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Collettiva di settembre
Una mostra collettiva di quattro artisti, due bergamaschi, uno di Lecce ed uno Argentina
Comunicato stampa
Segnala l'evento
NERINA BALDINI
Nerina Baldini nativa di Roma vive e lavora a Pian Gaiano (Endine) in
provincia di Bergamo. In gio
ventù ha frequentato a Milano come allieva di Silvio Consadori l’Accademia
di Belle arti di “Brera”.
Ho studiato a Milano all’Accademia di Belle arti “Brera” dove ho imparato
l’importanza dell’assiduità al lavoro e, guardando all’esempio dei classici
– l’amore per la parte più bella della fi-
gura umana – la sua spiritualità. Ho continuato a dipingere cercando la luce
nel colore e se lo spet-
tatore guardando un mio paesaggio sente di poterne essere parte, lo sente
“proprio” come un ricordo o un indefinibile “già vissuto”, o se nei mazzi di
fiori percepisce la luce che diventa atmosfera, allora mi consola il
pensiero di aver potuto fissare sulla tela un istante d’eternità gioiosa per
il nostro stanco spirito.
Pittrice raffinata e sensibile Nerina parla già di se in piena completezza.
Al suo personale giudizio si può aggiungere che oltre alla maestria appresa
sotto una valida guida, negli anni si è maturata una solida capacità di
comunicare all’esterno il suo stato interiore creatore di colori e emozioni
intense ma egualmente dolci e profondamente umane che fanno di ogni sua
opera un momento di rasserenante involucro emotivo. - Aldebaran
NATALIA BERSELLI
Natalia Berselli è nata a Endine (Bergamo) la sua formazione segue un
percorso parallelo alla sua maturazione artistica, infatti dopo gli studi
classici si laurea n Architettura, ma la ricerca pittorica, che parte dalle
avanguardie storiche del ‘900, rimane per lei sempre una linea senza
soluzione di continuità. Attualmente insegna “Disegno e Storia dell’arte”
presso il liceo scientifico di Lovere e si sta dedicando a studi di ricerca
sulla TEORIA DEI COLORI con l’elaborazione di un nuovo modello che prende in
considerazione tutti e 7 i colori dello spettro visivo. I suoi lavori
partono da studi giovanili figurativi con realizzazioni di paesaggi e
ritratti con colori tenui e polverosi.
Un viaggio negli Stati Uniti nel 1988, la porterà a cambiare totalmente il
proprio modo di esprimersi adottando una pittura di ricerca su forme e
colori. Nel 1992 inizia ad esporre i suoi lavori in mostre personali e
collettive ottenendo vivaci consensi di critica e di pubblico.
Le tecniche che utilizza sono olio su tela, pastello e china. I soggetti che
predilige sono figure, paesaggi, fondali marini, nature morte con
trasposizione pittorica astratto-geometrica, colori fluidi e brillanti che
creano giochi di trasparenze. Caratteristica fondamentale delle opere di
Berselli è la suddivisione in riquadri della tela con campiture nette di
colore anche fortemente contrastanti con gli elementi rappresentati.
Viene spontaneo…il ricercare o immaginare i punti di partenza di simile
ricerca. Come ad esempio un certo Modernismo…che ci appare qui peraltro
raffrenato come geometrica “cosa mentale” o ammorbidito mediante una
curiosità alla Mirò per le forme ed i colori. Questo per dire che il
discorso dell’artista lievita di cultura, oltre che di sensibilità.
(E.Fagiani – Colore e Materia G.Mondadori Editore Milano 1995)
Natalia Berselli espone regolarmente a Milano, Roma, Venezia, Montecarlo,
New York, Salisburgo Firenze, Bologna ,Brescia ed oltre , partecipa a
collettive internazionali ma a Bergamo , per lei che è nata ad Endine Gaiano
ed insegna a Lovere, espone per la seconda volta ed in quest’occasione alla
collettiva di settembre presso la New Artemisia Gallery.
Nella primavera del 2006 ad esposto con una personale presso l’ex Ateneo in
Città Alta e per quell’occasione la dott.sa Elisa Motta ha detto di lei:
Per la prima volta l’artista bergamasca si presenta al pubblico della
propria città, e lo fa con una
rassegna antlogica che permette di enucleare con chiarezza le
caratteristiche e l’evoluzione del suo essere in are. Molto ci sarebbe da
dire su questa pittrice, che si muove nel territorio dell’astrazione
sviluppando le intuizioni che furono di Balla, Malevic, De Kooning e del
fantasiosi universo di Gaudì, collocandosi tra dimensione culturale e
pulsione creativa. Ciò che colpisce innanzi tutto è la coerenza stilistica
del discorso, che pure affronta contenuti e temi diversi. Una struttura di
base a campiture di colore omogeneo frammenta l’intera superficie pittorica
dei dipinti.. Pochi colori primari, più frequenti invece gli impasti tonali,
soprattutto nelle opere recenti e nella serie dedicata ai “Labirinti”:
composizioni queste ultime dall’effetto ottico tridimensionale in profondità
o a rilievo che rimandano ai miti dell’antica Grecia ma per analogia
diventano metafora della conoscenza contemporanea che ha rinunciato ad una
visione unitaria in favore di una parcellizzazione tecnologica e
specialistica del sapere. Se questo sembra essere il punto di partenza,
l’artista procede poi in una ricerca che recupera la concretezza proprio a
partire dai quattro elementi della filosofica presocratica: acqua, cielo,
fuoco, e terra. Rappresentati grazie alla forza evocatrice del colore in cui
le tessere compositive diventano guizzi di luce più o meno intensa. Il
recupero della realtà procede accostandosi al particolare, dove la pittrice
passa dagli acquari alle nature morte, dal paesaggio alla figura umana. Il
dato concreto è più evocato che rappresentato e solo uno sguardo analitico
può cogliere i profili nitidi delle cose e delle persone, mentre lo spazio
volumetrico s’integra con la superficie frammentata dello sfondo.
Interessante la breve selezione dedicata alle città, in un’interpretazione
esotica che riflette i viaggi dell’autrice, per culminare in una simbolica
Gerusalemme; accanto a questa due pere a carattere sacro, realizzate a china
e pastello: un Gesù stilizzato e piegato dal dolore ed un a Vergine col
Bambino, più vicina all’iconografia tradizionale. Il cerchio si chiude con
queste opere, che esprimono il bisogno di trascendenza che ha accompagnano
l’uomo nel corso della sua storia. “Sono lieto di porgere il saluto e
l’augurio alla conterranea Natalia Berselli” – ha detto il Presidente della
Provincia
Valerio Bettoni, anch’egli di Endine – certo che questa sua mostra
raccoglierà i meritati successi.
Dott.Elisa Motta – Il Giornale di Bergamo – 23.02.2006
Nel caleidoscopio della vita Natalia Berselli ha introdotto con luce e
colori una sferzata di ottimismo, lo si legge nelle sue pur contorte linee,
nei suoi limitati spazi, che vengono invasi da forme e tonalità e definire
nella loro completezza una parabola di libertà espressionale e vitale.
Aldebaran.
AMALIA LANOËL
Nata a Buenos Aires nel 1945 si è diplomata all’Accademia di Belle Arti
della stessa città, dove
Ha partecipato a numerose mostre a carattere nazionale ed internazionale,
riscotendo vasti consensi e prestigiosi riconoscimenti.
La parabola della sua attività pittorica prende avvio negli anni settanta,
sulla spinta di una grande
Tradizione famigliare portata avanti con orgoglio e passione. In Italia dai
primi anni novanta, si
Manifesta dotata di una naturale predisposizione per le Belle Arti e di
quel pizzico di genialità necessaria a chi vuole essere artefice di
innovazioni radicali. Mostra la propria rivoluzionaria capacità di esprimere
ragioni e pulsioni attraverso uno stile ed una tecnica del tutto personali.
Non c’è più differenza tra astratto e figurativo, tra fisico e metafisico.
Tutto, nel suo insieme, si materializza sulla tela che diviene il naturale
mezzo espressivo di un’artista che si tiene lontano dai luoghi comuni e che
attinge a piene mani dal proprio io, dal proprio intimo modo di sentire il
mondo.
Nelle sue opere, si ha quasi sempre la sensazione che si nasconda qualcosa
di mostruoso, ma fortemente affascinante, come se in ogni opera si celasse
la porta d’accesso per una dimensione parallela. L’originalità di Amalia
Lanoël è quella di creare opere vive, in cui le immagini, i colori, le forme
balzano fuori della sterile piatezza delle due dimensioni, sia attraverso un
sapiente utilizzo dell’illusione ottica, sia attraverso la reale fusione tra
pittura e scultura. In questo senso sono emblematici i lavori in cui la
terza dimensione non è più il frutto di un inganno dei sensi, ma è reale.
Nasce così una sorta di “pittura scolpita” o di “scultura dipinta”: pittura
e scultura diventano una cosa sola. Nulla è lasciato al caso, ogni forma,
ogni singola pennellata è espressione di un messaggio.preciso, sottolineato
dalla gran perizia teorica e tecnica che contraddistingue Amalia Lanoël,
portandola tra i grandi Maestri dell’Arte Argentina contemporanea.
La Materia che si Dissolve
La materia che si dissolve, ed inaspettatamente riemerge non è altro che un
volto tutt’altro che indefinito puntato verso di noi attento, indagatore,
comunicativo: non c’è dubbio è in lui che si riassume l’essenza dell’arte
pittorica di Amalia Lanoël. Nelle sue numerose opere il silenzio lascia
spazio a sentimenti comunque forti e dirompenti sia nel grido che dilata i
volti, memore dell’espressionismo di Munch ma anche nel caldo abbraccio
delle anime evocativo della sensualità e della sintesi formale di Gustav
Klimt.i colori pastosi e matrici prendono forma ed aumentano e completano
l’effetto bidimensionale delle sagome definite talvolta attraverso semplici
tocchi, talaltra in maniera più decisa quasi fossero incise nella sostanza
della tela. I profili si spezzano , si perdono e si ricompongono generando
simmetriche e geometrie nuove che tradiscono una grande conoscenza e
padronanza dei metodi compositivi cubisti. L’immagine realistico-simbolica,
il trasalimento dei corpi e le forme esasperate e spezzate nascono
dall’espressionismo più impegnato, a partire da quello tedesco, intriso di
turbamento, di brivido nervoso, di ansia verso il futuro. Gli occhi dei
protagonisti, privi di sguardo e le membra gracili, informi, fragili,
rivelano un animo spaurito ed incerto sul quale è disceso il senso inquieto
della vita. Questo aspetto trova tuttavia un pieno riscatto nella luminosità
e nei bagliori bianchi dei colori. Il nero infatti non è il predominante,
all’artista piace giocare pittoricamente spaziando da gialli intensi, quasi
esotici, a rossi maturi e cupi come il mattone, sino ad infantili azzurri e
verdi pastello su cui si stagliano in volo volubili colombe bianche.I
capolavori di Amalia possono dunque essere definiti a ragione, “immagini di
immagini”, che non devono solo impressionare ma penetrare nella profondità
dell’inconscio e in una delle sue migliori espressioni artistiche “Una parte
di me” ci si chiede (dov’è lo sguardo?, l’identità di esso dov’è)….è in
tutte le opere nate dall’anima creativa di Amalia.
Enrica Pasqua – Storica dell’Arte – agosto 2006
Il recupero della materia
In mezzo ai rifiuti della nostra vita, gettati in un angolo dimenticato,
alcune volte troviamo oggetti che ci riportano ai lontani sentimenti,
gioiosi o dolorosi. La tentazione è di lasciarli dove li abbiamo gettati,
senza più nulla chiederci, ma Amalia Lanoël, attraverso la sua arte, li
riprende in vita ne fa di loro un segno di comunicazione del nostro passato
ed un segnale di positività verso il futuro ridandoli con colore ed
espressione un’anima nuova.
Aldebaran
VITTORIO TAPPARINI
Nato a Lecce, vive e lavora tra la sua città e Roma dove ha diviso i suoi
studi preparatori. A Roma frequenta la facoltà di architettura “La Sapienza”
continuando così la dinastia paterna, a Lecce per un breve periodo frequenta
l’Accademia di Belle Arti, In seguito si dedica alla grafica nel campo della
moda, passa poi alla scultura con opere di tagliente verismo, forse
esagitate nelle loro dimensioni e forme ma valide nel piano della pura
estetica. Ritorna alla pittura, dopo un lungo periodo di pausa durato circa
20 anni, La pittura e l’arte sono per Vittorio Tapparini una condizione,
essenziale per un giusto equilibrio con la sua terra d’origine, questo sud
così angusto, dai limiti della provincia ma………allo stesso tempo
straordinario, al centro del mediterraneo ma integrato in Europa.
Contraddizioni forti che rinnovano e alimentano il genio di Tapparini.
Pittura e vita nell’arte di Vittorio Tapparini
Il vento che giunge dal passato, dall’antico remoto mistero di Roma i volti
dipinti a tempera grassa sulle pareti scavate, uomini donne, privi di
espressione inerti di fronte al tempo ma ancora lì a dichiarare le nostre
origini ed a simboleggiare la grandezza dei popoli, e l’arte afferma la sua
grandezza nei popoli e nelle sue origini profili ellenici, greci e volti
romani via via fino allo splendore rinascimentale, Michelangelo Leonardo per
ritornare a noi. Nella difficoltà di linee e la purezza delle immagini
espresse dal barocco leccese, dei di rara bellezza, angeli di straordinaria
luce e purezza a guardia della storia a difesa dell’avanzare degli orrori
moderni che il mondo contemporaneo riserva. Difficile è dunque riportare il
senso dell’enigma classico ai tempi attuali ma…..questo è il cammino sia pur
nei contrasti e gli avvenimenti che accadono nel mondo, nelle capitali che
contano e nella provincia dimenticata. Ritrovare i miti ciò che eravamo,
questo conta, non siamo artisti per turisti né turisti nell’arte. Siamo
veri, ci crediamo.
Vittorio Tapparini.
Colori intensi che nascondono nelle loro tonalità una velata ricerca del
passato. C’è molta tecnica e professionalità dietro al suo lavoro. Vittorio
Tapparini ha ripreso un discorso lasciato in sospeso,
l’ha arricchito e predisposto per un futuro sempre più qualificante. Artista
da seguire,ammirare ed approfondire
Aldebaran
Nerina Baldini nativa di Roma vive e lavora a Pian Gaiano (Endine) in
provincia di Bergamo. In gio
ventù ha frequentato a Milano come allieva di Silvio Consadori l’Accademia
di Belle arti di “Brera”.
Ho studiato a Milano all’Accademia di Belle arti “Brera” dove ho imparato
l’importanza dell’assiduità al lavoro e, guardando all’esempio dei classici
– l’amore per la parte più bella della fi-
gura umana – la sua spiritualità. Ho continuato a dipingere cercando la luce
nel colore e se lo spet-
tatore guardando un mio paesaggio sente di poterne essere parte, lo sente
“proprio” come un ricordo o un indefinibile “già vissuto”, o se nei mazzi di
fiori percepisce la luce che diventa atmosfera, allora mi consola il
pensiero di aver potuto fissare sulla tela un istante d’eternità gioiosa per
il nostro stanco spirito.
Pittrice raffinata e sensibile Nerina parla già di se in piena completezza.
Al suo personale giudizio si può aggiungere che oltre alla maestria appresa
sotto una valida guida, negli anni si è maturata una solida capacità di
comunicare all’esterno il suo stato interiore creatore di colori e emozioni
intense ma egualmente dolci e profondamente umane che fanno di ogni sua
opera un momento di rasserenante involucro emotivo. - Aldebaran
NATALIA BERSELLI
Natalia Berselli è nata a Endine (Bergamo) la sua formazione segue un
percorso parallelo alla sua maturazione artistica, infatti dopo gli studi
classici si laurea n Architettura, ma la ricerca pittorica, che parte dalle
avanguardie storiche del ‘900, rimane per lei sempre una linea senza
soluzione di continuità. Attualmente insegna “Disegno e Storia dell’arte”
presso il liceo scientifico di Lovere e si sta dedicando a studi di ricerca
sulla TEORIA DEI COLORI con l’elaborazione di un nuovo modello che prende in
considerazione tutti e 7 i colori dello spettro visivo. I suoi lavori
partono da studi giovanili figurativi con realizzazioni di paesaggi e
ritratti con colori tenui e polverosi.
Un viaggio negli Stati Uniti nel 1988, la porterà a cambiare totalmente il
proprio modo di esprimersi adottando una pittura di ricerca su forme e
colori. Nel 1992 inizia ad esporre i suoi lavori in mostre personali e
collettive ottenendo vivaci consensi di critica e di pubblico.
Le tecniche che utilizza sono olio su tela, pastello e china. I soggetti che
predilige sono figure, paesaggi, fondali marini, nature morte con
trasposizione pittorica astratto-geometrica, colori fluidi e brillanti che
creano giochi di trasparenze. Caratteristica fondamentale delle opere di
Berselli è la suddivisione in riquadri della tela con campiture nette di
colore anche fortemente contrastanti con gli elementi rappresentati.
Viene spontaneo…il ricercare o immaginare i punti di partenza di simile
ricerca. Come ad esempio un certo Modernismo…che ci appare qui peraltro
raffrenato come geometrica “cosa mentale” o ammorbidito mediante una
curiosità alla Mirò per le forme ed i colori. Questo per dire che il
discorso dell’artista lievita di cultura, oltre che di sensibilità.
(E.Fagiani – Colore e Materia G.Mondadori Editore Milano 1995)
Natalia Berselli espone regolarmente a Milano, Roma, Venezia, Montecarlo,
New York, Salisburgo Firenze, Bologna ,Brescia ed oltre , partecipa a
collettive internazionali ma a Bergamo , per lei che è nata ad Endine Gaiano
ed insegna a Lovere, espone per la seconda volta ed in quest’occasione alla
collettiva di settembre presso la New Artemisia Gallery.
Nella primavera del 2006 ad esposto con una personale presso l’ex Ateneo in
Città Alta e per quell’occasione la dott.sa Elisa Motta ha detto di lei:
Per la prima volta l’artista bergamasca si presenta al pubblico della
propria città, e lo fa con una
rassegna antlogica che permette di enucleare con chiarezza le
caratteristiche e l’evoluzione del suo essere in are. Molto ci sarebbe da
dire su questa pittrice, che si muove nel territorio dell’astrazione
sviluppando le intuizioni che furono di Balla, Malevic, De Kooning e del
fantasiosi universo di Gaudì, collocandosi tra dimensione culturale e
pulsione creativa. Ciò che colpisce innanzi tutto è la coerenza stilistica
del discorso, che pure affronta contenuti e temi diversi. Una struttura di
base a campiture di colore omogeneo frammenta l’intera superficie pittorica
dei dipinti.. Pochi colori primari, più frequenti invece gli impasti tonali,
soprattutto nelle opere recenti e nella serie dedicata ai “Labirinti”:
composizioni queste ultime dall’effetto ottico tridimensionale in profondità
o a rilievo che rimandano ai miti dell’antica Grecia ma per analogia
diventano metafora della conoscenza contemporanea che ha rinunciato ad una
visione unitaria in favore di una parcellizzazione tecnologica e
specialistica del sapere. Se questo sembra essere il punto di partenza,
l’artista procede poi in una ricerca che recupera la concretezza proprio a
partire dai quattro elementi della filosofica presocratica: acqua, cielo,
fuoco, e terra. Rappresentati grazie alla forza evocatrice del colore in cui
le tessere compositive diventano guizzi di luce più o meno intensa. Il
recupero della realtà procede accostandosi al particolare, dove la pittrice
passa dagli acquari alle nature morte, dal paesaggio alla figura umana. Il
dato concreto è più evocato che rappresentato e solo uno sguardo analitico
può cogliere i profili nitidi delle cose e delle persone, mentre lo spazio
volumetrico s’integra con la superficie frammentata dello sfondo.
Interessante la breve selezione dedicata alle città, in un’interpretazione
esotica che riflette i viaggi dell’autrice, per culminare in una simbolica
Gerusalemme; accanto a questa due pere a carattere sacro, realizzate a china
e pastello: un Gesù stilizzato e piegato dal dolore ed un a Vergine col
Bambino, più vicina all’iconografia tradizionale. Il cerchio si chiude con
queste opere, che esprimono il bisogno di trascendenza che ha accompagnano
l’uomo nel corso della sua storia. “Sono lieto di porgere il saluto e
l’augurio alla conterranea Natalia Berselli” – ha detto il Presidente della
Provincia
Valerio Bettoni, anch’egli di Endine – certo che questa sua mostra
raccoglierà i meritati successi.
Dott.Elisa Motta – Il Giornale di Bergamo – 23.02.2006
Nel caleidoscopio della vita Natalia Berselli ha introdotto con luce e
colori una sferzata di ottimismo, lo si legge nelle sue pur contorte linee,
nei suoi limitati spazi, che vengono invasi da forme e tonalità e definire
nella loro completezza una parabola di libertà espressionale e vitale.
Aldebaran.
AMALIA LANOËL
Nata a Buenos Aires nel 1945 si è diplomata all’Accademia di Belle Arti
della stessa città, dove
Ha partecipato a numerose mostre a carattere nazionale ed internazionale,
riscotendo vasti consensi e prestigiosi riconoscimenti.
La parabola della sua attività pittorica prende avvio negli anni settanta,
sulla spinta di una grande
Tradizione famigliare portata avanti con orgoglio e passione. In Italia dai
primi anni novanta, si
Manifesta dotata di una naturale predisposizione per le Belle Arti e di
quel pizzico di genialità necessaria a chi vuole essere artefice di
innovazioni radicali. Mostra la propria rivoluzionaria capacità di esprimere
ragioni e pulsioni attraverso uno stile ed una tecnica del tutto personali.
Non c’è più differenza tra astratto e figurativo, tra fisico e metafisico.
Tutto, nel suo insieme, si materializza sulla tela che diviene il naturale
mezzo espressivo di un’artista che si tiene lontano dai luoghi comuni e che
attinge a piene mani dal proprio io, dal proprio intimo modo di sentire il
mondo.
Nelle sue opere, si ha quasi sempre la sensazione che si nasconda qualcosa
di mostruoso, ma fortemente affascinante, come se in ogni opera si celasse
la porta d’accesso per una dimensione parallela. L’originalità di Amalia
Lanoël è quella di creare opere vive, in cui le immagini, i colori, le forme
balzano fuori della sterile piatezza delle due dimensioni, sia attraverso un
sapiente utilizzo dell’illusione ottica, sia attraverso la reale fusione tra
pittura e scultura. In questo senso sono emblematici i lavori in cui la
terza dimensione non è più il frutto di un inganno dei sensi, ma è reale.
Nasce così una sorta di “pittura scolpita” o di “scultura dipinta”: pittura
e scultura diventano una cosa sola. Nulla è lasciato al caso, ogni forma,
ogni singola pennellata è espressione di un messaggio.preciso, sottolineato
dalla gran perizia teorica e tecnica che contraddistingue Amalia Lanoël,
portandola tra i grandi Maestri dell’Arte Argentina contemporanea.
La Materia che si Dissolve
La materia che si dissolve, ed inaspettatamente riemerge non è altro che un
volto tutt’altro che indefinito puntato verso di noi attento, indagatore,
comunicativo: non c’è dubbio è in lui che si riassume l’essenza dell’arte
pittorica di Amalia Lanoël. Nelle sue numerose opere il silenzio lascia
spazio a sentimenti comunque forti e dirompenti sia nel grido che dilata i
volti, memore dell’espressionismo di Munch ma anche nel caldo abbraccio
delle anime evocativo della sensualità e della sintesi formale di Gustav
Klimt.i colori pastosi e matrici prendono forma ed aumentano e completano
l’effetto bidimensionale delle sagome definite talvolta attraverso semplici
tocchi, talaltra in maniera più decisa quasi fossero incise nella sostanza
della tela. I profili si spezzano , si perdono e si ricompongono generando
simmetriche e geometrie nuove che tradiscono una grande conoscenza e
padronanza dei metodi compositivi cubisti. L’immagine realistico-simbolica,
il trasalimento dei corpi e le forme esasperate e spezzate nascono
dall’espressionismo più impegnato, a partire da quello tedesco, intriso di
turbamento, di brivido nervoso, di ansia verso il futuro. Gli occhi dei
protagonisti, privi di sguardo e le membra gracili, informi, fragili,
rivelano un animo spaurito ed incerto sul quale è disceso il senso inquieto
della vita. Questo aspetto trova tuttavia un pieno riscatto nella luminosità
e nei bagliori bianchi dei colori. Il nero infatti non è il predominante,
all’artista piace giocare pittoricamente spaziando da gialli intensi, quasi
esotici, a rossi maturi e cupi come il mattone, sino ad infantili azzurri e
verdi pastello su cui si stagliano in volo volubili colombe bianche.I
capolavori di Amalia possono dunque essere definiti a ragione, “immagini di
immagini”, che non devono solo impressionare ma penetrare nella profondità
dell’inconscio e in una delle sue migliori espressioni artistiche “Una parte
di me” ci si chiede (dov’è lo sguardo?, l’identità di esso dov’è)….è in
tutte le opere nate dall’anima creativa di Amalia.
Enrica Pasqua – Storica dell’Arte – agosto 2006
Il recupero della materia
In mezzo ai rifiuti della nostra vita, gettati in un angolo dimenticato,
alcune volte troviamo oggetti che ci riportano ai lontani sentimenti,
gioiosi o dolorosi. La tentazione è di lasciarli dove li abbiamo gettati,
senza più nulla chiederci, ma Amalia Lanoël, attraverso la sua arte, li
riprende in vita ne fa di loro un segno di comunicazione del nostro passato
ed un segnale di positività verso il futuro ridandoli con colore ed
espressione un’anima nuova.
Aldebaran
VITTORIO TAPPARINI
Nato a Lecce, vive e lavora tra la sua città e Roma dove ha diviso i suoi
studi preparatori. A Roma frequenta la facoltà di architettura “La Sapienza”
continuando così la dinastia paterna, a Lecce per un breve periodo frequenta
l’Accademia di Belle Arti, In seguito si dedica alla grafica nel campo della
moda, passa poi alla scultura con opere di tagliente verismo, forse
esagitate nelle loro dimensioni e forme ma valide nel piano della pura
estetica. Ritorna alla pittura, dopo un lungo periodo di pausa durato circa
20 anni, La pittura e l’arte sono per Vittorio Tapparini una condizione,
essenziale per un giusto equilibrio con la sua terra d’origine, questo sud
così angusto, dai limiti della provincia ma………allo stesso tempo
straordinario, al centro del mediterraneo ma integrato in Europa.
Contraddizioni forti che rinnovano e alimentano il genio di Tapparini.
Pittura e vita nell’arte di Vittorio Tapparini
Il vento che giunge dal passato, dall’antico remoto mistero di Roma i volti
dipinti a tempera grassa sulle pareti scavate, uomini donne, privi di
espressione inerti di fronte al tempo ma ancora lì a dichiarare le nostre
origini ed a simboleggiare la grandezza dei popoli, e l’arte afferma la sua
grandezza nei popoli e nelle sue origini profili ellenici, greci e volti
romani via via fino allo splendore rinascimentale, Michelangelo Leonardo per
ritornare a noi. Nella difficoltà di linee e la purezza delle immagini
espresse dal barocco leccese, dei di rara bellezza, angeli di straordinaria
luce e purezza a guardia della storia a difesa dell’avanzare degli orrori
moderni che il mondo contemporaneo riserva. Difficile è dunque riportare il
senso dell’enigma classico ai tempi attuali ma…..questo è il cammino sia pur
nei contrasti e gli avvenimenti che accadono nel mondo, nelle capitali che
contano e nella provincia dimenticata. Ritrovare i miti ciò che eravamo,
questo conta, non siamo artisti per turisti né turisti nell’arte. Siamo
veri, ci crediamo.
Vittorio Tapparini.
Colori intensi che nascondono nelle loro tonalità una velata ricerca del
passato. C’è molta tecnica e professionalità dietro al suo lavoro. Vittorio
Tapparini ha ripreso un discorso lasciato in sospeso,
l’ha arricchito e predisposto per un futuro sempre più qualificante. Artista
da seguire,ammirare ed approfondire
Aldebaran
02
settembre 2006
Collettiva di settembre
Dal 02 al 16 settembre 2006
arte contemporanea
Location
ACAF – ARTEMISIA GALLERY
Bergamo, Via Giambattista Moroni, 124, (Bergamo)
Bergamo, Via Giambattista Moroni, 124, (Bergamo)
Orario di apertura
9,30-12,30/16.00-19,00
Vernissage
2 Settembre 2006, ore 19
Autore
Curatore