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Concetti di pittura
collettiva di pittura
Comunicato stampa
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Una caratteristica che contraddistingue il discorso pittorico dalla fine dell’epoca moderna fino al presente, è che il medium pittorico viene considerato come alternativa alle pratiche artistiche ed ai “nuovi media”, ormai non più così nuovi.
Ma alla fin fine una visione simile è accompagnata sempre da un atteggiamento reazionario perché implica un retrocedere ad uno scenario in cui la pittura assume un ruolo fisso e indiscusso, vale a dire ad una apparente essenza dell’arte. Proprio nella situazione contemporanea, il medium pittorico viene spesso celebrato acriticamente e inserito in tradizioni che nel peggiore dei casi risultano politicamente problematiche e nel migliore, insignificanti per il presente. Un confronto esplicito con la crisi della pittura moderna si è avuto grazie ad una tradizione alternativa che dagli anni ´60 e ´70 del secolo scorso ha utilizzato la crisi stessa per mettere in questione il quadro ponendolo di fronte a progetti artistici alternativi quali l’arte concettuale, la minimal art, l’installazione, in modo da condurre effettivamente a nuovi risultati e nuove problematizzazioni.
Il confronto con la solo apparente immaterialità dell’immagine operata da Frank Stella, è qui unicamente uno tra i molti esempi, così come le più recenti ricerche di testo e immagine di Christopher Wool oppure le domande intorno al problema dell’oggettualità dopo l’immagine monocromatica poste da Albert Oehlen. In tali discorsi l’immagine si dissolve spesso in sé stessa, diviene parte dello spazio e con ciò installazione. È lungo lo stretto crinale tra oggetto autonomo e dissoluzione spaziale che si forma la tensione in questa pittura.
Gli artisti presentati nell’esposizione sono da considerare da un lato in questa tradizione, ma al contempo l’espressione di una nuova giovane generazione in grado di portare avanti il confronto. Lecia Dole-Recio e Will Fowler hanno entrambi compiuto il loro percorso di studi all’Art center college of Design di Pasadena, dove ciascuno specifico miscuglio californiano di arte concettuale, scultura e installazione è parte integrante del corso di formazione artistica che rende impossibile un rapporto distaccato con la pittura. I lavori di Fowler sono fortemente determinati da momenti sculturali e installativi: mentre nei primi lavori egli ha costruito spesso scultura tratte dall’immagine, dissolvendo in tal modo interamente i confini verso lo spazio, nei nuovi quadri questi effetti vengono prodotti attraverso stratificazioni che spesso generano contrasti in sé stessi tramite elementi formali che oltrepassano i margini del quadro. Nonostante la poderosità delle cornici cuneiformi non vediamo mai davanti a noi oggetti autonomi con una superficie ma sempre anche sentieri che conducono nel quadro e fuori di esso. Nell’opera di Lecia Dole-Recio troviamo contraddizioni di altro tipo: la leggerezza del materiale- carta e nastro adesivo- potrebbe indicare una dissoluzione dell’oggetto figurativo, se non fosse per quello profondità e complessità che nasce da un sistema complesso di disposizioni del materiale e della coloritura. Opacità e permeabilità non sono nelle opere in contrapposizione, bensì oscillano davanti ai nostri occhi. Non si formano neppure collages, come potrebbe suggerire il materiale. Le cose vengono sempre nuovamente riunite in un tutto; il tema è la composizione e i suoi confini. La terza artista dell’esposizione, l’austriaca Doris Pivonka, ha studiato all’Accademia d’arte di Vienna ed ha poco a che fare con la locale pittura fortemente espressiva e orientata al materiale. Nei suoi lavori si tratta nella maggior parte dei casi di costruire o anche semplicemente di cogliere in un setting molto ridotto delle rotture della tranquillità superficiale, rotture che, come prima detto, conducono oltre il quadro indicando qualcosa di esterno. Nelle opere presentate nell’esposizione tale riduzione viene apparentemente abbandonata, ma ad un ulteriore sguardo le varie figure colorate si addensano nuovamente in una sovrapposizione spaziale che porta, in modo paragonabile benché molto diverso, fuori dal quadro, così come accade nelle due altre posizioni. Il concetto di questa esposizione non è quello di strumentalizzare la pittura a nuovi indirizzi artistici, bensì di documentare la contingenza di uno sviluppo che pone il medium pittorico nell’ambito di altri mezzi e sviluppi e che ciò nonostante continua a svilupparsi in modo indipendente.
Ma alla fin fine una visione simile è accompagnata sempre da un atteggiamento reazionario perché implica un retrocedere ad uno scenario in cui la pittura assume un ruolo fisso e indiscusso, vale a dire ad una apparente essenza dell’arte. Proprio nella situazione contemporanea, il medium pittorico viene spesso celebrato acriticamente e inserito in tradizioni che nel peggiore dei casi risultano politicamente problematiche e nel migliore, insignificanti per il presente. Un confronto esplicito con la crisi della pittura moderna si è avuto grazie ad una tradizione alternativa che dagli anni ´60 e ´70 del secolo scorso ha utilizzato la crisi stessa per mettere in questione il quadro ponendolo di fronte a progetti artistici alternativi quali l’arte concettuale, la minimal art, l’installazione, in modo da condurre effettivamente a nuovi risultati e nuove problematizzazioni.
Il confronto con la solo apparente immaterialità dell’immagine operata da Frank Stella, è qui unicamente uno tra i molti esempi, così come le più recenti ricerche di testo e immagine di Christopher Wool oppure le domande intorno al problema dell’oggettualità dopo l’immagine monocromatica poste da Albert Oehlen. In tali discorsi l’immagine si dissolve spesso in sé stessa, diviene parte dello spazio e con ciò installazione. È lungo lo stretto crinale tra oggetto autonomo e dissoluzione spaziale che si forma la tensione in questa pittura.
Gli artisti presentati nell’esposizione sono da considerare da un lato in questa tradizione, ma al contempo l’espressione di una nuova giovane generazione in grado di portare avanti il confronto. Lecia Dole-Recio e Will Fowler hanno entrambi compiuto il loro percorso di studi all’Art center college of Design di Pasadena, dove ciascuno specifico miscuglio californiano di arte concettuale, scultura e installazione è parte integrante del corso di formazione artistica che rende impossibile un rapporto distaccato con la pittura. I lavori di Fowler sono fortemente determinati da momenti sculturali e installativi: mentre nei primi lavori egli ha costruito spesso scultura tratte dall’immagine, dissolvendo in tal modo interamente i confini verso lo spazio, nei nuovi quadri questi effetti vengono prodotti attraverso stratificazioni che spesso generano contrasti in sé stessi tramite elementi formali che oltrepassano i margini del quadro. Nonostante la poderosità delle cornici cuneiformi non vediamo mai davanti a noi oggetti autonomi con una superficie ma sempre anche sentieri che conducono nel quadro e fuori di esso. Nell’opera di Lecia Dole-Recio troviamo contraddizioni di altro tipo: la leggerezza del materiale- carta e nastro adesivo- potrebbe indicare una dissoluzione dell’oggetto figurativo, se non fosse per quello profondità e complessità che nasce da un sistema complesso di disposizioni del materiale e della coloritura. Opacità e permeabilità non sono nelle opere in contrapposizione, bensì oscillano davanti ai nostri occhi. Non si formano neppure collages, come potrebbe suggerire il materiale. Le cose vengono sempre nuovamente riunite in un tutto; il tema è la composizione e i suoi confini. La terza artista dell’esposizione, l’austriaca Doris Pivonka, ha studiato all’Accademia d’arte di Vienna ed ha poco a che fare con la locale pittura fortemente espressiva e orientata al materiale. Nei suoi lavori si tratta nella maggior parte dei casi di costruire o anche semplicemente di cogliere in un setting molto ridotto delle rotture della tranquillità superficiale, rotture che, come prima detto, conducono oltre il quadro indicando qualcosa di esterno. Nelle opere presentate nell’esposizione tale riduzione viene apparentemente abbandonata, ma ad un ulteriore sguardo le varie figure colorate si addensano nuovamente in una sovrapposizione spaziale che porta, in modo paragonabile benché molto diverso, fuori dal quadro, così come accade nelle due altre posizioni. Il concetto di questa esposizione non è quello di strumentalizzare la pittura a nuovi indirizzi artistici, bensì di documentare la contingenza di uno sviluppo che pone il medium pittorico nell’ambito di altri mezzi e sviluppi e che ciò nonostante continua a svilupparsi in modo indipendente.
13
gennaio 2006
Concetti di pittura
Dal 13 gennaio all'undici marzo 2006
arte contemporanea
Location
AR/GE KUNST GALLERIA MUSEO
Bolzano, Via Museo, 29, (Bolzano)
Bolzano, Via Museo, 29, (Bolzano)
Orario di apertura
mar-ven 10-13 e 15-19, sa 10-13, dom e lun chiuso
Vernissage
13 Gennaio 2006, ore 19
Autore
Curatore