Collettiva di cinque artisti
31 marzo - 14 aprile 2012
| DANIELE BONTUMASI |
Da ragazzo iniziò a suonare il basso elettrico, strumento che coincide con lo scheletro portante del ritmo, un elemento essenziale che contraddistingue anche tutta la sua produzione pittorica. Sperimenta il jazz e i ritmi tribali. La pittura entrò nel campo d’indagine di Bontumasi con “lo spirituale nell’arte di Kandiskij” che consacra la sua ispirazione pittorica. Inizia l’attività artistica durante il sevizio civile in una casa di cura per anziani, isolato in un piccolo paese, inizia la sua “cromo-terapia” personale, rielaborando la condizione del disagio in ispirazione estetica. Negli anni a venire, la prima impronta astratta e geometrica si stemperò nell’incontro con l’informale storico. Bontumasi si interessa anche all’oriente, plausibile infatti che quel segno discendente dagli ideogrammi giapponesi che si trova in certe sue tele sia retaggio di uno sguardo extra continentale. Ama definire la sua pittura re-action painting, non solo per tributo all’action painting americana, semmai in risposta all’inaction painting, dove il fare pittorico diventa un pretesto di reazione all’appiattimento, all’omologazione e al livellamento dell’identità contemporanea.
| ANGELO MARANI |
Angelo Marani, classe ‘75, rimane influenzato dalla cultura e dagli stili diffusi in quel periodo speciale e irripetibile. Negli anni sviluppa interesse per l’arte, il design e i viaggi e, nonostante il periodo universitario lo abbia condotto verso studi giuridici prima a Roma e poi a Bologna, la sua tendenza ad osservare e scrutare nei dettagli il mondo che lo circonda lo ha portato a sviluppare una vera passione per la fotografia. Si innamora della macchina fotografica durante uno dei suoi primi viaggi a New York, nel maggio del 2000. Finiti gli studi inizia il suo percorso di studi fotografici tra cui una scuola di fotografia bolognese oltre che corsi in Italia e all’estero. Ipnotizzato dalla camera oscura approfondisce gli studi sperimenta tecniche e attrezzature sempre nuove e diverse; partito dal digitale approda al magico mondo della pellicola. La sua ricerca è accompagnata da una interpretazione personale condotta verso la sostanza dell’essere, la “luce”!.
| MARCO MORIGI |
Nato a Bologna il 26 aprile 1946, diplomato all’ Istituto Statale d’ Arte di Bologna nel 1969 nella sezione di Decorazione Pittorica. Insegna Disegno e Storia dell’ Arte al liceo a Bologna. Lavora ad Anzola dell’ Emilia (Bologna) in via Guido Rossa 26.
Mostre collettive: 1973 e 1975 Assessorato alla Cultura - Pieve di Cento ; 1979 Assessorato alla Cultura - Modigliana; 1986-87 Galleria Famarina Arte - S.Lazzaro (Bo); 1987 Biennale d’ Arte - Malta ; 1988 Palazzo Re Enzo Bologna; 2001-2012 Circolo Artistico di Bologna; 2010-11 Galleria Art Montparnasse (Parigi).
Mostre personali : 1986 Galleria Famarina Arte - S.Lazzaro (Bo); 1993 Artefiera di Verona ; 1998 Assessorato alla Cultura - Mezzolara (Bo); 1999 Circolo Amici dell’ Arte - Molinella (B0); 2000 Galleria de Marchi Bologna; 2006 Saletta dei Lavatoi - Monzuno (Bo).
| BERNARDINO TOTARO |
Berardino Totaro nasce a San Severo, in Puglia, nel 1953. Compie studi classici e si laurea in psicologia a Roma dove si appassiona alla classicità, in particolare per l’architettura. Studia la pittura dei maestri del passato e nel contempo frequenta botteghe artigiane cercando di apprendere i segreti delle tecniche. Nel 1989 si stabilisce a Lucera e qui, dove tutt’oggi dimora, si dedica alla pittura. Psicoterapeuta di professione, ha esposto in personali e collettive tra San Severo, Lucera, Folgarida, in Trentino, Bologna e Ferrara. Nel 2003 la personale Giochi nel vento è ospitata presso la galleria Il Transetto di Lucera e nel 2005 presso il Centro Congressi Alla Sosta dell'Imperatore in Val di Sole. In occasione di Arte Fiera 2012 la sua nuova personale "In Maschera Veritas" è allestita presso il Ristorante La Capriata, nel cuore del centro storico di Bologna. L’ultima ricerca stilistica di Totaro rievoca le atmosfere dello “Studiolo rinascimentale” dove è ambientato il suo discorso iconografico, umanistico, sociale e concettuale. Ogni tavola è avvolta in atmosfere spiccatamente dechirichiane: narrazioni pittoriche in cui l’elemento dominante è la Maschera.
| LUCIANA RAMAZZOTTI ZANETTI|
Diplomata al Liceo artistico di Bologna, ha insegnato materie artistiche in vari istituti di Bologna. Ha partecipato a molti concorsi classificandosi ai primi posti. Le sue nature morte ad olio caratterizzano uno stile figurativo-moderno che mescola l’immaginazione alla realtà utilizzando anche apposizioni di oggetti reali sui quadri di chiara ispirazione surrealista e pop-art.