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Con coraggio e deduzione, cerchiamo le piu’ attendibili verità…
Gli artisti che ho invitato sono rimasti colpiti dalla drammaticità più cupa e decadente, da un alone di mistero che si diffonde e che inevitabilmente respiriamo. L’inospitalità è stata sapientemente spezzata, ma anche accentuata se vogliamo, attraverso le opere esposte.
Comunicato stampa
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Artisti:
FRANCO MENICAGLI, MAX CECCHERINI, PAOLO MEONI, I SANTINI DEL PRETE, ROMANO BERTUZZI, CINZIO, CLAUDIO PARRINI, MICHELANGELO CONSANI.
Possono dei vecchi macelli essere un luogo di “redenzione”? Penso proprio di si. Allestire ed organizzare una mostra all’interno degli spazi di Officina Giovani è stata una vera impresa: un’impresa gratificante, che ha dato (al curatore e agli artisti) molto sia sul piano professionale che sul piano emotivo.
Innanzitutto andiamo alla scoperta del luogo: il complesso dei macelli della città di Prato. Un ambiente assolutamente anomalo, strano, che trasuda mistero, corroso da crudi ricordi. Un contenitore che di per sé è già un’impresa affrontarlo, essendo uno spazio fortemente caratterizzato da una precedente attività (appunto la macellazione di carni) che ancora oggi vive, anche se solo nella cupa, decadente atmosfera. Mi riferisco in maniera particolare ai locali delle celle frigorifere: ampie e silenziose stanze, vuote, occupate solo da grandi tavoli di marmo bianco. Le pareti, piastrellate con mattonelle azzurre, e i ganci che scendono dal soffitto, che pendono sopra le nostre teste come dei pesanti uncini: tutto questi elementi bastano per far riemergere certe immagini, mentre uno strano odore (…) sembra invadere l’aria, facendo crescere la tensione…
Il progetto-itinerante “Con coraggio e deduzione, cerchiamo le piu’ attendibili verità…”, arrivato al suo ultimo capitolo, il terzo, ha trovato nelle celle di questo ex mattatoio un luogo, potremmo dire, adatto.
Gli artisti che ho invitato sono rimasti colpiti dalla drammaticità più cupa e decadente, da un alone di mistero che si diffonde e che inevitabilmente respiriamo. L’inospitalità è stata sapientemente spezzata, ma anche accentuata se vogliamo, attraverso le opere esposte, che hanno occupato gli spazi messi a disposizione, ma non stravolti. Gli artisti hanno rispettato la teatralità metafisica del luogo, in preda alla suggestione…
Il titolo della mostra, ad esempio non è un semplice titolo di una mostra, ma una frase di avvertimento, che l’artista grida al mondo per autodefinirsi, così da comprendere qual’è la propria missione, il perchè senta la necessità di fare dell’arte, e quindi di capire oltre ad un ruolo che cosa sia l’arte...
FRANCO MENICAGLI, MAX CECCHERINI, PAOLO MEONI, I SANTINI DEL PRETE, ROMANO BERTUZZI, CINZIO, CLAUDIO PARRINI, MICHELANGELO CONSANI.
Possono dei vecchi macelli essere un luogo di “redenzione”? Penso proprio di si. Allestire ed organizzare una mostra all’interno degli spazi di Officina Giovani è stata una vera impresa: un’impresa gratificante, che ha dato (al curatore e agli artisti) molto sia sul piano professionale che sul piano emotivo.
Innanzitutto andiamo alla scoperta del luogo: il complesso dei macelli della città di Prato. Un ambiente assolutamente anomalo, strano, che trasuda mistero, corroso da crudi ricordi. Un contenitore che di per sé è già un’impresa affrontarlo, essendo uno spazio fortemente caratterizzato da una precedente attività (appunto la macellazione di carni) che ancora oggi vive, anche se solo nella cupa, decadente atmosfera. Mi riferisco in maniera particolare ai locali delle celle frigorifere: ampie e silenziose stanze, vuote, occupate solo da grandi tavoli di marmo bianco. Le pareti, piastrellate con mattonelle azzurre, e i ganci che scendono dal soffitto, che pendono sopra le nostre teste come dei pesanti uncini: tutto questi elementi bastano per far riemergere certe immagini, mentre uno strano odore (…) sembra invadere l’aria, facendo crescere la tensione…
Il progetto-itinerante “Con coraggio e deduzione, cerchiamo le piu’ attendibili verità…”, arrivato al suo ultimo capitolo, il terzo, ha trovato nelle celle di questo ex mattatoio un luogo, potremmo dire, adatto.
Gli artisti che ho invitato sono rimasti colpiti dalla drammaticità più cupa e decadente, da un alone di mistero che si diffonde e che inevitabilmente respiriamo. L’inospitalità è stata sapientemente spezzata, ma anche accentuata se vogliamo, attraverso le opere esposte, che hanno occupato gli spazi messi a disposizione, ma non stravolti. Gli artisti hanno rispettato la teatralità metafisica del luogo, in preda alla suggestione…
Il titolo della mostra, ad esempio non è un semplice titolo di una mostra, ma una frase di avvertimento, che l’artista grida al mondo per autodefinirsi, così da comprendere qual’è la propria missione, il perchè senta la necessità di fare dell’arte, e quindi di capire oltre ad un ruolo che cosa sia l’arte...
03
aprile 2004
Con coraggio e deduzione, cerchiamo le piu’ attendibili verità…
Dal 03 al 30 aprile 2004
arte contemporanea
Location
EX MACELLI – OFFICINA GIOVANI
Prato, Piazza Macelli, 4, (Prato)
Prato, Piazza Macelli, 4, (Prato)
Vernissage
3 Aprile 2004, ore 18,00