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Colombo e la tavola globale
Un percorso attraverso le piante provenienti dalle Americhe, che diventa il pretesto per un “viaggio” simbolico
Comunicato stampa
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Un percorso attraverso le piante provenienti dalle Americhe, che diventa il pretesto per un “viaggio” simbolico: questi, in sintesi, i contenuti della mostra “Colombo e la tavola globale” che inaugura oggi, 12 marzo, alle ore 17.30 e sarà visitabile dal 13 marzo al 26 agosto 2007 (dal martedì al venerdì ore 9.00-19.00; sabato e domenica ore 10.00-19.00) al Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria”.
500 anni fa un uomo solo, tormentato dal dubbio che tutto fosse sbagliato nella sua impresa, visse gli ultimi mesi della sua esistenza, nel ricordo di una terra bellissima, di una natura meravigliosa, del profumo più dolce del mondo. Partì per le Indie in cerca di ori e nuovi mercati. Ma furono i frutti delle Americhe il dono più prezioso. All’inizio disprezzati. Vennero i giorni in cui salvarono gli uomini dalla fame e dalla malattia. Oggi sono sulle nostre tavole ogni giorno. E’ possibile disporne facilmente. La tavola è globale. Il rituale del consumo e della convivialità sono mutati.
L’installazione artistica creata da Chiara Benedetti e Sara Maltese, giovani architette che collaborano con Brunetto De Battè, Facoltà di Architettura dell’Università di Genova, invita ad una riflessione e ad un viaggio simbolico, suggerito dal volo di numerosi uccelli “origami”, verso il Nuovo Mondo, meta sconosciuta ed agognata da Colombo, attraverso la conoscenza delle principali piante agricole di interesse alimentare che dalle Americhe sono state importate in Europa.
Pomodoro, fagiolo, vite americana, patata, peperone, girasole, zucca e zucchini, mais, topinambur, avocado, patata dolce ed ananas sono le piante protagoniste di questa Mostra e per ciascuna specie vengono illustrati le caratteristiche botaniche, l’areale originario, le modalità di coltivazione, le prime descrizioni, l’introduzione e la diffusione in Europa e gli impatti economico, gastronomiche e sociale.
L’uso costante di queste piante ci ha fatto dimenticare la loro storia, poiché si dà per scontata la loro presenza nella nostra vita. E’ utile ed interessante, invece ripercorrere le varie tappe che le hanno portate in Europa e che le hanno fatte apprezzare, rendendole talora indispensabili nelle più accurate preparazioni culinarie.
Più importanti dell’oro, per cui sono stati versati fiumi di sangue, i frutti delle Americhe sono onnipresenti sulle nostre tavole e ne possiamo disporre facilmente: la tavole è davvero globale.
A 500 anni dalla morte di Cristoforo Colombo, la mostra “Colombo e la tavola globale” ci permette di riflettere su come le nostre abitudini alimentari siano cambiate nel tempo. Lo sviluppo tecnologico e dei mezzi di trasporto permette in poco tempo di accedere a qualsiasi tipo di informazione o prodotto. Il cibo non è più rito di fusione simbolica degli uomini in comunità. Spesso si mangia soli, un pasto frugale, rapido. Il binomio più diretto rimane quello tra cibo e corpo, in una dimensione strettamente individuale.
E il viaggio non è più la strada percorsa per arrivare ad una meta ma la meta stessa, non è più scoperta ma verifica, non è più lentezza ma velocità.
Partendo allora dal racconto di Cristoforo Colombo, dal ricordo del suo viaggio, della sua scoperta, l’allestimento conduce in un mondo meraviglioso, dove le piante alte quasi fino a toccare il cielo, sono la natura lussureggiante descritta nel Diario di Bordo. Sospese senza tempo su un tappeto di erba bianca, la loro dimensione da fiaba ci riporta al mondo dell’infanzia, della meraviglia.
Nella scatola di legno centrale è custodita un’installazione video, che raccoglie pensieri e domande tra le parole di Colombo, solo nell’imminenza della morte, e le immagini del nostro mondo in corsa contro il tempo.
Forse la bellezza, tesoro inestimabile per ogni uomo, è la risposta.
500 anni fa un uomo solo, tormentato dal dubbio che tutto fosse sbagliato nella sua impresa, visse gli ultimi mesi della sua esistenza, nel ricordo di una terra bellissima, di una natura meravigliosa, del profumo più dolce del mondo. Partì per le Indie in cerca di ori e nuovi mercati. Ma furono i frutti delle Americhe il dono più prezioso. All’inizio disprezzati. Vennero i giorni in cui salvarono gli uomini dalla fame e dalla malattia. Oggi sono sulle nostre tavole ogni giorno. E’ possibile disporne facilmente. La tavola è globale. Il rituale del consumo e della convivialità sono mutati.
L’installazione artistica creata da Chiara Benedetti e Sara Maltese, giovani architette che collaborano con Brunetto De Battè, Facoltà di Architettura dell’Università di Genova, invita ad una riflessione e ad un viaggio simbolico, suggerito dal volo di numerosi uccelli “origami”, verso il Nuovo Mondo, meta sconosciuta ed agognata da Colombo, attraverso la conoscenza delle principali piante agricole di interesse alimentare che dalle Americhe sono state importate in Europa.
Pomodoro, fagiolo, vite americana, patata, peperone, girasole, zucca e zucchini, mais, topinambur, avocado, patata dolce ed ananas sono le piante protagoniste di questa Mostra e per ciascuna specie vengono illustrati le caratteristiche botaniche, l’areale originario, le modalità di coltivazione, le prime descrizioni, l’introduzione e la diffusione in Europa e gli impatti economico, gastronomiche e sociale.
L’uso costante di queste piante ci ha fatto dimenticare la loro storia, poiché si dà per scontata la loro presenza nella nostra vita. E’ utile ed interessante, invece ripercorrere le varie tappe che le hanno portate in Europa e che le hanno fatte apprezzare, rendendole talora indispensabili nelle più accurate preparazioni culinarie.
Più importanti dell’oro, per cui sono stati versati fiumi di sangue, i frutti delle Americhe sono onnipresenti sulle nostre tavole e ne possiamo disporre facilmente: la tavole è davvero globale.
A 500 anni dalla morte di Cristoforo Colombo, la mostra “Colombo e la tavola globale” ci permette di riflettere su come le nostre abitudini alimentari siano cambiate nel tempo. Lo sviluppo tecnologico e dei mezzi di trasporto permette in poco tempo di accedere a qualsiasi tipo di informazione o prodotto. Il cibo non è più rito di fusione simbolica degli uomini in comunità. Spesso si mangia soli, un pasto frugale, rapido. Il binomio più diretto rimane quello tra cibo e corpo, in una dimensione strettamente individuale.
E il viaggio non è più la strada percorsa per arrivare ad una meta ma la meta stessa, non è più scoperta ma verifica, non è più lentezza ma velocità.
Partendo allora dal racconto di Cristoforo Colombo, dal ricordo del suo viaggio, della sua scoperta, l’allestimento conduce in un mondo meraviglioso, dove le piante alte quasi fino a toccare il cielo, sono la natura lussureggiante descritta nel Diario di Bordo. Sospese senza tempo su un tappeto di erba bianca, la loro dimensione da fiaba ci riporta al mondo dell’infanzia, della meraviglia.
Nella scatola di legno centrale è custodita un’installazione video, che raccoglie pensieri e domande tra le parole di Colombo, solo nell’imminenza della morte, e le immagini del nostro mondo in corsa contro il tempo.
Forse la bellezza, tesoro inestimabile per ogni uomo, è la risposta.
12
marzo 2007
Colombo e la tavola globale
Dal 12 marzo al 26 agosto 2007
Location
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE G. DORIA
Genova, Via Brigata Liguria, 9, (Genova)
Genova, Via Brigata Liguria, 9, (Genova)
Biglietti
intero euro 4,00; ridotto euro 2,80
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 9.00-19.00; sabato e domenica ore 10.00-19.00
Vernissage
12 Marzo 2007, ore 17.30