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Collettiva
Le sculture emblematiche di Huma Bhabha,il minimalismo formale di Joe Bradley,la distorsione dello stereotipo sociale di Jason Fox,il simbolismo tribale di Baker Overstreet e i ritratti ambigui di Aurel Schmidt,sono i protagonisti delle opere realizzate da questi gruppo di artisti newyorkesi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Paolo Curti / Annamaria Gambuzzi & Co. è lieta di annunciare una mostra a cura di Kineko Ivic e che vede la partecipazione di:
Huma Bhabha (1962, Karachi, Pakistan, vive e lavora a Poughkeepsie, NY)
Joe Bradley (1975, Maine, New England, vive e lavora a New York)
Jason Fox (1964, Yonkers, New York, vive e lavora a Poughkeepsie, NY)
Baker Overstreet (1981, Augusta, Georgia, vive e lavora a New York)
Aurel Schmidt (1982, Kamloops, BC, Canada, vive e lavora a New York)
Le sculture emblematiche di Huma Bhabha realizzate con l’assemblaggio di materiali di recupero come argilla, legno, ferro, polistirolo e ghisa ripropongono nella loro forma antropomorfa la condizione di sofferenza dell’essere umano, espressione di un “paesaggio di macerie umane” in cui la solitudine della figura riflette un percorso di identità culturale sia fisica che spirituale. Molti i riferimenti alla scultura arcaica, greca ed egiziana ma anche ad artisti come Giacometti, con il quale Bhabha condivide il punto di vista estremamente intimista e introspettivo.
È il Minimalismo il protagonista delle opere di Joe Bradley, un lessico formale essenziale, caratterizzato da una meditata attenzione allo studio del colore, alla forma e al rigore esecutivo. Le sue tele invadono lo spazio circostante creando un dialogo pacato tra luogo e spettatore.
La distorsione dello stereotipo sociale nelle opere di Jason Fox diviene pratica d’investigazione per analizzare e ironizzare la cultura popolare. Fox prende spunto dalla storia dell’arte ma anche dal mondo dei cartoon e dei film cult, citazioni e tecnica pittorica sono i mezzi da lui impiegati per far emergere nelle sue opere problematiche sociali e politiche. Alcuni ritratti come Red, White, & Brown, rappresentano una figura-oracolo avvolta da una bandiera americana, espressione insieme di protesta e di ironia, quest’ultima accentuata anche dall’applicazione di un naso rosso da clown sulla superficie.
Baker Overstreet propone nelle sue tele un linguaggio caratterizzato da un simbolismo tutto personale, in cui la presenza di una forte componente simmetrica si alterna alle tonalità vivaci dei colori che danno vita a figure geometriche astratte e tribali. Un insieme armonico ed architettonico, in cui gli elementi hanno libero movimento nello spazio.
La giovane artista di origine canadese Aurel Schmidt riproduce nei suoi disegni a matita su carta un mondo a metà tra il fiabesco e l’incubo, tra la bellezza e l’orrore. Capelli, serpenti, insetti e mozziconi di sigaretta, sono alcuni degli elementi formali utilizzati dall’artista nella composizione dei ritratti, dai quali emerge una sorta di rilettura dell’Arcimboldo dei nostri tempi.
Questi artisti hanno partecipato a numerose esposizioni alcune delle quali elencate di seguito:
Huma Bhabha:USA Today, Royal Academy di Londra (2006); Greater New York , PS1 Contemporary Art Center di New York (2005); vincitrice nel 2009 del XII premio per l’arte contemporanea conferito dall’Aldrich Contemporary Art Museum, Connecticut, USA.
Joe Bradley: Biennale del Whitney Museum of American Art, NY (2008); PS1 Contemporary Art Center di New York (2006).
Jason Fox: That was then…this is now, PS1 Contemporary Art Center di New York (2008); Greater New York , PS1 Contemporary Art Center di New York (2005); Museo de Arte Carillo Gil, Mexico (2004).
Aurel Schmidt: Dream and Trauma, MUMOK, Vienna (2007); Panic Room, Deste Foundation for Contemporary Art Atene (2006).
Saranno presenti gli artisti
ingboard for fiction a
Huma Bhabha (1962, Karachi, Pakistan, vive e lavora a Poughkeepsie, NY)
Joe Bradley (1975, Maine, New England, vive e lavora a New York)
Jason Fox (1964, Yonkers, New York, vive e lavora a Poughkeepsie, NY)
Baker Overstreet (1981, Augusta, Georgia, vive e lavora a New York)
Aurel Schmidt (1982, Kamloops, BC, Canada, vive e lavora a New York)
Le sculture emblematiche di Huma Bhabha realizzate con l’assemblaggio di materiali di recupero come argilla, legno, ferro, polistirolo e ghisa ripropongono nella loro forma antropomorfa la condizione di sofferenza dell’essere umano, espressione di un “paesaggio di macerie umane” in cui la solitudine della figura riflette un percorso di identità culturale sia fisica che spirituale. Molti i riferimenti alla scultura arcaica, greca ed egiziana ma anche ad artisti come Giacometti, con il quale Bhabha condivide il punto di vista estremamente intimista e introspettivo.
È il Minimalismo il protagonista delle opere di Joe Bradley, un lessico formale essenziale, caratterizzato da una meditata attenzione allo studio del colore, alla forma e al rigore esecutivo. Le sue tele invadono lo spazio circostante creando un dialogo pacato tra luogo e spettatore.
La distorsione dello stereotipo sociale nelle opere di Jason Fox diviene pratica d’investigazione per analizzare e ironizzare la cultura popolare. Fox prende spunto dalla storia dell’arte ma anche dal mondo dei cartoon e dei film cult, citazioni e tecnica pittorica sono i mezzi da lui impiegati per far emergere nelle sue opere problematiche sociali e politiche. Alcuni ritratti come Red, White, & Brown, rappresentano una figura-oracolo avvolta da una bandiera americana, espressione insieme di protesta e di ironia, quest’ultima accentuata anche dall’applicazione di un naso rosso da clown sulla superficie.
Baker Overstreet propone nelle sue tele un linguaggio caratterizzato da un simbolismo tutto personale, in cui la presenza di una forte componente simmetrica si alterna alle tonalità vivaci dei colori che danno vita a figure geometriche astratte e tribali. Un insieme armonico ed architettonico, in cui gli elementi hanno libero movimento nello spazio.
La giovane artista di origine canadese Aurel Schmidt riproduce nei suoi disegni a matita su carta un mondo a metà tra il fiabesco e l’incubo, tra la bellezza e l’orrore. Capelli, serpenti, insetti e mozziconi di sigaretta, sono alcuni degli elementi formali utilizzati dall’artista nella composizione dei ritratti, dai quali emerge una sorta di rilettura dell’Arcimboldo dei nostri tempi.
Questi artisti hanno partecipato a numerose esposizioni alcune delle quali elencate di seguito:
Huma Bhabha:USA Today, Royal Academy di Londra (2006); Greater New York , PS1 Contemporary Art Center di New York (2005); vincitrice nel 2009 del XII premio per l’arte contemporanea conferito dall’Aldrich Contemporary Art Museum, Connecticut, USA.
Joe Bradley: Biennale del Whitney Museum of American Art, NY (2008); PS1 Contemporary Art Center di New York (2006).
Jason Fox: That was then…this is now, PS1 Contemporary Art Center di New York (2008); Greater New York , PS1 Contemporary Art Center di New York (2005); Museo de Arte Carillo Gil, Mexico (2004).
Aurel Schmidt: Dream and Trauma, MUMOK, Vienna (2007); Panic Room, Deste Foundation for Contemporary Art Atene (2006).
Saranno presenti gli artisti
ingboard for fiction a
18
settembre 2009
Collettiva
Dal 18 settembre al 30 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
PAOLO CURTI / ANNAMARIA GAMBUZZI & CO.
Milano, Via Pontaccio, 19, (Milano)
Milano, Via Pontaccio, 19, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 11-19 escluso festivi
sabato su appuntamento
Vernissage
18 Settembre 2009, dalle 11 alle 22
Autore
Curatore