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Come in Cielo così in Terra
Prima esperienza espositiva nell’ambito del progetto: Carapace luogo del talento, percorsi espositivi nel tempio rotondo del Dio Bacco, una rassegna voluta dalla famiglia Lunelli; ideata dai curatori Andrea Baffoni e Francesca Duranti, che vedrà esposte periodicamente opere scultoree e installative all’interno del Carapace
Comunicato stampa
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CARAPACE LUOGO DEL TALENTO
Primo percorso scultoreo nel “tempio rotondo del Dio Bacco”
MOSTRA:
“COME IN CIELO COSÌ IN TERRA”
a cura di
Andrea Baffoni, Francesca Duranti
La scelta maturata dalla famiglia Lunelli di commissionare allo scultore Arnaldo Pomodoro la
realizzazione della propria cantina vinicola, situata a Castelbuono di Bevagna, ha avuto come primo
risultato quello di arricchire il paesaggio e il territorio collinare umbro con un’opera d’arte fruibile
di rara suggestione, atta non solo a produrre vino, ma anche a stimolare il sentimento artistico
diffuso in tutta la regione.
Il rapporto tra opera e territorio è qui particolarmente intenso visto che lo stesso Pomodoro nel
progettare questa architettura-scultura ha scelto la forma del carapace, tanto per motivi linguistici,
riconducibili alle sue ben note “sfere”, quanto soprattutto simbolici: il carapace rimanda al guscio
della tartaruga che nelle filosofie orientali rappresenta l’universo essendo la sua corazza una sorta
di cupola identificata con la volta celeste, mentre in basso è piatta come la terra su cui camminiamo.
Stare all’interno del carapace significa mettersi in diretta relazione con l’Universo vivendo appieno
il rapporto tra “sopra” e “sotto”, cioè tra Macro e Microcosmo, facendo propria la concezione
ermetica del “ciò che è in basso è come ciò che è in alto”, declinata dalla nostra cultura cattolica
nella frase del Padre Nostro “Come in Cielo così in Terra”.
Il Carapace della Cantina Lunelli è dunque un luogo di enorme stimolo per gli artisti che vi entrano,
poiché concepito e destinato a fare da raccordo tra le due dimensioni entro cui l’uomo si muove nel
proprio cammino terreno: materiale e spirituale. Pertanto è nata l’idea di intraprendere un “dialogo”
con artisti umbri messi in relazione con quest’opera, prospettando un’esposizione di sculture ed
installazioni che sappiano evidenziare questa magica atmosfera.
La mostra si incentra su questo principio del “dentro e furori”, che rappresenta il connubio tra
anima ed espressione, interessando sia lo spazio interno della struttura (barricaia compresa),
sia quello esterno che si apre sullo splendido paesaggio collinare umbro. La tartaruga per la
sua lentezza e staticità simboleggia infatti anche il “tempo” della natura e anche in questo caso
Pomodoro ha voluto alludere al rapporto con il territorio, rispettando la sinuosità mesta e dolce
delle colline senza troppo turbarne l’equilibrio.
All’interno si tenderà a prediligere artisti che operano con materiali più delicati come vetro,
ceramica, luci e quant’altro; all’esterno saranno esposti artisti legati a materiali più resistenti.
Si cercherà tuttavia attraverso il confronto con i curatori di costruire un dialogo quanto più efficace
per poter esprimere questi contenuti scegliendo opere adeguate sia nella loro stessa conformazione,
materica e formale, sia nella loro collocazione all’interno o all’esterno della struttura.
Attualmente i curatori hanno già operato una scelta basata sulla loro stessa conoscenza ed
esperienza, decidendo di orientarsi verso artisti capaci di lavorare in ambito scultoreo e installativo,
con linguaggi che possano esaltare la dimensione concettuale precedentemente descritta.
La mostra prevede la presenza di tre maestri affermati: Bruno Ceccobelli, Carlo Dell’Amico,
Giuliano Giuman;
e nove artisti di nuova generazione: Michele Ciribifera, Mario Consiglio, Massimo Diosono, Luca
Leandri, Marco Mariucci, Laura Patacchia, Silvia Ranchicchio, Nicola Renzi, Marino Ficola.
Con essi verrà stabilita la scelta delle opere e la conseguente collocazione interna o esterna al
Carapace fermo restante che tale scelta dovrà rispettare il più possibile la visione dei curatori senza
provocare conflitti ideologici e quindi organizzativi di alcun genere. Ogni artista è quindi chiamato
a rispondere sinceramente sulla volontà di partecipazione alla mostra mettendo a disposizione la
propria capacità, competenza e professionalità, lavorando per la migliore riuscita possibile della
mostra, senza alcun intento di prevaricazione.
La partecipazione è gratuita, ma avendo difficoltà di budget agli artisti si chiede di firmare
una liberatoria per l’esposizione delle opere, poiché è possibile che non si potrà provvedere ad
assicurare le stesse. Va tuttavia specificato che trattandosi di un’opera d’arte lo stesso Carapace
l’intera area è sorvegliata e la struttura protetta da un rigido sistema di controllo.
Qualora l’artista non fosse d’accordo potrà comunque, senza alcun problema, esprimere ai curatori
le proprie necessità per cercare una possibile soluzione ai problemi.
La Cantina Lunelli produrrà un piccolo catalogo dove saranno ospitate le riproduzioni delle opere in
mostra (non sarà purtroppo possibile invece pubblicare foto delle opere già installate come in altri
casi si tende a fare per problemi organizzativi), che verrà tirato in circa 2000 copie e distribuito non
solo durante il periodo espositivo, ma anche successivamente, volendo questa mostra inaugurare
un progetto più ampio di relazione artistica con il territorio umbro, possibilmente estendibile anche
fuori regione e pertanto in futuro aperto a ricevere anche artisti non umbri. Ciò anche in relazione
alla presenza nello stesso territorio del Parco Sculture Castebuono, opportunità questa per ampliare
lo spazio ricettivo e trasformare questa fetta d’Umbria in un luogo di cultura fruibile tutto l’anno e
ampiamente rappresentativo della regione.
I curatori
Andrea Baffoni, Francesca Duranti
Primo percorso scultoreo nel “tempio rotondo del Dio Bacco”
MOSTRA:
“COME IN CIELO COSÌ IN TERRA”
a cura di
Andrea Baffoni, Francesca Duranti
La scelta maturata dalla famiglia Lunelli di commissionare allo scultore Arnaldo Pomodoro la
realizzazione della propria cantina vinicola, situata a Castelbuono di Bevagna, ha avuto come primo
risultato quello di arricchire il paesaggio e il territorio collinare umbro con un’opera d’arte fruibile
di rara suggestione, atta non solo a produrre vino, ma anche a stimolare il sentimento artistico
diffuso in tutta la regione.
Il rapporto tra opera e territorio è qui particolarmente intenso visto che lo stesso Pomodoro nel
progettare questa architettura-scultura ha scelto la forma del carapace, tanto per motivi linguistici,
riconducibili alle sue ben note “sfere”, quanto soprattutto simbolici: il carapace rimanda al guscio
della tartaruga che nelle filosofie orientali rappresenta l’universo essendo la sua corazza una sorta
di cupola identificata con la volta celeste, mentre in basso è piatta come la terra su cui camminiamo.
Stare all’interno del carapace significa mettersi in diretta relazione con l’Universo vivendo appieno
il rapporto tra “sopra” e “sotto”, cioè tra Macro e Microcosmo, facendo propria la concezione
ermetica del “ciò che è in basso è come ciò che è in alto”, declinata dalla nostra cultura cattolica
nella frase del Padre Nostro “Come in Cielo così in Terra”.
Il Carapace della Cantina Lunelli è dunque un luogo di enorme stimolo per gli artisti che vi entrano,
poiché concepito e destinato a fare da raccordo tra le due dimensioni entro cui l’uomo si muove nel
proprio cammino terreno: materiale e spirituale. Pertanto è nata l’idea di intraprendere un “dialogo”
con artisti umbri messi in relazione con quest’opera, prospettando un’esposizione di sculture ed
installazioni che sappiano evidenziare questa magica atmosfera.
La mostra si incentra su questo principio del “dentro e furori”, che rappresenta il connubio tra
anima ed espressione, interessando sia lo spazio interno della struttura (barricaia compresa),
sia quello esterno che si apre sullo splendido paesaggio collinare umbro. La tartaruga per la
sua lentezza e staticità simboleggia infatti anche il “tempo” della natura e anche in questo caso
Pomodoro ha voluto alludere al rapporto con il territorio, rispettando la sinuosità mesta e dolce
delle colline senza troppo turbarne l’equilibrio.
All’interno si tenderà a prediligere artisti che operano con materiali più delicati come vetro,
ceramica, luci e quant’altro; all’esterno saranno esposti artisti legati a materiali più resistenti.
Si cercherà tuttavia attraverso il confronto con i curatori di costruire un dialogo quanto più efficace
per poter esprimere questi contenuti scegliendo opere adeguate sia nella loro stessa conformazione,
materica e formale, sia nella loro collocazione all’interno o all’esterno della struttura.
Attualmente i curatori hanno già operato una scelta basata sulla loro stessa conoscenza ed
esperienza, decidendo di orientarsi verso artisti capaci di lavorare in ambito scultoreo e installativo,
con linguaggi che possano esaltare la dimensione concettuale precedentemente descritta.
La mostra prevede la presenza di tre maestri affermati: Bruno Ceccobelli, Carlo Dell’Amico,
Giuliano Giuman;
e nove artisti di nuova generazione: Michele Ciribifera, Mario Consiglio, Massimo Diosono, Luca
Leandri, Marco Mariucci, Laura Patacchia, Silvia Ranchicchio, Nicola Renzi, Marino Ficola.
Con essi verrà stabilita la scelta delle opere e la conseguente collocazione interna o esterna al
Carapace fermo restante che tale scelta dovrà rispettare il più possibile la visione dei curatori senza
provocare conflitti ideologici e quindi organizzativi di alcun genere. Ogni artista è quindi chiamato
a rispondere sinceramente sulla volontà di partecipazione alla mostra mettendo a disposizione la
propria capacità, competenza e professionalità, lavorando per la migliore riuscita possibile della
mostra, senza alcun intento di prevaricazione.
La partecipazione è gratuita, ma avendo difficoltà di budget agli artisti si chiede di firmare
una liberatoria per l’esposizione delle opere, poiché è possibile che non si potrà provvedere ad
assicurare le stesse. Va tuttavia specificato che trattandosi di un’opera d’arte lo stesso Carapace
l’intera area è sorvegliata e la struttura protetta da un rigido sistema di controllo.
Qualora l’artista non fosse d’accordo potrà comunque, senza alcun problema, esprimere ai curatori
le proprie necessità per cercare una possibile soluzione ai problemi.
La Cantina Lunelli produrrà un piccolo catalogo dove saranno ospitate le riproduzioni delle opere in
mostra (non sarà purtroppo possibile invece pubblicare foto delle opere già installate come in altri
casi si tende a fare per problemi organizzativi), che verrà tirato in circa 2000 copie e distribuito non
solo durante il periodo espositivo, ma anche successivamente, volendo questa mostra inaugurare
un progetto più ampio di relazione artistica con il territorio umbro, possibilmente estendibile anche
fuori regione e pertanto in futuro aperto a ricevere anche artisti non umbri. Ciò anche in relazione
alla presenza nello stesso territorio del Parco Sculture Castebuono, opportunità questa per ampliare
lo spazio ricettivo e trasformare questa fetta d’Umbria in un luogo di cultura fruibile tutto l’anno e
ampiamente rappresentativo della regione.
I curatori
Andrea Baffoni, Francesca Duranti
05
maggio 2013
Come in Cielo così in Terra
Dal 05 maggio al primo settembre 2013
arte contemporanea
Location
TENUTA CASTELBUONO
Bevagna, Vocabolo Castellaccio, 9, (Perugia)
Bevagna, Vocabolo Castellaccio, 9, (Perugia)
Orario di apertura
su prenotazione dal martedì al venerdì 10:00 – 13:00 e 15:30 – 18:30, sabato e domenica 10:00 – 13:00 e 14:30 – 19:30
Vernissage
5 Maggio 2013, ore 16.30
Autore
Curatore