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Comes from…
Nuove acquisizioni dal mondo per la Collezione Civica di Fiber Art “Trame d’autore”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nell’ambito del ciclo di mostre dedicate alla lettura, alla valorizzazione e arricchimento della
Collezione Civica di Fiber Art “Trame d’Autore”, l’Assessorato alla Cultura della Città di
Chieri promuove tre mostre di carattere internazionale presentate nei suoi spazi di
archeologia industriale.
Le esposizioni, curate da Silvana Nota con l’allestimento degli architetti Fiorenzo e Massimo
Tiberio, propongono altrettanti percorsi attraverso cui osservare le più suggestive e
affascinanti espressioni della Fiber Art contemporanea: dalle sculture tessili all’art wear,
dal libro d’artista all’installazione, dalle architetture corporee agli abiti scultura.
COMES FROM… POLO CULTURALE – SALA ESPOSIZIONI
presenta le nuove acquisizioni frutto di donazioni di Fiber Artist partecipanti alle precedenti
Biennali Internazionali di Fiber Art e della collaborazione con il Premio Valcellina.
Comprende una selezione di artisti provenienti da differenti percorsi di alto profilo
qualitativo.
In questo spazio di archeologia industriale sono riunite opere che arrivano dal Giappone,
dalla Turchia, dalla Francia e da altri Paesi del mondo recentemente entrati a far parte della
raccolta, al cui interno sono rappresentati tutti i Continenti. La Collezione è stata ideata e
fondata dall’artista Martha Nieuwenhuijs che ha costantemente collaborato per la
selezione degli autori.
Gli artisti:
Sedef Acar (Turchia - Turkey)
Antonietta Airoldi (Svizzera - Switzerland)
Tegi Canfari (Italia - Italy)
Adriana Cappelli (Italia - Italy)
Maria Vittoria Castaldello (Italia- Italy)
Anna Clari (Italia - Italy)
Filli Cusenza (Italia – Italy)
Lucia Gatti (Italia – Italy)
Laura Giovannardi (Italia – Italy)
Ainsley Hillard (Gran Bretagna – Great Britain)
Leena Illukka (Finlandia – Finland)
Margit Kupsch (Germania – Germany)
Agneta B. Lind (Svezia - Sweden)
Giorgia Manfredini May (Italia – Italy)
Jurate Petrusckeviciene (Lituania – Lithuania)
Martine Plait Lemaire (Francia – France)
Alessandra Ruo (Italia – Italy)
Valeria Scuteri (Italia – Italy)
Marika Szaraz (Ungheria – Hungary)
Tiziana Tateo (Italia – Italy)
Justin Randolph Thompson (USA)
Amayokasim Yamamoto (Giappone – Japan)
Naoko Yoshimoto (Giappone - Japan)
Roberto Zanello (Italia – Italy)
FILTRI DI LUCE
POLO CULTURALE – BIBLIOTECA CIVICA “N. FRANCONE”
negli spazi della Biblioteca Civica Francone (Palazzina Uffici dell’ex Cotonificio Tabasso),
offre una visione tematica sulle trasparenze e i suoi pieni e vuoti di un corpus tratto da
“Trame d’Autore”. La scelta è stata operata in relazione e in concomitanza con la mostra
dedicata ai merletti antichi di Palazzo Madama, che ospita tra l’altro anche tre fiber artists,
di cui due presenti anche nella collezione Trame d’autore: Wanda Casaril e Gina Morandini.
A quest’ultima protagonista, Chieri dedica la personale all’Imbiancheria del Vajro.
Gli artisti:
Fiorenzo Tiberio con alcuni pannelli dell’installazione “Il filo delle idee”
Antonietta Airoldi
Brigitte Amarger
Simonetta Battoia
Heidi Bedenknecht De Felice
Karin Binder
Leonilde Campora
Teodolina Caorlin
Giustino Caposciutti
Wanda Casaril
Mario Costantini
Katharina Della Chiesa
Marie-Noëlle Fontan
Akiko Kotani
Chantal Küng
Martha Nieuwenhuijs
Erny Piret-Heuretz
Rosmarie Reber
Gulla Ronnow Larsen
GINA MORANDINI
L’arte dell’imperfezione. Segni, simboli, trame.
IMBIANCHERIA DEL VAJRO
è l’omaggio ad un’artista italiana di levatura internazionale, che ha dato lustro e
contribuito alla diffusione e allo sviluppo della Fiber in Italia in anni in cui nel
nostro Paese era quasi totalmente sconosciuta.
Artista, organizzatrice di eventi come il Premio Valcellina, nonché autrice di saggi e
libri, propone un raffinato e colto percorso attraverso grandi installazioni relazionate
allo spazio architettonico. Accanto ad abiti-scultura, sono esposti libri d’artista ed un
ciclo di opere ispirate dedicato al corpo dove ne indaga l’essenza, utilizzando anche
immagini tratte da vetrini su cui interviene per raccontare la meraviglia del corpo
umano sotto la superficie della pelle.
IMBIANCHERIA DEL VAJRO
In un avvallamento scavato dei rami del rio Tepice, in mezzo ai prati, venne costruito il
primo edificio della città destinato fin alle lavorazioni tessili: l’Imbiancheria del Vajro.
L’edificio cinquecentesco era poco più che una semplice cascina lineare, circondata da ampi
spazi utilizzati per stendere i panni ad asciugare al sole, dopo i bagni in acqua e cenere
necessari per la sbiancatura. Le trasformazioni successive mantennero il carattere di piccolo
edificio rurale, nonostante piccoli ampliamenti. Nel 1924 cambiò volto, sia per le nuove
lavorazioni, sia per la chiara volontà di conferire un aspetto di maggior rappresentanza. A
fianco delle grandi sale venne eretta una ciminiera, che completò il passaggio da
un’immagine rurale a quella di piccola industria, in un momento di forte sviluppo
dell’industria tessile, che ha punteggiato di ciminiere lo skyline della città, affiancandole a
torri e campanili medievali. L’immagine odierna è rimasta quella d’inizio secolo, ma nel
frattempo la città è avanzata, fino a lambire l’Imbiancheria con massicci blocchi residenziali,
che hanno modificato il rapporto dell’edificio con il rio e la campagna. Il progetto di
recupero, elaborato dal Politecnico di Torino, ha ricevuto un contributo dell’Unione Europea
per la sistemazione di siti industriali degradati, che ha permesso l’apertura, nel 1996, del
cantiere, conclusosi nel 1999. Il progetto nasce intorno ad un doppio percorso, che attraversa
le sale in infilata inanellandole una dopo l’altra a piano terreno, per proseguire con un
sistema di scala-passerella-balconata-soppalco che si snoda tra le grandi sale al livello
superiore, per permettere una visione dall’alto dei pezzi esposti, fino a ricollegarsi alla testata
più antica, con il suo sistema di piccole sale.
TRAME PER UN MUSEO - Mostra permanente del tessile per il futuro museo del
territorio, costituisce una prosecuzione, con macchine di fine Ottocento e prima metà del
Novecento, del MUSEO DEL TESSILE.
Il MUSEO DEL TESSILE allestito fin dal 1996 dalla Fondazione Chierese per il
Tessile nell’ex Convento di Santa Chiara, già opificio Levi nell’Ottocento. Il Museo
rappresenta il primo nucleo della raccolta di oggetti dell’attività tessile chierese: strumenti
utilizzati per un’attività prevalentemente manuale e strettamente collegata al lavoro agricolo,
come gli attrezzi usati per la coltivazione del gualdo, per la tintura in azzurro delle pezze,
per la bachicoltura, per la filatura e tessitura di cotone, lino e seta e per l’imbiancatura del
tessuto di cotone.
All’interno dell’attività sviluppata dal Museo del Tessile è nata l’ ”ASSOCIAZIONE AMICI
DEL RICAMO BANDERA”, istituita nel 1999 sotto l'egida della Fondazione Chierese per il
Tessile, allo scopo di salvaguardare la tradizione artigiana tipicamente piemontese del
ricamo Bandera, che risale alla fine del 1600, diffondendone e tutelandone la peculiarità del
disegno, del ricamo e del tessuto ottenendo nel 2000 il marchio registrato.
Possiede una collezione sia di manufatti antichi sia di disegni che prendono spunto dai
numerosi esempi che le residenze sabaude offrono e che vengono realizzati nei corsi di
ricamo che l'Associazione organizza. Collabora con siti internet e riviste.
Dal 2003 il contributo della Regione Piemonte consente di partecipare alle esposizioni di
settore in tutta Italia e di realizzare un DVD con il corso di ricamo e il libro per il decennale:
”IL RICAMO BANDERA-L'arte della pittura ad ago”.
POLO CULTURALE –
BIBLIOTECA CIVICA “Nicolò e Paola FRANCONE”
Nell’area dell’ex-cotonificio Felice Tabasso, in via Vittorio Emanuele II, acquistato
dall’Amministrazione Comunale, è inserito un centro di servizi culturali, il primo nucleo del
quale è nato nel 2004 con il trasferimento, la riorganizzazione e lo sviluppo della Biblioteca
Civica “Nicolò e Paola Francone” (2.900 mq) e dell’Archivio Storico (500 mq). La
ristrutturazione dell’edificio, curata dall’arch. Gianfranco Franchini, esperto in biblioteche,
che collaborò nel 1976 con R. Piano e R. Rogers per la progettazione del “Centre Pompidou”
di Parigi, ha rinnovato tutti gli arredi con criteri di funzionalità, considerando di primaria
importanza caratterizzare l’allestimento interno con manufatti integrati con lo stile Anni
Cinquanta tipico dell’ex-cotonificio Tabasso. Alcuni spazi all’interno dell’edificio, in
relazione alle caratteristiche architettoniche e in armonia con le funzioni tipiche della
Biblioteca, sono stati pensati per ospitare mostre temporanee di arti visive e altri eventi
culturali.
POLO CULTURALE – SALA ESPOSIZIONI
Nel Polo Culturale, collocato all’interno dell’ex “Cotonificio Felice Tabasso”, il locale oggi
destinato ad ospitare eventi espositivi al primo piano dell’edificio principale , fu costruito
per una funzione fondamentale del ciclo produttivo, che era il “controllo pezze”, operazione
conclusiva legata alla qualità dei prodotti tessili prima della loro immissione sul mercato.
La necessità di ampi spazi e di luce naturale ha determinato la realizzazione architettonica di
una sala rettangolare con una superficie di circa 280 m.q. con copertura vetrata a “denti di
sega” (shed) ed ampie finestrature sulle due pareti longitudinali. Si è venuto così a creare un
ambiente dotato di una forte tipizzazione e non privo di interessante originalità nell’ambito
architettonico industriale. Questo ambiente è stato conservato nella sua dimensione
primigenia, mantenendo addirittura la pavimentazione originale, testimonianza storica di
materiali costruttivi risalenti alla prima metà del secolo scorso, così come si può verificare
nella fotografia che fa parte di un opuscolo promozionale edito nei primi anni Sessanta del
Novecento dallo stesso cotonificio Tabasso. Nella “sala controllo pezze” i tessuti venivano
stesi su particolari apparecchiature chiamate “tribunali” simili a griglie verticali fornite di
retroilluminazione su cui venivano fatte scorrere le pezze di tessuto da controllare e
giudicare qualitativamente.
Collezione Civica di Fiber Art “Trame d’Autore”, l’Assessorato alla Cultura della Città di
Chieri promuove tre mostre di carattere internazionale presentate nei suoi spazi di
archeologia industriale.
Le esposizioni, curate da Silvana Nota con l’allestimento degli architetti Fiorenzo e Massimo
Tiberio, propongono altrettanti percorsi attraverso cui osservare le più suggestive e
affascinanti espressioni della Fiber Art contemporanea: dalle sculture tessili all’art wear,
dal libro d’artista all’installazione, dalle architetture corporee agli abiti scultura.
COMES FROM… POLO CULTURALE – SALA ESPOSIZIONI
presenta le nuove acquisizioni frutto di donazioni di Fiber Artist partecipanti alle precedenti
Biennali Internazionali di Fiber Art e della collaborazione con il Premio Valcellina.
Comprende una selezione di artisti provenienti da differenti percorsi di alto profilo
qualitativo.
In questo spazio di archeologia industriale sono riunite opere che arrivano dal Giappone,
dalla Turchia, dalla Francia e da altri Paesi del mondo recentemente entrati a far parte della
raccolta, al cui interno sono rappresentati tutti i Continenti. La Collezione è stata ideata e
fondata dall’artista Martha Nieuwenhuijs che ha costantemente collaborato per la
selezione degli autori.
Gli artisti:
Sedef Acar (Turchia - Turkey)
Antonietta Airoldi (Svizzera - Switzerland)
Tegi Canfari (Italia - Italy)
Adriana Cappelli (Italia - Italy)
Maria Vittoria Castaldello (Italia- Italy)
Anna Clari (Italia - Italy)
Filli Cusenza (Italia – Italy)
Lucia Gatti (Italia – Italy)
Laura Giovannardi (Italia – Italy)
Ainsley Hillard (Gran Bretagna – Great Britain)
Leena Illukka (Finlandia – Finland)
Margit Kupsch (Germania – Germany)
Agneta B. Lind (Svezia - Sweden)
Giorgia Manfredini May (Italia – Italy)
Jurate Petrusckeviciene (Lituania – Lithuania)
Martine Plait Lemaire (Francia – France)
Alessandra Ruo (Italia – Italy)
Valeria Scuteri (Italia – Italy)
Marika Szaraz (Ungheria – Hungary)
Tiziana Tateo (Italia – Italy)
Justin Randolph Thompson (USA)
Amayokasim Yamamoto (Giappone – Japan)
Naoko Yoshimoto (Giappone - Japan)
Roberto Zanello (Italia – Italy)
FILTRI DI LUCE
POLO CULTURALE – BIBLIOTECA CIVICA “N. FRANCONE”
negli spazi della Biblioteca Civica Francone (Palazzina Uffici dell’ex Cotonificio Tabasso),
offre una visione tematica sulle trasparenze e i suoi pieni e vuoti di un corpus tratto da
“Trame d’Autore”. La scelta è stata operata in relazione e in concomitanza con la mostra
dedicata ai merletti antichi di Palazzo Madama, che ospita tra l’altro anche tre fiber artists,
di cui due presenti anche nella collezione Trame d’autore: Wanda Casaril e Gina Morandini.
A quest’ultima protagonista, Chieri dedica la personale all’Imbiancheria del Vajro.
Gli artisti:
Fiorenzo Tiberio con alcuni pannelli dell’installazione “Il filo delle idee”
Antonietta Airoldi
Brigitte Amarger
Simonetta Battoia
Heidi Bedenknecht De Felice
Karin Binder
Leonilde Campora
Teodolina Caorlin
Giustino Caposciutti
Wanda Casaril
Mario Costantini
Katharina Della Chiesa
Marie-Noëlle Fontan
Akiko Kotani
Chantal Küng
Martha Nieuwenhuijs
Erny Piret-Heuretz
Rosmarie Reber
Gulla Ronnow Larsen
GINA MORANDINI
L’arte dell’imperfezione. Segni, simboli, trame.
IMBIANCHERIA DEL VAJRO
è l’omaggio ad un’artista italiana di levatura internazionale, che ha dato lustro e
contribuito alla diffusione e allo sviluppo della Fiber in Italia in anni in cui nel
nostro Paese era quasi totalmente sconosciuta.
Artista, organizzatrice di eventi come il Premio Valcellina, nonché autrice di saggi e
libri, propone un raffinato e colto percorso attraverso grandi installazioni relazionate
allo spazio architettonico. Accanto ad abiti-scultura, sono esposti libri d’artista ed un
ciclo di opere ispirate dedicato al corpo dove ne indaga l’essenza, utilizzando anche
immagini tratte da vetrini su cui interviene per raccontare la meraviglia del corpo
umano sotto la superficie della pelle.
IMBIANCHERIA DEL VAJRO
In un avvallamento scavato dei rami del rio Tepice, in mezzo ai prati, venne costruito il
primo edificio della città destinato fin alle lavorazioni tessili: l’Imbiancheria del Vajro.
L’edificio cinquecentesco era poco più che una semplice cascina lineare, circondata da ampi
spazi utilizzati per stendere i panni ad asciugare al sole, dopo i bagni in acqua e cenere
necessari per la sbiancatura. Le trasformazioni successive mantennero il carattere di piccolo
edificio rurale, nonostante piccoli ampliamenti. Nel 1924 cambiò volto, sia per le nuove
lavorazioni, sia per la chiara volontà di conferire un aspetto di maggior rappresentanza. A
fianco delle grandi sale venne eretta una ciminiera, che completò il passaggio da
un’immagine rurale a quella di piccola industria, in un momento di forte sviluppo
dell’industria tessile, che ha punteggiato di ciminiere lo skyline della città, affiancandole a
torri e campanili medievali. L’immagine odierna è rimasta quella d’inizio secolo, ma nel
frattempo la città è avanzata, fino a lambire l’Imbiancheria con massicci blocchi residenziali,
che hanno modificato il rapporto dell’edificio con il rio e la campagna. Il progetto di
recupero, elaborato dal Politecnico di Torino, ha ricevuto un contributo dell’Unione Europea
per la sistemazione di siti industriali degradati, che ha permesso l’apertura, nel 1996, del
cantiere, conclusosi nel 1999. Il progetto nasce intorno ad un doppio percorso, che attraversa
le sale in infilata inanellandole una dopo l’altra a piano terreno, per proseguire con un
sistema di scala-passerella-balconata-soppalco che si snoda tra le grandi sale al livello
superiore, per permettere una visione dall’alto dei pezzi esposti, fino a ricollegarsi alla testata
più antica, con il suo sistema di piccole sale.
TRAME PER UN MUSEO - Mostra permanente del tessile per il futuro museo del
territorio, costituisce una prosecuzione, con macchine di fine Ottocento e prima metà del
Novecento, del MUSEO DEL TESSILE.
Il MUSEO DEL TESSILE allestito fin dal 1996 dalla Fondazione Chierese per il
Tessile nell’ex Convento di Santa Chiara, già opificio Levi nell’Ottocento. Il Museo
rappresenta il primo nucleo della raccolta di oggetti dell’attività tessile chierese: strumenti
utilizzati per un’attività prevalentemente manuale e strettamente collegata al lavoro agricolo,
come gli attrezzi usati per la coltivazione del gualdo, per la tintura in azzurro delle pezze,
per la bachicoltura, per la filatura e tessitura di cotone, lino e seta e per l’imbiancatura del
tessuto di cotone.
All’interno dell’attività sviluppata dal Museo del Tessile è nata l’ ”ASSOCIAZIONE AMICI
DEL RICAMO BANDERA”, istituita nel 1999 sotto l'egida della Fondazione Chierese per il
Tessile, allo scopo di salvaguardare la tradizione artigiana tipicamente piemontese del
ricamo Bandera, che risale alla fine del 1600, diffondendone e tutelandone la peculiarità del
disegno, del ricamo e del tessuto ottenendo nel 2000 il marchio registrato.
Possiede una collezione sia di manufatti antichi sia di disegni che prendono spunto dai
numerosi esempi che le residenze sabaude offrono e che vengono realizzati nei corsi di
ricamo che l'Associazione organizza. Collabora con siti internet e riviste.
Dal 2003 il contributo della Regione Piemonte consente di partecipare alle esposizioni di
settore in tutta Italia e di realizzare un DVD con il corso di ricamo e il libro per il decennale:
”IL RICAMO BANDERA-L'arte della pittura ad ago”.
POLO CULTURALE –
BIBLIOTECA CIVICA “Nicolò e Paola FRANCONE”
Nell’area dell’ex-cotonificio Felice Tabasso, in via Vittorio Emanuele II, acquistato
dall’Amministrazione Comunale, è inserito un centro di servizi culturali, il primo nucleo del
quale è nato nel 2004 con il trasferimento, la riorganizzazione e lo sviluppo della Biblioteca
Civica “Nicolò e Paola Francone” (2.900 mq) e dell’Archivio Storico (500 mq). La
ristrutturazione dell’edificio, curata dall’arch. Gianfranco Franchini, esperto in biblioteche,
che collaborò nel 1976 con R. Piano e R. Rogers per la progettazione del “Centre Pompidou”
di Parigi, ha rinnovato tutti gli arredi con criteri di funzionalità, considerando di primaria
importanza caratterizzare l’allestimento interno con manufatti integrati con lo stile Anni
Cinquanta tipico dell’ex-cotonificio Tabasso. Alcuni spazi all’interno dell’edificio, in
relazione alle caratteristiche architettoniche e in armonia con le funzioni tipiche della
Biblioteca, sono stati pensati per ospitare mostre temporanee di arti visive e altri eventi
culturali.
POLO CULTURALE – SALA ESPOSIZIONI
Nel Polo Culturale, collocato all’interno dell’ex “Cotonificio Felice Tabasso”, il locale oggi
destinato ad ospitare eventi espositivi al primo piano dell’edificio principale , fu costruito
per una funzione fondamentale del ciclo produttivo, che era il “controllo pezze”, operazione
conclusiva legata alla qualità dei prodotti tessili prima della loro immissione sul mercato.
La necessità di ampi spazi e di luce naturale ha determinato la realizzazione architettonica di
una sala rettangolare con una superficie di circa 280 m.q. con copertura vetrata a “denti di
sega” (shed) ed ampie finestrature sulle due pareti longitudinali. Si è venuto così a creare un
ambiente dotato di una forte tipizzazione e non privo di interessante originalità nell’ambito
architettonico industriale. Questo ambiente è stato conservato nella sua dimensione
primigenia, mantenendo addirittura la pavimentazione originale, testimonianza storica di
materiali costruttivi risalenti alla prima metà del secolo scorso, così come si può verificare
nella fotografia che fa parte di un opuscolo promozionale edito nei primi anni Sessanta del
Novecento dallo stesso cotonificio Tabasso. Nella “sala controllo pezze” i tessuti venivano
stesi su particolari apparecchiature chiamate “tribunali” simili a griglie verticali fornite di
retroilluminazione su cui venivano fatte scorrere le pezze di tessuto da controllare e
giudicare qualitativamente.
22
maggio 2010
Comes from…
Dal 22 maggio al 04 luglio 2010
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
POLO CULTURALE
Chieri, Via Vittorio Emanuele Ii, 1, (Torino)
Chieri, Via Vittorio Emanuele Ii, 1, (Torino)
Orario di apertura
giovedì e venerdì ore 16-19, sabato ore 9-12
Vernissage
22 Maggio 2010, h 10
Autore
Curatore