Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Colomba d’Apolito – Pienza Val d’Orcia
La Val d’Orcia di Cezanne, Fontana e Hockey
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A Monticchiello, in contemporanea con il Teatro Povero, è visitabile nell’ex granaio il la mostra fotografica di Colomba d’Apolito “Pienza Val d’Orcia”, in 15 opere di grande formato, fuori da ogni convenzione da cartolina, che risultano da composizioni di frammenti, come pezzi d'affresco recuperati dal fondo del tempo rispetto alle immagini singole, in cui lo straordinario paesaggio della Val d’Orcia è visto come una galleria di opere di grandi artisti dell’Otto e Novecento,
La sagoma del Monte Amiata rimanda alla mente quella della Montagna Saint Victoire del Cezanne più sentimentale; la magnifica piazza di Pienza ad una composizione del Picasso più giocoso; la collina col grano tagliato, i covoni a seccare e le stoppie al sole con la casa sulla collina-demistificata da un taglio alla Fontana; la morfologia dolcissima dei pendii che si susseguono l'un l'altro nelle foschie azzurrine, rimandano alle porzioni di paesaggio dei dipinti del nostro Rinascimento e al David Hockney dei primi lavori fotografici (i ritratti alla madre nel giardino) nel loro essere non inscatolati. Non ci sono figure umane a misurare la sospesa perfezione ed anche i tralicci assumono dignità, dichiarando la loro bellezza non oleografica.
La d'Apolito ha lavorato tre anni su questo paesaggio per poter restituire nella propria opera uno stile naturalistico e sensibile alle più piccole sfumature del colore, accompagnato da un approccio anticonformista nei tagli. Una nuova spazialità derivante dalla soluzione compositiva le permette di risolvere in maniera teatrale, per non dire scenografica - derivata sicuramente dai suoi inizi come fotografa teatrale - l'approccio a questi spazi iper-fotografati. Non e' semplice avvicinarsi ad un paesaggio come quello della Val d'Orcia, un immaginario da cartolina abusato e riprodotto in ogni formato disponibile.
Colomba d’Apolito ha iniziato a fotografare in teatro, con il gruppo teatrale Krypton con cui va alla Rassegna d’Arte quinquennale ‘Documenta’ di Kassel nel 1987. Per anni collaboratrice fotografica di ‘Sipario’, segue in particolare il teatro di ricerca degli anni ottanta. Nel 1994 é co-fondatrice del Festival di teatro ed arti visive ‘Fabbrica Europa’ alla Stazione Leopolda a Firenze. I suoi lavori fotografici, in special modo i ritratti, sono stati esposti in Italia e all’estero, tra l’altro a New York e Avignone. Nel 2001 ha pubblicato per Alinea Editrice di Firenze il libro fotografico ‘Il Gargano quelli che stanno’.
La sagoma del Monte Amiata rimanda alla mente quella della Montagna Saint Victoire del Cezanne più sentimentale; la magnifica piazza di Pienza ad una composizione del Picasso più giocoso; la collina col grano tagliato, i covoni a seccare e le stoppie al sole con la casa sulla collina-demistificata da un taglio alla Fontana; la morfologia dolcissima dei pendii che si susseguono l'un l'altro nelle foschie azzurrine, rimandano alle porzioni di paesaggio dei dipinti del nostro Rinascimento e al David Hockney dei primi lavori fotografici (i ritratti alla madre nel giardino) nel loro essere non inscatolati. Non ci sono figure umane a misurare la sospesa perfezione ed anche i tralicci assumono dignità, dichiarando la loro bellezza non oleografica.
La d'Apolito ha lavorato tre anni su questo paesaggio per poter restituire nella propria opera uno stile naturalistico e sensibile alle più piccole sfumature del colore, accompagnato da un approccio anticonformista nei tagli. Una nuova spazialità derivante dalla soluzione compositiva le permette di risolvere in maniera teatrale, per non dire scenografica - derivata sicuramente dai suoi inizi come fotografa teatrale - l'approccio a questi spazi iper-fotografati. Non e' semplice avvicinarsi ad un paesaggio come quello della Val d'Orcia, un immaginario da cartolina abusato e riprodotto in ogni formato disponibile.
Colomba d’Apolito ha iniziato a fotografare in teatro, con il gruppo teatrale Krypton con cui va alla Rassegna d’Arte quinquennale ‘Documenta’ di Kassel nel 1987. Per anni collaboratrice fotografica di ‘Sipario’, segue in particolare il teatro di ricerca degli anni ottanta. Nel 1994 é co-fondatrice del Festival di teatro ed arti visive ‘Fabbrica Europa’ alla Stazione Leopolda a Firenze. I suoi lavori fotografici, in special modo i ritratti, sono stati esposti in Italia e all’estero, tra l’altro a New York e Avignone. Nel 2001 ha pubblicato per Alinea Editrice di Firenze il libro fotografico ‘Il Gargano quelli che stanno’.
21
luglio 2007
Colomba d’Apolito – Pienza Val d’Orcia
Dal 21 luglio al 12 agosto 2007
fotografia
Location
EX GRANAIO – CASTELLUCCIO
Pienza, Località La Foce, (Siena)
Pienza, Località La Foce, (Siena)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 19.00, escluso lunedì
Autore