'arte contemporanea, si sta imponendo con una visibilità sempre più confrontabile con quella del cinema, storicamente senza confini. La mostra vuole dunque fare il punto, attraverso installazioni video in cui il soggetto esplicito è l’immaginario del cinema o la sua evocazione, sulle relazioni di oggi tra arte e cinema, capire cosa resta di quella attrazione reciproca così intensa e in certi casi fatale.
COLLATERAL come effetto collaterale, come conseguenza possibile e non necessariamente prevista, come linea di parentela. Ma anche, in accordo con lo spirito della mostra, come riferimento allo straordinario film di Michael Mann del 2004, un esempio di grande cinema.
Nella maggior parte dei casi per la generazione degli artisti in mostra, il lavoro consiste nell’intervenire su di un film cult, su di una sequenza chiave, sulla star o sui suoi gesti, oppure nel cambiare l’essenza della materia cinematografica e tutti i processi ad esso connessi.
“Con questa operazione - scrive Adelina von Fürstenberg nel catalogo della mostra - gli artisti video presenti in COLLATERAL passano all’esame i film come se avessero dinnanzi una sorta di linguaggio e intervengono su di esso destrutturandolo con vari mezzi retorici: lo spostamento, lo slittamento, l’accostamento e la giustapposizione, il rovesciamento, il misunderstanding ironico, la serialità ecc. Il risultato è la trasposizione dell’immagine filmica su di un piano in cui opera uno sguardo astratto, spassionato, non emotivo”.
Negli ultimi anni, grazie anche alla possibilità di accedere direttamente ai materiali e di manipolarli più o meno liberamente, è stata possibile inoltre una riscoperta della storia del cinema in tutti i suoi episodi. Gli artisti hanno avuto facoltà di misurarsi con il mito e la tradizione con un atteggiamento indipendente, spesso oltrepassandone i limiti e reinventando liberamente le sue suggestioni.
Per quanto riguarda la filmografia si va dall’omaggio a “L’eclisse” di Michelangelo Antonioni nel lavoro di Clemens von Wedemeyer alla citazione di “Attraverso uno specchio scuro” e di “Persona” di Ingmar Bergman nell’opera di Runa Islam, da “Quel pomeriggio di un giorno da cani” di Sidney Lumet nel video di Pierre Huyghe al “Libro della Giungla” di Walt Disney nel lavoro di Pierre Bismuth, da “Schindler’s List” di Steven Spielberg nell’opera di Omer Fast, a “Superman” di Richard Donner nel video di Mike Kelley, sino a “Punishment Park di Peter Watkins, film del ’71 censurato per 25 anni negli Stati Uniti, da cui ha tratto ispirazione per il suo lavoro Melik Ohanian, per citare solo alcuni degli artisti partecipanti. Unica italiana Carola Spadoni, che presenta alcune riprese rielaborate da “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni.
L’allestimento, concepito dall’architetto Andreas Angelidakis sfruttando al massimo le potenzialità dell’Hangar Bicocca, crea uno spazio fatto di schermi e di proiezioni, una sorta di ‘caverna’ platonica con oggetti geometrici che emettono una luce delicata dall’interno. Ogni opera è ospitata in una sala di proiezione aperta. In questo modo l’allestimento si discosta dagli usuali spazi creati per le videoproiezioni, dove normalmente gli spettatori si affollano, offrendo invece uno spazio per il video concepito come un oggetto o come uno schermo. I visitatori sono quindi liberi di entrare in ogni ‘caverna’ e godersi la proiezione nel buio oppure stare all’esterno e osservare le opere a distanza. Le stanze sono come degli oggetti prismatici che ricordano il televisore o lo schermo del computer, ma sono profondi come una sala cinematografica. Un cinema dentro una televisione, dentro a un computer, dentro la caverna di Platone.
Il catalogo della mostra, in edizione italiana e inglese, sarà edito da Charta e, oltre all’introduzione di Adelina von Fürstenberg, ed una lunga intervista di Anna Daneri a Marco Müller, Direttore della Mostra cinematografica di Venezia, ospiterà un testo del filosofo Fulvio Salvadori ed uno di Christine van Assche, Conservatrice - responsabile per i New Media al Centre Pompidou di Parigi, e testi e interviste degli artisti, con un ricco apparato iconografico.
Chi è più legato alla tradizione del cinema cult, chi più a quella dell’arte video, chi a quella dell’intervento ambientale nello spazio, chi infine al cinema sperimentale.
COLLATERAL, che sarà aperta dal 1° febbraio al 15 marzo 2007, è la prima mostra italiana che sonda in modo esaustivo le molte corrispondenze possibili fra arte e cinema. Due forme d’arte che dialogano tra loro sino dagli inizi del Novecento e che, soprattutto nell’ultimo decennio, sono state fortemente legate. Solo negli ultimi anni però, grazie alle videoproiezioni, il video, finora apprezzato nel più ristretto mondo dell'arte contemporanea, si sta imponendo con una visibilità sempre più confrontabile con quella del cinema, storicamente senza confini. La mostra vuole dunque fare il punto, attraverso installazioni video in cui il soggetto esplicito è l’immaginario del cinema o la sua evocazione, sulle relazioni di oggi tra arte e cinema, capire cosa resta di quella attrazione reciproca così intensa e in certi casi fatale.
COLLATERAL come effetto collaterale, come conseguenza possibile e non necessariamente prevista, come linea di parentela. Ma anche, in accordo con lo spirito della mostra, come riferimento allo straordinario film di Michael Mann del 2004, un esempio di grande cinema.
Nella maggior parte dei casi per la generazione degli artisti in mostra, il lavoro consiste nell’intervenire su di un film cult, su di una sequenza chiave, sulla star o sui suoi gesti, oppure nel cambiare l’essenza della materia cinematografica e tutti i processi ad esso connessi.
“Con questa operazione - scrive Adelina von Fürstenberg nel catalogo della mostra - gli artisti video presenti in COLLATERAL passano all’esame i film come se avessero dinnanzi una sorta di linguaggio e intervengono su di esso destrutturandolo con vari mezzi retorici: lo spostamento, lo slittamento, l’accostamento e la giustapposizione, il rovesciamento, il misunderstanding ironico, la serialità ecc. Il risultato è la trasposizione dell’immagine filmica su di un piano in cui opera uno sguardo astratto, spassionato, non emotivo”.
Negli ultimi anni, grazie anche alla possibilità di accedere direttamente ai materiali e di manipolarli più o meno liberamente, è stata possibile inoltre una riscoperta della storia del cinema in tutti i suoi episodi. Gli artisti hanno avuto facoltà di misurarsi con il mito e la tradizione con un atteggiamento indipendente, spesso oltrepassandone i limiti e reinventando liberamente le sue suggestioni.
Per quanto riguarda la filmografia si va dall’omaggio a “L’eclisse” di Michelangelo Antonioni nel lavoro di Clemens von Wedemeyer alla citazione di “Attraverso uno specchio scuro” e di “Persona” di Ingmar Bergman nell’opera di Runa Islam, da “Quel pomeriggio di un giorno da cani” di Sidney Lumet nel video di Pierre Huyghe al “Libro della Giungla” di Walt Disney nel lavoro di Pierre Bismuth, da “Schindler’s List” di Steven Spielberg nell’opera di Omer Fast, a “Superman” di Richard Donner nel video di Mike Kelley, sino a “Punishment Park di Peter Watkins, film del ’71 censurato per 25 anni negli Stati Uniti, da cui ha tratto ispirazione per il suo lavoro Melik Ohanian, per citare solo alcuni degli artisti partecipanti. Unica italiana Carola Spadoni, che presenta alcune riprese rielaborate da “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni.
L’allestimento, concepito dall’architetto Andreas Angelidakis sfruttando al massimo le potenzialità dell’Hangar Bicocca, crea uno spazio fatto di schermi e di proiezioni, una sorta di ‘caverna’ platonica con oggetti geometrici che emettono una luce delicata dall’interno. Ogni opera è ospitata in una sala di proiezione aperta. In questo modo l’allestimento si discosta dagli usuali spazi creati per le videoproiezioni, dove normalmente gli spettatori si affollano, offrendo invece uno spazio per il video concepito come un oggetto o come uno schermo. I visitatori sono quindi liberi di entrare in ogni ‘caverna’ e godersi la proiezione nel buio oppure stare all’esterno e osservare le opere a distanza. Le stanze sono come degli oggetti prismatici che ricordano il televisore o lo schermo del computer, ma sono profondi come una sala cinematografica. Un cinema dentro una televisione, dentro a un computer, dentro la caverna di Platone.
Il catalogo della mostra, in edizione italiana e inglese, sarà edito da Charta e, oltre all’introduzione di Adelina von Fürstenberg, ed una lunga intervista di Anna Daneri a Marco Müller, Direttore della Mostra cinematografica di Venezia, ospiterà un testo del filosofo Fulvio Salvadori ed uno di Christine van Assche, Conservatrice - responsabile per i New Media al Centre Pompidou di Parigi, e testi e interviste degli artisti, con un ricco apparato iconografico.
01
febbraio 2007
Collateral
Dal primo febbraio al 15 marzo 2007
arte contemporanea
Location
Pirelli HangarBicocca
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)
Biglietti
intero 8 euro, ridotto 6 euro
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 14.30 alle 22.00, lunedi chiuso
Vernissage
1 Febbraio 2007, ore 19
Editore
CHARTA
Ufficio stampa
MARA VITALI
Autore
Curatore