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Colore, luce, il bianco
La mostra presenta trenta dipinti degli artisti Cristoforo De Amicis, Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni, Adriano di Spilimbergo, fra i maggior esponenti di quella corrente artistica lombarda, ma di portata nazionale, definita “chiarismo”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 5 novembre 2005 alle 18, alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano) si inaugura la mostra:
“Colore, luce, il bianco”. La mostra presenta trenta dipinti degli artisti Cristoforo De Amicis, Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni, Adriano di Spilimbergo, fra i maggior esponenti di quella corrente artistica lombarda, ma di portata nazionale, definita “chiarismo”.
La mostra è corredata da catalogo con presentazione di Stefano Crespi.
Scrive Stefano Crespi:
Sulla pittura dei chiaristi c’è, come si può immaginare, una varia bibliografia di contributi, testimonianze, presentazioni. La presente occasione di questa mostra appare significativa proprio nelle caratteristiche espressive dell’oggi, dove, nell’espansione vertiginosa dei linguaggi, c’è un desiderio di ritrovare la pittura, di non smarrire gli archetipi dell’umano, di poter ancora aderire, con consapevolezza, alla coscienza interiore che vive, si rinnova negli specchi della pittura.
Certo rimane difficile entrare in questa riflessione con suggestioni inedite. Per un’adesione partecipe, perfino emotiva, ho cercato di riattraversare, sia pure per punti sintomatici, la vicenda di questi pittori: i cataloghi rari, impreziositi dal tempo, testi (a volte insospettati) di critici, ma anche di poeti, di scrittori. Perfino il richiamo di fotografie: fermano di questi pittori un gesto umano vissuto per sempre, uno sguardo, uno stupore perduto nel quotidiano.
Ma in avvio non saprei rinunciare qui a una bellissima intuizione poetica che mi viene improvvisamente incontro dalle pagine di un catalogo. Un’intermittenza che sembra penetrare nel cuore della pittura chiarista. Elena Pontiggia ha offerto, in questo arco recente di anni, un’attenzione lucidamente meditata a tematiche, movimenti del secolo scorso. In un saggio L’aurora lombarda. Il chiarismo negli anni Trenta pone come richiamo epigrafico alcuni versi di Eugenio Montale dagli Ossi di seppia. Una citazione stupenda che vorrei trascrivere tanto sa suggerire, fuori da categorie, quel punto di segretezza della poetica chiarista: <>.
Montale, grande poeta del Novecento, ha espresso la coscienza della fine, lo splendore (musicale) del tramonto. In questi versi di Montale, nella misteriosa correlazione di poesia e pittura, ritroviamo, con tocchi disarmanti, le note più sfuggenti dei chiaristi: la “chiarità”, il “fluire di tinte” (il colore), la musica, la caducità. (...)
“Colore, luce, il bianco”. La mostra presenta trenta dipinti degli artisti Cristoforo De Amicis, Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni, Adriano di Spilimbergo, fra i maggior esponenti di quella corrente artistica lombarda, ma di portata nazionale, definita “chiarismo”.
La mostra è corredata da catalogo con presentazione di Stefano Crespi.
Scrive Stefano Crespi:
Sulla pittura dei chiaristi c’è, come si può immaginare, una varia bibliografia di contributi, testimonianze, presentazioni. La presente occasione di questa mostra appare significativa proprio nelle caratteristiche espressive dell’oggi, dove, nell’espansione vertiginosa dei linguaggi, c’è un desiderio di ritrovare la pittura, di non smarrire gli archetipi dell’umano, di poter ancora aderire, con consapevolezza, alla coscienza interiore che vive, si rinnova negli specchi della pittura.
Certo rimane difficile entrare in questa riflessione con suggestioni inedite. Per un’adesione partecipe, perfino emotiva, ho cercato di riattraversare, sia pure per punti sintomatici, la vicenda di questi pittori: i cataloghi rari, impreziositi dal tempo, testi (a volte insospettati) di critici, ma anche di poeti, di scrittori. Perfino il richiamo di fotografie: fermano di questi pittori un gesto umano vissuto per sempre, uno sguardo, uno stupore perduto nel quotidiano.
Ma in avvio non saprei rinunciare qui a una bellissima intuizione poetica che mi viene improvvisamente incontro dalle pagine di un catalogo. Un’intermittenza che sembra penetrare nel cuore della pittura chiarista. Elena Pontiggia ha offerto, in questo arco recente di anni, un’attenzione lucidamente meditata a tematiche, movimenti del secolo scorso. In un saggio L’aurora lombarda. Il chiarismo negli anni Trenta pone come richiamo epigrafico alcuni versi di Eugenio Montale dagli Ossi di seppia. Una citazione stupenda che vorrei trascrivere tanto sa suggerire, fuori da categorie, quel punto di segretezza della poetica chiarista: <
Montale, grande poeta del Novecento, ha espresso la coscienza della fine, lo splendore (musicale) del tramonto. In questi versi di Montale, nella misteriosa correlazione di poesia e pittura, ritroviamo, con tocchi disarmanti, le note più sfuggenti dei chiaristi: la “chiarità”, il “fluire di tinte” (il colore), la musica, la caducità. (...)
05
novembre 2005
Colore, luce, il bianco
Dal 05 novembre 2005 all'otto gennaio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA PONTE ROSSO
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19. Nel mese di dicembre aperto anche domenica e festivi
Vernissage
5 Novembre 2005, ore 18
Autore