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Concetto, Corpo e Sogno – Joseph Kosuth
La rassegna Concetto, Corpo e Sogno presenta cinque mostre che si inaugurano in successione durante la primavera e l’estate 2006, personali dedicate ad artisti dell’arte concettuale
Comunicato stampa
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Concetto, Corpo e Sogno
La rassegna presenta opere di artisti “classici” dell’arte concettuale come Joseph Kosuth e Lawrence Weiner, artisti come Dan Graham che hanno sviluppato in direzioni diverse un’analisi concettuale della percezione e dell’esperienza, ed altri, non tradizionalmente definiti come ”concettuali”, che hanno invece agito nell’ambito della performance, dell’installazione e dell’esplorazione del lato misterioso e meno razionale della mente, come Joan Jonas e Susan Hiller. La mostra si articola in cinque personali presentate in successive scadenze da Carolyn Christov-Bakargiev: Lawrence Weiner (28 marzo – 30 luglio), Susan Hiller (11 aprile – 30 luglio), Dan Graham (29 aprile – 30 luglio), Joseph Kosuth (16 maggio – 30 luglio), Joan Jonas (30 maggio – 30 luglio). Ogni personale presenta opere storiche accanto a progetti più recenti o inediti dell’artista. Grazie a Fondazione CRT Progetto Arte Moderna e Contemporanea, sette delle opere presentate entrano nella collezione permanente del Castello di Rivoli.
Joseph Kosuth
Presentazione a cura di Carolyn Christov-Bakargiev
Lunedì 15 maggio 2006
Ore 18 incontro con l’artista e Ray Monk, professore di filosofia all’Università di Southampton
Ore 19 inaugurazione mostra
Periodo: 16 maggio – 30 luglio 2006
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio, 1945) è tra i primi artisti dell’arte concettuale. Reagendo sia all’espressionismo della pittura informale, sia all’accentuazione della fisicità dell’oggetto artistico e alla forte rappresentazione iconica nella Pop Art, Kosuth prende dalla metà degli anni Sessanta una posizione radicale: operare nell’ambito dell’arte ma al contempo spostando l’oggetto del lavoro artistico in una dimensione strettamente mentale e sottolineando l’aspetto
linguistico dell’opera. L’arte “è” il pensare l’arte stessa ed è questa nozione tautologica ad essere alla base della sua metodologia. Metodologia applicata sin dalle Protoinvestigations, del 1965 (in cui presentava, accostati, un oggetto, la sua immagine e la sua definizione tratta dal dizionario) e nelle sue prime opere maggiori con la scrittura in tubi al neon che definisce se stessa. Nel suo saggio L’arte dopo la filosofia, 1969, uno dei principali testi alla base del pensiero teorico sull’arte concettuale scrive: ”gli oggetti sono concettualmente irrilevanti alla condizione dell'arte". L’arte quindi tende ad avere sempre meno significato emozionale per proporsi come lucida razionalità ed indagine. Dopo le prime opere, Kosuth sviluppa il suo interesse linguistico verso l’osservazione e la critica dell’intero contesto della comunicazione artistica e realizza grandi installazioni. Da sempre interessato a Freud e alla psicanalisi, a Duchamp e alla nozione di Readymade, a Wittgenstein e alla filosofia del linguaggio, Kosuth ha indagato la natura linguistica delle proposizioni artistiche nei vari contesti sociali, istituzionali, psicologici ed etnologici, ampliando i confini tradizionali del ruolo dell’artista. Al Castello di Rivoli vengono presentate, oltre all’opera storica Seeing Reading [Cobalt Blue] (Vedere Leggere [blu cobalto]), 1979, il progetto in-situ Seeing Knowing (Vedere Conoscere), 2004, allestito all’interno del Museo e sul tetto della Manica Lunga. Entrambe entrano a far parte della collezione del Castello di Rivoli. Sono inoltre esposte No Number #376 (+216 After Augustine‘s Confessions) (Senza numero #376 [+216 dopo le confessioni di Agostino]), 1989 e One and Three Chairs [It.] (Una e tre sedie [Ita.]), 1965.
Sempre nell’ambito della mostra è prevista l’installazione, nel contesto urbano di Torino all’incrocio di Corso Duca degli Abruzzi e Corso Stati Uniti, di The Seventh Investigation Context C (La Settima Investigazione Contesto C), 1970, formata da uno striscione di oltre sei metri.
La rassegna presenta opere di artisti “classici” dell’arte concettuale come Joseph Kosuth e Lawrence Weiner, artisti come Dan Graham che hanno sviluppato in direzioni diverse un’analisi concettuale della percezione e dell’esperienza, ed altri, non tradizionalmente definiti come ”concettuali”, che hanno invece agito nell’ambito della performance, dell’installazione e dell’esplorazione del lato misterioso e meno razionale della mente, come Joan Jonas e Susan Hiller. La mostra si articola in cinque personali presentate in successive scadenze da Carolyn Christov-Bakargiev: Lawrence Weiner (28 marzo – 30 luglio), Susan Hiller (11 aprile – 30 luglio), Dan Graham (29 aprile – 30 luglio), Joseph Kosuth (16 maggio – 30 luglio), Joan Jonas (30 maggio – 30 luglio). Ogni personale presenta opere storiche accanto a progetti più recenti o inediti dell’artista. Grazie a Fondazione CRT Progetto Arte Moderna e Contemporanea, sette delle opere presentate entrano nella collezione permanente del Castello di Rivoli.
Joseph Kosuth
Presentazione a cura di Carolyn Christov-Bakargiev
Lunedì 15 maggio 2006
Ore 18 incontro con l’artista e Ray Monk, professore di filosofia all’Università di Southampton
Ore 19 inaugurazione mostra
Periodo: 16 maggio – 30 luglio 2006
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio, 1945) è tra i primi artisti dell’arte concettuale. Reagendo sia all’espressionismo della pittura informale, sia all’accentuazione della fisicità dell’oggetto artistico e alla forte rappresentazione iconica nella Pop Art, Kosuth prende dalla metà degli anni Sessanta una posizione radicale: operare nell’ambito dell’arte ma al contempo spostando l’oggetto del lavoro artistico in una dimensione strettamente mentale e sottolineando l’aspetto
linguistico dell’opera. L’arte “è” il pensare l’arte stessa ed è questa nozione tautologica ad essere alla base della sua metodologia. Metodologia applicata sin dalle Protoinvestigations, del 1965 (in cui presentava, accostati, un oggetto, la sua immagine e la sua definizione tratta dal dizionario) e nelle sue prime opere maggiori con la scrittura in tubi al neon che definisce se stessa. Nel suo saggio L’arte dopo la filosofia, 1969, uno dei principali testi alla base del pensiero teorico sull’arte concettuale scrive: ”gli oggetti sono concettualmente irrilevanti alla condizione dell'arte". L’arte quindi tende ad avere sempre meno significato emozionale per proporsi come lucida razionalità ed indagine. Dopo le prime opere, Kosuth sviluppa il suo interesse linguistico verso l’osservazione e la critica dell’intero contesto della comunicazione artistica e realizza grandi installazioni. Da sempre interessato a Freud e alla psicanalisi, a Duchamp e alla nozione di Readymade, a Wittgenstein e alla filosofia del linguaggio, Kosuth ha indagato la natura linguistica delle proposizioni artistiche nei vari contesti sociali, istituzionali, psicologici ed etnologici, ampliando i confini tradizionali del ruolo dell’artista. Al Castello di Rivoli vengono presentate, oltre all’opera storica Seeing Reading [Cobalt Blue] (Vedere Leggere [blu cobalto]), 1979, il progetto in-situ Seeing Knowing (Vedere Conoscere), 2004, allestito all’interno del Museo e sul tetto della Manica Lunga. Entrambe entrano a far parte della collezione del Castello di Rivoli. Sono inoltre esposte No Number #376 (+216 After Augustine‘s Confessions) (Senza numero #376 [+216 dopo le confessioni di Agostino]), 1989 e One and Three Chairs [It.] (Una e tre sedie [Ita.]), 1965.
Sempre nell’ambito della mostra è prevista l’installazione, nel contesto urbano di Torino all’incrocio di Corso Duca degli Abruzzi e Corso Stati Uniti, di The Seventh Investigation Context C (La Settima Investigazione Contesto C), 1970, formata da uno striscione di oltre sei metri.
15
maggio 2006
Concetto, Corpo e Sogno – Joseph Kosuth
Dal 15 maggio al 30 luglio 2006
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI RIVOLI – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Biglietti
€ 6.50 intero, € 4.50 ridotto
Orario di apertura
mar-gio 10-17; ven-dom 10-21
Vernissage
15 Maggio 2006, ore 18 incontro con l’artista e Ray Monk, professore di filosofia all’Università di Southampton
Editore
SKIRA
Autore
Curatore