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Color Power
Mostra collettiva di Ceretti, Lonigo, Mandruzzato, Zo’
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Chie Art Gallery è lieta di annunciare Color Power, esposizione collettiva di Susanna Ceretti, Giovanna Lonigo, Rosida Mandruzzato e Elena Zo’. La mostra inaugura martedì 7 maggio, ed è visitabile fino al 18 dello stesso mese.
Le opere delle quattro artiste, molto diverse per tema e forma, sono parzialmente accostabili le une con le altre sulla base di un elemento in comune: la potenza del colore. Ogni tela o scatto fotografico irradia un abbondante spettro coloristico, che si imprime fortemente sull’identità del lavoro risolvendosi come qualità fondante di ciascuno.
Sono colori alterati, quelli di Susanna Ceretti. Le sue fotografie post-prodotte ricordano delle cartoline dall’aspetto vintage, con un chiaroscuro contrastato che ne affina ancor meglio il valore tonale. Puntando l’obiettivo su tutta una serie di dettagli a prima vista molto comuni, la Ceretti è in grado di trasformare qualsiasi soggetto attraverso una prospettiva e una tecnica del tutto peculiari. Statiche inquadrature di paesaggi desolati, privi di figure e personaggi, diventano in tal modo delle potenziali scenografie, dei palcoscenici in cui qualcosa sta per accadere. La contemplazione dell’elemento naturale si mantiene totale – fiumi, boschi, pesci – ma stavolta affiancata a scorci metropolitani, cui l’artista comincia a interessarsi.
Direttamente giocate su una profusione di colore, le composizioni di Giovanna Lonigo sono dei fotogrammi onirici che affondano dentro un eccesso decorativo, dai cui anfratti emergono personaggi dal richiamo dichiaratamente letterario: una coppia di conigli vestiti a festa e provvisti di grossi orologi, cappellai matti, un’alice dentro un paese delle meraviglie magistralmente rivisitato. Le figure sono perfettamente mimetizzate - quasi nascoste - entro il caos ornamentale che ricopre interamente la tela. La particolarità dei toni, impostati soprattutto sul blu e sul verde acido, permette di affiancare ogni opera della Lonigo all’altra; strutturandosi quindi come parte integrante di un filone, il suo lavoro va a comporsi in una vera e propria serie.
Le sintesi coloristiche di Rosida Mandruzzato sono sorrette esplicitamente dall’aspetto cromatico. Qui la forma stessa viene meno, liquefacendosi in una macchia in cui il colore è sfregato sulla superficie attraverso la spatola, bloccato secondo le coordinate preferite dall’artista. La Mandruzzato non sembra avere alcun interesse a raffigurare qualcosa di definito, o che vada oltre le sue passioni: la sua è un’opera totalmente astratta. I dipinti fungono perciò da frammenti, schegge di colore in cui ritrovare certezze oppure perderle, attivando tutta una serie di possibilità di lettura che ruotano sensibilmente intorno al ricordo, agli stati d’animo e all’emotività.
Scorci paesaggistici in cui edifici costruiti in chiave cubista si alternano a vedute naturali, nature morte composte da un singolo fiore isolato su un fondo bianco, dettagli di luoghi marini che invitano il pubblico a interrogarsi sulla loro provenienza: un’opera molto varia, quella di Elena Zo’. L’artista rifiuta uno specifico indirizzo, per focalizzarsi su una ricchezza di spunti che le permettono di partorire dei dipinti da cui emerge un’attenzione sulle piccole cose della vita, mediata da un’accesa tavolozza. Rappresentazioni che sembrano essere una raccolta di episodi vissuti dalla Zo’ stessa, che rimuove ogni accenno spazio-temporale impregnando la tela di colori accesi, pastosi, in cui è facile riconoscere ogni singola pennellata.
Le opere delle quattro artiste, molto diverse per tema e forma, sono parzialmente accostabili le une con le altre sulla base di un elemento in comune: la potenza del colore. Ogni tela o scatto fotografico irradia un abbondante spettro coloristico, che si imprime fortemente sull’identità del lavoro risolvendosi come qualità fondante di ciascuno.
Sono colori alterati, quelli di Susanna Ceretti. Le sue fotografie post-prodotte ricordano delle cartoline dall’aspetto vintage, con un chiaroscuro contrastato che ne affina ancor meglio il valore tonale. Puntando l’obiettivo su tutta una serie di dettagli a prima vista molto comuni, la Ceretti è in grado di trasformare qualsiasi soggetto attraverso una prospettiva e una tecnica del tutto peculiari. Statiche inquadrature di paesaggi desolati, privi di figure e personaggi, diventano in tal modo delle potenziali scenografie, dei palcoscenici in cui qualcosa sta per accadere. La contemplazione dell’elemento naturale si mantiene totale – fiumi, boschi, pesci – ma stavolta affiancata a scorci metropolitani, cui l’artista comincia a interessarsi.
Direttamente giocate su una profusione di colore, le composizioni di Giovanna Lonigo sono dei fotogrammi onirici che affondano dentro un eccesso decorativo, dai cui anfratti emergono personaggi dal richiamo dichiaratamente letterario: una coppia di conigli vestiti a festa e provvisti di grossi orologi, cappellai matti, un’alice dentro un paese delle meraviglie magistralmente rivisitato. Le figure sono perfettamente mimetizzate - quasi nascoste - entro il caos ornamentale che ricopre interamente la tela. La particolarità dei toni, impostati soprattutto sul blu e sul verde acido, permette di affiancare ogni opera della Lonigo all’altra; strutturandosi quindi come parte integrante di un filone, il suo lavoro va a comporsi in una vera e propria serie.
Le sintesi coloristiche di Rosida Mandruzzato sono sorrette esplicitamente dall’aspetto cromatico. Qui la forma stessa viene meno, liquefacendosi in una macchia in cui il colore è sfregato sulla superficie attraverso la spatola, bloccato secondo le coordinate preferite dall’artista. La Mandruzzato non sembra avere alcun interesse a raffigurare qualcosa di definito, o che vada oltre le sue passioni: la sua è un’opera totalmente astratta. I dipinti fungono perciò da frammenti, schegge di colore in cui ritrovare certezze oppure perderle, attivando tutta una serie di possibilità di lettura che ruotano sensibilmente intorno al ricordo, agli stati d’animo e all’emotività.
Scorci paesaggistici in cui edifici costruiti in chiave cubista si alternano a vedute naturali, nature morte composte da un singolo fiore isolato su un fondo bianco, dettagli di luoghi marini che invitano il pubblico a interrogarsi sulla loro provenienza: un’opera molto varia, quella di Elena Zo’. L’artista rifiuta uno specifico indirizzo, per focalizzarsi su una ricchezza di spunti che le permettono di partorire dei dipinti da cui emerge un’attenzione sulle piccole cose della vita, mediata da un’accesa tavolozza. Rappresentazioni che sembrano essere una raccolta di episodi vissuti dalla Zo’ stessa, che rimuove ogni accenno spazio-temporale impregnando la tela di colori accesi, pastosi, in cui è facile riconoscere ogni singola pennellata.
07
maggio 2013
Color Power
Dal 07 al 18 maggio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
CHIE ART GALLERY
Milano, Viale Premuda, 27, (Milano)
Milano, Viale Premuda, 27, (Milano)
Orario di apertura
lun. 14.30-19
mar.-sab. 10-19
Vernissage
7 Maggio 2013, h 18.30
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