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Collettiva
opere di Eliana Frontini, Alberto Luzzana, Giacomo Ismeli, Matteo Giammarinaro e Christopher Ghidoni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giacomo Ismeli espone una serie di dipinti ad olio su
vetro, ed è l’artista stesso che suggerisce “per
apprezzare, guardate un quadro per qualche decina di
secondi , chiudete gli occhi per altrettanto e
immaginatelo, riaprite gli occhi e, se ciò che vedete
è quello che ricordate, allora si è impresso anche nel
vostro cuore”.
L’ ispirazione dell’artista è soprattutto la natura,
ritratta nelle sue molteplici manifestazioni. Le opere
vogliono suscitare quelle sensazioni di stupore, di
armonia che solo la “madre” ha partorito e sviluppato
nel tempo. La tecnica scelta per ritrarre tale
maestosa bellezza è “olio su vetro”, in pratica
l’opera è dipinta su una lastra di vetro, ma il
risultato è visibile sull’altra facciata della lastra.
Matteo Giammarinaro e Christopher Ghidoni, entrambi
studenti rispettivamente all’Accademia delle Belle
Arti Albertina di Torino e Brera di Milano,
presentano invece un video fortemente simbolico. Il
soggetto del cortometraggio, infatti, una melanzana
che viene lentamente smembrata da mani delle quali non
si vede mai il corpo a cui appartengono, diviene
rappresentazione concettuale del corpo femminile e
della caducità dell’esistenza, quasi una natura morta
che emerge da un dipinto fiammingo il nome del cui
autore si è perso nella notte dei tempi.
I lavori di Alberto Luzzana sono fortemente dialoganti
con la storia e con il mito. L’interlocutore
privilegiato dei suoi personaggi, spessi misteriosi, è
il sogno, intendendosi come sogno la contestuale
presenza di ricordi, affetti e nostalgie, proiezioni
fantastiche e immagini storiche .
Il viaggio nei suoi dipinti è un viaggio notturno, in
una città medioevale illuminata dalla luna, per i cui
vicoli stretti e sconnessi si fanno strani incontri:
donne nude o drappeggiate, vecchi cantori, uomini e
donne che stanno scegliendo la loro carta del destino,
ritratti, fermati, come in una sbiadita polaroid ante
litteram, nell’attimo prima che diventino coscienti di
ciò che li aspetta.
A volte scompare ogni legame spaziale, le forme
appaiono isolate l’una rispetto all’altra, portate
come sono ad un limite di intensità timbrica e di
accentuata espressività.
Eliana Frontini espone, in una delle due stanze al
piano terra di Palazzo Longoni, un’istallazione
composta da una profonda vasca riempita di liquido
nero, posta su un piano di terriccio scuro. Il titolo
è esplicativo: “Ogni persona è un abisso, vengono le
vertigini a guardarci dentro”.
Frontini prosegue, in questo modo, la tematica che
approfondisce già da qualche anno, iniziata nel 2002
con l’installazione “Due minuti, due ore,
un’eternità”, dove, dalla performance costituita dalla
rottura di un orologio, sono nate 15 fotografie e sei
grandi tele atte a dimostrare che il tempo non esiste,
e proseguita poi con altre opere, tra cui, nel maggio
2005, alla Galleria “Studio Dieci” di Vercelli, la
performance “Eliana Frontini Next Collection”, quando
Studio Dieci è stato trasformato per due ore, tale la
durata della performance, in un vero e proprio
negozio. In vendita, magliette stampate. Solo ad un
attento esame, però, si scopriva che le stampe non
erano altro che foto di persone decedute,
rifotografate dalle loro lapidi.
A Borgolavezzaro Frontini sintetizza anche i
materiali: dall’esigenza di utilizzo di foglia d’oro,
pane, acrilico, cioccolato, lana, creta, polline,
stoffa delle prime opere, qui le basta, per comunicare
il concetto, della terra e del liquido nero.
vetro, ed è l’artista stesso che suggerisce “per
apprezzare, guardate un quadro per qualche decina di
secondi , chiudete gli occhi per altrettanto e
immaginatelo, riaprite gli occhi e, se ciò che vedete
è quello che ricordate, allora si è impresso anche nel
vostro cuore”.
L’ ispirazione dell’artista è soprattutto la natura,
ritratta nelle sue molteplici manifestazioni. Le opere
vogliono suscitare quelle sensazioni di stupore, di
armonia che solo la “madre” ha partorito e sviluppato
nel tempo. La tecnica scelta per ritrarre tale
maestosa bellezza è “olio su vetro”, in pratica
l’opera è dipinta su una lastra di vetro, ma il
risultato è visibile sull’altra facciata della lastra.
Matteo Giammarinaro e Christopher Ghidoni, entrambi
studenti rispettivamente all’Accademia delle Belle
Arti Albertina di Torino e Brera di Milano,
presentano invece un video fortemente simbolico. Il
soggetto del cortometraggio, infatti, una melanzana
che viene lentamente smembrata da mani delle quali non
si vede mai il corpo a cui appartengono, diviene
rappresentazione concettuale del corpo femminile e
della caducità dell’esistenza, quasi una natura morta
che emerge da un dipinto fiammingo il nome del cui
autore si è perso nella notte dei tempi.
I lavori di Alberto Luzzana sono fortemente dialoganti
con la storia e con il mito. L’interlocutore
privilegiato dei suoi personaggi, spessi misteriosi, è
il sogno, intendendosi come sogno la contestuale
presenza di ricordi, affetti e nostalgie, proiezioni
fantastiche e immagini storiche .
Il viaggio nei suoi dipinti è un viaggio notturno, in
una città medioevale illuminata dalla luna, per i cui
vicoli stretti e sconnessi si fanno strani incontri:
donne nude o drappeggiate, vecchi cantori, uomini e
donne che stanno scegliendo la loro carta del destino,
ritratti, fermati, come in una sbiadita polaroid ante
litteram, nell’attimo prima che diventino coscienti di
ciò che li aspetta.
A volte scompare ogni legame spaziale, le forme
appaiono isolate l’una rispetto all’altra, portate
come sono ad un limite di intensità timbrica e di
accentuata espressività.
Eliana Frontini espone, in una delle due stanze al
piano terra di Palazzo Longoni, un’istallazione
composta da una profonda vasca riempita di liquido
nero, posta su un piano di terriccio scuro. Il titolo
è esplicativo: “Ogni persona è un abisso, vengono le
vertigini a guardarci dentro”.
Frontini prosegue, in questo modo, la tematica che
approfondisce già da qualche anno, iniziata nel 2002
con l’installazione “Due minuti, due ore,
un’eternità”, dove, dalla performance costituita dalla
rottura di un orologio, sono nate 15 fotografie e sei
grandi tele atte a dimostrare che il tempo non esiste,
e proseguita poi con altre opere, tra cui, nel maggio
2005, alla Galleria “Studio Dieci” di Vercelli, la
performance “Eliana Frontini Next Collection”, quando
Studio Dieci è stato trasformato per due ore, tale la
durata della performance, in un vero e proprio
negozio. In vendita, magliette stampate. Solo ad un
attento esame, però, si scopriva che le stampe non
erano altro che foto di persone decedute,
rifotografate dalle loro lapidi.
A Borgolavezzaro Frontini sintetizza anche i
materiali: dall’esigenza di utilizzo di foglia d’oro,
pane, acrilico, cioccolato, lana, creta, polline,
stoffa delle prime opere, qui le basta, per comunicare
il concetto, della terra e del liquido nero.
06
maggio 2006
Collettiva
Dal 06 al 07 maggio 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PALAZZO LONGONI
Borgolavezzaro, Via Santa Maria, (Novara)
Borgolavezzaro, Via Santa Maria, (Novara)
Orario di apertura
15-19
Vernissage
6 Maggio 2006, ore 15
Autore